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Autore: Mitsuki no Kaze    30/12/2015    1 recensioni
- Yuu-kun, sai quali sono i compiti di un Generale?-
[...]
- Cosa sta tentando di dirmi?!-
- Che… Ecco… ho un allievo per te. O meglio, un’allieva.-
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Capitolo XIX - The answer is in your eyes


Quando Akita aprì gli occhi si trovò distesa dietro una barriera composta da un pannello d’acciaio e da alcuni grossi detriti della costruzione dell’Ordine.
Capì che il Generale aveva provato a metterla al sicuro dalla battaglia mentre era priva di sensi.
Si mise a sedere e rimase per qualche attimo stordita, i ricordi del Sogno di Road ancora vividi nella mente.
Vicino a lei i suoni della battaglia continuavano inarrestabili e ciò le fece riprendere i contatti con la realtà in breve tempo.
La sua preoccupazione maggiore era proprio il Generale Kanda. Anche lui probabilmente risentiva degli effetti del Sogno del Nono Noah, dunque non doveva essere nel pieno delle forze. Quella prova era stata parecchio debilitante e la ragazza immaginò che se lei aveva visto i suoi ricordi, probabilmente lui doveva aver conosciuto il suo passato. Forse avrebbe ottenuto le risposte che cercava da tempo, ma che aveva rinunciato a cercare.
Vagò senza una vera e propria meta per l’Ordine Oscuro, fino a ritrovarsi in uno dei laboratori della Sezione scientifica. Quella sala era miracolosamente intatta, sembrava che lo scontro tra Esorcisti e Noah l’avesse ignorata.
Ad Akita parve sospetta. Nella sua mente si materializzò l’idea che quella stanza perfettamente intatta fosse una trappola. Qualche Noah poteva essersi nascosto lì dentro per fare un agguato a qualche Esorcista ferito che aveva cercato rifugio là dentro, oppure uno dei nemici sarebbe potuto rimanere al suo interno fino alla fine della battaglia, per poi attaccare di sorpresa l’Ordine Oscuro completamente impreparato.
I suoi timori erano fondati.
Da dietro una parete attrezzata, piena di vari contenitori di vetro e strumentazioni degli scienziati, vide un Noah. Era altro, vestiva un abito bianco e aveva i capelli lunghi e ondulati.
Non le sembrava di averlo mai visto, ma la sua attenzione venne attirata da un’altra persona presente nella stanza. Stava immobile e in silenzio, per questo la ragazza non si era accorta subito della sua presenza.
Il Noah però gli rivolse la parola.
- Come ci si sente, Esorcista, ad essere uccisi dalla propria Innocence?-
Ancora nessuna voce rispose, ma Akia riuscì finalmente a vedere l’altro Esorcista. Era proprio il Generale Kanda. Stava in piedi ed impugnava Mugen, indirizzando la lama verso il suo stesso corpo. I suoi muscoli erano in tensione e il suo viso contratto dallo sforzo. Sembrava che stesse tentando di vincere una forza che proveniva da se stesso, come se avesse perso il controllo della propria persona.
Doveva essere il potere del Noah a provocare quell’effetto e Akita con quella deduzione, intuì chi fosse il Noah che si trovava davanti.
Era Cheryl, il Desiderio di Noè. Aveva letto del suo potere nel rapporto di Kaya quando si era introdotta nella villa dei Noah ed aveva tratto in salvo Lavi. Era anche citato in merito al risveglio di Alma Karma, nella Sede Nord Americana dell’Ordine Oscuro. Lì proprio con il suo potere aveva immobilizzato tutti gli Esorcisti e i membri della Sezione Scientifica presenti, utilizzando dei fili pressoché invisibili con i quali prendeva il controllo del corpo della vittima, muovendola come se fosse una marionetta, mentre Wisley risvegliava la matrice dei Third Exorcists e la faceva combattere contro il Generale Kanda.
Akita scosse violentemente la testa. Non era il caso di perdersi in quelle riflessioni. In quel momento Cheryl stava mettendo in atto uno dei suoi macabri spettacoli, costringendo il Generale a ferirsi con la sua stessa arma.
La ragazza doveva fare attenzione a non essere attaccata a sua volta dal Noah, se no si sarebbe trovata nelle stesse condizioni. Doveva agire velocemente, sfruttando l’effetto sorpresa, almeno per liberare il Generale.
Impugnò uno dei suoi coltelli e cercò un varco tra gli scaffali, ma non trovò uno spazio abbastanza grande dal quale avrebbe potuto attaccare, ma la situazione si stava facendo più grave, dato che la lama di Mugen stava cominciando a ad affondare nel torace del Generale e la forza dell’Esorcista non bastava più a combattere il potere del Noah.
Akita abbandonò il buon senso e agì d’istinto.
Spinse la scaffalatura contro il Noah, che gli si abbatté addosso facendo un gran rumore metallico. La presa del Generale sulla katana si allentò, fino a far cadere la lama a terra.
Cheryl però non sembrò aver subito troppi danni da quel diversivo e si accorse subito di Akita, ormai non più nascosta. Si avventò direttamente contro di lei, che ebbe appena il tempo di impugnare la lama corta. L’assalto fu comunque potente e la sbalzò fuori dal laboratorio, contro una parete del corridoio. Nell’attaccare la ragazza aveva però dato le spalle al Generale e Kanda non aveva perso tempo ad attaccarlo, attivando il secondo livello dell’Innocence.
Cheryl si voltò verso di lui e lo afferrò per il collo, inchiodandolo al muro.
- I vostri giochetti mi hanno stufato!-
Qualcosa però saltò letteralmente addosso al Noah, inchiodandolo a terra. Kanda cadde a terra e prima di perdere conoscenza riuscì a vedere la sagoma di Akita su Cheryl, il volto affondato nell’incavo del suo collo.
 
Allen tentava di tener testa ai Jasdebi per un tempo che sembrava non finire mai. I due gemelli non si erano uniti nell’unico Noah del Legame, ma lo attaccavano quasi contemporaneamente e quando il giovane riusciva a sbarazzarsi di uno dei due, giungeva l’altro ad attaccarlo e a coprire il fratello.
L’Esorcista era esausto, aveva perso molto sangue e sentiva di avere almeno qualche osso rotto. Quei mesi isolato a Londra, senza aver potuto usare l’Innocence avevano influito sul suo fisico e lo avevano indebolito parecchio, rendendolo meno reattivo e più sensibile agli attacchi dei nemici.
I Jasdevi erano notevolmente più forti dell’ultima volta che li aveva affrontati  nell’Arca, e la nuova forma del Crown Clown non bastava a infliggergli abbastanza danni. Per quanto tentava di tenere duro e giocare d’astuzia, per ridurre il divario tra i loro livelli, sembrava che il risultato di quello scontro fosse già stato scritto.
L’ennesimo colpo messo a segno da Debitto lo spedì dritto contro una parete e l’impatto fu così violento da danneggiare la superficie di pietra del muro. Crollò a terra e non riuscì a tirarsi su. Tutti i muscoli gli dolevano e le palpebre minacciavano di chiudersi per lo stordimento causato dal colpo appena ricevuto.
Rimase lì in terra e i due Noah si avvicinarono ridacchiando.
- Eeeh? Tutto qui?- chiese Jasdero pestandogli una mano con lo stivale.
- Noi volevamo giocare ancora con te!- continuò Debitto.
Gli sferrò un calcio allo stomaco che lo fece gemere di dolore e voltare sulla schiena. Ansimò pesantemente, cercando con la mano l’elsa della spada, ma il biondo la spinse via.
- Senza il tuo giocattolo non sai fare niente?-
Allen picchiò il pugno a terra, non riuscendo nemmeno a disattivare l’Innocence per far tornare il Crown Clown al suo braccio sinistro e poter così attare i due Noah con il Crown Edge.
- Ohi. Mi sa che abbiamo davvero finito.- riprese Debitto.
- Che peccato, mi volevo divertire di più!-
I due continuarono a lamentarsi ancora un po’, ma poi tesero le mani contro Allen e il terreno sotto il corpo del ragazzo tremò. Si riempì di crepe e il pavimento cedette.
Il giovane temette di cadere nel vuoto, molti piani più giù, ma non successe. Sotto di sé era apparsa una bara spalancata. Stava finendo proprio al suo interno e in un disperato tentativo di sfuggire a quella trappola, attivò la Crown Belt che si legò ad una colonna posta dietro i gemelli. I due però distrussero il laccio bianco con due colpi delle loro pistole ed Allen rimase prigioniero della strana bara che avevano evocato. Cominciò a picchiare il coperchio, ma quello non accennava a cedere e ad aprirsi, anzi la bara si mosse, mettendosi in posizione verticale.
- Bene!- esclamò Jusdero.
- Andiamo da Lord Millennio e diciamogli che abbiamo finito! Possiamo anche levare le tende!-
 
Quando Kanda si svegliò si ritrovò in infermeria.
Era steso in un lettino, la testa gli doleva e gli occhi faticavano a mettere a fuoco ciò che lo circondava. Si mise comunque a sedere, vincendo le vertigini che lo colsero.
Una mano si poggiò contro il suo petto, costringendolo a poggiare la schiena contro la testata del letto.
- Piano, piano.- lo ammonì la capo infermiera. – E’ stato privo di conoscenza per due giorni! E’ ancora debole, si riposi.-
- Due giorni?- disse debolmente. – La battaglia?-
La donna sospirò.
- E’ finita.-
Kanda aprì di nuovo gli occhi.
- Com’è andata?-
La Capo Infermiera scrollò le spalle e si avviò verso il letto di un altro paziente.
- Non ci sono state molte perdite, ma chi è sopravvissuto non sta troppo bene. Il castello è semi distrutto, ma siamo ancora in piedi.-
Lo spadaccino si abbandonò pesantemente contro un cuscino.
- Chi abbiamo perso?-
La donna rimase per un attimo immobile, dandogli le spalle, mentre preparava un vassoio con i medicinali da somministrare ai pazienti.
- Chaoji. Era stato contagiato dal Morbo di quel Noah e sintomi sono ritornati improvvisamente e tutte le cure sono state inutili.- disse con voce tremante.
Kanda la ascoltò osservando il soffitto. Quanti Esorcisti e Finders doveva aver visto morire quella donna? Quanti di loro aveva rimesso in piedi solo per rimandarli a combattere? Tutti tendevano a dimenticarsi di lei e al peso che portava sulle spalle. Si sentì sinceramente in colpa.
- E poi…- aggiunse dopo una pausa. – Hanno portato via Allen Walker.-
Il giapponese sgranò gli occhi e raddrizzò la schiena.
- Che cosa?-
Fece per alzarsi, ma la donna gli fu immediatamente davanti.
- Non può alzarsi! Non si è ancora rimesso! Non si sarebbe dovuto neanche svegliare in così poco tempo, date le ferite che ha riportato! Non posso permetterle di andare via!
- Devo parlare con Komui!-
- Glielo vado a chiamare io, ma resti al letto!-
Kanda si arrese e ritornò sul materasso.
La capo infermiera si sbrigò a concludere il giro di visite che le restavano, per poi togliere il grembiule e uscire dall’infermeria.
Tornò poco dopo accompagnata dal Supervisore Komui.
Il cinese aveva lo sguardo preoccupato, uno zigomo tumefatto e un braccio steccato.
Si avvicinò senza dire una parola e, solo quando fu seduto su una sedia accanto al letto di Kanda, parlò.
- So che vuoi andare a cercare Allen, ma non puoi. Non ora almeno.- disse con voce ferma.
- Ma più tempo perdiamo, più sarà difficile ritracciarlo!- proruppe lui.
- Per ora siamo troppo disorganizzati. Abbiamo pochissimi Esorcisti operativi, non possiamo mettere su una squadra.-
- Io sono operativo! E sono sciuro che anche Akita partirà con me!-
Komui non rispose, rimase in silenzio a guardarlo negli occhi. La sua espressione era cambiata, sembrava addolorata.
- Kanda, ho una cosa da dirti.- Era un brutto segno, un pessimo segno. - Akita non è tra gli operativi.-
- E’ ferita?- lo incalzò.
Il supervisore si prese un attimo di tempo per rispondere. Sembrava che stesse ponderando le parole da dire.
- Non esattamente. Fisicamente non ha grosse ferite, ma la sua mente è il problema.-
- La sua mente?-
- Crediamo che Akita abbia usato di nuovo il siero estratto dal sangue di Inu. Questa volta però ha perso il controllo. Non è più tornata in sé.-
 
Passarono altri due giorni. Solo quando la capo infermiera accettò di dimetterlo, Kanda ebbe la possibilità di vedere l’allieva.
Komui lo accompagnò nei sotterranei dell’ordine Oscuro e giunsero in una sala, il cui ingresso era controllato da due Finders. Il Supervisore fece un cenno alle due guardie, che si scostarono dalla pesante porta in ferro, e aprì uno spioncino.
- Non capisco se la tenete prigioniera o come un animale in gabbia.- disse il Generale prima di osservare l’interno della sala.
Era un semplice vano circolare di pietra liscia, illuminato da delle torce come tutto il resto dei sotterranei. Vi era una branda sfatta e inutilizzata, un vassoio con il cibo era stato abbandonato per terra e non poggiato sul piccolo tavolo posizionato contro una parete, come ci si sarebbe aspettato dalla ragazza. Proprio Akita era acciambellata per terra, tra le coperte che erano state tolte dal letto. Sembrava avesse i vestiti laceri e il suo corpo riportava varie ferite che non sembrava fossero state medicate.
- Fatemi entrare.- disse perentorio.
- Ha attaccato gli altri, Kanda. Non è la persona che conoscevi.- lo avvertì Komui.
- Non importa. Voglio entrare.- insistette.
- Va bene.- sospirò il Supervisore arrendendosi.
Fece cenno ai due Finders di aprire la porta e lui entrò. Quella specie di cella era più umida del resto dei sotterranei e Kanda si meravigliò di come Akita riuscisse a stare lì con indosso solo la casacca smanicata della sua uniforme e i pantaloni strappati in più punti, dato che soffriva molto il freddo. Tra le altre cose, era pure scalza.
Rimase un attimo fermo a fissarla, mentre la porta si chiudeva alle sue spalle, con un rumore metallico. Quel suono svegliò Akita  che drizzò la testa e scrutò la stanza. I suoi occhi erano entrambi azzurri e le sue orecchie si erano modificate, diventando più grandi e perlose, sbucando tra i capelli. Non reagì alla sua presenza, ma rimase vigile ad osservare le sue mosse.
Kanda osò muovere un passo per studiare le sua reazione. Lei si irrigidì e si mise seduta. Come quando aveva affrontato il Livello 4, le unghie delle sue mani si erano allungate, diventando degli artigli sottili ed affilati. La stessa cosa era avvenuta alle unghie dei piedi e il Generale non dubitò che anche i canini si fossero sviluppati.
- Akita.- la chiamò.
Lei si mise in posizione di attacco, piegando gli arti posteriori e distendendo gli anteriori, pronta a spiccare un balzo.
- Ha pure la coda.- osservò  con una risata nervosa.
La trasformazione era più avanzata rispetto a quella della volta precedente. Davvero rischiava di diventare non solo un tipo Parassita, ma una vera e propria bestia anti-Akuma.
- Akita.- la chiamò ancora e lei prese a ringhiare.
- Smettila con questa storia!- esclamò spazientito. – Allen è stato rapito dai Noah! Dobbiamo andare a riprenderlo!-
Akita non accennava a riacquistare la ragione. Kanda allora avanzò e questo la fece scattare. Gli saltò addosso affondando le unghie nella sua schiena. Lui digrignò i denti per il dolore e agì istintivamente, afferrando l’elsa di Mugen, pronto a sguainarla.
Si fermò in tempo, ricordandosi che quella era pur sempre la sua allieva.
Le afferrò le spalle e sua volta, nel tentativo di togliersela di dosso, ma lei reagì ancora, mordendolo ad una spalla. Il Generale emise un grido di dolore e cadde a terra. Non insistette più a spostarla, dato che più lui si muoveva, più lei affondava gli artigli e le zanne. Sospirò rassegnato e strinse i denti per il dolore. Sentiva il sangue colare per la schiena, impregnando la stoffa degli abiti.
Non sapeva come fare per farla ragionare, nemmeno la notizia del rapimento di Allen aveva avuto effetto.
- Akita.- la chiamò ancora. – Sono il Generale. Sono Kanda. Akita, torna in te dannazione!- la colpì con un pugno esasperato, ignorando le altre ferite che gli inferse dopo quel colpo.
- Non sono un Akuma, maledizione! Perché mi attacchi?- le gridò contro. – Sono io, accidenti!-
Continuò a colpirla, ma via via i suoi pugni persero forza, fino a ritrovarsi a stringerla in un goffo e insensato abbraccio.
- Riprenditi!- proruppe rafforzando la stretta.
La morsa sulla sua spalla si allentò e la ragazza emise un verso simile ad un guaito.
Kanda non la lasciò, neanche quando sentì il suo corpo fremere. Neanche quando sentì qualcosa di caldo lambirgli la pelle ferita tra la stoffa lacerata. Akita stava piangendo.
Chiuse gli occhi e poggiò il mento sul suo capo.
- Va tutto bene, è tutto finito.- le disse mentre sfregava una mano sulle sue spalle.
Il corpo della ragazza si fece più pensante e Kanda si sollevò in piedi, prendendola in bracco, solo quando fu certo che avesse perso conoscenza.
 
Akita si riprese completamente nel giro di qualche giorno. Non ricordava nulla dallo scontro con Cheryl. Ricordava solo che dopo l’attacco del Noah le era caduta, da una delle tasche dell’uniforme, l’ultima fiala del siero estratto dal sangue di Inu che la sezione scientifica le aveva dato.
Aveva fatto l’iniezione non vedendo nessun altra soluzione per sconfiggere il Noah. Al di là dei rischi che aveva corso, era riuscita a salvare il Generale Kanda e se stessa, quella scelta si era rivelata la migliore da prendere.
La Capo Infermiera le aveva dato la possibilità di fare una passeggiata di qualche minuto, per muoversi un po’. Era uscita dall’infermeria con Inu, le avevano detto che mentre lei era in quello stato inselvaggito, il cane era stato del tutto privo di conoscenza. Si era ripreso pure lui non appena lei aveva recuperato il controllo di se stessa. Aveva riportato delle ferite a causa dello scontro con Lulubell, ma niente di troppo grave.
Gironzolavano da qualche minuto quando  il Generale li aveva raggiunti e si era offerto di accompagnarla. Nessuno dei due parlò per molto tempo, finché non si trovarono in quel che restava della Sala Comando dell’Ordine Oscuro. Vi erano fori nel tetto, tanto che si poteva vedere il cielo.
Akita a quel punto sospirò.
- Mi può raccontare cosa ha visto nel sogno di Road?-
Kanda sapeva che quella domanda sarebbe arrivata prima o poi, anzi avevano posticipato a lungo quella conversazione.
Le raccontò di Chris, della bambina che aveva conosciuto, la figlia del Conte di Cavendish che doveva comportarsi da maschio per poter ereditare il titolo del padre.
- Tu sei Christine Cavendish, sei nata il 24 Aprile e ad oggi hai 20 anni.-
Lei annuì lentamente con il capo.
- Christine.- disse piano, pronunciando il proprio nome quasi con timore. – Non ricordo chi fossi quando portavo questo nome.- Puntò lo sguardo in quello del Generale. – Io non sono quella persona. Io sono Akita.-
Kanda sospirò e distolse lo sguardo dalle sue iridi di colore differente.
- Prima della sincronizzazione con Inu avevi entrambi gli occhi verdi. Avevi gli occhi di tua madre.-
- Com’era?- gli chiese.
- Come te, solo con i capelli neri. Le somigli tantissimo.-
Akita tacque. Inu le tirò un lembo della casacca che indossava. La ragazza si accorse che il cane le indicava Lavi e Kaya, che parlavano su una passerella rialzata, una delle poche sopravvissute all’attacco dei Noah.
Il rosso parlava piano e teneva lo sguardo basso, lei lo ascoltava torturandosi le mani. Alla fine Lavi se ne andò, lasciando Kaya da sola. Una lacrima le rigò una guancia, una soltanto. Poi si allontanò anche lei.
- L’ha lasciata.- dedusse Akita.
Kanda annuì.
- Lavi ha scoperto da Feedra che Bookman è morto. E’ lui il nuovo Bookman adesso.-
Akita annuì con un cenno della testa.
- Penso che Kaya abbia compreso le sue motivazioni.-
Il giapponese fece schioccare la lingua.
- Quella relazione era un fallimento fin dall’inizio. Era ovvio che non sarebbe durata.-
Akita non rispose subito. Si prese un attimo per riflettere su quello che stava per dire e per come lo stava per fare. Infine si voltò e cominciò a parlare, guardandolo in viso, non potendo raggiungere i suoi occhi, ancora fissi nel punto in cui un attimo prima vi erano Lavi e Kaya.
- Tu per me sei importate. Molte delle mie azioni, se non tutte, che ho fatto da quando sono qui e ti ho conosciuto le ho compiute in funzione tua. Per ricevere la tua approvazione, per aiutarti, per proteggerti.-
Non lo chiamò per cognome, non lo chiamò Generale. Gli stava dando del tu, come se non fosse sua allieva, ma come se fossero alla pari.
Si fermò un attimo per studiare la reazione dello spadaccino, ma lui non la guardava. Era rimasto immobile, ma la stava ascoltando.
- Se ti dovessi perdere, perderei uno dei miei punti di riferimento e, non ne ho molti, dato che ho solo i ricordi di circa un anno. Mi sentirei persa. Io ho bisogno di te.-
Si avvicinò a lui e lo costrinse a guardarla.
- Non credo che ci sia niente di fallimentare il questo. Capisci cosa voglio dire?-
Non ricevette alcuna risposta, ma lei di certo non si sarebbe aspettata niente di diverso.
Si alzò sulle mezze punte e poggiò le labbra su quelle del Generale. Fu solo una leggera pressione, poi lei ritornò con i talloni a terra e lo guardò ancora una volta negli occhi. Lui sostenne il suo sguardo.
Akita capì e si allontanò da lui, dirigendosi verso l’infermeria con Inu al seguito.

Angolo Autrice

Aggiorno al pelo, prima dell'anno nuovo :'D Intanto auguri a tutti, per tutte le feste x°°
Questo capitolo è prondo dai primi di dicembre, ma l'ho lasciato a decantare per un bel pezzo, per rivederla dopo qualche tempo e fare delle correzioni a mente lucida... Nonostante tutto non sono completamente soddisfatta, ma tra le revisioni mie e il beta reading di Ya_mi (che ringrazio sempre tantissimo-) non il risultato non è cambiato :'D E va beh, forse più di tanto non si poteva fare x°°
Non dirò assolutamente nulla sul capitolo, lascio a voi  commenti e i pareri :'''D
Scusate come sempre se sono sfuggiti errori >_<
Vi posso dire che siamo davvero alla fine, mancano circa 2-3 capitoli alla conclusione! Woooh non vedo l'ora di finire x'D
Ci rivediamo a Febbraio, allora u.u
Grazie a tutti per aver letto e grazie in particolare a Yeollie e a Ya_mi per le recensioni al capitolo precedente! <3
Un bacione e a presto!
~ Mitsuki <3

 
   
 
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