Gennaio.
«Tesoro, perché questi .. cosi hanno una lama sotto?», chiese Hook
inarcando come suo solito un sopracciglio e facendo un’occhiataccia ai pattini
che Emma lo aveva obbligato ad indossare. «Qualcuno potrebbe anche farsi male, io, in particolar modo, e di certo non
vorrei che il mio bellissimo viso venisse sfregiato da una brutta cicatrice.»
«Tranquillo, io e Henry siamo piuttosto bravi a pattinare, ti insegneremo
noi.», gli disse lei prendendolo per la mano, facendo scomparire l’uncino
attraverso la magia con un gesto dell’altra e ignorando bellamente l’ennesima battuta arrogante fatta.
La cosa triste era che lui ci credeva davvero.
E la cosa ancora più triste è che certune erano ancora più squallide di quelle
che una povera persona del ventunesimo secolo potesse aspettarsi da un uomo di
trecento anni.
«Così eviti di inchiodarti al ghiaccio
del lago e di finire affogato.», continuò poco prima ch’egli iniziasse a
lamentarsi per il fatto che il suo uncino fosse stato fatto nuovamente
sparire.
All’udire quelle parole il pirata sbuffò senza ribattere, facendosi poi
letteralmente trascinare dalla donna sul ghiaccio.
“Dovrò smettere di seguirla ovunque.
Specialmente se si tratta di portali o attività che implichino questi
cosi-ammazza-pirati-affascinanti.”, pensò però.
Quando giunsero tutti e tre al centro del lago che la Salvatrice e il figlio
avevano deciso di utilizzare per introdurre Hook al mondo del pattinaggio, la
suddetta gli lasciò le mani, facendo così diventare l’espressione scocciata del
pirata in una tremendamente sconvolta.
«Amore,» iniziò rimarcando quella
prima parola lui. «Non so se ti è chiaro, ma su questi aggeggi io non so
andare.», cercò di continuare, senonché poco prima che questa fosse conclusa,
si ritrovò seduto a terra per via del gesto troppo brusco della mano che aveva
fatto per indicare i pattini ai piedi gli aveva fatto perdere l’equilibrio.
Emma rise, così come Henry.
«Attento, non gesticolare troppo.», lo attenzionò solo successivamente il
ragazzo, aiutandolo poi a rialzarsi facendosi aiutare dalla madre.
«Grazie per avermi avvisato, ragazzino.», disse con tono leggermente sarcastico
mentre cercava di non perdere nuovamente l’equilibrio. «Gradirei che mi
aiutaste a camminare anziché ridere guardandomi però.»
«Vieni, ti aiuto.», si prontò allora Emma prendendolo a braccetto e facendogli
vedere come si scivolava per potersi muovere senza cadere.
Conoscendo i due e il precario equilibrio del pirata, Henry decise di tenersi
un po’ lontano, andando a pattinare poco più distante.
Dopo circa mezz’ora si poteva dire che Hook non era di certo il miglior
pattinatore esistente né a Storybrooke né nel mondo,
ma riusciva a tenersi quantomeno in equilibrio sui pattini azzardandosi anche a
fare qualche metro senza la bionda.
«Sta iniziando a nevicare.», constatò poi un po’ triste la Salvatrice alzando
una mano e cogliendo un fiocco. Pattinare la divertiva alquanto, ma preferiva
iniziare a dirigersi verso casa in quel momento in cui la neve si limitava ad
essere piuttosto rada che dopo, quando magari avrebbe iniziato a nevicare di
più.
Ci mancava solo che si beccassero qualche malanno.
«Non mi dispiace affatto.» ribatté poi il pirata, che mano nella mano con la
donna aveva già iniziato a scivolare verso la sponda del lago ghiacciato. «Questi
..pattini.. mi stanno distruggendo i
piedi.»
Emma sospirò.
«Va bene, ho capito. Andiamo a casa.», disse infatti chiamando il figlio poco
dopo.
Una volta tolti i pattini (se non con parecchie difficoltà quelli di Hook),
preso la macchina, ridato l’uncino al suo legittimo proprietario ed aver
accompagnato Henry da Regina, i due rimasero soli.
«Swan, se
volevi rimanere da sola con me bastava dirlo, eh.», disse con tono allusivo Killian.
«Oh, sta’ zitto Jones.», ribatté lei rimarcando l’utilizzo del cognome. «Andiamo
a casa, sta iniziando a nevicare più forte.»
«E sia.», accettò volentieri lui.
Quando arrivarono davanti alla porta della casa che condividevano, la medesima
che Emma aveva dapprima comprato da sé quando era una Dark One,
non si vedeva praticamente più nulla per via della fitta neve che scendeva
oramai copiosa.
Il solo tragitto per giungere al portone di ingresso sotto al porticato dalla
macchina li inzuppò infatti quasi totalmente, tanto che entrambi tremavano
visibilmente.
«Dannazione, ci mancava solo un malanno.»,
si lamentò Emma mentre entrava in casa, seguita a ruota da Killian.
«Suvvia, amore, potremmo riscaldarci insieme ora..», iniziò quest’ultimo
attirando a sé la donna e facendole un sorriso sghembo a pochi centimetri dal
viso una volta chiusa la porta. «che ne dici?», continuò poi.
«Mhh, perché no..», decise di prenderlo sottogamba
lei, avvicinandosi ulteriormente.
«Davvero?», chiese sorpreso e piuttosto allusivo lui, mantenendo il sorriso.
«No.», rispose però secca Emma, allontanandosi di colpo e accendendo il camino
e asciugando i vestiti di entrambi con un gesto della mano, iniziando a dirigersi
poi verso la cucina con l’intenzione di mettere a bollire un po’ di acqua per
farne poi due tazze di the caldo.
Fu però immediatamente bloccata da Hook che con un rapido gesto la strinse a sé
e la fece cadere sotto di lui nel divano che stava per superare.
«Non ci si prende così gioco di un pirata, lo sai principessa?», disse poi
prima di baciarla.
E per quella volta Emma decise di non ribattere.
…almeno non verbalmente, s’intende.
Perché un pirata sapeva farsi valere
quando voleva.
Angolo autrice.
Eccomi approdata con la mia Jolly Roger personale
anche in questa sezione.
Buonasera a tutti e buon anno! (:
Ho deciso di utilizzare anche io questi promt, quindi
a meno che non mi secchi di colpo e abbandoni tutto, dovete sopportarmi per
tutto il 2016.
Spero che questa prima oneshot vi piaccia, per
qualsiasi cosa (errori nel testo o altro) scrivetemi pure tutto in una
recensione!