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Autore: Nelith    04/01/2016    3 recensioni
[Scritta per il contest Malia: il canto delle sirene, indetto da Yuko chan. Prima classificata]
[Scritta per il contest Quando il fantasy è dark, indetto da Nuel2. Terza classificata]
Si chiuse la porta alle spalle, isolando quel cubicolo dal resto del mondo. Tutto era di legno al suo interno, tranne l'amaca di corda che serviva da letto. Appena entrò emise un basso suono scricchiolante e dalle fessure del legno iniziarono a fuoriuscire una miriade di insetti che andarono a infilarsi sotto gli abiti di Hira. Il tessuto iniziò a muoversi, brulicante di vita mentre lui gemeva quasi estasiato dal contatto con le sue creature. Un lungo centopiedi si attorcigliò tra le sue dita, e Hira se lo portò vicino al viso.
«Ho un lavoretto per te. Hai fame, vero?»
Genere: Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Senza nome 1

Il fuoco divorava ogni cosa, nulla era tralasciato, come se fosse mosso dalla volontà di qualcuno. Tra gli scricchiolii e i cedimenti della struttura si sentivano violenti rintocchi di metallo: lo scontro proseguiva nonostante il campo di battaglia fosse ormai completamente invaso dalle fiamme. Le due lame che si incrociavano erano illuminate dal fuoco mentre danzavano assieme ai due guerrieri. Un nuovo crollo, questa volta più vasto, aprì un varco verso la notte; il vento spazzò via gran parte del fumo, dando però nuova energia alle fiamme, aumentando il calore già quasi insopportabile dell’incendio. Il fuoco ardeva la villa mentre la tempesta spazzava via l'esterno, tingendo la notte con lampi cremisi.

Il cavaliere si domandò come riuscisse ancora a vedere e a respirare in una simile situazione: solo adesso aveva cominciato a risentirne. All’inizio aveva quasi camminato tra le fiamme senza rendersene conto, avvertendo solo un leggero e trascurabile calore.

Continuava a combattere, si sforzava di non sentire l’impugnatura arroventata tra le sue mani, che lo ustionava. Serrava testardamente le dita, il sangue aveva reso la presa appiccicosa e la carne della mano si era attaccata al metallo. Il suo avversario si ergeva tra le fiamme come se il fuoco non potesse toccarlo, sorrideva. Aveva sorriso per tutto il tempo, fin da quando lo aveva ospitato in casa.

Se sopravvivrò, pensò il cavaliere, non ospiterò mai più qualcuno, non importa quanto freddo faccia o quanto sia ormai prossima una tempesta. Quel momento di distrazione lo portò a urtare qualcosa con un piede, abbassò lo sguardo e vide un arto sporgere dalle macerie. Un anello spiccava tra le fiamme che stavano consumando la carne ormai carbonizzata. Urlò. Urlò con tutto il fiato che gli restava, scagliandosi contro il suo avversario con ferocia, giocandosi il tutto per tutto. La lama affondò nel fumo, tagliandolo senza incontrare nessun ostacolo. Il vento che entrava dai vari varchi spazzò via tutto quello che restava dell'illusione.

«Dove sei?!»

«Qui.» il cavaliere si voltò, la spada stretta tra le mani che puntava alla gola del suo avversario. La lama compì un ampio arco, intercettato quella avversaria, la violenza fu tale che la lama del cavaliere si spezzò e una parte della punta volò indietro, conficcandosi nella sua spalla. «Direi che ho finito.» il cavaliere vide che aveva una mano appoggiata alla parte senza filo della sua spada, la teneva verticale, salda come un muro.

«Di che materiale è fatta?» chiese più a se stesso che al suo avversario.

«Anime e sangue.» rispose prima di muoversi con rapidità inumana. La testa del cavaliere rotolò a terra, le fiamme la inglobarono poco dopo seguendo la volontà del vincitore. La lama affondò nel collo del cavaliere, penetrando per l'intera lunghezza. Attese, attese che le fiamme consumassero ogni cosa attorno a loro senza però sfiorarli, fino a quando il corpo del cavaliere si svuotò completamente dal sangue, assimilato dalla lama. Appena la estrasse dal corpo, una miriade di creature si mossero sotto la cute raggrinzita del cadavere; una volta lacerata, gli insetti sciamarono sul terreno, divorando i pochi resti che il fuoco aveva lasciato, poi si diressero verso il vincitore, arrampicandosi sul suo corpo e svanendo.

La tempesta sopra di lui ancora imperversava, anche se la pioggia aveva cessato di cadere e solo gli echi lontani dei tuoni riempivano la vallata.

Lui sorrise, osservando la terra bruciata attorno che li circondava, poi sollevò lo sguardo verso il cielo che sembrava attraversato dalle stesse fiamme che avevano divorato la villa e i suoi abitanti.

«Ne resta uno.» sorrise soddisfatto, sentendo il vento che gli accarezzava la pelle, poi, lentamente, riprese il suo cammino. Il nord lo aspettava.

 

 

 

I Deliri di Nelith

Buon anno! XD Torno con una minilong fantasy che partecipa a 2 contest

- Malia il canto delle sirene indetto da Yuko chan

- Quando il fantasy è Dark [Multifandom + Originali] indetto da Nuel2

Ma doveva esserci un terzo contest, L'inizio e la fine di ogni cosa indetto da ManuFury, peccato che abbia sforato il limite di parole consentito e quindi mi sia ritirata XP

Detto ciò spero che il prologo vi abbia incuriosito almeno un po', presto avete anche gli altri tre capitoli ^^

 

   
 
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