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Autore: ViolinOfSoul    31/12/2015    1 recensioni
Degli insoliti suicidi portano i Winchester in una città dove le persone si uccidono senza un apparente motivo. Con la sanità mentale di Sam appesa ad un filo, e Dean che lotta per affrontare le recenti perdite, quale sarà l’esito di questo ennesimo caso?
Possibile che questo lavoro possa spingerli oltre i propri limiti e portare uno dei fratelli a desiderare la morte?
Inizio settima stagione.
Genere: Angst, Malinconico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dean Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Settima stagione
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Sommario: Degli insoliti suicidi portano i Winchester in una città dove le persone si uccidono senza un apparente motivo. Con la sanità mentale di Sam appesa ad un filo e Dean che lotta per affrontare le recenti perdite, quale sarà l’esito di questo ennesimo caso? Possibile che questo lavoro possa spingerli oltre i propri limiti e portare uno dei due fratelli a desiderare la morte? Inizio settima stagione.
Rating: Arancione.

Capitolo: 1/12

NdAutrice: Questa storia è una semplice traduzione, potete trovare l’originale qui. Nonostante questo, vi invito a recensire e commentare: passerò il tutto all'autrice originale. Riguardo la storia: è composta da dodici capitoli e posso assicurarvi che è davvero ben fatta. I personaggi non sono per niente OOC -anzi!- e resterete fino all’ultimo con il cuore in gola.
Spero di riuscire a tradurre/scrivere almeno decentemente; in caso contrario, sono accette critiche costruttive.
Buona lettura!

Ps. BUON ANNO NUOVO A TUTTI!
 


 
D E A T H W I S H
Capitolo Uno: Non farlo, Dean.
 
 
Now:
 
Sam Winchester si tolse il sangue dagli occhi e cercò disperatamente di liberarsi le gambe dalle macerie. Era abbastanza certo di non aver alcuna frattura, non contando delle costole incrinate. Inutile dire che voleva mantenere quello stato.
Ma doveva sbrigarsi. Dean aveva un enorme vantaggio e Sam doveva recuperare quel ritardo prima che fosse troppo tardi. Sapeva cosa stava per fare il fratello, e contando che il suo ultimo tentativo lo aveva quasi ucciso, non aveva tempo da perdere.
 
Riuscì a liberare la gamba destra, ma il vero problema era la sinistra, incastrata fra cumuli di macerie e spazzatura; provava ribrezzo solo a guardarsi attorno. Il che era tutto dire per  lui.
Il cacciatore sentiva che qualcosa gli aveva perforato la carne.. se avesse semplicemente allungato la gamba, l’avrebbe totalmente persa.
 
Con l’ansia che minacciava continuamente di assalirlo, il giovane Winchester cominciò a spostare più detriti possibili, gettandoli alla sua destra. E fu in quel momento che si accorse della leggera scia di sangue che saliva al secondo piano: anche Dean doveva essere rimasto ferito. Poteva solo sperare che quel fattore lo rallentasse.
 
« Che ti importa? Dovresti sdraiarti e lasciare che il fratellone se ne vada »
 
Sam si voltò e vide Lucifero accanto a lui, che lo guardava dall’alto con pietà.
No. No, quello non era Lucifero. L’angelo caduto era ancora rinchiuso nella gabbia. Era solo un allucinazione.
 
« Ah, non fare così. Lo sai che ho ragione. Quante volte gli hai detto di essere debole, inutile? Ed ora, proprio ora che sembra aver recepito il messaggio.. Vai in suo soccorso? Sei scemo per caso? » disse il Diavolo, per poi rimuginare qualche secondo « Beh, ovviamente lo sei ma.. »
 
Sam smise di spostare i detriti e affondò le dita nel palmo sinistro. L'immagine di Lucifero tremolò e scomparve. Senza perdere un solo secondo, ricominciò a rimuovere i massi; doveva ignorare quella maledetta, stupida allucinazione.
Certo, non aveva poi così torto. Ma Sam aveva pronunciato quelle parole solo una volta: quando si era ritrovato senz’anima, sopraffatto da stress e indifferenza. No, lui non avrebbe mai voluto causare dolore a Dean. E di certo non voleva perderlo per sempre; in quel modo poi!
 
Dopo alcuni minuti di estenuante lavoro, Sam trovò una parte del lampadario conficcato nella gamba. Con un grugnito, lo estrasse velocemente. Sangue scorreva dalla ferita e Sam sussultò mentre cercava di rallentarne il flusso con la mano. Si tolse la giacca e slacciò i bottoni della camicia, prima di strapparne una manica e legarla strettamente sul profondo taglio.
Dopo essersi rimesso la giacca sopra la semplice canotta, cercò un punto di aggancio e si trasse in piedi; fu sorpreso ma felice di vedere che, nonostante evidenti difficoltà, la gamba lo reggeva.
 
A quel punto, niente poteva fermarlo: zoppicando, iniziò a seguire la scia di sangue di Dean. Non che gli servisse una scia per sapere dove era diretto. Se stava per compiere quel gesto, Sam era certo si trovasse in soffitta, dove poche ore prima avevano lasciato le armi.
 
Fu particolarmente difficile salire le scale con la gamba ridotta in quello stato, ma non si fermò né rallentò; infondo, aveva visto ferite peggiori. Arrivato al primo piano, cominciò a zoppicare per quel corridoio all’apparenza eterno. Voleva correre, ma sapeva di non esserne in grado. Quando raggiunse la grande sala principale, il cacciatore prese le scale di sinistra e salì al secondo piano. Trovò senza problemi la vecchia biblioteca, e si diresse verso il passaggio segreto collegato ad una libreria movibile. Fu sempre più difficile salire le scale, ma infine riuscì a percorrere l’intera scala a chiocciola, e a raggiungere il terzo piano, con relativa piccola soffitta.
Mentre zoppicava, non poté non pensare ai commenti di Dean su come quella casa fosse un maledetto labirinto. Ma si calmò e concentrò nuovamente, quando si ricordò che il fratello sarebbe morto se non si fosse sbrigato.
 
Giunto finalmente a destinazione, Sam afferrò la maniglia della porta e cercò di aprirla.. solo per scoprire che era chiusa a chiave.
« Dean! Dean, apri la porta! Ti prego, non farlo.. Apri la porta! »
 
Non ottenne risposta, e capì di doverla abbattere. Provò a tirarvi dei calci, ma l’unico risultato fu un maggiore e lancinante dolore alla gamba.
Dio, avrebbe tanto voluto avere una dannata pistola per sparare sulla serratura; ma tutte le loro armi erano in quella maledetta stanza chiusa.
Freneticamente si tastò le tasche della giacca, e vi trovò il filo metallico raccolto poco prima. Avrebbe funzionato.
 
Mettendosi subito al lavoro, ci impiegò pochi secondi a garantirsi accesso alla soffitta. Girò la maniglia e aprì la porta. E lì, al centro della stanza con la borsa delle armi aperta ai suoi piedi, vide Dean.
Il giovane Winchester fu sollevato nel vederlo ancora vivo, ma non durò a lungo. Perché nonostante Dean non fosse morto -e i suoi numerosi tagli e lacerazioni fossero di poco conto-, il maggiore dei due stringeva fra le mani una pistola, dito pronto sul grilletto. E la canna dell’arma era premuta sulla morbida carne del mento.   
 
« Dean, metti giù la pistola »
 
« Sammy .. » gli occhi di Dean sembravano quasi supplicarlo, mentre una lacrima solitaria gli scivolò sul viso.
 
« Non farlo, Dean. Non - devi solo.. Ti prego.» Sam non osò fare un passo; temeva che una qualsiasi mossa potesse indurre Dean ad uccidersi.  
 
« Sammy, io.. non posso.. »
 
E con quelle parole, gli occhi di Dean si chiusero. Si chiusero mentre premeva il grilletto.
   
 
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