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Autore: Assiage    02/01/2016    7 recensioni
Cosa sarebbe successo se sul promontorio le cose fossero andate diversamente, e Uncas e Alice fossero sopravvissuti? Con un futuro ancora tutto da scrivere, le cose non saranno semplici per loro. Riusciranno a mettere da parte le loro differenze e vivere il loro amore?
Traduzione di: Eilan21
Genere: Angst, Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Traduzione, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Alice Munro venne scaraventata in avanti mentre la canoa continuava a sobbalzare pericolosamente sempre più vicino alle rapide, le stesse rapide che sfociavano nell'aspro precipizio delle cascate. Cascate mortali.

Sto per morire.

Il suo stomaco si chiuse così all'improvviso che, per alcuni terrificanti secondi, Alice pensò che dopotutto forse erano già precipitati oltre le cascate. Ebbe un'improvvisa visione di sé e sua sorella, occhi vitrei, corpi gonfi, fracassati contro le umide rocce sottostanti.

Alice urlò di terrore.

Avvertì la presa d'acciaio di sua sorella Cora sulla propria mano; la sentì ma non la strinse in risposta in segno di solidarietà.

Morirò in questa terra selvaggia e dimenticata da Dio.

Diversi minuti – o forse si trattava di pochi momenti – dopo, la canoa si spiaggiò sulle rive sabbiose.

Affrettandosi ad uscire insieme agli altri, Alice venne spinta e trascinata, inciampando mentre camminava. Sentì le voci degli uomini e i loro mormorii, cercando invano di focalizzarsi su qualcosa per mantenere vive le sue tenui speranze.

Sporgendo la testa all'indietro, guardò Nathaniel spingere le canoe in acqua, la bocca atteggiata in una smorfia cupa. Insieme all'altra appena spinta via da Duncan, la canoa si scontrò con la forte corrente e cadde giù dalla cascata.

Alice rabbrividì. Le canoe giacevano fracassate da qualche parte sotto di loro- in tombe d'acqua.




Le ore si trascinavano lente come quelle di una veglia funebre, lente come se morissero ogni minuto che passava.

Erano tutti bagnati fradici. Tra gli uomini si erano scaldati gli animi, confinati com'erano in quel posto umido e scuro. Nathaniel e Duncan, due degli uomini più testardi che Alice avesse mai conosciuto. Era uno scontro di acciaio e ferro. Un continuo cozzare di antipatia e gelosia. E ora... ora erano tutti costretti dentro quel buco montuoso, a litigare sulla polvere da sparo e sulla legge militare inglese.

Cora piangeva seduta a terra, le ginocchia strette al petto, i capelli scuri arruffati che le volteggiavano intorno all'unisono con la nebbia delle cascate. Alice avrebbe voluto trascinarsi verso sua sorella, ma qualcosa la bloccò. Non aveva voglia di ricevere i suoi abbracci, di ascoltare le sue parole di conforto. Si sarebbe sforzata di apparire coraggiosa solo per Alice. Non c'era motivo di negarle la verità. Meglio lasciare Cora al suo dolore.

Ora, c'era solo terrore.

Incombeva su tutti loro, come una nebbia oscura.

Lui stava arrivando. Il suo incubo aveva un volto. L'hurone.

Alice lo sapeva; ne era sicura come era sicura del proprio volto, del proprio nome. La morte stava per giungere.

Il freddo stava diventando insopportabile. Alice tremava e cominciò a camminare verso uno dei bui corridoi ventosi di quella labirintica caverna. Camminava, e tremava, e camminava, strusciando le dita contro il muro mentre andava avanti.

Molto presto vide qualcosa che le procurò un groppo in gola.

Stelle.

Le stelle del cielo notturno brillavano come un faro, invitandola a raggiungerla. Una cosa bella in quell'orrendo paese.

Alice si sentiva intontita mentre si trascinava più vicina alla luccicante luce stellare. Alzò una mano, il palmo proteso, sentendo gli spruzzi della cascata inzupparla di nuovo.

Voleva avvicinarsi il più possibile.... stava traballando sull'orlo del precipizio.... voleva toccarle. Voleva-

Sta' indietro!”

Si ritrovò senza respiro, mentre cadeva all'indietro. Lo stomaco le si contrasse a quella sensazione improvvisa.

Gridò e lottò contro l'abbraccio che la avviluppava, contro le braccia che così prepotentemente circondavano la sua esile figura.

Uncas.

Se ne rese conto tardivamente quando la voce profonda di lui mormorò il suo nome. Uncas premette le sue labbra calde contro la sua fronte con una tenerezza che Alice non si aspettava. Scostandole i capelli bagnati dal viso, la strinse più forte contro di sé, guardandosi intorno per assicurarsi che non avesse rivelato la loro posizione.

Uncas.

Il suo corpo forte aveva quel calore che lei così tanto cercava. Lo aveva percepito quella notte in cui si erano nascosti nel terreno di sepoltura. Notando la sua lotta per contenere la paura, Uncas aveva lasciato in fretta il suo fucile e l'aveva fatta scivolare sotto di sé, coprendole la bocca con la mano. Profumava di erba e e pino.

Signorina Alice,” sussurrò Uncas, il respiro calmo, “tornate da vostra sorella.” E cominciò ad allentare la presa su di lei.

In quel momento Alice aprì gli occhi e voltò il capo per fissare lo sguardo nei suoi scuri occhi ombrosi. Non voleva lasciare il suo abbraccio. Si sentiva al sicuro. Lui la faceva sempre sentire al sicuro.

Uncas...” fu la sua debole risposta. Si aggrappò persino più forte alla sua camicia bagnata, scuotendo la testa. Non voleva andare via. Non voleva essere costretta ad affrontare ciò che c'era lì fuori. Voleva rimanere nel suo abbraccio più a lungo possibile.

Lui cominciò delicatamente a districare le sue mani dalla camicia. Lei gli si aggrappava anche mentre lui continuava a ripetere che doveva tornare dagli altri. Doveva.

Senza pensare Alice gli scostò le mani e salì sopra di lui, le cosce intorno ai suoi fianchi.

Lui spalancò gli occhi. In quei pochi giorni in cui si erano conosciuti, e nonostante tutti i pericoli che avevano affrontato, quella era la prima volta in cui lui appariva spaventato.

Non era abbastanza. Qualche impulso misterioso stava guidando le sue azioni, e tutto ciò che poteva fare era arrendersi ad esso.

Alice si sollevò più in alto sul suo bacino. Si fece leva poggiando le mani sulle sue spalle- le sue labbra incontrarono quelle di lui. Calde, invitanti, imploranti.

Uncas si tirò indietro, gli occhi che sondavano quelli di lei. La sua determinazione nel rimandarla dagli altri c'era ancora, ma erano le sue mani a tradirlo. Come sempre. Guidandola, aiutandola, calmando le sue paure; le sue mani tradivano i suoi sentimenti per la ragazza inglese. Le sue mani ora si muovevano di volontà propria intorno alla sua vita sottile, i suoi pollici erravano-

Si ritrasse, lo sguardo contrito. Non poteva toccare ciò che non era suo.

Alice rabbrividì. L'orribile paura che stava crescendo in lei esplose. Improvvisamente la sua mente vacillava. Lasciò che la paura la invadesse. Cancellò tutti i suoi ricordi, tutta la sua vita. Solo lui esisteva.

Quello che accadde dopo fu così rapido, e quasi senza ragione. Era tutto. Era la sua paura, il panico, la sua angoscia. Erano le mani di lui, e i suoi occhi, e la sua gentilezza.

Si premette contro di lui in un movimento frenetico, le sue ginocchia si contrassero contro i suoi fianchi. Voleva di più. Voleva provare tutto ciò che poteva. Ormai non ragionava più.

Alice sentì il respiro di lui accelerare. Uncas abbassò lo sguardo sul proprio grembo, le mani che si muovevano lentamente dalla vita alle costole di lei.

Non era abbastanza. Lei sollevò la gonna.

I minuti successivi furono caotici, un contrasto di emozioni- la cautela di lui contrapposta ai movimenti sfrenati di lei. Lei voleva sentire, e così fu.

Sentì il dolore acuto che sbocciò nel suo corpo, ma che ignorò. Sentì la sua solidità e il suo calore riempirla. Quando Alice sussurrò il suo nome, sentì ognuno tendersi verso l'altro, il suo bacino sfregare il proprio, perché entrambi dovevano aver percepito che il tempo stava per finire.

Dopo lui la tenne stretta a sé, il respiro che rallentava fino a diventare un leggero ansito. Alice riusciva a sentire il battito di entrambi i loro cuori. Sentì allontanarsi quegli ultimi frenetici minuti. Si sentiva stordita, e non solo dall'affaticamento.

Alice si irrigidì.

Che cosa ho fatto?

Le mani di Uncas le diedero forza, e lui cominciò a intrecciare una ciocca dei suoi capelli umidi e lisci. Erano ancora nella stessa posizione. Non si era mossa da quando avevano... avevano...

Strappandosi alla sua stretta, Alice si alzò in fretta e, ignorando l'uomo con cui aveva appena giaciuto, tornò dagli altri.

Ma poteva sentire il suo sguardo su di sé.

Alice fu determinata a non guardarlo di nuovo.



Il sole accecante illuminava senza pietà il mondo sottostante. Una beffa. Non c'era più bellezza nel mondo, solo morte.

Alice veniva trascinata come un bagaglio dai guerrieri huroni, che seguivano il loro capo in una silenziosa processione lungo i sentieri della montagna. Quando inciampò e cadde, nessuno l'aiutò. Fu trascinata sul terreno, procurandosi delle abrasioni, finché non fu in grado di rimettersi in piedi.

Suo padre era morto. Sua sorella era morta. L'ultima volta che aveva visto i loro salvatori, era quando si erano lanciati nelle cascate del loro nascondiglio, a centinaia di piedi d'altezza. Dubitava che fossero sopravvissuti. Sperava che l'aspettasse una morte rapida, perché era stanca del mondo. Aveva diciassette anni, e sperava nell'eterno riposo.

Un rumore secco lacerò l'aria. Era un rumore a cui Alice era diventata fin troppo abituata.

Quello che non si era aspettata era di vedere Uncas avanzare verso di loro, il suo viso atteggiato in un'espressione di determinazione.

Uncas.

Ad occhi spalancati Alice scandagliò la sua figura. Sembrava relativamente illeso, anche se con qualche piccola ferita e la camicia verde strappata.

I suoi occhi incrociarono quelli di Alice. In loro vi si leggeva fierezza: Ti salverò.

Uncas si sbarazzò facilmente degli huroni, uno dopo l'altro, finché il combattimento giunse ad uno stallo quando si trovò ad affrontare Magua; la brutalità e l'abilità dell'uomo più anziano erano davvero impressionanti.

Alice, nel suo sbalordimento, si accorse che Uncas si stava stancando, e stava per essere sopraffatto. Il coltello di Magua brillò minacciosamente nella luce del sole, abbagliandola, quando lacerò la pelle del suo giovane avversario.

Immediatamente, Uncas barcollò all'indietro e guardò giù verso la macchia di sangue che si allargava sul suo addome, gli occhi accesi di sorpresa a quella vista. Nella sua determinazione e imprudenza, non aveva pensato di poter essere ferito. Alzò gli occhi e incontrò quelli di Alice. C'era una sorta di scusa in essi.

Con un balzo improvviso, Uncas si avventò sul capitano hurone, usando le sue ultime forze per far perdere l'equilibrio all'altro uomo, ed entrambi si schiantarono e rotolarono sulle rocce del promontorio.

C'era un'incauta disperazione in ogni mossa che Uncas faceva, e Alice, cresciuta in mezzo ai soldati, sapeva che stava per essere sconfitto. Il cuore le batteva forte nelle orecchie, la speranza che svaniva,

L'hurone si mise in piedi, il portamento eretto, il coltello puntato minacciosamente verso la sua preda. Non fece cenno di attaccare l'uomo ferito, gli permise invece di mettersi in piedi per tentare un ultimo assalto.

Stava perdendo. Stava per morire, e con lui la sua speranza di salvezza.

Dopo essersi messo in piedi, Uncas fece un ultimo affondo, che l'hurone schivò facilmente, e altrettanto velocemente, lo fronteggiò. Magua affondò il coltello nel fianco di Uncas, facendolo gridare di dolore mentre cercava di voltarlo.

Alice non riuscì più a sopportarlo. Chiudendo gli occhi, si girò. Codarda fino alla fine.

Il guerriero che le teneva il braccio la strinse improvvisamente così forte che le sfuggì un gemito di dolore. La lasciò e prese il suo tomahawk. Alice venne brevemente spinta in mezzo agli agli guerrieri, mentre anche loro impugnavano le loro armi. Si appiattì contro la parete rocciosa della montagna.

Cosa?-

Il mondo esplose in una raffica di spari. Alla giovane ragazza inglese il mondo sembrò ribaltarsi, e lei si aggrappò alla rocce sotto di lei in panico irrazionale.

Chingachgook. Corse superando tutti loro in una visione a colori sfocati, sollevando la sua mazza da guerra, e lanciò uno spaventoso grido di guerra che salì fino al Cielo. Si scontrò con Magua, che si voltò per fronteggiare il nuovo avversario, lasciando cadere il corpo di Uncas a terra.

Nathaniel non impiegò molto ad arrivare a sua volta, una questione di secondi, e brandiva un fucile in ogni mano, abbattendo i suoi bersagli con facilità. Due huroni si contorsero in aria e caddero come bambole di stoffa.

Magua sapeva che le circostanze erano cambiate a suo svantaggio. Le sue labbra si incurvarono in una smorfia quando attaccò Chingachgook, e venne bloccato ad ogni affondo.

Il combattimento si concluse con precisione incredibile. Chingachgook roteò, e piantò lo spuntone della sua mazza nella schiena dell'altro uomo. Il rumore che il suo corpo spezzato fece fu penetrante come come un colpo di fucile.

Alice, intontita dallo shock e dal dolore, osservò l'improvviso silenzio intorno a lei. Uomini morti affollavano la sua visione.

Nathaniel e suo padre si inginocchiarono di corsa accanto a un incosciente Uncas, valutando le sue ferite, sentendo con cautela il suo battito. Doveva trattarsi di una cosa grave, perché lo sguardo di Nathaniel era preoccupato.

Alice fece un unico, esitante passo verso Uncas, quando venne quasi travolta dalla forza dell'abbraccio di sua sorella. Fu stupita dalla sua improvvisa apparizione.

Alice!”

Sua sorella era viva. La sua cara sorella. Questo era tutto ciò che contava.

Alice si allontanò da Uncas, incerta su tutto adesso. Il cuore le batteva forte alla vista delle ferite del suo salvatore. Forse doveva....

Cora la strinse più forte.

E' tutto finito,” sussurrò alla sorella minore.



Nota della traduttrice:

Questa è una storia che sto traducendo per conto dell'autrice originale Assiage, ovviamente con il suo esplicito permesso.

In molti mi chiedevate una storia che partisse dal promontorio, per poi seguire il “dopo”, ciò che sarebbe potuto accadere se Alice e Uncas fossero sopravvissuti. Siccome ora sto lavorando su una storia originale fantasy che mi sta impegnando davvero molto, e dato che mi sono innamorata di questa storia, ho pensato nel frattempo di tradurla, perché secondo me vale davvero la pena leggerla. Se vi va di lasciar(ci) una recensione mi farebbe davvero piacere!

Se volete leggere la storia originale qui di seguito trovate il link: The Summer of a Thousand Dreams

Importante: essendo l'autrice straniera, a gestire questo account è la persona che traduce le sue storie. Se qualcuno volesse pubblicare su questo sito una traduzione di questo autore, e ha il suo permesso, deve inviarmi almeno il primo capitolo della traduzione completa (nel caso di fanfic one-shot, tutta la one-shot tradotta). Allora fornirò la password per accedere a questo account.

Eilan21


   
 
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