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Autore: Emma Fantasy Wilkerson    01/01/2016    0 recensioni
Il mondo è intatto. L'Eruzione non esiste.
Quando riescono a scappare dalla C.A.T.T.I.V.O, Thomas torna a Beacon Hills dove scopre di chiamarsi Stiles, che suo padre è un poliziotto e sua madre è morta.
Pian piano anche i ricordi tornano a galla e tutto sembra tornare com'era prima della C.A.T.T.I.V.O. ... beh, fatta eccezione per tutto il sovrannaturale che quella città sembra attirare.
La vita di Thomas è completamente incasinata. Pensa che non potrebbe andare peggio di così, ma si sbaglia.
E l'unica cosa che può aiutarlo ad attraversare quei momenti di difficoltà, è il ricordo di un ragazzo dai capelli biondi e della sua promessa.
Ambientato durante la 3B.
Genere: Angst, Azione, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Gally, Minho, Newt, Newt/Thomas, Teresa, Thomas
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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PROLOGO
 

-È morto!- Qualcuno lo strappò dal corpo inerme di Janson. L’aveva ucciso, aveva stretto il suo collo fino a che non aveva esalato l’ultimo respiro. Un uomo come lui non meritava una morte così rapida, ma date le circostanze Thomas doveva accontentarsi. –È morto! Dobbiamo andare via da qui!-Ripeté Minho mentre lo trascinava verso l’uscita dell’edificio, la base della C.A.T.T.I.V.O, l’organizzazione che aveva sottratto dei bambini innocenti alle loro case, alle loro famiglie, per sottoporli a delle prove infernali totalmente inutili.
Avevano sottratto loro i ricordi, facendogli credere che tutto ciò che stavano passando era per una buona causa: il mondo era nel caos, dicevano, delle eruzioni solari si erano abbattute sulla Terra anni prima distruggendo tutto ciò che c’era di buono e portando l’Eruzione, un’epidemia letale. E loro dovevano trovare una cura.
Non esisteva niente di tutto ciò, però, il mondo stava bene. Molti ragazzi erano morti per colpa loro, e per cosa? Per una fantasia di un branco di uomini completamente fuori di testa.
I due raggiunsero l’esterno giusto in tempo perché la porta crollasse ostruendo il passaggio. I pochi superstiti delle prove erano tutti lì, feriti, deboli, distrutti dal dolore e dal peso di quell’esperienza così brutale, ma vivi. Alcuni piangevano per gli amici morti, altri tenevano lo sguardo fisso sul’edificio senza vederlo veramente.
Thomas cercò una persona in particolare, un ragazzo biondo e leggermente zoppicante, sperando che non se lo fossero lasciato indietro: non aveva più avuto modo di controllare che fosse al suo fianco durante lo scontro, quindi aveva riposto la sua fiducia sul fatto che Newt era un ragazzo in gamba e che si sarebbe sicuramente salvato.
Lo vide dopo pochi istanti poco più in là, che parlava con Teresa e Brenda. Sembrava affannato e un po’ ammaccato come tutti gli altri, ma stava bene e Thomas riuscì finalmente a rilassarsi.
-Newt!- gridò andandogli incontro mentre l’altro si voltava e gli rivolgeva un debole sorriso, prima di venire travolto dal bruno, il quale lo strinse in un forte abbraccio.
-Sto bene, Tommy.- sussurrò il ragazzo ricambiando la stretta.
Thomas non voleva lasciarlo per paura che, se l’avesse fatto, sarebbe scomparso. Era stato così vicino dal perderlo per sempre, così vicino... non riusciva a pensare a una vita lontana dalla C.A.T.T.I.V.O. senza di lui, senza il sorrisetto rassicurante che gli delineava le labbra e che aveva il potere di fargli credere che, nonostante tutto ciò che stava succedendo, sarebbe andato tutto bene. E poi non si sarebbe mai perdonato se...
Un colpo di tosse lo riportò alla realtà e la sua attenzione venne attirata dalla ragazza mora alle spalle del biondo: Teresa.Con riluttanza si staccò per abbracciare anche lei: non aveva più senso tenerle rancore per ciò che era successo nella Zona Bruciata, la seconda prova, dopotutto era stata proprio lei a salvarli. Era riuscita a recuperare la memoria e a metterli in guardia prima che fosse troppo tardi.
Dopo di lei, salutò anche Brenda, Jorge, Frypan e persino Gally. Forse sarebbe riuscito ad andare d’accordo con quest’ultimo da quel momento in poi.
-Beh...- Minho parlò di nuovo non appena tutti si furono calmati. –Che facciamo ora? Non possiamo stare qui in eterno, di sicuro qualcuno verrà a vedere cosa è successo.-
-Io voglio cercare la mia famiglia- disse Brenda di punto in bianco, come se fosse la cosa più naturale del mondo. Non aveva tutti i torti, certo, ma Thomas si era aspettato che sarebbero rimasti uniti dopo essere scappati.
-Cosa? Perché?-
-Voglio vedere se stanno bene... non è passato molto tempo da quando mi hanno sottratta a loro. E mal che vada, posso sempre stare con Jorge.- le ragazza alzò lo sguardo verso l’uomo che ormai era diventato come un padre per lei, il quale le mise un braccio sulle spalle per stringerla a sé.
-Non preoccuparti, hermano. Ci penserò io a lei.-
Thomas la guardò con fare supplicante. Lasciarla andare avrebbe significato non vederla mai più, e Brenda era diventata come una migliore amica per lui.
Fu Teresa a parlare, e ciò che disse lo scioccò: -Penso che dovremmo farlo tutti.-
-Cosa?!-
-Tom,- lo guardò con dolcezza. –Molti di noi hanno ancora delle famiglie che ci stanno cercando, probabilmente persino piangendo la nostra scomparsa. Non possiamo ignorarli.-
-Come te?- chiese lui.
Teresa scosse la testa. –No, io non ho più nessuno. Ma tu sì.- Prese un respirò profondo. –Quando ci conoscemmo, mi raccontasti di tuo padre e di tua madre. Del tuo migliore amico e della ragazza per cui avevi una cotta dalla terza elementare...-
Thomas arrossì a quell’ultima rivelazione e senza volerlo scoccò un’occhiata nervosa a Newt.
-Tom, devi tornare da loro.- Teresa gli prese le mani. –Devi tornare a Beacon Hills. Riprenderti la tua vita.-
-E voi che farete?-
-Io aiuterò gli altri a cercare.- Lei guardò gli interessati con un cenno della testa e loro annuirono. Thomas non voleva lasciarli, erano diventati la sua famiglia, la sua unica certezza, non poteva andarsene. Newt sembrò leggergli nel pensiero perché d’un tratto si avvicinò e gli posò una mano sulla spalla: -Non preoccuparti, Tommy. Appena ci saremo sistemati verremo a trovarti. Tu va’, ne hai il diritto.-
Il bruno scosse la testa, rifiutandosi di guardarlo: -Non posso lasciarti.-
-Ehi, guardami.- Il biondo posò le dita sotto il suo mento per alzargli il viso, così che i loro occhi si incontrassero. –Tornerò, te lo prometto.-
Ancora quel sorriso. Era debole, ma c’era. E Thomas seppe che, non importa quanti anni avrebbe potuto impiegarci, Newt avrebbe mantenuto la sua parola.
Annuì, pieno di nuova speranza: -Okay.-
-Ora ti devi svegliare però, Tommy.- disse ancora. –Hai capito? Svegliati, Tommy. Svegliati!-
 
Stiles si svegliò di soprassalto urlando e sudato da capo a piedi, fra le braccia di suo padre.
 

Nota dell'autrice: Spero che il capitolo vi sia piaciuto. Fatemi sapere cosa ne pensate ^^ 
E buon anno a tutti!
   
 
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