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Autore: Mumei    03/01/2016    0 recensioni
Storia di un ordinaria vita di una teenager che punta a diventare straordinaria. Amore amicizia lacrime dolore angoscia illuminati da qualche raggio di felicità e piccole gioie quotidiane. La ragazza trova una nuova se stessa plasmata dalle persone che incontrerà nell'arco della storia, che inizia col ritrovamento della fede che la porta a fare alcune conoscenze che le porteranno inizialmente gioia, ma che la faranno poi sprofondare in un abisso.
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Hayden era fantastico. Era dolce, mi faceva ridere e si faceva adorare sempre di più qualsiasi cosa facesse, la nostra amicizia procedeva a gonfie vele. Ogni volta che ci vedevamo, purtroppo solo a catechismo, parlavamo del più e del meno come per esempio dello strano ragazzo conosciuto tramite un gruppo che mi perseguitava e ci provava con me ad ogni occasione, ragazzo che feci chiamare da Hayden che fece finta di essere il mio ragazzo infastidito dal suo scrivermi con insistenza, oppure parlavamo di quanto fosse impossibile la scuola in quei giorni, o della sua imminente gita scolastica a torino. Le cose andavano bene. C'era tutto: camminate per mano, sguardi, soprannomi o frasi di cui noi due soltanto sapevamo il vero significato, "cose nostre" rispondevamo quando ci chiedevano i perché di tali accostamenti parole o simili. Ed era vero, erano "cose nostre", "cose nostre" del nostro piccolo mondo, un mondo prefetto in tutti i suoi difetti, i nostri difetti, il mondo perfetto per noi due, Hayden e Cassandra, protagonisti di una storia dal finale incerto, di una storia dove in realtà tutto è sempre stato incerto, ma nessuno lo voleva ammettere. Un esempio ne era la prima crepa. La prima crepa che aveva intaccato la mia visione magica del mio migliore amico, quella formatesi il giorno di carnevale, il primo segno che in realtà non era del tutto perfetto il nostro mondo. Ma io testarda come sono lo avevo ovviamente ignorato, ma non avrei potuto ignorarlo per molto, perché si sa che prima o poi la verità che si cerca tanto di nascondere viene a bussare alla tua porta, e a quel punto non la si può più evitare. Venne a bussare con un martello e un chiodo che fecero la seconda crepa, iniziando a formare quella che sarebbe poi diventata un enorme ragnatela di sofferenze. Era il giorno della raccolta viveri per i bisognosi, io arrivai un po dopo di lui, e quando lo vidi stava giocando a calcio con altri ragazzi, mi accorsi che mi aveva vista ma non me la presi perché non mi salutò, infondo era impegnato a giocare e non volevo distrarlo, solo che quando gli animatori ci richiamarono per dividerci nelle zone dove chiedere i viveri non giocava più, eppure non mi salutò egualmente, dovetti andare io"ehi non si saluta?"mi guardò con aria infastidita prima di distogliere lo sguardo e farmi un cenno con la mano" ah si ciao"mi sentii ferita"come è stata la gita?""bella"gli animatori ci richiamarono per una seconda volta e ci divisero in gruppi e noi non capitammo insieme, e stavolta lui non fece niente per impedirlo come faceva di solito. Durante la raccolta comunque mi divertii molto lo stesso. Ero con alcuni ragazzi simpatici, di cui con uno in particolare mi trovai molto bene, il suo nome era Kevin, un po timido ma molto gentile e volenteroso. Finita la raccolta i vari gruppi si sono ritrovati per mangiare, e lì speravo di poter stare con Hayden, il quale però mi evitò come la peste, facendomi soffrire. Ormai non potevo più mentire a nessuno, soprattutto a me stessa. Mi piaceva. Mi piaceva non come amico mi piaceva come ragazzo, come persona, e dalle camminate mano nella mano e da come si comportava con me pensavo fosse lo stesso anche per lui, ma come si comportò quel giorno mi fece ricredere parecchio. Così mi confidai con Caroline a quella cena, la quale si confidò con me su quel che provava per uno dei suoi migliori amici. Eravamo entrambe cotte dei nostri amici del cuore, e entrambe avevamo con loro un legame incerto, che odorava di menzogna, ma ci meritava andare avanti. Quando i ragazzi e gli animatori iniziarono a tornare a casa andai da Hayden per salutarlo"riesci a sfuggire dalle mie grinfie per questa sera eh?" Sottintesi che c'era gente e che quindi probabilmente non mi avrebbe salutato col solito bacio- abbraccio"no dai oggi no"sussurrò imbarazzato guardando il terreno"ehi senti che cosa succede? Mi hai evitata tutta la sera...""no ecco penso che....""che?""penso che dovremmo smetterla per un po', prenderci una pausa ecco...."queste parole mi arrivarono come un getto di acqua gelida sul viso. Una pausa. Come quando una coppia che litiga spesso si prende un periodo per stare uno separato dall'altra per vedere se possono continuare a stare insieme oppure se occorre lasciarsi per tornare ad essere felici, felici separatamente. Una pausa fra noi che neanche stavamo insieme."Cosa? Una pausa? Vuoi stare lontano da me?""Emh....si, almeno per un po'...."in quel momento le mie emozioni volteggiavano dalla voglia di dargli un pugno sul naso a scoppiare a piangere, dato che la seconda stava per avere la meglio lo guardai con odio e dissi un semplice"ok" trattenendo il respiro. Piansi a casa, e piansi tanto e mi ricoprii di insulti dandomi la colpa del suo comportamento non sapevo neanche per cosa, ma la colpa era mia per forza, infondo lui era perfetto no? Chiamai la mia migliore amica Anna-Leigh, la conoscevo da anni e lei mi avrebbe capita per forza e mi avrebbe consolata meglio di chiunque altro, e infatti parlare con lei mi fece sentire meglio. Mi disse che dovevo solo aspettare e che era sicura che non era colpa mia ma sua, perché il suo comportamento era ingiustificabile sotto ogni punto di vista , e che la pausa sarebbe finita presto e che dovevo solo calmarmi e non pensarci, nonostante sapeva non sarebbe stato affatto facile farlo. Aveva ragione su tutto eccetto una cosa: la pausa non sarebbe finita presto, anzi sarebbe durata tanto, troppo. Sarebbe durata un mese intero.
   
 
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