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Autore: KH4    30/12/2015    2 recensioni
Sette colori. Sette significati. Sette one-shot semplici, per nulla pretenziose, ma cariche di piacere per chiunque voglia leggere.
Coppia: Spiritshipping.
Note: Gender Bender (JohanxFemJudai).
 
Rosso: Affection’s Heart.
Arancio: Peacefulness Smile.
Giallo: Calming Light.
Verde: Silent Envy.
Blu: Armony’s Rain.
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Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jaden/Judai Yuki, Jesse/Johan Anderson
Note: OOC | Avvertimenti: Gender Bender
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The Meanings Of The Raimbow.
Coppia: Spiritshipping/ JohanxFemJudai.
Guest Star: Yubel.
Blu.
Armony’s Rain.
 
Venire al mondo non aveva rilevanza quanto il decidere come impegnare la propria vita. Talvolta Judai vi rifletteva sopra, ben sapendo di star semplicemente galleggiando, fra quei mondi onirici che alternavano le loro bizzarrie a sottili strascichi di quiete. La lunga lontananza miscelava i giorni agli innumerevoli passi compiuti, scombinandone l’ordine e lasciando riaffiorare profonde nostalgie man mano che i pensieri sorvolavano agli amici rimasti indietro, a casa, dove, talvolta, desiderava essere. Il deserto di sabbia immacolata dentro cui i piedi avevano affondato per l’intera giornata – almeno così le pareva, dato che la concezione del tempo era sicuramente diversa da quella del mondo terrestre - si stagliava lungo l’orizzonte con sinuose dune somiglianti a morbide pieghe di una gonna vaporosa. Il genere di vestito dagli scintillanti veli candidi che lei non avrebbe mai indossato per il semplice fatto che, per certe prove, non occorreva semplicemente il coraggio, ma qualità come il portamento – e altri fattori che danzavano reciprocamente attorno alla sua poca predisposizione a farsi infiocchettare come una bomboniera -. Ammirò il cielo azzurro ancora una volta, prima di abbassare il mento e puntarlo a ovest. Onde burrascose si accavallavano fra di loro arricciando le punte nuvolose e i tuoni rombavano con l’umido profumo della pioggia a impregnare l’aria.
“Arriverà presto.” Judai si limitò a sospirare, imparziale, scostando il sudore dalla fronte solleticata dalla frangetta marrone.
Ogni mondo aveva le sue leggi, un equilibrio che lo rendeva unico e adattarvisi era il solo modo per venire accettati. Le rovine presso cui si era fermata facevano capolino da dietro le dune con lo scheletro nero e cariato, rocce appuntite che avevano visto periodi migliori, ingressi abbandonati a perduti giorni di gloria che nessuno avrebbe più potuto evocare. Come la sua dimora, il palazzo antico dove le ombre si erano annidiate e i sentimenti assopiti avevano continuato ad aspettarla.
“Curioso, questo tuo interesse per la pioggia. Da bambina ne mal sopportavi perfino la vista.”
L’acqua aveva iniziato a picchettare sulle braccia scoperte della ragazza senza riuscire a interromperne la contemplazione a occhi chiusi. Yubel si antepose alla quiete drappeggiata da quel suono ritmico senza che dalla sua voce trasparisse con fare appariscente la minuscola nota di stupore sbocciata senza preavviso. Guardava e vegliava sulla sua Judai da fin troppe lune per non accorgersi delle anormalità che ogni tanto guizzavano dal suo carattere, allergico a ogni forma di bugia. Dubbi e pensieri si materializzavano nella sua mente ancor prima che lei trovasse le giuste parole per esporglieli, difficilmente la Lady dagli occhi bicromatici permetteva all’imprevedibilità di coglierla in fallo. Prefissatasi di essere il centro della castana, fonte inesauribile di rassicurazione e saggezza, aveva sacrificato tutto e scelto di immedesimarsi nelle vesti di un’ombra abominevole pur di rimanere accanto all’unica persona di cui rispettasse il libero arbitrio. Eppure, la principessina delicata e dal cuore sensibile, timorosa del cattivo tempo e dei frastuoni che esso comportava, era cresciuta al punto da imparare a difendersi da sola e ora, Yubel, pur con tutto il suo amore, la sua immortale dedizione, non riusciva a focalizzare il perché di quel sorriso comparso sulle labbra pallide della ragazza.
“Forse perché allora mi concentravo solo su quello che vedevo e non su quello che potevo immaginare.” La risposta arrivò sull’onda di una leggera risata divertita, uno sguardo colmo di sorpresa non tanto rivolta alla guardiana, ma a lei stessa. Condividere, o meglio, accettare che l’affetto di Judai fosse spartito in tanti pezzetti diversificati era una consapevolezza sopra cui stava lavorando con tutta la pazienza a sua disposizione. E mentre ciò accadeva, la sua protetta ammirava lo scrosciare dell’acqua senza temerne i tuoni iracondi o gli artigli tenebrosi, che, favoriti dalle rocce nere, davano l’impressione di volerla trascinare negli angoli più bui delle rovine.
“E cos’è che ti fa immaginare la pioggia?” Troppo tardi si diede della stupida nel pretendere una risposta diversa a tale domanda, snocciolata fino all'osso per comprendere il perchè la sua protetta avesse fatto di lui un pilastro pari a  lei, che, ancora, si domandava cosa Judai ci trovasse in quel comune essere umano. Lo aveva capito, in realtà, come per molte questioni celate dietro l'imbarazzo o l'attesa di tempi maturi, ma la sua stoicità le impediva di lasciarsi andare ai dati di fatti, soprattutto se non era sicura della totale inclumità della ragazza.
“Molte cose…Rabbia.” I palmi della castana cullarono delle gocce incolori mentre gli occhi si opacizzavano di amarezza “Dolore, paura, condanna…Armonia.”
E’ lontana da casa, in una dimensione sconosciuta, intricata, dove la solitudine è regina suprema dell’orizzonte. Quando e se riuscirà a svegliarsi fra mura colme di affetto e visi cari, è un enigma che talvolta la inghiotte in incertezze a cui ancora non sa rispondere con assoluta fermezza, ma vicina o lontana che fosse dalla sua meta, una costante ne impediva il distacco totale dai suoi attaccamenti. Una melodia composta da tante stelle d’acqua dall’eco identico a quello di una risata che custodiva gelosamente nel suo cuore, blu come il cielo nascosto che sapeva esistere dietro le nuvole, come l’acqua dell’oceano in una assolata giornata d’estate e certi fili sbarazzini tanto sottili da dare l’impressione di essere stati tracciati con matita leggera. Blu come i capelli Johan.
 
 
Note di fine capitolo.
E…Il quinto capitolo è andato in porto. Lo so, sono molto, molto, ma mooooolto in ritardo, chiedo venia! Pensavo di riuscire a postarlo molto prima, ma essendo Natale è difficile che si riesca a tener fede agli impegni; all’inizio, poi volevo rendere la trama più natalizia o fare uno special cortino giusto per essere in tema, ma alla fine ho deciso di terminare ciò che avevo iniziato. Non sono pienamente convinta di come sia uscito nonostante sia più lungo degli altri ( e ancora una volta, la mia promessa di essere concisa va a farsi benedire), ultimamente non riesco a esprimere pienamente quello che vorrei ma questo è stato il massimo delle mie possibilità. Insomma, per farla breve, il colore di questo capitolo è il blu, sinonimo di armonia: il collegamento sta nella pioggia e la tranquillità che sa esprimere, che a Judai ricorda Johan. Auguro a tutti voi delle bellissime feste! Divertitevi tanto e mangiate poco, un bacione!!!!!
 
  
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