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Autore: TrustInBieber    05/01/2016    5 recensioni
Essere l'angelo custode di qualcuno fa schifo, specialmente quando non ti vedono e non ti sentono.
Sono praticamente isolato, ecco tutto. Isolato con una ragazza di 17 anni che ho visto nuda almeno un miliardo di volte e che non sa neanche della mia esistenza.
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Justin Bieber, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Justin's POV.

 

 

 

“Se non la smetti di tenere quel muso ti do il cucchiaio sul naso, Justin.” Dice Lux mentre mangia il suo gelato, seduta sul suo letto con trenta libri diversi attorno a lei. “Dai, cos'è quella faccia? É tutto il giorno che pensi a qualcosa, che cos'è?”
Continuo a passarmi la pena da un dito all'altro della mano, poi la poso sulla scrivania e mi alzo dalla sedia. “Dobbiamo parlare.”
“Sai, quella è una frase che nessuno vorrebbe sentirsi dire. Mai.” Dice prima di appoggiare la vaschetta del gelato sul comodino. “Di che cosa?”
“Ho parlato con Dio-”
“Che figata!”
“Lux.” Le lancio un'occhiata. “Non è una figata.” Mimo il suo tono e lei ride. “Ci sono due scelte. Beh, tre, se contiamo quella che alla fine non cambia niente.”
“Tre scelte per cosa?”
“Ci sono due possibilità per una sola eccezione, e dobbiamo sceglierne una entro sei ore. Nella prima possibilità, posso tornare sulla Terra sotto forma umana, avere 18 anni e vivere come qualsiasi altra persona intorno a te. In questo caso, però, tu non ti ricorderesti di me. Morirei a 70 anni in un incendio, potrei andare all'Inferno, ma tu ci andresti sicuramente per avermi...” Faccio una smorfia. “Convinto ad allontanarmi dal Paradiso per te.”
“Stai scherzando?”
“No.”
Si lecca le labbra. “La seconda?”
“É quella che odiavo all'inizio ma che adesso preferisco. Ascoltami fino in fondo e non interrompermi.” Annuisce e le prendo le mani. “Dovrai impiccarti.” Apre la bocca e gliela copro velocemente. “Ho detto ascolta.” La lascio libera e lei aggrotta la fronte. “Sarebbe considerato come un sacrificio a Dio, perciò entreresti in Paradiso, e potremmo stare insieme.”
Rimane in silenzio per un po'. “Perchè preferiresti che mi suicidassi?”
“Perchè il dolore che proveresti impiccandoti non è niente in confronto a ciò che proveresti se andassi all'Inferno, Lux. Te lo garantisco. Gli umani sanno sì e no tre cose su come è fatto quel posto, e le cose che sapete sono già orribili. Immagina come sono le altre. Entrambe le scelte fanno schifo, specialmente chiederti di rinunciare alla tua vita per me, perciò c'è sempre la terza scelta.”
“Quale sarebbe?”
“Rimanere così. Io continuerò a essere il tuo angelo custode, e nulla più.”
Mi passa un dito sulla mano e lo segue in silenzio con gli occhi. “Tu quale preferisci tra le tre?”
“Per moralità e probabilmente intelligenza e pietà, la terza. Per puro egoismo, la seconda. Ma la scelta spetta a te, considerando il fatto che in entrambi i casi sei fottuta.”
Annuisce lentamente e si gratta una spalla. “Quindi dovrei morire per te o bruciare per te.” Dice infine. “Non c'è altro?”
“Sì, ma non voglio rischiare. Dovrei accettarlo senza sapere cos'è e potrebbe essere peggio. Lux-”
“La seconda.”
“Che cosa?!” Sbotto. Si stringe nelle spalle. “Lux, hai sentito tutto quello che ti ho detto? Ogni parola? Compreso il modo in cui dovresti...”
“Sì, ho sentito tutto. Penso che se mi ami davvero e vuoi stare con me dopo aver passato 17 anni con me e avermi apparentemente salvata da tutto, è il minimo che posso fare per ricambiarti.”
“Lux, non si ricambia una cosa così impiccandosi. Insomma, ti ho tenuta in vita per 17 anni solo per vederti suicidarti per me? Non funziona così, lo sai bene.” Sospiro.
Si stringe nelle spalle ancora una volta. “Mi ami davvero? Insomma, hai capito se è solo una cosa passeggera o una di quelle cotte che ti prendi per chiunque quando stai per avere le mestruazioni?”
Inarco un sopracciglio e lei ride. “Lux, per favore.”
“Per favore cosa? Tu vuoi stare con me e io non voglio che tu abbia una possibilità di andare all'Inferno dopo aver passato così tanto tempo a servire Dio. E non voglio assolutamente che tu muoia bruciato. E non voglio andare all'Inferno neanche io. Alla fine la seconda possibilità è la migliore. Giusto?”
“Quasi.” Bofonchio. Non può fare sul serio, andiamo.
“Penso che il minimo che possa fare adesso è salvare te in cambio.” Ripete, battendo le dita sul libro. “Insomma. Sei un angelo. É veramente il colmo per un angelo andare all'Inferno. Non voglio che tu diventi come Lucifero. Sei un po' come l'Arcangelo Gabriele in Supernatural. Ti comporti da stronzo ma alla fine appari. Non so più cosa sto dicendo.” Collassa tra le mie braccia e io sospiro. “Quando devo farlo?”
“Non lo so.”
“Farà male?”
Che diamine le dico ora? La verità, probabilmente. “Sì. E sarà lunga. Ma poi finirà e non sentirai più niente, te lo prometto.” Le bacio i capelli e la sento sospirare piano.
Giuro che se Dio non la manda in Paradiso per questo, scatenerò una guerra che neanche una bomba atomica potrebbe causare.

 

 

Continuo ad accarezzarle i capelli mentre dorme, pregando che domani mattina Dio mi richiami su e mi dica che è stato tutto uno scherzo, che possiamo stare insieme qui o che Lux può venire in Paradiso senza togliersi la vita.
Come fai a chiedere a una ragazza di 17 anni di uccidersi per te e farla passare come una scelta migliore dell'altra?
Ma l'Inferno è peggio. É l'ultima cosa che si vorrebbe per la persona che detesti di più al mondo, figuriamoci per quella che ami.
Cinque giorni. Le ha dato cinque giorni per dire addio alla sua famiglia, ai suoi amici, ai suoi progetti per il futuro, alla sua casa. E meno male che si dice che Dio sia così indulgente e caritatevole.
L'ho dovuta mandare a letto con la forza dopo che aveva passato due ore a cercare su Internet come si fa il cappio con una corda.
Si rigira nel letto per la quarta volta e seppellisce il viso nel mio collo, sospirando piano.
Non ci credo che lo farà davvero. Probabilmente scapperà, o mi dirà che non può rinunciare alla sua vita per me.
E lo capirei benissimo.
Avrebbe più senso se anche lei mi amasse, ma non ha un motivo per togliersi la vita solo perchè io amo lei e solo perchè non vuole che io abbia una possibilità di andare all'Inferno.
Non cambierebbe niente per lei.
Mi sono comportato da egoista. Dovevo dirle che la scelta migliore era la prima, ma in quel caso sarebbe finita all'Inferno lei.
Penso davvero che questa sia la scelta migliore, anche se, come ho detto prima, è assurdamente egoista. Non puoi chiedere alla persona che ami di rinunciare alla propria vita solo per te.
Lux apre gli occhi e si sposta leggermente. “La tua ansia mi sta facendo fare brutti sogni, Justin.” Mi comunica piano e io rido.
“Mi dispiace.” Sussurro e lei si mette a sedere, accendendo la lampada e guardando l'ora.
“Sono le tre di mattina, perchè non stai dormendo?” Mi chiede.
“Perchè tu sei una cogliona e io probabilmente lo sono più di te. Dio in ogni caso ci supera in questo momento, il che non succede sempre.” Sospiro e lei sorride.
“Non mi hai costretta a fare niente. Insomma, è il minimo che posso fare per te dopo tutto ciò che hai fatto per me.” Dice tranquillamente.
Mi metto a sedere anche io e mi lecco le labbra. “Io non ho mai rinunciato alla mia vita per te, Lux.”
“Sì che l'hai fatto.” Inarca un sopracciglio.
“No, ero già morto. Non ho dovuto suicidarmi per prendermi cura di te.” Le ricordo.
Alza gli occhi al cielo. “Stai rinunciando comunque alla tua vita. Da angelo custode potresti fare qualsiasi cosa. Potresti intrufolarti nei bagni delle ragazze, potresti andare in giro a spaventare le vecchiette coi cani, potresti andare a fare le immersioni e vedere i pesci senza doverti preoccupare di respirare, potresti arrampicarti sugli alberi e vedere gli uccelli che fanno le uova. Non lo so, potresti fare un casino di cose e sei bloccato con una di 17 anni per cui il massimo del divertimento è guardare film Disney sul divano con un panino e una coca cola. Rinunciare alla tua vita non significa solo ammazzarti, significa anche non fare quello che vuoi fare perchè hai delle responsabilità più grandi, come prenderti cura di me.”
Prima che possa rispondere, comunque, lei crolla di nuovo sul letto e si tira le lenzuola fino al mento prima di scomparirci sotto.
“Ora spegni la lampada e vai a dormire. Ho un casino di roba da fare domani, tra le quali programmare il mio suicidio con una corda che dovrò anche comprare.” Mi dice tranquillamente e io la fisso per qualche secondo.
Non sono sicuro che lei sia in sè.
Non sono neanche sicuro io di essere in me.
Ma nonostante ciò, spengo la lampada e mi sdraio accanto a lei prima di crollare in un sonno profondo.

 

 

 

Quanto è passato? Un anno? Due? Non ne ho idea.
Mi dispiace tantissimo per il ritardo che ormai non è neanche ritardo ma una semplice presa per il culo.
Ho avuto così tanto da fare, con mio nonno, e i viaggi e tutto ciò che c'era da organizzare nella mia vita che scrivere era, sfortunatamente, l'ultimo dei miei pensieri.
Chiunque mi conosce sa quanto amo scrivere e leggere storie e inventarne di nuove, ma purtroppo non ho sempre il tempo o la voglia di pensarci.
In ogni caso, spero ci sia ancora qualcuno con me dopo questo lungo periodo di attesa.
Buona giornata a tutte, ragazze. E buon Anno Nuovo.

   
 
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