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Autore: Vanel    31/12/2015    0 recensioni
Io: Prima persona singolare. Ragazza allegra e spigliata, si mette nei guai anche stando solo seduta, fin troppo euforica e praticamente impacciata con il genere maschile.
Lui: Terza persona singolare. Il tipico ragazzo nuovo, bello e dagli intensi occhi verdi, con il tipico carattere da bellimbusto, sarà la mia rovina.
Loro: Terza persona plurale. Sentimenti contrastanti, travolgenti e sconosciuti che mai avrei pensato di provare.
Dal capitolo otto:
La sua entrata snob e il suo sorriso malizioso mi fecero alzare un sopracciglio di disapprovazione mentre le ragazze della classe lo guardavano estasiate.
Portava un paio di jeans chiari e una maglia verde che gli faceva risaltare gli occhi, ciuffo ribelle, tipico abbigliamento da bad boy - fallito (a mio parere).
-"E' diventato ancora più bello"-Disse una di loro.
Ok che diamine stava succedendo!? D'Amico si stava dirigendo verso di NOI, cosa voleva?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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QUANTO PESANO I RAPPORTI





Arriviamo a Venezia e sono grata della confusione dei turisti e dei traghetti in partenza.
La giornata è soleggiata e piazza San Marco brulica di orientali armati di macchinette fotografiche e quant'altro.
Massi si avvicina a me e mi sfiora la mano con le dita, gli sorrido chiedendomi "cosa sta succedendo?".
Ci muoviamo lentamente, approfitto del passo tranquillo per scattare qualche foto a Ponte Vecchio, Elena propone un selfie al quale ovviamente io non sono inclusa.
Massi tanto per prenderla in giro rifà la sua espressione e ci scattiamo un selfie noi tre, io Marco e Massi, facce buffe comprese.
La strada inizia  a diventare più agevole e sollevata di non sentirmi più a disagio proseguo.
Ad un certo punto perdo di vista sia Marco che Massi, e manco a dirlo che c'è D'Amico al mio fianco.
-D'Amico.-inizio a mo' di saluto.
-Tutto bene?
-Benissimo, non ti vomiterò addosso se è ciò che temi.
-Non lo penso infatti, era una domanda tanto per parlare...
-E tu come stai?
-Mi sto chiedendo come mai tu ti sottovaluti sempre, Mancini.-risponde invece lui, è in sovrappensiero.
-Come scusa?
-Non so perché, ma tu non lo vedi bene il tuo riflesso allo specchio, Veronica. Ti sottovaluti troppo, lasci che le stupide chiacchiere di Elena e Manuela ti feriscano quando loro ti invidiano da morire. Spiegami perché le ragazze come te si sottovalutano, che se sentono una risata da lontano pensano che sia subito indirizzata a loro, quelle che si spaventano se un ragazzo ci prova e pensano "questo vuole prendermi in giro", spiegamelo Mancini.
Guardo Christian senza avere parole.
Tutto quello che ha detto... è vero.
Io sono paranoica di natura, nonostante sia solare e ottimista quanto voglio, ogni volta che si ride penso che il soggetto di tale derisione sia io, ogni volta penso di essere sempre io quella sbagliata.
Diventa una prigione quando sono gli altri a scegliere se sei giusta o meno, quando hai paura del loro giudizio, quando ti lasci andare per loro.
Non va bene.
Basta.
Basta davvero.
Loro non sono nessuno per giudicarci, per dirci se siamo giuste o sbagliate, per darci dei giudizi e per offenderci.
Sono solo... persone.
Tutti hanno delle debolezze, nessuno è perfetto, nessuno.
Ma ci sono dei momenti in cui ce ne dimentichiamo, e peggio, dimentichiamo chi siamo davvero, crediamo addirittura a ciò che loro dicono.
E non c'è nulla di peggio, perché.... si perde se stessi.
Le parole di D'Amico hanno un impatto forte su di me, e senza rendermene conto delle lacrime iniziano a rigarmi le guance.
Basta.
Nessuno più mi farà del male.
E mi sento una sciocca... sciocca perché ho dato peso a quelle parole, dimenticandomi che nessuno ha il diritto di sentirsi migliore, dimenticando quanto speciale possa essere, quanto bene abbia fatto, quanto io valga!
-E' tutto finito.-mi dice D'Amico prendendomi da parte e ... abbracciandomi.
Il mio pianto diventa quasi esasperato ma non rifiuto l'abbraccio.
Non è tristezza, nè felicità.
E' puro e semplice sfogo.
Di solito non sono una che si da' facilmente alle lacrime, ma per tutto questo tempo sono stata tesa come una corda di violino, è bastato lui affinché la melodia uscisse.
-Non ha mai fine...  la vita è sempre piena di sfide e critiche, ma come affrontarle? Dopo un po'... si diventa di carta.-dico in preda al singhiozzo.
-La vita è una bilancia con due bracci, si vive bene quando è in equilibrio, anziché dare peso a ciò che sono gli insulti di chi è più spaventato di te, da' peso alle belle parole, ai bei momenti, a chi ti vuole bene.
-Come te ne sei accorto? Come ti sei accorto che stavo così?
-Tu mi sottovaluti, e sottovaluti ciò che provo per te.
-E cosa?
Christian non risponde, dopo un po' il pianto cessa e in silenzio metto gli occhiali da sole per nascondere gli occhi rossi.
Il nostro gruppo è leggermente più distante, e sempre in silenzio lo raggiungiamo.
Lancio un ultimo sguardo a D'Amico, lui non fa nulla.
Vorrei tempestare di pugni lo stesso petto che prima ho abbracciato.
Perché fa così?
Non puoi tirare la pietra e poi nascondere la mano!
Non puoi...
Ma al tempo stesso non posso non sorridere, la mia bilancia ha cambiato verso...

  
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