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Autore: Xephil e _Fedra_    03/01/2016    3 recensioni
Che fine ha fatto Raki dopo che Claire lo ha sorpreso tra le braccia dell'odiata Priscilla?
Come farà a farsi perdonare?
E, soprattutto, riuscirà a conquistare nuovamente il cuore di una Claymore ferita?
Il fiammeggiante autore Xephil prova a spiegare ciò che aspetta il nostro aspirante guerriero nel seguito di Claymore - Occhi d'argento, stilato dalla penna di _Fedra_
La fine di una misera esistenza umana e l'inizio di un lungo e pericoloso percorso di redenzione.
Riuscirà Raki nella sua impresa?
Noi siamo fiduciosi...
(Prefazione semiseria di _Fedra_)
Genere: Dark, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Raki
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Xephil

La Voce della Redenzione


una One Shot ispirata a Claymore - Occhi d'argento
scritta da
_Fedra_






 


 
Raki era immerso nella più completa oscurità e si sentiva come se stesse galleggiando a mezz’aria. Nessun rumore, nessun odore, nessun sapore; non percepiva niente e non riusciva a vedere niente, mentre sprofondava in quella specie di abisso senza fine.
“C-che succede? Dove sono?”, mormorò spaesato. “Cos’è accaduto? L’ultima cosa che ricordo è…”.
Allora ricordò tutto: l’attacco di quei teppisti… la furia omicida di Priscilla… la rivelazione della sua natura demoniaca… lei che gli si confessava… lei che lo baciava… lui che ricambiava… l’arrivo di Claire in preda al suo lato demoniaco… le lame delle sue braccia che calavano su di lui...
Si portò le mani al volto. “Come siamo arrivati a questo punto? Perché? PERCHÉ??”
Tutto ciò che accade è la conseguenza delle nostre scelte e delle nostre azioni. Siamo solo noi i fautori del nostro destino.
Quella voce dura e cavernosa stava ancora riecheggiando nell’oscurità quando davanti agli occhi di Raki il paesaggio mutò in quella che gli parve a tutti gli effetti l’Apocalisse: comparve la sua città, Roma, messa letteralmente a ferro e fuoco, gli edifici in fiamme o crollati, le macchine rovesciate o abbandonate, la gente urlante che scappava ovunque, yoma famelici che infestavano le strade e trucidavano qualunque essere umano su cui riuscivano a mettere gli artigli. E, in mezzo a tutto quella devastazione, sospesa in cielo come un angelo caduto, stava una mostruosa creatura alata, un demone dal corpo di donna con la pelle blu – violacea, un lungo corno in mezzo alla fronte e fiammeggianti occhi dorati che osservavano la città con uno sguardo di feroce soddisfazione. Una vera regina infernale.
Raki urlò di orrore come se fosse stato in preda al peggiore degli incubi, afferrandosi la testa e dimenandosi convulsamente. Desiderò con tutto se stesso che quella visione fosse solamente un brutto sogno e supplicò di svegliarsi.
Un rombo assordante risuonò di colpo alle sue spalle, facendolo voltare di scatto. Mentre lo scenario infernale svaniva come fumo disperso dal vento, il ragazzo vide un’immensa mano nera generarsi dall’oscurità infinita che lo circondava e puntare contro di lui. Terrorizzato, diede le spalle a quella nuova apparizione e cercò di scappare, ma i suoi piedi erano pesanti come se fossero stati immersi nel catrame e non poté muoversi di più di qualche passo che la mano lo raggiunse; le cinque enormi dita si chiusero su di lui, avvolgendo il suo intero corpo eccetto la testa in una morsa d’acciaio, e lo trascinarono implacabili verso le ombre più profonde, come se non fosse stato altro che un pulcino stretto nella mano di un gigante.
Urlò per tutto il tempo in cui la mano lo tirò giù, nel nero abisso, dimenandosi furiosamente ma inutilmente per liberarsi da quella presa. Poi, finalmente, quella folle caduta ebbe fine. O meglio, si accorse che era finita quando quella mano, senza preavviso, svanì nel nulla lasciandolo sopra quella che sembrava una superficie di ossidiana.
“Ma cosa sta succedendo?” domandò più a se stesso Raki, non aspettandosi di ricevere una risposta in quel luogo vuoto e silenzioso.
Quanto si sbagliava.
“Sai dire solo questo? Sembri un disco rotto, ragazzino!”, disse una forte voce maschile.
In quel momento, Raki vide che ai suoi quattro lati erano comparse altrettante figure, le quali si stavano ora avvicinando a passo lento e cadenzato.
Erano completamente nere e prive di tratti riconoscibili, come ombre viventi e tridimensionali, ma dai contorni dei loro corpi, il ragazzo riuscì a capire che uno indossava un abito di fattura orientale e portava al fianco sinistro quella che sembrava una katana, mentre gli altri vestivano tutti con un impermeabile lungo fino a sotto le ginocchia. Uno aveva il braccio destro che sembrava rivestito da scaglie di rettile e terminava con lunghi artigli affilati, un secondo aveva uno spadone legato alla schiena e un paio di grosse pistole alla vita e l’ultimo aveva anch’egli uno spadone che, però, sembrava identico alle claymore di Claire e compagne. Quando gli giunsero accanto, il ragazzo notò un’altra cosa: l’unica cosa distinguibile sui loro volti neri erano gli occhi, luminosi come fari e di quattro colori diversi: rossi per quello con la katana, verdi per quello col braccio da rettile, azzurro ghiaccio per quello con spadone e pistole e marroni – verdi per quello con la claymore.
E tutti lo guardavano con una certa ostilità.
“E questo sarebbe il tizio che dovremmo salvare? Non è che un moccioso lamentoso e ottuso che ancora crede alle storie a lieto fine!”, sbottò quello con gli occhi rossi, chiaramente scontento.
“Non ne sarei così sicuro. A me sembra più confuso che ottuso.. questo ovviamente non è una scusante sufficiente”, commentò quello con il braccio da rettile. “Hai contribuito a combinare un gran casino, ragazzino”.
“C-cosa?”. Se prima Raki era spaventato e sperduto, ora iniziava a essere davvero terrorizzato. La situazione era a dir poco assurda. “Ma.. ma voi chi.. chi siete?”.
“Chi siamo noi non conta adesso. Direi che la domanda giusta è chi sei tu, o perché sei qui”, rispose quello con la claymore sulle spalle. Riconobbe la sua voce come quella che aveva parlato poco prima e in essa sentì una nota di sarcasmo. “Se sei un po’ sveglio come sembri, tuttavia, potresti risponderti tu stesso, a meno che la tua squilibrata amichetta demoniaca non ti abbia succhiato il cervello”.
Di chi parlava? Priscilla? O Claire?
Malgrado la confusione, Raki si decise a reagire: “Non riesco a capire! Si può sapere che volete da me? Datemi risposte! E smettetela di parlare come se fossi un bambino!”.
“Non fare la voce grossa con noi, ragazzino!”, s’infervorò quello con la katana, gli occhi scarlatti che risplendevano come braci ardenti. La loro intensità fece perdere al giovane universitario il poco sangue freddo recuperato. “Se sei qui è solo perché qualcuno ci tiene a te e alla tua vita! Se fosse stato per me, io..!”.
“Adesso calmati, testa calda”, parlò finalmente quello con gli occhi azzurri, la voce carica di spavalderia e sicurezza. “Dopotutto nessuno di noi ha il diritto di giudicarlo. Noi dobbiamo solo portarlo al capo, poi deciderà lui che farne”.
Detto questo, i quattro si guardarono annuendo e iniziarono a fargli cenno di muoversi; preoccupato di una loro reazione imprevista e desideroso di risposte, Raki obbedì e si lasciò scortare dentro quell’oscurità apparentemente infinita.
Dopo qualche minuto, arrivarono davanti quella che sembrava una poltrona girevole comparsa dal nulla. Seduta su di essa, stava un’altra oscura figura umana, il cui contorno sembrava scintillare di una tremante luce rossa, simile a quella emanata da una fiamma, le gambe accavallate e la testa appoggiata al braccio destro che si sorreggeva col gomito sul bracciolo.
Il gruppo si fermò davanti alla figura e, a un cenno della sua mano sinistra, i quattro che avevano scortato Raki si allontanarono senza dire una parola, scomparendo nelle tenebre circostanti.
Rimasto solo con quell’inquietante compagnia, il ragazzo abbassò gli occhi sentendosi a disagio. “Mi scusi.. ma lei..?”, iniziò, ma fu interrotto subito dall’altro.
“Guardami negli occhi quando mi parli, giovanotto. E non darmi del lei, le formalità sono inutili in questo caso”.
Quella voce! Era la stessa che gli aveva parlato prima di vedere quella visione infernale di morte e distruzione!
Raki alzò subito lo sguardo sullo sconosciuto, il quale aveva aperto gli occhi rivelando due iridi che sembravano mutare colore ad ogni battito delle palpebre, da rossi ad azzurri, da azzurri a verdi, da verdi a marroni, da marroni ad argento, da argento a oro e così via. L’aura che emanava era completamente diversa da quella dei quattro di prima, eppure la sua voce sembrava più giovane e riflessiva delle loro.
“Tu chi sei?” chiese cercando di nascondere il disagio causato da quella continua alterazione cromatica oculare.
“Non ha alcuna importanza la mia identità. Ti basti sapere che sono una persona che conosce te e la tua storia, Raki Yagi”.
Il ragazzo deglutì. “Come fai a conoscermi?”.
“La risposta a tale quesito è affascinante, ma troppo lunga e difficile da spiegare per il poco tempo che ci è concesso.. ti basti sapere che ti seguo da molto tempo e so che razza di vita tu abbia dovuto affrontare finora. Quale sfortuna per un normale studente universitario l’essere trascinato nel bel mezzo di una guerra tra demoni, il dover accettare verità macabre e assurde di cui nemmeno ipotizzavi l’esistenza, l’essere costretto a sopportare l’assassinio dei tuoi cari, ad affrontare così tante nuove scelte... Davvero una vita per nulla facile”.
Raki fissò quel misterioso individuo con occhi sgranati: possibile che sapesse davvero ogni risvolto della sua vita? Che sapesse perfino dell’esistenza degli yoma, dei Risvegliati e delle Claymore? Che riuscisse a comprenderlo?
“Vorrei poter dire questo… ma la verità è che tu, dopo il tuo incontro con la guerriera n°4, Ofelia, hai scelto di percorrere la strada più facile per uscire dalla tua complicata situazione: hai scelto di scappare”.
Il ragazzo si sentì attraversare da una dolorosa scarica elettrica. “Io non sono mai scappato!”, s’infervorò. Non sopportava più di essere definito un vigliacco da nessuno. “Non sono fuggito né da Priscilla né da Claire! Ho smesso di scappare dai demoni che mi circondano!”.
“Lo credi davvero?”
La freddezza con cui pronunciò quella frase bastò a farlo vacillare.
“Credi davvero che farsi ridurre ad un colabrodo per difendere una ragazza demone instabile e pericolosa significhi non scappare? Un gesto coraggioso, non lo nego, ma ti sei chiesto che cosa ha portato a questa tragedia? Quale è stata la causa?”.
“Io…”.
“Non lo sai. Non ti sei chiesto perché Claire fosse in quello stato quando l’hai rincontrata? Credi che sia stato perché lei volesse diventare così?”.
Raki stavolta non rispose, riflettendo invece su quelle parole. Non sapeva più cosa pensare di Claire dopo tutto quello che era successo, tuttavia di una cosa rimaneva sicuro: se avesse potuto, lei non si sarebbe mai Risvegliata volontariamente.
“Puoi arrivare da solo anche al motivo che l’ha portata ad accanirsi in quel modo su di te, a lasciarti praticamente morto sull’asfalto, giusto?” Interpretando il silenzio del giovane come una risposta positiva, lo sconosciuto proseguì: “Non hai colpe per il suo stato di quasi Risvegliata, vero, ma farti trovare in atteggiamenti intimi con l’essere più odiato da lei è stato un gravissimo errore. Ora tutto si è fatto molto più complicato e, se siamo arrivati a questo punto, è solo per colpa tua. Tu hai commesso il peggiore degli errori: tu hai tradito. E non parlo solo della tua amica.. no.. tu hai tradito te stesso”.
La conoscenza perfetta che quella misteriosa figura aveva della sua vita e dei fatti avvenuti e le sue parole così gelide e taglienti fecero tentennare Raki, incredulo. “C-che cosa vuoi.. dire? Come..? Io non.. non volevo...”.
“Non volevi cosa? Non balbettare con me, ragazzino! I mocciosi che sono beccati a rubare la marmellata possono farlo.. non chi vuole essere un adulto! Chi ammette di aver sbagliato e si prende le proprie responsabilità per le sue azioni è degno di essere chiamato uomo! Tu volevi essere tale.. e credevi davvero che accettando l’aiuto di Easley e spostando le tue attenzioni e i tuoi sentimenti su Priscilla lo saresti diventato?”.
Il tono di voce dello sconosciuto stava diventando sempre più alto e minaccioso e l’aura che emanava sempre più intensa. Questo fece indietreggiare istintivamente Raki, il quale però riuscì a gridare con tutto se stesso: “Io volevo.. volevo solo smettere di soffrire! Volevo avere un’altra possibilità di vivere! È davvero così sbagliato?! Perché devo essere coinvolto in tutto questo?!”.
Gaia.” Quel nome e il dolore legato a esso bastò a paralizzare Raki. Come lo conosceva? Davvero allora sapeva tutto?
L’individuo si alzò in piedi. Non era molto più alto di lui, ma era letteralmente sovrastato dalla sua presenza e dalla sua aura, tali da farlo sembrare un titano in quel momento.
Roberta” .
Un altro nome. Un altro ricordo doloroso.
Prese ad avanzare. Lui indietreggiò.
I tuoi genitori”.
No.. basta...
Claire”.
Il colpo finale. Il ragazzo si sentì tremare fin nel suo io più profondo, mentre quelle iridi, che ora cambiavano colore ininterrottamente, sembravano penetrargli fin dentro l’anima e lacerargliela brutalmente.
“Hai avuto tante seconde possibilità per scegliere cosa fare. Avevi giurato sulla tomba della tua amica di diventare forte per vendicarla. Avevi giurato di non fuggire più davanti alle difficoltà e alla verità. Avevi giurato a quella sventurata guerriera di aspettarla, di aiutarla, di rimanerle accanto, di.. amarla. Tu e nessun altro hai deciso di diventare parte del suo mondo spietato, violento e pieno di morte. Tu hai deciso di non lasciar perdere questa storia e di non dimenticarti di Claire per poter vivere una vita normale quando, quella notte, hai deciso di andare in quella discoteca. Volevi la normalità come i comuni mortali? Allora avresti dovuto dimenticare, ignorare la verità del mondo che avevi accidentalmente scoperto... Ma tu non potevi più ignorarla, giusto? Credevi di aver già perso troppo e hai capito che non potevi lasciar stare una realtà così crudele, o sarebbe stato come sputare sulla tomba dei tuoi cari, così hai deciso di andare avanti. Da quel momento non potevi più tornare indietro neanche volendo.. nemmeno quando quell’uomo dell’Organizzazione ti disse di andartene avresti potuto farlo perché dentro di te non potevi e non volevi dimenticare.. ma allora non te ne importava granché perché eri con lei. L’hai resa il tuo mondo, il centro del tuo universo.. e per cosa? Per voltarle le spalle quando hai sentito di non farcela! Quando hai creduto che non tornasse da te perché non provava niente nei tuoi confronti! Hai dichiarato di amarla, che senza di lei la tua vita non aveva più senso, solo per abbandonarla!”.
Il terreno sotto di loro aveva preso a tremare e, tutto intorno, delle colonne di lava eruttarono creando delle cascate di lapilli incandescenti, mentre quella che sembrava una tempesta elettrica si era generata dall’oscurità soprastante e faceva volare fulmini in ogni direzione. Sembrava che le emozioni di quello sconosciuto influenzassero e scatenassero gli elementi stessi.
Raki si guardò attorno sconvolto e terrorizzato, mentre si sbilanciava e cadeva seduto per il terremoto, oppresso da quelle iridi caleidoscopiche, schiacciato dal peso di quelle parole divenute ormai urla.
“Sì, perché tu l’hai abbandonata perdendo la fiducia e la speranza nei suoi confronti! Peggio ancora, ti sei illuso di poter riavere la tua vecchia vita quando hai incontrato un’altra ragazza con cui hai sentito affinità e che, per questo, hai creduto di dover proteggere e curare, al punto da rivolgere su di lei quel tuo presunto grande amore! Non c’hai pensato due volte a rinnegare le tue promesse verso quella guerriera e i tuoi cari morti! Appena ti è stato possibile, non hai esitato a provare a chiudere di nuovo gli occhi per non continuare a vedere quella realtà che tanto ti terrorizzava, a provare a dimenticare gli orrori che avevi scoperto sul mondo in cui vivi! Dov’eri quando lei ti cercava dove saresti dovuto essere? Dov’eri quando avevi promesso di aspettarla e di rimanerle accanto? Tu, nascosto in mezzo agli stessi demoni che hanno distrutto la tua famiglia, a illuderti di poter ritornare a quella vita spensierata! A scoprire che il mondo non è più quel regno oscuro e sanguinario che è da ben prima che tu nascessi! A credere di poter davvero cambiare le cose dimenticando tutto ciò che hai vissuto finora! A porre come tuo nuovo centro una nuova persona perché sull’altra hai perso le speranze!” Il suo tono si abbassò, ma divenne ancor più spietato. “Tu hai rinnegato le tue promesse, i tuoi affetti, il tuo amore.. la tua anima”.
Raki abbassò lo sguardo sui piedi, quel fiume di rimproveri e amare verità che fluiva in lui, forte e implacabile. Aveva sbagliato tutto. Solo ora se ne rendeva davvero conto, ora che qualcuno lo aveva messo a nudo per quello che era.. ora che quei nomi risuonavano senza sosta nelle sue orecchie. Senza rendersene conto si ritrovò a piangere, un pianto silenzioso ma carico di angoscia e rammarico.
Gaia… Roberta… Mamma… Papà… Claire...
Claire. Lei era la ragazza che amava, ma, dopo Ofelia, non aveva sentito più niente di lei, se non quella piccola e incerta informazione sul suo stato da Miria, e questo l’aveva indotto a pensare che l’avesse abbandonato. Tale pensiero, unito al dolore per la perdita dei suoi cari e alla discriminazione riservatagli da compagni e insegnanti per via dell’interrogatorio della polizia, l’aveva portato a sentirsi tradito e lasciato a se stesso e così si era aggrappato alla prima ancora di salvezza che gli era stata lanciata, senza chiedersi chi fosse a sostenerla.
Le parole dello sconosciuto gli tornarono di colpo in mente:
Tutto ciò che accade è la conseguenza delle nostre scelte e delle nostre azioni. Siamo solo noi i fautori del nostro destino.
Era vero. Anche se non se ne era reso conto fino a quel momento, era stato lui a decidere che le cose andassero così. Era stato lui a tradire veramente.
Con una forza che nemmeno lui pensava di avere, riportò il suo sguardo in quello dello sconosciuto ancora in piedi davanti a lui.
“Mi dispiace”.
Due sole parole. Non c’era nient’altro da dire in quella situazione.
L’aura dell’individuo misterioso si affievolì, i suoi occhi smisero di cambiare colore in modo incontrollato e la furia elementale che li circondava svanì senza lasciare nulla del suo passaggio. Indietreggiando lentamente, lo sconosciuto si risedette sulla sedia.
“Sei sincero, lo vedo dai tuoi occhi. Lo apprezzo, ma purtroppo non basta”.
Intrecciò le dita all’altezza del petto con aria meditabonda.
“La situazione è diventata più complicata di quanto credessi e ora quella visione che ti ho mostrato all’inizio potrebbe davvero diventare realtà in un futuro non troppo lontano. Non sei l’unico responsabile, ma il tuo contributo è stato tutt’altro che irrilevante”.
“Cosa posso fare ora?”, chiese allora Raki rimettendosi in piedi e asciugandosi gli occhi, desideroso di poter rimediare ai suoi sbagli.
“Tu puoi fare ancora molto, Raki Yagi. Non puoi cambiare una situazione tanto complessa da solo, ma sei e rimani uno dei pezzi fondamentali in questa partita tra luce e oscurità. Tuttavia, potrai aiutare a decidere le sue sorti solo se lo desidererai davvero e solo se sarai pronto a tutto. Credi di aver già affrontato le peggiori cose immaginabili? Non sai quanto ti sbagli”.
“Non importa. Questa volta voglio fare la cosa giusta. Sono stanco di scappare illudendomi che le cose miglioreranno da sole. Questa volta farò la cosa giusta!”.
Come a confermare le sue parole, il ragazzo fissò la figura seduta dritta negli occhi, quasi a chiedergli di vedere la sua determinazione e la sua sincerità.
Lo sconosciuto rimase silenzioso per qualche secondo, poi fece un piccolo cenno col capo.
“Bello sguardo”, disse, il tono lievemente più compiaciuto. “Forse stavolta riuscirai davvero a fare quello che devi fare. Io posso aiutarti, ma voglio sentirtelo dire. Sei pronto ad affrontare il vero inferno sulla Terra? A soffrire ancora e a versare altre lacrime amare? A sacrificare ancora e ancora nella tenue speranza di migliorare questa situazione così critica e di far sì che molte vite non cadano nel peggiore degli oblii? Sei disposto a sfidare la morte stessa?”
“E anche Satana in persona, se necessario!”.
“In tal caso, ti aiuterò, Raki Yagi. Farò in modo che tu diventi un vero guerriero, non tanto nel corpo quanto nell’anima. Questo è ciò che davvero occorre: un animo forte e coraggioso. Puoi avere anche il corpo più potente del mondo, ma senza un cuore altrettanto forte, non ti servirà a granché. Io farò in modo che tu acquisisca questo cuore!”.
Raki annuì, rinvigorito da quella promessa; poi, un pensiero improvviso gli attraversò la mente.
“Posso chiederti una cosa? Tu conosci tutta la mia storia e l’attuale situazione non solo mia, ma anche di Claire e chiunque altro e dici di voler aiutarci a migliorare, di volerci salvare dal futuro apocalittico che ci attende.. tuttavia, se ho ben capito, non combatterai al nostro fianco, giusto?”.
“No, hai capito bene”, rispose l’altro senza esitazione.
“Ma.. perché? Ho visto che possiedi dei poteri incredibili, sicuramente superiori a quelli di qualunque demone! Perché non combatti al nostro fianco? Potremmo sicuramente vincere!”.
“Forse, ma non posso. Non ho la presunzione di definirmi una divinità, ma, come Dio con gli umani, nemmeno io posso interferire direttamente nelle vostre faccende, né posso influenzare l’equilibrio del vostro mondo tramite azione diretta. Posso aiutarvi in modo indiretto, aiutarvi a vedere i vostri errori e a comprendere cosa volete veramente, ma non posso agire di persona. Purtroppo non mi è concesso, primo, perché le sorti del vostro mondo non sono mia responsabilità, secondo, perché altrimenti non maturereste mai come individui e non sareste mai in grado di prendere veramente in mano le sorti del vostro destino. Voi e voi soltanto potete cambiare il vostro mondo”.
“Ma allora perché vuoi aiutarci comunque? Perché vuoi aiutare me?”.
Lo sguardo dell’individuo misterioso si fece pensieroso e distante. “Perché l’ho promesso a una persona. Non chiedermi chi sia, non ti risponderei comunque. Ti basti sapere che è una persona che tiene molto a te, a Claire e a tutte le sue compagne e io ho molto a cuore quella persona. Ecco perché ho promesso di aiutarti come posso”.
“Non sono sicuro di aver capito appieno cosa intendi quando dici di non poter agire direttamente, ma ora capisco il perché vuoi farlo. In ogni caso, ti ringrazio!”.
Strinse il pugno destro davanti agli occhi.
“Ora so cosa fare. Questa volta saprò davvero aiutarti e starti accanto, Claire”.
“Mi auguro davvero che stavolta saprai fare la cosa giusta. Spero che tu sappia comprenderlo come l’hai compreso qui”.
Quella frase suscitò la curiosità di Raki. “Che cosa vuoi dire?”.
Il tono dello sconosciuto si fece grave: “Non appena te ne andrai, ogni tuo ricordo riguardo questa conversazione sarà cancellato e tu avrai solo la sensazione di aver fatto uno strano sogno. Una volta tornato nel tuo mondo, sarai di nuovo in mezzo ai demoni e dovrai scoprire e capire tutto quello che hai capito qui da solo”.
Il ragazzo sbiancò. “Cosa? Perché?” esclamò spaventato. “Avevi detto che mi avresti aiutato! Come puoi farmi questo? Proprio ora che avevo capito.. perché? Perché?”.
“Mi dispiace, ma è necessario. Primo, la mia esistenza e il mio intervento devono rimanere segreti, secondo, queste che ti ho aiutato a capire io sono cose che, in realtà, devi scoprire da solo. Non ho il diritto di giudicare le scelte degli altri, né di dir loro cos’è giusto o sbagliato, e se ora sto agendo così è solo perché ho fatto una promessa. Devi capire da solo qual è la cosa giusta. Io veglierò sui tuoi passi e manderò una guida che aiuterà non solo te nel tuo cammino, ma anche tutte le persone che giocheranno un ruolo fondamentale nella storia del vostro mondo. Questa guida ti aiuterà, ti renderà un guerriero vero come ti ho promesso, ma per forgiare il tuo cuore devi dargli tu stesso la direzione da seguire. Nessun altro può o ha il diritto di farlo”.
“Ma.. se non.. dovessi fare la scelta.. giusta? Se non..?”.
“Hai aperto gli occhi una volta, potrai farlo di nuovo se lo vuoi. Se lo desideri davvero, allora troverai la risposta giusta anche da solo, proprio come hai fatto prima. La tua anima sa già qual è tale risposta, tu devi solo credere in lei e nelle persone che sai di amare davvero. Io ho fiducia in te”.
Quelle ultime parole sorpresero Raki più di ogni altra cosa. Malgrado tutti i suoi rimproveri e la sua ira, lui si fidava di lui? Sul serio? Nessuno gliel’aveva mai detto così apertamente.
Non riuscì a non chinare il capo in segno di rispetto. “Grazie. Grazie davvero” disse con voce rotta. “Stavolta ti prometto che non deluderò nessuno!”.
“Non prometterlo a me, giovane Raki. Promettilo a te stesso”.
Quando risollevò il capo, Raki notò che al alto destro dello sconosciuto era comparsa una strana leva sospesa a mezz’aria. “Scusa e quella cosa sarebbe?”, chiese indicandola.
“Stai per scoprirlo. Ah, prima che tu te ne vada, ho un’ultima cosa da dirti.” I suoi occhi ricominciarono a cambiare colore a ripetizione, mentre la sua voce diventava più cupa e feroce. “Guai a te se osi fare di nuovo la scelta sbagliata!”.
E abbassò la leva.
Un istante dopo, sotto i piedi di Raki si aprì una grossa botola che lo fece precipitare in un nuovo abisso oscuro. Il ragazzo scomparve con un urlo terrorizzato.
La leva svanì nel nulla e, ai lati della figura seduta, ricomparvero i quattro che avevano scortato Raki fin lì. “Ehi, vecchio, non credi di esserti messo un po’ troppo in mostra?”, chiese ironico quello dagli occhi azzurro ghiaccio.
“Non chiamarmi così, stronzetto! Anche se vi considero miei figli, non sono tanto più vecchio di voi”, ribatté stizzito l’individuo misterioso.
“Sei davvero sicuro che saprà capire davvero cosa deve fare?”, chiese quello dagli occhi verdi appoggiandogli la mano artigliata sulla spalla.
“In fondo è un bravo ragazzo. La sua unica colpa è che è troppo ingenuo e caritatevole, così si lascia manipolare fin troppo facilmente. Ma c’è un grande cuore nascosto in lui, più forte di quanto chiunque altro, lui stesso, immagini. Sceglierà la strada giusta”.
Quello con gli occhi rossi sbuffò. “Lo spero”.
L’individuo misterioso lo ignorò e si rivolse invece a quello con gli occhi marroni –verdi e la claymore, rimasto silente fino a quel momento: “Ora tocca a te. Sai cosa fare, quindi lascio tutto nelle tue mani”.
L’altro rispose con un ghigno malizioso. “Non preoccuparti. Non fallirò”.




Salve a tutti! :) Vi sono mancata?
Lo so, io e mio marito Xephil volevamo tanto fare un esordio SERIO...e invece questo è stato il risultato, nato dalla sua lettura dell'ultimo capitolo di Claymore - Occhi d'argento. Vi posso assicurare che quel giorno a Termini hanno visto una colonna di fumo nero e la porta di un treno scardinata e gettata sui binari! XD
Davvero, al pari di me, lui ha molto a cuore Raki: è un bravo ragazzo, in fondo, solo che la sua ingenuità porta più danni che altro...
In ogni caso, dalla prossima settimana torneremo SERI * ve lo prometto! * con Claymore - Rebellion, sul mio canale già dall'8 gennaio, e la nostra figliola crossover dedicata ai magici mondi infernali di Claymore e Devil May Cry: restate in linea, perché questo 2016 si prospetta moooolto impegnativo XD
A presto!
Vi voglio bene <3


_Fedra_


con la straordinaria, pirocinetica, SPUMEGGIANTE partecipazione della mano di...Xephil!




 
   
 
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