Fumetti/Cartoni europei > Winx
Segui la storia  |       
Autore: Sinnheim    02/01/2016    4 recensioni
Versione 2.0, modificata ed arricchita.
Primo volume della serie "A Dance of Light and Shadow".
Seguendo il consiglio della preside Faragonda, una Bloom adulta e segnata dagli eventi, decide di scrivere un diario sui fatti accaduti cinque anni prima, una tragedia che l'ha cambiata per sempre. La Bloom allegra e spensierata di una volta ormai non c'è più ma, attraverso la scrittura, riuscirà a trovare un po' di pace.
Genere: Drammatico, Fantasy, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bloom, Daphne
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
 <<  
- Questa storia fa parte della serie 'A Dance of Light and Shadow'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

CAPITOLO 10: VITTORIA AMARA

 

 

 

Rimasi a fissare la Fiamma di mia sorella per parecchio tempo, indecisa su cosa fare. Non immaginavo sarebbe finita in quel modo: nemmeno nel più orrido degli incubi avrei mai pensato che le Trix potessero compiere una bestialità del genere.

Stavo seriamente rischiando di mandare tutto a quel paese, non avevo nessuna idea. Avevo, infatti, pianificato tutto quello che dovevo fare ipotizzando che la Fiamma di mia sorella fosse pura, invece, quella, era corrotta per metà.

Per eseguire il rituale doveva essere assolutamente perfetta, anche perché al suo interno c'era... beh, c'era Daphne. O meglio, la sua anima.

Lo lessi nel tomo quando lo trovai in biblioteca. Queste informazioni erano accompagnate da una leggenda molto antica e piuttosto sconosciuta su Domino. Come ben sapete, la Fiamma del Drago è stata utilizzata per creare l'Universo, quindi si può affermare che essa è la struttura essenziale su cui si basa l'Universo. È quel flusso vitale invisibile che pervade ogni cosa.

Normalmente, al momento della morte, le anime degli esseri viventi tornano in questo flusso, in attesa di rinascere in nuove forme stabilite dalla Fiamma stessa.

Ciò non accade con gli eredi del Drago, o meglio, non accade se questi non muoiono di morte naturale: essendo questi soggetti parte integrante della struttura dell'Universo poiché, appunto, custodiscono una Fiamma del Drago, se non consumano tutta la loro energia vitale arrivando a una serena morte, il loro potere non può essere trasmesso a un nuovo discendente. Di conseguenza, l'anima del Custode non può tornare nel flusso che vi ho descritto.

In parole più semplici: a causa del legame viscerale che lega l'anima di un erede alla sua Fiamma del Drago, se il loro legame non può venire spezzato al momento della morte, l'essere magico che la possiede non può morire e, anzi, la sua anima viene inglobata nella Fiamma e lì rimarrà fino a che un altro Custode non faccia qualcosa. Quel qualcosa è, appunto, il rituale.

Secoli e secoli fa, due gemelli eredi al trono di Domino litigarono furiosamente per decidere chi avesse il diritto di prendere la corona. Il maggiore sfidò il minore in duello e lo uccise; diventò sovrano, ma il potere e la sua carica non poterono colmare il vuoto lasciato dalla perdita del fratello, così passò anni della sua vita a trovare un modo per rimediare al suo terribile peccato.

La leggenda narra che, una notte, il re sognò il Drago Primordiale: gli rivelò il segreto degli eredi del Drago e il rituale per far tornare in vita il fratello, ma avrebbe pagato un prezzo terribile per l'atrocità che aveva commesso. Prima di allora, i possessori della Fiamma non erano mai morti prematuramente, quindi il re non aveva idea se il Drago avesse detto la verità o meno.

Il rituale funzionò, ma il sovrano perse completamente i suoi poteri per ripagare il danno causato. Il procedimento e la storia dell'assassinio furono scritti dal sovrano in persona, per ammonire le future generazioni e per evitare che una cosa del genere accadesse ancora.

I problemi, a quel punto, erano due. Dovevo per forza assorbire la corruzione della Fiamma di Daphne per purificarla: calcolando in modo approssimativo che metà del potere di mia sorella equivaleva ad un quarto del mio, io avrei assorbito un altro quarto di corruzione.

Ciò avrebbe portato il mio potere a essere inquinato fino al suo cinquanta per cento, gettandomi nella follia più totale e impedendomi di eseguire il rituale. E non era tutto: anche l'anima di mia sorella poteva essere stata intaccata, quell'eventualità potevo verificarla solo nel momento in cui la mia coscienza fosse entrata in contatto con la sua.

Piansi esasperata, ero esausta. Se prima pensavo che le Trix fossero il pericolo maggiore, in quel momento mi resi conto che la sorte mi aveva allegramente sputato in faccia un'altra volta. Mi misi seduta a gambe conserte davanti al fuoco di Daphne, il quale illuminava leggermente ciò che aveva attorno con una luce scura e sporca. Era una vista che mi faceva male in un modo che non saprei descrivere.

Mi misi a riflettere profondamente sul da farsi: come dice sempre Tecna, prima di prendere una decisione difficile bisogna essere sicuri di avere tutte le informazioni a disposizione, e io sapevo benissimo di non averne.

Così, presi la mia decisione. Mi alzai barcollando: il combattimento mi aveva pesantemente destabilizzata, a malapena stavo in piedi.

Raccolsi con delicatezza la Fiamma del Drago di Daphne e spiccai il volo raggiungendo Timmy, il quale scoppiò a piangere dalla felicità quando mi vide tornare sana e salva. Gli lasciai qualche minuto per riprendersi dalla gigantesca tensione nervosa a cui era stato sottoposto, spiegai lui tutto quello che era successo e cosa avevo intenzione di fare. Ascoltò in silenzio, annuì e fu d'accordo, era l'unica cosa ragionevole da fare.

Ci sistemammo nell'abitacolo ai posti di comando. Il rumore del motore che accumulava energia era musica per le mie orecchie: era il suono che sanciva la fine di quell'incubo una volta per tutte. Tirai un lungo, dolcissimo sospiro. Timmy mi guardò con un sorrisone stampato in faccia.

«È bello, vero? Quando stai per tornare a casa, sapendo che hai compiuto la tua missione. È bellissimo».

Mi alzai dalla poltrona con un sonoro scricchiolio. Le voci erano praticamente svanite ed ero troppo stanca per lamentarmi degli altri effetti collaterali, così non ci pensai due volte e abbracciai il ragazzo con tutta la spontaneità del mondo.

Dopo qualche minuto chiamammo la Griffin: con lei c'era Faragonda, piansero entrambe come bambine quando mi videro apparire sullo schermo, malconcia, ma viva. Ero felice anche io di vederle, ma non avevo tempo da perdere.

«...capisco. Purtroppo, non ho abbastanza farmaco in questo momento, Bloom. Posso iniziare a prepararlo subito, ma mi ci vorranno almeno tre giorni. Domani l'effetto che ti tiene lucida svanirà, e io ho una dose sufficiente per farti stare bene con solo un quarto di Fiamma di corrotta. Per una metà intera ci vorrà una dose doppia».

Mi morsi le labbra furiosamente.

«Mi pare di capire che ho le mani legate. Non posso aspettare il farmaco perché domani sarò già fuori gioco, mentre passare tre giorni con il doppio dei sintomi che ho ora potrebbe non farmi riprendere più».

Faragonda era il volto della tristezza più assoluta, la Griffin strinse i denti, frustata.

«Accidenti a quelle tre!» imprecò forte, «devi trovare il modo di resistere, non so davvero come. Mi dispiace così tanto».

Guardai il cielo: era di un azzurro così vivido da far male agli occhi, poi mi massaggiai le tempie.

«D'accordo... allora, ascoltatemi: mi rendo conto che... mi serve aiuto».

Mentre dicevo quelle parole, riluttante, guardai verso Timmy, il quale sorrise con approvazione.

«Venite su Domino, portate il farmaco che avete, sarà meglio di niente. Chiamate le Winx, gli Specialisti, Thoren, Sky e i miei genitori, raccontate loro ogni particolare: perderò sicuramente il controllo e ho bisogno che mi teniate a bada, tutti quanti voi. Il corpo di Daphne è stato risanato dopo la sua morte e questo è un lavoro in meno da fare. Ho bisogno che la portiate in giardino, dove c'è tanto spazio, così se darò i numeri mi potrete fermare senza fare ulteriori danni».

Le presidi annuirono, poi continuai: «Prestate molta attenzione, questo è importante. C'è un'ala del castello sigillata, possono entrarci solo pochissime persone. Lì teniamo le reliquie più importanti del nostro regno, molte sono armi estremamente potenti. C'è l'elsa di un pugnale: è dorata e ornata di pietre preziose. La potete riconoscere subito perché è senza lama. Questo oggetto è stato avvolto dal mistero per anni, ora ne ho bisogno per il rituale. Fate questo per me».

Chiusi la conversazione e guardai Timmy con occhi glaciali, di chi doveva compiere l'ultimo salto nel vuoto.

«Partiamo. È ora di mettere la parola fine a tutto questo».

 

 

Ci dirigemmo immediatamente verso Domino, erano circa due ore di viaggio. Tenevo quella piccola fiamma tra le mie mani con fare dolce, come se potesse rompersi da un momento all'altro. Gli sussurravo parole di conforto nella speranza che Daphne potesse sentirmi: gli promisi che quell'alone nero che permeava il fuoco lo avrei tolto ad ogni costo.

Il tempo passò davvero in fretta. È proprio vero che, quando si torna casa, quasi non si percepisce. Ci aspettavano tutti in giardino, proprio come avevo detto di fare. Quando scesi dalla nave e li incontrai erano sì felici, ma... terribilmente scossi, spaventati, soprattutto dai miei occhi scarlatti.

Non volò una mosca: rimanemmo tutti in un silenzio tombale, non riuscivo a far uscire la voce dalla mia gola.

«Perdonatemi» fu la sola cosa che riuscii a dire. Invocare il perdono, avere misericordia del demone.

«Ok gente, abbiamo una missione importante! Andiamo tutti da Daphne, forza!» urlarono entrambe le presidi con voce molto alta, destando i presenti da quella specie di sogno ad occhi aperti.

Ci guidarono verso il nostro obiettivo come maestre d’asilo. Faragonda si avvicinò a me e mi sussurrò parole rassicuranti.

«Ho parlato con loro. Nessuno ti toccherà né dirà niente su tutta questa storia fino a che non si sarà conclusa. Sappi, però, che sono arrabbiati. Soprattutto Sky. Quando starai meglio e nelle condizioni di sostenere una discussione, parlerai con tutti».

Annuii piano e la ringraziai profondamente. Era giusto affrontare le conseguenze delle mie azioni: malgrado le terribili sensazioni che mi permeavano, decisi con estrema fermezza d'animo che lo avrei fatto.

Arrivammo davanti al corpo di Daphne: vederla di nuovo dopo tutto il tormento patito mi tolse il fiato. Sky non mi tolse mai gli occhi di dosso, ma senza dire niente, proprio come aveva detto Faragonda. Il suo volto era un misto di rabbia, disperazione e amore, scavato da notti insonni e pianti frustrati.

Gli altri, dovetti ammettere con dolore, non erano diversi: stavano tutti soffrendo per causa mia.

«A-allora... prima di purificare la Fiamma, ho bisogno che tutti voi siate pronti a dover affrontare il pericolo. Penso sappiate a cosa mi riferisco».

Annuirono guardandomi con sospetto, come se io potessi attaccarli da un momento all’altro. Ah, come biasimarli…

Si sistemarono in cerchio, intorno a me e a Daphne, pronti a reagire nella peggiore delle ipotesi. Fatto questo, venne la parte tragica: dovevo togliere il nero.

«Ok, ora ascoltatemi molto bene. Nel momento in cui avrò assorbito la corruzione, la Griffin mi inietterà subito il farmaco, ma non basterà: potrei aggredirvi e farvi del male. So che siete tutti arrabbiati con me. Magari ora vi faccio perfino ribrezzo. Però, ecco, ricordatevi che ho fatto tutto questo per Daphne: fatelo non per me, ma per lei. Dovete fermarmi, dovete ricordarmi perché lo sto facendo».

Si guardarono tra loro come se dovessero prepararsi ad una esecuzione. Non avevo mai visto i miei cari così in preda degli eventi.

Senza perdere altro tempo, agganciai la Fiamma di Daphne con la mia e tirai, un po’ come accadde con le gemme delle ragazze, fino a quando tutta la corruzione non fu svanita. Il fuoco divenne luminosissimo e vitale, la Griffin mi iniettò subito il farmaco e attesi, sotto lo sguardo vigile dei miei guardiani.

Puntuali come sempre, le voci si misero ad urlare. La pelle iniziò a diventare un rivestimento putrido di cui liberarmi e iniziai a perdere la ragione. Mi strinsi la testa tra le mani, mi piegai in avanti e gridai dolorante, scagliando fiamme azzurre qua e là senza nessun obbiettivo in particolare.

Rimasero tutti impietriti, agghiacciati da ciò che stavano vedendo.

«Le voci! Urlano… urlano fortissimo… fatele smettere! Urlate più forte

Nonostante tutto mi si avvicinarono, incuranti del pericolo mortale che rappresentavo, e mi parlarono col cuore in mano.

«Non sei un mostro, Bloom! Sei una fata di Alphea!» disse Aisha sconvolta.

«Bloom! Guardami! Sono Stella! Sono la tua migliore amica e tu sei la mia! Questo non cambierà mai!»

«Siamo arrabbiate, è vero, ma lo siamo perché volevamo avere la possibilità di aiutarti!» gridò Musa cercando di non singhiozzare.

«Amore mio... non mi importa cosa sei, io ti amerò sempre e comunque!»

I discorsi di incoraggiamento carichi d’amore si mescolarono tra loro: mi parlavano dei loro sentimenti, del loro affetto per me ma, cosa più importante, urlavano ben più forte delle voci nella mia testa.

Mi rannicchiai esausta su me stessa ansimando col cuore in gola ma, sarà stato il farmaco, saranno state le parole delle persone che amo, finalmente riuscii a calmarmi e a tenermi lucida quel tanto che bastava per compiere il mio fato.

La sensazione di sporco stavolta prevaleva, ma mi costrinsi a non toccarmi. Mi alzai tremante aiutata da Sky: era ora di porre fine a tutto, mancava solo l'ultimo tassello.

«Sto... sto bene... circa. Ora... portatemi da lei».

Presi delicatamente la Fiamma del Drago e la feci sprofondare nel corpo di mia sorella, riportandola al suo posto originario. Mi misi in ginocchio davanti a Daphne e chiesi la reliquia; mio padre mi portò una piccola teca di vetro, ove all'interno era adagiato l'oggetto su di un panno scarlatto.

La aprii con mani tremanti e afferrai il contenuto: dapprima una semplice elsa, appena entrò in contatto col mio corpo una lama spirituale venne generata, traslucida e senza massa. Prima che potessi fare qualsiasi cosa, Oritel mi bloccò la mano, facendo cadere il pugnale a terra. Era spaventato a morte.

«Io... non posso lasciartelo fare! Non prima di sapere cosa devi fare!»

In effetti, nessuno sapeva quella leggenda. Rassicurando prima mio padre, raccontai a tutti la storia dei due gemelli e spiegai a cosa serve la lama.

«Si attiva solo nelle mani di... un assassino di consanguinei. La lama magica non mi farà del male fisico, ma proietterà la mia Fiamma del Drago fuori dal mio corpo. Una volta fatto, la pugnalerò e ripagherò il sangue versato con il mio potere».

Trattennero tutti il respiro, Sky non riuscì a contenersi.

«Stai dicendo che sacrificherai i tuoi poteri per riportare indietro Daphne?»

Piantai gli occhi al terreno, ancora mi vergognavo di guardarlo in faccia.

«Teoricamente... sì. Dovrebbe succedere questo, in circostanze normali. La portata dei miei poteri è di molte volte superiore a quella di mia sorella. Se devo pagare un debito, sarà completamente estinto senza perdere del tutto la mia Fiamma del Drago... almeno, è quello che spero».

Il re e la regina si inginocchiarono accanto a me, accarezzandomi la schiena delicatamente.

«Mamma, papà... permettetemi di farlo. Vi prego».

Le mie parole erano sussurri impercettibili, ma loro acconsentirono. Ripresi il pugnale: puntai la lama verso il mio ventre, respirando forte.

"Ci siamo, ci siamo proprio".

Se avessi indugiato oltre, la paura mi avrebbe incatenata al suo giogo, così feci un grosso respiro e mi trafissi: non sentii dolore, ma solo un leggero bruciore nel punto colpito. Estrassi la lama e, con lei, la mia terribile, disgustosa Fiamma del Drago.

Era un... grumo di fiamme azzurre e corruzione oscura, sembrava ricoperta di petrolio. Mi feriva la vista, la odiavo profondamente. Usai quel rancore a mio vantaggio: senza pensarci due volte, senza nemmeno guardare la reazione dei presenti, strinsi l'elsa nel mio pugno e calai il fendente con tutta la rabbia che avevo, pugnalando quel cuore che avevo inquinato.

Quello sì che fece davvero male. Provai un dolore terribile, come se la lama avesse trafitto le mie carni. Dalla ferita non uscì altro che vomito nero, fin quando tutto divenne bianco alla mia vista e caddi in trance.

Mi risvegliai in una landa desolata, apparentemente infinita, coperta di fuoco. Mi guardai intorno e vidi un piccolo Drago Primordiale che teneva al sicuro tra le sue spire mia sorella, addormentata. Mi avvicinai barcollante e l’essere mi fermò imponente.

«Chi sei tu che viene a reclamare l’anima di questa Custode?» disse con profondissima e minacciosa.

«I-io sono Bloom, sono la sorella minore di Daphne, figlia dei sovrani di Domino Oritel e Marion. Sono anche io un'erede del Drago!»

Cercai di mantenermi calma, anche se la situazione era del tutto anomala a tutto ciò che avevo appreso nel corso della mia vita.

«Sento in te il mio potere, ma sento anche oscurità. Non ho la certezza che tu non voglia farle del male».

Feci per ribattere ma, all'improvviso, Daphne si svegliò e mi guardò con occhi terrorizzati e sofferenti.

«Bloom... che ci fai qui? Io... Bloom... fai smettere le voci, ti prego!»

Era stata corrotta anche la sua anima, come avevo temuto. La fitta al ventre aumentò d'intensità: iniziai a sanguinare corruzione anche in quella proiezione mentale.

«Daphne, sono venuta qui per salvarti! Convinci il drago a lasciarti andare, il tuo corpo è qui che ti aspetta... puoi tornare in vita!»

Ma mia sorella scosse la testa, nauseata.

«N-no... le voci... dicono che mi ucciderai... dicono che sei un abominio... tu... sento l'oscurità in te...»

Caddi in ginocchio davanti alla gabbia infuocata in cui era rinchiusa. Iniziai a piangere e a sbattere la testa contro il corpo del drago, nella vana speranza di placare le mie, di voci.

«Guardami! Guarda cosa ho fatto per te! Sono un abominio, sono una cosa che in natura non esiste, ma... guardami! L'ho fatto per te! Non potrei mai ucciderti! Guarda cosa... guarda cosa ho fatto per te!»

Cercai di sorridere ma non mi uscii bene, sembravo una pazza sanguinaria che aveva perso la testa. Probabilmente la spaventai ancora di più. Notai che mi scrutò con più intensità e smise di piangere, recuperando un attimo di lucidità.

«Sorellina mia... cosa hai fatto?»

Mi guardava con pietà e ribrezzo, o, almeno, era quello che percepivo io. Mi strinsi di nuovo la testa tra le mani e cercai di raccontarle nel più breve tempo possibile cosa era successo, cercando disperatamente di non cadere nella follia.

«Perché... perché lo hai fatto?»

«Non sei l’unica che può sacrificarsi per gli altri, chiaro? Ti amo tanto e ti ho uccisa, non potevo vivere con questa colpa! Ti prego Daphne, per amor mio, ti prego, vieni con me! Purificherò la tua anima e non sarai più corrotta... guarda cosa ho fatto per te, guarda, ti prego... salvati! Salvami!»

Mia sorella tornò a contorcersi di dolore, le voci continuavano a tormentarla e lei si batteva senza sosta per contrastarle.

Dopo molti minuti di agonia, recuperò la ragione quel tanto che bastava per farsi liberare dal drago: purificai la sua anima piuttosto facilmente, non aveva attecchito in profondità. La abbracciai, la abbracciai così forte da sentire le sue costole sul mio corpo, la baciai ovunque, ero incontenibile.

Lei sorrise amara, ma mi lasciò fare. Appena mi staccai, dalla ferita sgorgante corruzione apparve il pugnale: impugnai l'elsa con due mani e la tirai fuori, riportando le nostre anime ai loro legittimi proprietari. Daphne riprese a respirare, il suo colorito tornò roseo, ma ci vollero parecchi giorni prima che si risvegliasse del tutto.

 

 

Questa è la fine della mia storia. Cosa successe dopo? La Griffin mi portò il farmaco dopo tre giorni: da quel momento in poi, avrei dovuto assumerlo per sempre se volevo stare relativamente 'bene'.

Parlai con ognuno di loro in privato: mi fecero una ramanzina infinita ma, alla fine, tutti compresero le mie decisioni e, cosa più importante, accettarono me. Sarebbe più corretto dire che si sforzarono di farlo, ma non lo ammetteranno mai.

Sky raccontò che mi aveva cercato in lungo e in largo, disperato, dopo che i miei gli avevano confidato eccitati che sarei tornata ad Alfea e lui non mi trovò. Ora mi è sempre accanto ed è molto, molto paziente, fin troppo. Ogni tanto ho le mie crisi e la paura del contatto fisico ancora mi tormenta, ma per amor suo cerco di combatterlo con tutta me stessa.

Daphne si sentì in colpa per moltissimo tempo dopo il suo risveglio ma, allo stesso tempo, fu davvero felice di essere tornata a vivere. Io cerco di essere una buona sorella, nonostante tutto. Ci amiamo tantissimo e ci siamo sacrificate l'una per l'altra, questo è ciò che conta davvero.

La Griffin e Faragonda mi dipinsero come un'eroina all'opinione pubblica, poiché avevo scongiurato l'apocalisse vera e propria; ci furono festeggiamenti di ogni sorta e fui proclamata Guardiana degli Orphan.

Come avevo previsto, non persi i miei poteri: si erano notevolmente indeboliti, ma rimanevano comunque di una portata gigantesca, superiore a quella dei normali esseri viventi. Oltre ad insegnare, ora mi occupo di rintracciare e recuperare gli Orphan sparsi per l'Universo, portandoli dalla Griffin per farsi curare. Nei casi più disperati e gravi, purtroppo, sono anche colei che li sopprime.

I presidi di tutte le scuole di magia mi diedero l'autorizzazione a cacciare ed eliminare ogni essere magico malvagio troppo potente per essere abbattuto dai normali organi di sicurezza e protezione, per evitare ad ogni costo che un pericolo simile non sia più corso da nessuno.

Per quanto riguarda me... beh, ho scoperto che non potrò più usare la polvere di fata né acquisire nuovi poteri, è abbastanza scontato.

Emotivamente e psicologicamente sono duramente provata, credo che non mi riprenderò mai del tutto. Però... devo ammettere che ora sto meglio dopo aver scritto tutto... tutto questo. Non so se alle mie allieve serva davvero il diario, ma vi dico una cosa: questo è ciò che è riuscita a fare una che non ha mollato.

Non arrendetevi mai, la determinazione che ho io l'avete anche voi. Coltivate la vostra forza e potrete realizzare tutti i vostri sogni. Ora... basta così.
  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni europei > Winx / Vai alla pagina dell'autore: Sinnheim