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Autore: EclipseOfHeart    09/03/2009    4 recensioni
Misty continuava a correre, preoccupata per Ash, era con lui, di questo era sicura. Poi lo vide. Lì davanti a lei, a meno di un metro. Le uscirono delle piccole lacrime, era vivo e stava bene, aveva temuto il peggio; lei temeva sempre il peggio quando si preoccupava di lui.
Piccola fic, malinconica, triste. Spero vi piaccia ^^
La fic si è classificata seconda nel Writing Tale Contest del del “Vera’s Tale Site”.
Genere: Triste, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Personaggi: Misty Williams

Pairing: Misty Williams/Ash Ketchum

La fic si è classificata seconda nel Writing Tale Contest del delVera’s Tale Site”, QUI il bando.

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Damned dream

 

 

 

Correva. Si girava su se stessa, non capiva dov’era. C’erano alberi, solo tanti alberi. Sottili raggi di sole filtravano attraverso le foglie degli alberi. C’era un silenzio irreale, nessun verso di qualche animale, nessuno scricchiolio, niente di niente. Ricordava poco: frammenti lontani non collegati di loro.

Non ricordava quel bosco; ricordava qualcosa a proposito di un precipizio, una caviglia slogata e poi voci. Tante voci. Si ripetevano nella sua testa in successione come un caleidoscopio impazzito, e non riusciva a capirle.

Cosa ci faceva in quel bosco? Come vi era arrivata?

Dopo parecchi minuti di corsa si accasciò al suolo esausta, respirando affannosamente. Le bruciavano gli occhi, le doleva la testa.

Inoltre era preoccupata per lui. Era insieme a lui di questo era sicura ma ora non lo vedeva insieme a lei. Dov’era lui?

Aveva un’orrenda sensazione addosso, e non era per il fatto che si era persa o che ricordasse poco e niente, era ansia per lui. Anche se non capiva perché, temeva che gli fosse successo qualcosa di terribile. Si rialzò a fatica e riprese a camminare e davanti a lei solo alberi.

Misty continuava a correre, preoccupata per Ash, era con lui, di questo era sicura.

Poi lo vide. Lì davanti a lei, a meno di un metro. Le uscirono delle piccole lacrime, era vivo e stava bene, aveva temuto il peggio; lei temeva sempre il peggio quando si preoccupava di lui.

Si avvicinò e gli tirò uno schiaffo, e un istante dopo lo abbracciò. L’aveva fatta preoccupare moltissimo e per questo gli aveva tirato uno schiaffo, però era felice che stesse bene e quindi lo stava abbracciando per farglielo capire. Ash la guardava sorpreso, con la guancia ancora rossa, poi Misty si staccò.

- Stai bene? – gli chiese ansiosa.

- Sì tu? –

Misty annuì, contenta che stesse bene, l’unica cosa che non riusciva a capire era perché aveva ancora addosso quella terribile sensazione; lui era lì, stava bene, lei anche, ma allora che cosa c’era ancora?

- Sai dove siamo?- chiese Misty in un soffio di voce, l’aria si era fatta più fredda e il cielo cominciava a scurirsi.

- Siamo nel bosco, non te lo ricordi? – rispose lui tranquillamente.

- No… come siamo arrivati qua? –

- Inseguivamo il Team Rocket… ma non ti ricordi proprio nulla? – domandò stupito.

Misty lo guardò ed ebbe l’impressione che quello davanti a lei non fosse Ash. Ma sicuramente si sbagliava, chi altri poteva essere?, si domandò scuotendo la testa per scacciare quegli stupidi pensieri.

- Vieni usciamo da questo bosco, mi piace sempre meno e poi comincia a farsi buio – disse perentoria. Lui non rispose.

Misty fece qualche passo, poi notò che Ash non si era neanche mosso; lo guardò strano.

- Perché non vieni? -

Non rispose.

Misty lo prese per mano e cercò di trascinarlo, ma Ash non accennava a muoversi.

- Perché? Dobbiamo andare via! – gridò spaventata.

- Ma io non posso venire – rispose Ash calmo.

Misty sgranò gli occhi: - Cosa?! Smettila di dire sciocchezze – e lo strattonò più forte.

Lui tolse la mano dalla sua stretta e la fissò.

- Misty, io non posso venire, è inutile che continui a sognare, svegliati! Vai avanti per la tua strada, anche senza di me… -

Il bosco cominciava pian piano a scomparire inghiottito da una sempre più fitta oscurità, Ash si faceva sempre più lontano eppure sembrava sempre fermo, forse era Misty ad allontanarsi?

- Ma cosa dici?! Ash presti prendi la mia mano, dobbiamo andarcene! – detto questo tese la mano verso di lui, ma ormai era troppo tardi, anche se avesse voluto non avrebbe più potuto prenderle la mano, erano troppo lontani. E lo sarebbero stati per sempre.

- Ash ti prego! Ho bisogno di te! Non… andartene! – Misty ormai singhiozzava, con le lacrime che le annebbiavano la vista, ma con la certezza che Ash si allontanava sempre di più.

Fu come un lampo. Ricordò tutto e l’oscurità in quel momento inghiottì anche lei.

 

Ash e Misty correvano nel bosco. Inseguivano il Team Rocket per dar loro una lezione, non avevano rubato Pokemon ma non volevano lasciarli fuggire in modo così tranquillo.

Ash correva veloce e Misty faticava a tenere il suo passo. Il Team Rocket però si allontanava sempre di più e le possibilità di riprenderlo si erano fatte pochissime ma Ash non intendeva rinunciare. Misty pensava che fosse ormai inutile, ma non lo disse ad Ash, né provò a fermarlo. E sbagliò, ma se ne accorse troppo tardi.

E poi quel maledetto burrone.

Ash si accorse troppo tardi e precipitò sotto di esso, Misty che era poco distante da lui neanche riuscì ad evitare di cadere e scivolò anche lei.

Visti da lontano potevano sembrare due angeli che volavano, ma il loro volo era a senso unico, verso la morte. Il burrone non era enorme e i due arrivarono al suolo dopo pochi metri, solo che Ash aveva perso conoscenza durante il volo, Misty era riuscita a non perdere i sensi e aveva visto.

L’aveva visto precipitare poco prima di lei ed andare a sbattere contro una grossa roccia e non contro il terreno.

L’aveva visto sbattere violentemente la testa contro quel masso.

L’avevo vista quella terribile scia di sangue cominciare a sgorgare dalla sua testa sporcando tutto il paesaggio attorno.

L’aveva visto morire e perdere la vita in quel orrendo precipizio.

L’aveva visto.

Aveva perso i sensi alla vista di quell’orrore ed era caduta a terra, fratturandosi una caviglia e cominciando a vagare nell’oblio di un sogno in cui Ash non era morto.

Però i sogni finiscono, prima o poi. Ed è sempre doloroso.

 

- Misty, Misty -

Brock scuoteva delicatamente Misty, l’aveva sentita parlare, cosa che non era mai successa da quando era entrata in coma, da quando era caduta in quello strapiombo.

Misty aprì leggermente gli occhi, non riuscendo però a focalizzare bene.

Brock le sorrise, sospirando, si era finalmente svegliata.

Dopo qualche giorno Misty fu in grado di mettersi seduta su un letto e di riuscire a mangiare, e a parte la frattura alla caviglia, che, infatti, non poteva muovere, e la commozione celebrale che l’aveva fatta andare in coma, stava relativamente meglio in senso fisico.

Perché in senso psicologico Misty peggiorava a vista d’occhio. Le immagini della morte di Ash le attraversavano la mente senza lasciarle respiro, ricordava ogni minimo particolare.

E quel sogno la faceva stare ancora più male, pensava che quello fosse veramente Ash, non che fosse tutto un sogno che faceva la sua mente mentre era in coma. Ci aveva creduto in quel sogno; non voleva accettare quella terribile disgrazia, ci aveva creduto e con tutta sé stessa.

E risvegliarsi e scoprire che Ash non era sopravvissuto l‘aveva uccisa.

Era morta dentro, per lei Ash era tutto; ed esserle stato tolto in quel modo davanti a lei, spettatrice ignara dell’orrore a cui avrebbe assistito, l’aveva praticamente uccisa. Non riusciva più a dormire: nei suoi sogni era presente sempre l’immagine della morte di Ash, ed era così nitida che si svegliava gridando e piangendo.

Misty migliorò leggermente solo dopo alcuni mesi, riuscendo a non scoppiare in singhiozzi ogni volta che si svegliava dopo un sogno in cui c’era Ash, riuscendo a non sognare più. Era tornata alla palestra, ricominciando lentamente a vivere. Anche se Misty non avrebbe voluto continuare a vivere, sarebbe voluta morire con lui. Meglio la morte che una vita senza di lui e tutto il dolore seguitovi. Ma non era morta, e tentava di andare avanti soprattutto per Ash. Sapeva che lui non avrebbe voluto che lei smettesse di vivere. Lo faceva per lui ed intanto aspettava il momento in cui si sarebbe ricongiunta con lui, perché prima o poi quel momento sarebbe arrivato. Andava avanti, un giorno dopo l’altro, ed intanto aspettava. Aspettava.

 

 

 

Finita! Ecco la mia ff per il contest ^^ Un po’ deprimente in effetti ^^’ Spero che comunque sia piaciuta ^_^ E’ una delle poche storie di cui sono soddisfatta, a me questa storia piace, poi sono gusti XD

Baci.

 

Marty Cotton.

   
 
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