Anime & Manga > Naruto
Ricorda la storia  |      
Autore: suni    10/03/2009    20 recensioni
Sasuke spostò lo sguardo a terra, dondolando leggermente sulle gambe e restando fermo sul posto.
“Pensavo…” iniziò rigido, con tono casuale.
“Sì?” ragliò Naruto, trepidante.
Sasuke si bloccò nuovamente, Naruto continuò a guardarlo adorante e Suigetsu sogghignò con scherno all’indirizzo delle due fanciulle, che avevano conquistato l’ennesima buca.
E poi Shikamaru si rivelò ancora una volta l’uomo-chiave per la salvezza del villaggio.
“QUALCUNO DEI DUE LO
CHIEDA, KAMI!” urlò, con voce tediata e strascicata, dalla sua postazione in riva al lago.
Attenzione: alto contenuto di stupidità.
Genere: Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri, Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha, Shikamaru Nara
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Sasuke spostò lo sguardo a terra, dondolando leggermente sulle gambe e restando fermo sul posto

Chiedo perdono.

Penso di aver raggiunto il massimo della mia demenza.

suni

 

 

 

 

 

 

 

 

 

FAZZOLETTO

 

 

Konoha era immersa in un’estate tanto calda da portare il corpo umano rasente la soglia di liquefazione dei solidi. Il sole picchiava senza alcuna pietà, con raggi come randellate che stordivano chiunque azzardasse l’insana temerarietà di avventurarsi fuori dalle cantine, dalle docce e dalle bacinelle colme di cubetti di ghiaccio. Davanti alla macelleria c’era uno sparuto gruppetto di coraggiosi che si davano sollievo l’un l’altro lanciandosi secchiate d’acqua, mentre facevano la fila nell’attesa del proprio turno per passare una rigenerante mezz’ora nella cella frigorifera. I quarti di bue e le coste di maiale, derubati del proprio posto, giacevano sotto il sole cuocendo lentamente.

Per cena, braciolata in piazza. Era evidente.

Shikamaru Nara gemeva ininterrottamente un lamento straziato e flebilissimo da almeno quattro ore. L’intelligentissimo shinobi aveva costruito una sommaria amaca sospesa a pelo d’acqua sulla riva del lago: sdraiandosi lì aveva metà del corpo a mollo. E poteva dormire.

Ma quella era comunque una buona occasione per lamentarsi, e lui non l’avrebbe sprecata.

In quel generico clima di spossatezza e calura generalizzata, solo un pugno di eroi – o di stolti, secondo i punti di vista – resisteva impavido e incurante della canicola.

Naruto Uzumaki non aveva fatto caso al caldo. E se anche se n’era accorto, s’era detto che ci sarebbero voluti ben più di trentasette gradi all’ombra per interrompere l’allenamento intensivo del futuro Hokage di Konoha. Siccome il suo cervello impediva al corpo di percepire qualunque cosa che non fosse lui stesso a stabilire, Naruto non stava soffrendo il caldo. Aveva già perso due chili e mezzo di sudore nelle ultime cinque ore e grondava come un annaffiatoio, la sua faccia era pericolosamente paonazza e ustionata, ma lui non sentiva caldo.

Kiba, sporgendosi alla finestra con un grosso asciugamano fradicio avvolto intorno alla testa, aveva scommesso ore prima un pranzo da sei portate con Choji che il jinchuuriki sarebbe entrato in coma entro sera, ed ogni tanto si affacciava a controllare che fosse ancora in piedi. Al momento, comunque, Naruto resisteva.

L’altro psicopatico – quella era la definizione che i più, a giusto titolo, gli attribuivano da quando era tornato al villaggio – che si ostinava a non cercare riparo prima che una commozione cerebrale o un colpo apoplettico lo stroncassero anzitempo, privando Konoha per la seconda volta del suo ultimo sharingan naturale, era Sasuke Uchiha. A chi azzardava timidi quesiti sul motivo che lo spingesse a restare al sole senza apparentemente far nulla di preciso, inframmezzate ai ringhi e agli sbuffi, aveva fornito più risposte differenti, tra le quali :

-          Se lo può fare il dobe, figurati se non posso io. 

-          Sono un Uchiha, e gli Uchiha non si fanno influenzare da piccolezze come le condizioni atmosferiche. 

-          Caldo? Io non sento affatto caldo (rantolando). 

-          Stai dicendo che secondo te non ho il fisico per resistere alla temperatura di ebollizione? Come osi?

A quel punto aveva cercato di freddare il malcapitato interlocutore, all’occasione Konohamaru, e nessuno aveva più osato chiedere nulla. Del nukekin redento avevano timore un po’ tutti, ché in più frangenti aveva dato prova di una certa brutalità. Famoso il resoconto dell’episodio in cui aveva spezzato le scapole di un avversario a mani nude, all’età di dodici anni.

Che cosa stava facendo Sasuke Uchiha?

Era seduto a braccia incrociate su un masso, a pochi metri dal punto in cui Naruto insisteva nel lanciare jutsu contro una parete rocciosa per perfezionarsi. Era immobile, compito, sotto il sole cocente. Il suo kimono gocciolava lentamente e maestosamente, con ticchettii perfettamente ritmati, e il suo aristocratico sudore formava una graziosa pozza ovale ai piedi del sasso. Il suo incarnato niveo stava acquisendo un’inquietante sfumatura carminia che prometteva di passare in tempi brevi al viola purpureo. L’insolazione era garantita, ma Sasuke aveva l’espressione impassibile di chi sta prendendo il fresco in riva al mare in autunno. Di tanto in tanto lanciava commenti edificanti, variando dal “E quello sarebbe un rasengan?” a “Ti somiglio più io di quel clone,” ad ancora “Hai mirato ad occhi chiusi o il kunai volevi veramente lanciarlo a caso?”

Se non fosse già stato ripetuto dal giovane genio milioni di volte che del compagno di squadra non gl’importava un accidenti e che la stessa esistenza di Naruto lo sprofondava nella massima indifferenza, si sarebbe potuto supporre che Sasuke stava abbrustolendo al solo scopo di punzecchiarlo. Ma di certo, colpi di sole o meno, nessuno era così pazzo da avanzare una simile ipotesi ad alta voce.

Accanto a Sasuke c’era l’unico che veramente non stesse soffrendo: Hozuki Suigetsu, membro del Falco e provvisorio abitante di Konoha da quando il suo leader vi aveva fatto ritorno, si trastullava liquefacendosi e poi ricomponendosi in un corpo fisico tra una provocazione e l’altra lanciata da Sasuke all’indirizzo di Naruto.

Non era l’unico a trattenersi lì: la presenza del vendicatore del clan Uchiha, infatti, ne comportava anche altre. C’era chi, pur di avere un suo sguardo, avrebbe affrontato ben più di un torrido clima equatoriale ben insolito per quella latitudine.

Detto altrimenti, Sakura e Karin si fronteggiavano immobili, con occhi colmi d’odio e posture minacciose, da metà mattina, una al lato destro e l’altra al lato sinistro dell’ambita preda – il suddetto Sasuke, appunto. Dopo un’attenta analisi tattica della situazione, Suigetsu era giunto alla conclusione che si trattava di un match particolarmente lento e teso di «Jutsu acchiappino», comunemente noto come il gioco del fazzoletto. Detto fazzoletto, ovviamente, consisteva nella persona di Sasuke. Probabilmente, aveva supposto Suigetsu, al momento di scattare le due ragazze l’avrebbero invitato a mangiare o a bere qualcosa o anche solo a pulirsi i sandali sulle loro facce, ma evidentemente entrambe aspettavano che fosse l’altra la prima a muoversi , per batterla sul tempo.

Sasuke, quando l’amico gli aveva reso note le sue conclusioni, aveva sbuffato sprezzante e scosso appena la testa con remota esasperazione, prima di scoccare ad entrambe un’occhiata feroce che non aveva sortito l’effetto voluto, ovvero quello di dissuaderle.

Inoltre, per ragioni su cui nemmeno Suigetsu sembrava interessato a far chiarezza, Naruto scandiva ogni impercettibile movimento delle due kunoichi – dal grattarsi il naso allo sciogliere una gamba indolenzita da quella prolungata immobilità – lanciando colpi particolarmente potenti e non scevri d’una certa ferocia. Sai aveva suggerito che si potesse trattare di gelosia nel vedere l’amata Sakura continuare a tributare tanta attenzione al rivale, ma Shikamaru, giocherellando con le mani affondate nell’acqua accanto all’amaca, aveva risposto sibillino, con un accenno di bonario disgusto, che forse la parola più consona da usare non sarebbe stata “rivale” bensì “fazzoletto”.

L’arguta osservazione era piovuta in un perplesso silenzio.

Dunque, alle quattro di pomeriggio la situazione era statica.

Alle quattro e sei minuti, secondo Suigetsu, il piede sinistro di Karin si mosse di almeno tre centimetri in avanti. Parimenti, il braccio destro di Sakura oscillò di un’analoga ampiezza, come per darle un microscopico slancio.

Sasuke sbuffò regalmente, Naruto sfondò uno spuntone di roccia con tre dita.

Alle quattro e quindici, Sakura socchiuse le labbra, forse sul punto di parlare. Karin raddrizzò il capo di scatto, pronta a reagire.

Dobe, lo sai che quello è vandalismo?” commentò Sasuke, ignorandole totalmente.

“Oh, teme, che palle! Mi è sfuggita la mano, va bene?” berciò il jinchuuriki in risposta, contemplando il faggio che aveva appena tirato giù per errore. Si terse la fronte con il dorso della mano e le gocce schizzarono ad un raggio di sei metri di distanza.

Alla quattro e ventisei Karin strinse i pugni e serrò la mascella. Sakura fece altrettanto e Naruto provocò un’esplosione che spazzò via la parete laterale del negozio di fiori Yamanaka, con annessi strepiti di una Ino imbufalita trattenuta a stento da Sai.

Ops,” borbottò Naruto impacciato, grattandosi la nuca.

“Che idiota,” osservò Sasuke, neutro.

Alle quattro e trentanove, Sakura scattò in avanti, e Karin fece immediatamente altrettanto. La prima balzò verso Sasuke a piè pari, tendendo le braccia di slancio, mentre la seconda si tuffò decisa in avanti col busto, con l’intento più disinibito di atterrargli direttamente addosso.

Sasuke, impassibile, piegò la schiena indietro senza cambiare espressione, e Suigetsu allungò distrattamente una mano per reggere il suo peso. Karin e Sakura entrarono in collisione alle quattro e quaranta spaccate, schiantandosi l’una contro l’altra con strilli acuti e indignati.

“Tu! Maledetta! Levati, c’ero prima io!” esclamò Sakura risentita.

“Ma stai scherzando, zoccoletta?” sbraitò Karin stridula. “Sono anni che lo tampino!”

“Bella, quando io ho cominciato a corteggiarlo tu non sapevi nemmeno dove fosse Konoha!” ribatté Sakura, stringendo minacciosamente le mani a pugno. “Sas’ke-kun sarà mio, com’è giusto che sia,” aggiunse, sognante.

E Naruto, in sottofondo, abbatté l’intera parete rocciosa con un unico, devastante rasengan.

L’ipotesi di Sai sulla gelosia verso la ragazza iniziò ad acquisire sostenitori. Shikamaru, sulla sua amaca galleggiante, sorrise pigramente con condiscendenza, saputo.

“Giusto un cazzo, carina!” rispose Karin bellicosa, senza lasciarsi intimidire. “E di Konoha sai quanto me ne…?”

“Razza di arpia!” sbottò Sakura inviperita. “Tu non puoi portarmelo via ! Ora levati e lasciami parlare o…” E con un feroce bagliore nello sguardo sollevò la mano, caricando un pugno.

“Provaci, pivella!” la schernì Karin tagliente.

“Certo che sì! Perché ora inviterò Sas’ke-kun a mangiare insieme a me, ho preparato io stessa dei deliziosi involtini che…” inizio l’altra rapita, arrossendo leggermente.

“Ora ti faccio vedere dove infilarli, gli involtini! Io intendo portarlo a bere un bel tè e…” replicò Karin con decisione, mentre volava un primo spintone. E un secondo. E un cazzotto. E un calcio.

E Naruto spezzettava macerie, torvo.

Suigetsu, lui sorrideva beffardo.

E Kiba si chiedeva quando Naruto sarebbe svenuto.

Choji, lui mangiava patatine. Surgelate, per rinfrescarsi.

Shikamaru, sull’amaca, sospirava borbottando che tutto quel baccano era seccante.

E fu allora che, senza il minimo preavviso e passando paradossalmente del tutto inosservato finché non prese la parola, Sasuke si alzò in piedi, maestoso e noncurante. Fece due passi in avanti, risoluto, e infilò le braccia senza tante cerimonie tra le due contendenti, dividendole.

“Sas…” inizio Sakura speranzosa, mentre Karin cinguettava “Sa…”

“Permesso,” scandì lui, glaciale.

Marciò avanti composto, nel florilegio della propria alterigia, finché non fu giunto a un paio di metri dall’angolo in cui Naruto torturava focosamente i sassi. Lì sembrò perdere un filo di sicurezza, incassò le spalle e cacciò le mani in tasca con quello che avrebbe potuto addirittura essere nervosismo.

Naruto sollevò lo sguardo su di lui di scatto, con mistica aspettativa.

Sasuke storse il naso, impacciato.

Shikamaru sbuffò stancamente, scuotendo piano la testa. Non stava vedendo direttamente la scena, ma sapeva. Lui sa sempre.

Naruto barcollò di un passo avanti facendo un gesto con le mani, in un incitamento che non poteva voler dire altro se non “E dai ! Dai, cazzo, parla!”

Sasuke prese un respiro, arricciando poi il naso con ritrosia. Sakura e Karin, raggelate, lo guardavano interrogative.

“E…eh ?” esalò Naruto, senza potersi più trattenere.

Sasuke spostò lo sguardo a terra, dondolando leggermente sulle gambe e restando fermo sul posto.

“Pensavo…” iniziò rigido, con tono casuale.

“Sì?” ragliò Naruto, trepidante.

Sasuke si bloccò nuovamente, Naruto continuò a guardarlo adorante e Suigetsu sogghignò con scherno all’indirizzo delle due fanciulle, che avevano conquistato l’ennesima buca.

E poi Shikamaru si rivelò ancora una volta l’uomo-chiave per la salvezza del villaggio.

“QUALCUNO DEI DUE LO CHIEDA, KAMI!” urlò, con voce tediata e strascicata, dalla sua postazione in riva al lago.

Sasuke avvampò, ancor più fucsia e indispettito, mentre Naruto espelleva un sorriso vergognoso e un po’ smortino. Voltarono contemporaneamente lo sguardo in direzioni opposte.

“Ti va un ramen?” borbottarono, in perfetto sincrono.

“GRAZIE!” commentò Shikamaru, sollevato.

Entrambi gli shinobi rimasero immobili e con gli occhi un po’ sgranati, sorpresi – mai quanto Sakura e Karin, pallide, slavate ed atterrite, Suigetsu che sembrava sul punto di vomitare, Kiba che per lo stupore quasi si ribaltò giù dal davanzale, Ino che strillò allibita scrollando un Sai poco interessato e Kakashi che, in mutande e mascherina dentro casa con le gambe a mollo nell’acqua ghiacciata, ebbe la precisa percezione che qualcosa di catartico stava per accadere e chiamò Pakkun perché andasse a dare un’occhiata.

“Non mi sento mica tanto tranquillo,” commentò pensoso.

E poi, mentre l’intera Konoha allibiva tra l’orrore e la meraviglia, Naruto ridacchiò scioccamente e si passò la mano tra i capelli.

“Mi sembra un’ottima idea, teme,” azzardò, splendente entusiasmo.

Sasuke, muto, annuì brevemente. Si voltò impettito ma rimase fermo finché l’altro non l’ebbe raggiunto, per poi mettersi elegantemente in marcia.

M-ma Sas’ke…” pigolò Karin, sconvolta.

“Sas’ke-kun, cos…?” gemette Sakura , sull’orlo del pianto.

Il genio le ignorò totalmente, senza nemmeno spostare lo sguardo su di loro. All’ultimo Naruto si voltò indietro, con un sorriso sornione e un’espressione soddisfatta.

“Sapete,” commentò vittorioso, apostrofandole con fare confidenziale, “credo vi sia sfuggito un particolare su Sas’ke, ragazze.”

Ridacchiò baldanzoso, prima di balzellare avanti e raggiungere di nuovo Sasuke, che lo guardò con sufficienza.

“Non riesci a non pavoneggiarti, vero?” commentò asciutto. “Idiota.”

Naruto rise angelico, strappandogli uno sbuffo rassegnato dietro un vaghissimo sorriso.

E si allontanarono verso Ichiraku, fianco a fianco, abbandonando Konoha al suo sbigottimento.

Ma in fondo, che quei due erano sempre stati strani lo sapevano tutti.

 

 

“Mi devi un pranzo, Choji,” sbadigliò Shikamaru noncurante, stiracchiandosi sull’amaca, nell’avvertire lo sciabordio provocato dall’amico che si avvicinava. Socchiuse un occhio, e Choji annuiva sorridendo.

“Quello che ho appena vinto a Kiba,” confermò, sgranocchiando patatine surgelate.

Shikamaru annuì soddisfatto, richiudendo le palpebre nel breve silenzio successivo.

“Sai,” riprese Choji, ammirato. “Quando mi hai detto quella cosa del fazzoletto, tre ore fa, non pensavo fossi serio. Credevo te lo fossi inventato.”

Shikamaru sbadigliò distratto, scrollando le spalle.

“E’ cosi. Ma era adatto comunque: se il jinchuuriki non va al fazzoletto…”

“…Il fazzoletto va al jinchuuriki,” concluse Choji, diligente.

“O si incontrano a metà strada,” precisò Shikamaru.

E sorrise tra sé con indolenza, compiaciuto.

   
 
Leggi le 20 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: suni