04/01/2016
1 recensioniDolce Fiume
Dedicata al mio Origamaka, con cui non mi stanchero mai di parlare finche non mi si chiudono gli occhi.
Passi svelti, voci affannate, freddo pungente, rotaie che stridono contro le ruote della metrò, foglie cadute e vuoto.
Una fredda mattinata autunnale come tante altre.
Il viavai di luci e suoni serpeggiava tra le gallerie della piccola metrò, disegnando sui grigi muri zebrati giochi di luci.
Una minuta ragazza dalla alta coda di cavallo se ne stava immobile e rigida, con l’aria di una che non sa bene da che parte andare.
Osservava di sottecchi i passanti, seduta sulla fredda panchina, infagottata in una morbida giacca verde chiaro.
Come ogni mattina aspettava la metrò per andare a scuola, con la sua borsa stretta in grembo.
Si sentono i rumori di un mezzo in arrivo, il frenare contro le rotaie provocava sgradevoli stridii metallici e Chihiro arricciò il naso, infastidita.
Non era il suo treno quello.
Mancavano ancora dieci minuti all’arrivo di quello giusto.
Chihiro prese a guardarsi in torno, per ingannare il tempo e fu in quel momento che, di sfuggita, con la coda dell’occhio, vide una sagoma famigliare che si avvicinava mestamente.
Era un giovane, forse un po’ più grande di lei, con i capelli corvini dal taglio netto e gli occhi grandi verde mare, luccicanti, alto e con la divisa maschile della sua stessa scuola.
Le si sedette affianco, leggero, ed una grande, enorme, botta di calore le colpì in pieno il petto.
-Ciao Chihiro – salutò il ragazzo, sorridendo gentile e con gli occhi che sembravano scintillare di felicità.
Incredulità, eccitazione, malinconia, felicità; tutte le emozioni possibili ed immaginabili le sbattevano con violenza contro la pelle come un fiume in piena. Sentiva il cuore e lo stomaco andarle a fuoco, le gambe rigide, intorpidite e le braccia stanche, sfinite.
Senza parole, semplicemente, si alzò di scatto, come un soldato e strinse con forza le mani del ragazzo, con le labbra premute tra loro per contenere quel boato di emozioni, che si rialzò piano, come ad assaporare il momento, sorridendo.
-Haku…- sussurrò e strinse più forte quelle mani che per tanto tempo non l’avevano più rassicurata ed accarezzata.
-Haku- ripeté un po’ più forte, alzando di scatto il viso e puntando i suoi lucidi occhi nocciola in quelli dell’altro sorridenti e felici, di un verde ipnotizzante.
-HAKU! – urlò incredula, saltandogli al collo d’improvviso e stringendo più forte che poteva per paura che non fosse reale, che fosse acqua.
Poteva essere reale?
Sì.
Era lui. Era lui. ERA LUI!
Lui in persona! Carne ed ossa!
Haku era lì, le sorrideva e la abbracciava. Haku era lì!
Era lì con lei!
-Haku! Oh Haku! C’è l’hai fatta! C’è l’hai fatta! Sei qui! – non ci poteva credere, non era possibile, il cuore che le scoppiava e lo stomaco in gola, le lacrime che scorrevano lungo il viso morbido.
Era… era solo alla stazione! Come tutte le mattine! Era solo lì ad aspettare il suo treno!
-Sì Chihiro. Mi dispiace di averci messo così tanto. Sono qui- sussurrò accarezzandole i capelli setosi.
-non ci posso credere! È reale! Tu sei reale! – esclamò felice, tra le lacrime.
Si alzò in punta di piedi, troppo felice per fare qualsiasi altra cosa, e premette le labbra su quelle del ragazzo, in un morbido e inesperto bacio.
-Sei qui…-
Non le importava di aver appena perso il treno, non le importava dei passanti che sorridevano guardandoli, non le importava nulla. Solo Haku, che sorrideva più di prima, tenendola stretta. Poggiò la fronte su quella della ragazza, intrecciando piano le dita.
Sapeva di vento e di prati dopo la pioggia.
Con la stessa dolce imprevedibilità dell’acqua di un fiume Haku era ricomparso della sua vita, come del resto aveva promesso e lei, Chihiro, la bimba della Città Incantata, che non lo avrebbe lasciato un’altra volta, non lo avrebbe fatto scivolare via ancora. Lo avrebbe tenuto stretto a se, perché era l’unica cosa di cui aveva davvero bisogno: Haku, il suo Haku. E non c’erano più streghe dai lunghi nasi o leggi magiche a tenerli lontani.
Erano solo loro.
Niente di più.
Lo ripeteva sempre, il vecchio Kamaji, che il loro era…
Amore.
*la pergamena dello spiritello dei colori e dei Kanji mancati*
Ciao gente dagli ottimi gusti cinematografici ^^ <3
Ieri, dopo MESI, ho ri-ri-ri-ri-rivisto La Città Incantata e mi è salita una voglia tremenda di scrivere un “seguito”.
Insomma, l’ho sempre voluto!
Voglio sapere se Chihiro ed Haku si rincontreranno mai!
Voglio sapere che fine hanno fatto tutti!
Se Senza Volto sta bene e se Lin lavora ancora alle Terme degli Spiriti o ha intrapreso il viaggio in treno che tanto voleva fare!
E se Kamaji ancora impera sulla fuliggine.
O se Yababa è ancora così bastarda e se il suo pargoletto è dimagrito almeno un po’ u.u
VOGLIO UN SEGUITO INSOMMA!!!!
Vabbè, finché non troverò il modo di contattare Zio Miyazaki dovrò arrangiarmi con una sovra-dose massiccia di film mentali -3-
Tornando a noi… è scritta davvero di getto e secondo me non ha né capo né coda, ma sono curiosa di sapere che ne pensate :3
Ricreare i paesaggi disegnati è assolutamente impossibile da fare descrivendoli, la magia svanirebbe… quindi credo che questa sarà pressappoco l’unica fic che scriverò sui suoi film, anche se i film mentali sono valanghe xD
Detto ciò spero vi sia piaciuta! <3
Alla prossimaaa
L.K.
Sono ben accette recensioni, spiriti bizzarri e onigiri ;)