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Autore: Chara    05/01/2016    4 recensioni
Li aveva portati al Coachella, a un festival di gente che acclamava i Guns N’ Roses senza realmente sapere quanto dolore serpeggiasse tra le caviglie di quei compagni che si erano inferti più coltellate che pacche sulle spalle.
[Perla Hudson, e la cosiddetta reunion dei Guns N' Roses al Coachella 2016]
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Slash
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Triangolo
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Disclaimer

Perla Hudson non mi appartiene, né intendo offenderla in alcun modo comparandola alla donna che le ha portato via il marito. Lo stesso vale per tutti gli altri che, indirettamente, compaiono. Questa flashfic non ha scopo di lucro.

 

 

 

 

 

Gotten

 

 

 

Perla Ferrar Hudson era sempre stata una donna decisa. Aveva sempre saputo ciò che voleva, e imparato a perseguire un obiettivo alla volta – aveva capito che era così che si vinceva.

Per anni, aveva amato un uomo con la convinzione che mantenerlo ancorato al presente, anziché al passato, fosse l’unica soluzione per fare in modo che anche lui la amasse di rimando; per fare in modo che non si perdesse in ricordi potenzialmente mortali – l’eroina, l’alcol, la delusione negli occhi dei suoi figli, che l’avrebbe ucciso più di qualunque dipendenza.

Perla era sempre stata decisa, sì; eppure, quando l’aveva visto con lei aveva vacillato.

Aveva vacillato perché grazie a lei aveva chiarito con il passato, si era tolto dalle spalle un peso che lo aveva schiacciato per anni; aveva trovato il coraggio di guardare indietro e giocare di nuovo con quel brivido che aveva fatto la storia – ma senza la parte più marcia e pericolosa.

Megan e il suo ottimismo avevano aperto porte sigillate, facendo entrare luce e aria fresca in quegli anfratti oscuri che lei aveva sempre creduto dovessero rimanere sepolti, lontano dall’attenzione di un uomo che, con il passato, non era mai stato troppo bravo a relazionarsi. Quell’ottimismo l’aveva portato a condividere un caffè con colui che, più di qualsiasi donna, gli aveva spezzato il cuore – e aveva funzionato, dio, se aveva funzionato!

Li aveva portati al Coachella, a un festival di gente che acclamava i Guns N’ Roses senza realmente sapere quanto dolore serpeggiasse tra le caviglie di quei compagni che si erano inferti più coltellate che pacche sulle spalle. Li aveva portati a provarci di nuovo, nel passato ma un passo alla volta – come un presente.

Aveva vacillato, sì; eppure, quando Slash era sceso dal palco e aveva abbracciato Megan, non era nella sua spalla che aveva seppellito il volto. Si era tolto gli occhiali e aveva guardato lei – con quegli occhi neri insondabili, che per lei erano sempre stati più chiari e palesi di un libro aperto.

L’aveva guardata e, in silenzio, le aveva detto che aveva sempre avuto ragione lei: che il passato era agrodolce, ma non aveva lo stesso sapore del presente; che aveva funzionato, aveva visto ciò che erano stati, ma non sarebbe mai più tornato come una volta.

Perla aveva sorriso appena, quasi con amarezza, e aveva spinto avanti Cash e London – poiché era per loro che si trovava in un backstage a cui non apparteneva né aveva mai desiderato appartenere.

Aveva sorriso perché non era con Megan che Slash aveva condiviso due figli e una dipendenza di metamfetamine e analgesici davanti ai loro occhi acerbi e inconsapevoli – non era con lei che aveva dato il peggio di se stesso.

E Perla Ferrar – Hudson, ricordò a se stessa con una punta di segreto orgoglio – non aveva mai vacillato: ogni volta in cui aveva guardato quegli occhi neri insondabili, aveva sempre saputo cosa fare.

 

 

 

«You just get me

Like I’ve never been gotten before.»

 

 

 

*

 

 

 

Se un paio d’anni fa mi avessero detto che avrei scritto su Perla (ben due volte, per giunta), avrei probabilmente risposto in modo poco educato. Ma, di nuovo, dovevo farlo.

Chara

 

 

 

   
 
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