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Autore: eremita88    05/01/2016    4 recensioni
Mi sono chiesta spesso, nei lunghi mesi trascorsi senza the 100, come sarebbero i nostri amati protagonisti se fossero dei normali liceali... l'idea mi affascinava tanto che ho deciso di dedicarci una long, unendo due delle mie passioni più grandi: il bellarke e il teatro.
Infatti la storia prende avvio da una Clarke, liceale studiosa e responsabile, che ha bisogno di crediti extra per iscriversi ad un campo estivo di medicina e si ritrova, per questo, a dover frequentare un corso di teatro insieme ad uno dei ragazzi che lei ritiene più antipatici della scuola: Bellamy Blake, che con la sua arroganza e malizia prima le risulterà odioso, ma poi la conquisterà piano piano. Volevo riproporre con questo l'evoluzione del rapporto tra questi due personaggi che li porta dall'antipatia, all'amicizia , all'amore, e che sono una delle coppie più belle dello show a mio avviso, il tutto sullo sfondo di un'opera dall'atmosfera magica come "Sogno di una notte di mezza estate", la cui messa in scena coinvolgerà anche molti altri volti familiari ...
Si tratta della mia prima ff in questo fandom, quindi vi prego di essere indulgenti e di recensire numerosi!!!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bellamy Blake, Clarke Griffin, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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~~PROLOGO.

La bacheca era affollata di avvisi, dagli annunci “cercasi tutor per ripetizioni di francese” fino a locandine di concerti, ma gli occhi di Clarke scrutavano in cerca di qualcosa di preciso. Il campo estivo di medicina aveva aperto le iscrizioni e lei era allo stesso tempo nervosa ed eccitata all’idea di mandare la sua domanda. Insomma, frequentava corsi avanzati sia di biologia che di anatomia con voti altissimi, e nel tempo libero faceva anche la volontaria in ospedale, ma restava il fatto che il campo estivo di Stanford era molto selettivo e le sarebbe servita una bella fortuna per riuscire ad entrare.

-Lo sai, vero, che hai tipo altri due mesi per fare la domanda? – Jasper accanto a lei fissava la bacheca con sguardo vuoto, chiedendosi perché la sua migliore amica non poteva essere come tutte le ragazze normali che al suono della campanella si precipitavano a mensa per evitare la fila chilometrica che loro invece avrebbero preso in pieno.
-Lo sai, vero, che se non entro a questo campus estivo…-
-…La mia vita sarà rovinata per sempre, si, me lo dici spesso… quello che mi sfugge è perché non dovrebbero accettare la tua domanda. -
-E’ che ci sono vari requisiti per essere accettati: voti, corsi di approfondimento, giudizi dei professori…-
Mentre enumerava tutti i requisiti necessari per farsi accettare al campus staccava dalla bacheca ogni volantino che le ostruiva visuale della sua amata brochure. Alla fine la trovò nascosta dietro un avviso per la sospensione dei corsi di ceramica, e dopo l’eccitazione iniziale, si rese conto di due cose:
1) l’edificio di Stanford era davvero ancora più bello di quanto si vedeva dal sito internet;
2) non ne avrebbe mai visto nemmeno l’ombra se non fosse riuscita ad ottenere 8 crediti extra.

A Clarke crollò il mondo addosso.
Come aveva fatto a non pensare ai crediti scolastici? Come poteva essere stata così idiota? Sul sito non veniva spiegato nulla riguardo ai crediti extra. Si parlava solo di media alta, competenza nel settore, e valutazioni personali dei professori, ma  NESSUNO  aveva mai parlato di un numero di crediti extra richiesti… ok, stava ufficialmente andando in iperventilazione.
Clarke si appoggiò al muro scoraggiata, tenendo stretta in mano la brochure. Jasper, colto il pericolo di una crisi di nervi, la sorresse con dolcezza, togliendole di mano la brochure e conducendola lentamente verso la caffetteria.
-Clarke, sai cosa ti serve in questo momento? Zuccheri, carboidrati. In poche parole, un pasto. Vedrai che affronterai meglio il problema una volta che avrai mangiato, sono sicuro al 100%. -
-Jasper, tu non capisci, sono finita. Come ho potuto non pensare ai crediti? -
-Tranquilla, genietta, sei Clarke Griffin, ti verrà in mente qualcosa, ne sono più che sicuro. Non è la fine del mondo. -

Dal fondo della sala videro un volto familiare fare loro cenno, e si accorsero che Monty, l’altro loro più caro amico, aveva tenuto loro dei posti.
Si diressero verso di lui mentre Jasper continuava inutilmente a tentare di calmare Clarke.
-Allora, ragazzi, a cosa devo quelle facce scoraggiate? È solo mezzogiorno! -
-Clarke è in depressione per i crediti scolastici, e io sono affamato, ragion per cui andrò di corsa a prendermi da mangiare prima che finisca il budino. E prenderò un hamburger anche per te Clarke, hai davvero bisogno di mangiare. - e detto ciò si allontanò a grandi passi molleggiati verso le signore della mensa.
Clarke si abbandonò sulla sedia accanto a Monty, lasciando scivolare la borsa a terra e guardando l’amico con aria triste. Monty era il più caro amico d’infanzia di Jasper, anche se i due avevano caratteri radicalmente diversi. Monty era sicuramente il più sensibile e incoraggiante ei due, quindi cercò immediatamente di aiutare Clarke con il suo problema.
-Allora, vuoi spiegarmi cosa è successo, o continuerai con lo sguardo da cucciolo triste per il resto della giornata? -
La ragazza raccontò la sua storia nei dettagli, concludendo con termini molto poco gentili sull’utilità dei crediti extra nel sistema della scuola pubblica.
-Ma qual è il problema, scusa? - chiese Monty confuso – Tu hai un sacco di crediti, no? Frequenti il corso di arte! –
-Si, ma quello fornisce soltanto 4 crediti, e a me ne servono 8-
-E i corsi avanzati??-
-Non valgono come attività extracurriculare. -
-Vabbè, fa niente, ci sono un sacco di corsi extra a cui puoi ancora iscriverti… Ehi, perché non vieni al mio corso d’informatica? -
Monty era probabilmente il più grande genio dei computer del mondo conosciuto.
-Lo sai che sono negata con i computer, Monty, ma grazie comunque per l’idea. -
-Senti, perché non vai dal consulente scolastico? Sono sicuro che potrà darti qualche idea utile. -
Clarke si ripropose di farci un salto dopo pranzo. In fondo non tutto era perduto.

Dopo pochi minuti lei e Monty videro Jasper arrivare con le braccia colme di cibo per un esercito. Clarke non aveva mai capito come faceva a mangiare tanto e ad essere così magro.
Il loro pranzo trascorse tranquillo. Monty stava raccontando del professore di chimica suo e di Jasper, tuttavia l’amico, che di solito era sempre pronto quando si trattava di prendere in giro Mr. Wallace,  aveva ora lo sguardo perso in un punto della mensa.
-Ehi… terra chiama Jasper!! – cantilenò ad alta voce Monty.
A quel punto Jasper si accorse di essersi leggermente distratto e disse: - Oh, scusate, avevo la testa piena di pensieri…- completando il tutto con un sorriso sognante.
Ma Clarke sapeva benissimo di cosa si trattava: il suo nome era Octavia Blake.
-Jasper, perché non scatti una bella foto ad Octavia, così puoi guardarla anche a casa? -
-E piantala! Non stavo mica guardando Octavia!-
-Certo che no…- risposero in coro Monty e Clarke.

Octavia Blake era il sogno proibito di Jasper dalla prima media: era incredibilmente bella, affascinante e, ovviamente, superficiale. Era una delle più popolari della scuola e, come tale, non solo era completamente fuori dalla portata di ragazzi come Jasper, ma era anche fidanzata con il capitano della squadra di rugby, il golden boy Lincoln Dawson, alto, muscoloso, con un sorriso da un milione di dollari.
Clarke frequentava lo stesso corso di chimica di Octavia. A dispetto della sua superficialità, sembrava anche una ragazza gentile, persino simpatica. Ma dubitava che avrebbe mai preso in considerazione uno spasimante come Jasper, che come unico titolo poteva vantare quello di vincitore delle olimpiadi della matematica. Di sicuro non era il suo tipo, e il fatto che Jasper continuasse a struggersi per lei era a dir poco assurdo.
Senza contare che se mai si fosse avvicinato ad Octavia a meno di due metri, si sarebbe probabilmente beccato un pugno dal fratello di lei, Bellamy Blake, co-capitano della squadra di rugby, notorio playboy, stronzo di proporzioni gigantesche.
Gettò anche lei uno sguardo fugace al tavolo dove erano tutti seduti. Octavia con la sua risata cristallina, Lincoln con il braccio attorno alle spalle della ragazza, Bellamy con il suo sorrisino e accanto a lui John Murphy, miglior amico di Bellamy, nonché peggior persona dell’intero liceo, il tipo di persona che ruba i lecca-lecca ai bambini.

-Senza offesa Jasper, ma davvero non capisco che cosa ci trovi in lei…-
-Vuoi scherzare? E’ bellissima, dolce, intelligente…-
-Ma se nemmeno la conosci!!-
-Io la conosco, eccome. Cioè, in realtà non abbiamo mai parlato, ma è come se la conoscessi, insomma, abbiamo frequentato inglese insieme per tre anni…-
Monty appoggiò la fronte sul palmo della mano, visibilmente scoraggiato. Ormai aveva rinunciato a far capire a Jasper che Octavia Blake era fuori dalla sua portata. Clarke decise di seguire il suo esempio. Quando riportò per l’ultima volta lo sguardo sul tavolo di Octavia, però le parve che ci fosse qualcosa di strano.
Le sembrò che i membri del tavolo stessero guardando nella loro direzione. Era piuttosto lontano, e probabilmente la stanchezza le stava giocando un brutto scherzo, m era piuttosto sicura di aver visto i Blake lanciare degli sguardi nella sua direzione. Sperava ardentemente di sbagliarsi: l’ultimo cosa che le serviva quel giorno era essere sul radar di persone come loro.

Poco dopo lei, Jasper e Monty si avviarono fuori dalla caffetteria per andare a lezione e, uscendo, fecero uno spiacevole incontro con il mitico duo: Murphy e Blake, seguiti da Lincoln e Octavia.
Jasper rivolse uno sguardo inebetito ad Octavia, accennando un cenno di saluto. La ragazza gli sorrise educatamente mentre Bellamy si avvicinò minacciosamente a Jasper.
-Che hai da guardare, nerd? -
-Niente, niente. – allarme rosso, allarme rosso. Clarke e Monty si scambiarono uno sguardo preoccupato, cercando di tenersi in disparte.
-E mia sorella sarebbe niente??? –
-NO! Ecco, io volevo dire…- Jasper era visibilmente terrorizzato e Blake, in tutto il suo metro e ottanta di statura, troneggiava su di lui minaccioso. Octavia da dietro di lui non sembrava divertita dalla scenata del fratello.
-Ehi Bell, lascialo in pace, non ha fatto niente di male... –

E siccome stare in disparte non era decisamente il punto forte di Clarke, colse la palla al balzo per mettersi in mezzo, con fare protettivo, tra Jasper e Bellamy.
-Hai sentito tua sorella? Il mio amico non ha fatto nulla di male, lascialo in pace. –
Bellamy parve sorpreso dall’intromissione, e la guardò con fare divertito.
-Altrimenti…- disse sfoderando un malizioso sorriso a mezza bocca.
-Altrimenti te ne faccio pentire. – disse Clarke cercando di mantenere il suo autocontrollo, calcolando mentalmente quante costole rotte si sarebbe ritrovata se Bellamy o uno dei suoi amici avessero deciso di darle una lezione.
-Sei fortunata, non picchio le ragazze. – rispose lui con un tono che doveva essere conciliante.
-Ma che gentiluomo…- ribatté cercando di mostrarsi sicura, cosa che non era affatto. Il volto di Bellamy era ad un palmo dal suo, e sentire il suo respiro e i suoi occhi scuri su di se’ non la faceva affatto sentire più tranquilla, anzi le provocava una strana sensazione di disagio misto a qualcosa che non riusciva a identificare di sicuro non ci teneva a identificare.
Bellamy fece un passo indietro riavvicinandosi alla sorella, con sommo sollievo di Clarke, e, dopo aver lanciato a Jasper un ultimo sguardo minaccioso, si allontanò seguito da tutti gli altri.

I tre amici si guardarono in silenzio, tirando un sospiro di sollievo per lo scampato pericolo. Jasper fu il primo a prendere la parola.
-L’ho visto solo io, o Octavia Blake prima mi ha sorriso? – Clarke e Monty non condividevano l’entusiasmo dell’amico per i tremendi minuti appena trascorsi.
-Clarke sei stata assolutamente mitica!!- continuò Jasper entusiasta. –Gliel’hai proprio fatta vedere, a Bellamy Blake! -
-Ma sta zitto, Jasper… Per oggi pericolo scampato, ma la prossima volta che vuoi lanciare sguardi languidi a Octavia Blake accertati prima che non ci sia suo fratello in giro, ok? – l'entusiasmo di Jasper parve un pochino ridimensionato.
Non che le dispiacesse aiutare un amico, specie di fronte ad un chiaro atto di sfida come quello di Bellamy, ma quel ragazzo la metteva inspiegabilmente a disagio, così sicuro di se’, così arrogante.

Salutò i suoi amici e si recò di corsa dal consulente scolastico, il professor Marcus Kane.
Dopo essersi seduta di fronte a lui e aver posato la borsa a terra, gli spiegò velocemente la sua situazione e chiese un consiglio sull’attività extrascolastica giusta da intraprendere.
–Sa, stavo pensando al corso di scrittura creativa…-
-Negativo, Griffin, quel corso fornisce solo 3 crediti extra e, se ho capito bene tu hai bisogno di 4 crediti, giusto? -
-Esatto! Ecco, vede, è per questo che necessitavo di un consiglio. –
-Non preoccuparti, Clarke, ho esattamente il corso che fa per te: che ne pensi del teatro? -
Teatro? Quando era piccola aveva recitato la parte di Dorothy nel mago di Oz, ma erano passati parecchi anni…
-Mi piace abbastanza- rispose prudentemente, non voleva sbilanciarsi.
-Mmhh, beh, allora è deciso, farà il corso di teatro. Quest’anno mettono in scena “Sogno di una notte di mezza estate”. -
-Beh, con tutto il rispetto, non credo sia una grande idea, amo Shakespeare, ma  so che provano due volta a settimana. Mi creerebbe problemi, sa, con lo studio. No vorrei trascurare gli impegni scolastici…-
-Mia cara signorina Griffin, vuole o non vuole questi 4 crediti? Perché se li vuole, le alternative sono il corso di teatro o il corso di cucina. A lei la scelta. -

Clarke tirò un grande sospiro e pensò al suo corso estivo a Stanford. A volte bisogna fare dei sacrifici per quello che si vuole e il fine, nel suo caso, giustificava decisamente i mezzi.
-Dove devo firmare per iscrivermi? - chiese con finto entusiasmo.
Il consulente Kane si mostrò molto compiaciuto che avesse accettato il suo primo consiglio e le tese un foglio.
-Ho giusto qui la lista degli iscritti, devi solo firmare nel primo spazio vuoto che trovi. -
Clarke scorse la lista con gli occhi velocemente prima di firmare e un paio di nomi familiari che saltarono agli occhi: Raven Rayes, con la quale i trascorsi non erano dei più incoraggianti, e, oddio no, Bellamy Blake.
Ok, le premesse non erano delle migliori, forse era meglio rinunciare, in fondo era masochista accettare di passare due pomeriggi a settimana con… no, doveva pensare a Stanford. Poteva farcela, per quanto sarebbe stato irritante e spiacevole, doveva farcela.  Firmò velocemente in fondo al foglio e dopo aver salutato il consulente, si avviò verso l’uscita.
Lasciando la stanza era talmente presa dai pensieri che andò a sbattere dritta contro… Bellamy Blake? Ma era giornata o cosa?
Il ragazzo, che sembrava essere distratto quasi quanto lei in quel momento si riscosse e abbassò lo sguardo verso di lei rivolgendole un sorriso sornione. Clarke si scusò velocemente, blaterando che non aveva guardato dove andava.
-Tranquilla, principessa. -  rispose ridacchiando lui.
-Come mi hai chiamata scusa? - Clarke non riuscì a fare a meno di arrossire.
Da dentro il suo ufficio, il consulente Kane sentì delle voci e si affacciò fuori dalla porta.
-Signor Blake, l’hanno mandata di nuovo da me? Beh, poco male, venga dentro che ci facciamo due chiacchiere… oh, vedo che ha conosciuto la signorina Griffin! - concluse con un ampio sorriso.
-Ho appena avuto il piacere! - rispose altrettanto sorridente Blake. “IDIOTA”, pensò lei.
-Sono felice che siate amici, perché la signorina Griffin si è appena iscritta al corso di teatro! Signorina Griffin, il signor Blake sarà suo compagno di corso! -
-Che meraviglia. - sibilò Clarke con ironia.
Da come Blake la guardò lo capì chiaramente: aveva appena firmato la sua condanna a morte, il ragazzo non aveva sicuramente dimenticato il loro incontro di poco prima nel corridoio e il corso di teatro sarebbe stata la sua opportunità perfetta per fargliela pagare.
Il consulente si ritirò felice nel suo ufficio, in attesa di Bellamy. Clarke fece per allontanarsi, e sentì la voce di Bellamy dietro di lei: - Ci si vede sul palco, PRINCIPESSA. -
Non era sicura se dovesse prenderla o meno come una minaccia, ma una cosa era ormai lampante: quel ragazzo era stato mandato sulla terra per irritarla e lei aveva appena accettato di trascorrere in sua compagnia due pomeriggi a settimana. In più se l’avesse chiamata un’altra volta “principessa” gli avrebbe mostrato di che pasta era davvero fatta Clarke Griffin.



NOTE DELL’AUTRICE.
Salve Sky people!!! Se siete arrivati alla fine di questo mio primo capitolo spero vogliate essere così pazienti da sorbirvi anche le note finali, alle quali tengo particolarmente, perché sono il mio tentativo (disperato) di mettere ordine nel caos della mia mente…
Allora, premetto che nelle precedenti ff che ho scritto evitavo sempre di collocare fuori dal loro contesto di appartenenza i personaggi  in quanto mi sembravano sempre perfetti dove stavano e mi sembrava un peccato collocarli altrove… nel caso di the 100, benchè io ami alla follia l’ambientazione post apocalittica dello show, con tutto quello che essa comporta, mi sono ritrovata a leggere tantissime ff AU di molti fantastici membri del fandom in cui Clarke, Octavia, Bellamy erano semplicemente ragazzi normali con una vita normale, e mi hanno presa e affascinata moltissimo, tanto che ho pensato “wow, collocarli ai giorni nostri, nella nostra realtà, dà davvero modo di esplorare le loro relazioni, i loro caratteri, in maniera approfondita…”
E da questo nasce l’idea di fare una long AU, la mia prima in assoluto. Ho scelto poi l’ambiente liceale americano classico, perché i personaggi sembravano davvero fatti a posta!! Insomma, sembravano adattarsi alla perfezione ai classici adolescenti tipo, ma dando ai modelli una forza nuova… Clarke mi sembrava la classica ragazza studiosa con la testa sulle spalle e le idee chiare, Bellamy il tipico ragazzo scanzonato con l’aria da bello e dannato e così via…
L’intento è sicuramente quello di riprodurre l’evoluzione di tutti i personaggi attraverso questa long e chi è rimasto almeno un pochino incuriosito da questo primo capitolo lo scoprirà molto presto… infatti, benchè si tratti di una storia Bellarke centrica, non trascurerò personaggi come Octavia (che in questo capitolo ho tratteggiato in modo quasi negativo, che che è un personaggio che adoro e che avrà molto spazio), Jasper, Raven o Murphy, che sono degni di attenzione e complessi e di cui voglio assolutamente raccontare.
E infine il grande filo conduttore della storia: il TEATRO. Anche se l’ambiente del liceo era di per se’ uno spunto forte volevo un ulteriore elemento unificante per Bellamy e Clarke, perché loro danno il meglio di se’ come squadra, e volevo qualcosa che gli desse la possibilità di lavorare insieme, perché anche nella serie è proprio questo che li porta a instaurare un rapporto di fiducia duraturo… ora, questa coppia può piacere o non piacere, essere o meno condivisa, ma non si può negare che questi due abbiano una chimica incredibile e siano una forza della natura insieme: credo che sia una questione caratteriale: hanno mentalità talmente opposte che si spingono l’un l’altro a vedere le cose in modo diverso… questo è anche il motivo principale perché all’inizio non si sopportano: nella mia visione Clarke è una perfezionista e anche un pochino maniaca del controllo, e siccome anche io sono così so perfettamente quanto sia irritante quando c’è qualcuno che si comporta in modo tale da farti perdere il controllo su tutto, e credo che sia questo che succede a Clarke con Bellamy…
Perché il teatro? Ecco, io frequento una scuola di teatro, e quindi si tratta di qualcosa che mi sta molto a cuore e che ha in tanti modi davvero rivoluzionato la mia vita, per questo volevo che rivoluzionasse anche quella dei nostri protagonisti, e che li spingesse a mettersi in gioco con se’ stessi e l’uno con l’altro, come il teatro fa. Inoltre Shakespeare era assolutamente perfetto per lo scopo, e Sogno di una notte di mezza estate è divertente, giocoso e romantico, tutti elementi che vorrei fossero parte di questa storia che voglio raccontare. Inoltre mi piaceva l'idea di farli recitare insieme, perchè è il tipo di situazione in cui sei costretto a trovare intimità ed equilibrio con una persona... anche se eviterò di fare spoiler su ciò che la nostra coppia preferita dovrà affrontare in merito a questo spettacolo nei prossimi capitoli...
Ok, mi sono resa conto ora di quanto mi sono dilungata con le note, ma sentivo la necessità di spiegare tutto questo, anche se so di essere noiosissima ahahah  :D
Ultime precisazioni: spero tantissimo che questo capitolo vi sia piaciuto o vi abbia almeno incuriositi… se è così sappiate che era soltanto un’introduzione e che le situazioni, i personaggi, e soprattutto l’ambientazione teatrale e liceale, saranno molto più visibili nei prossimi capitoli, che saranno pieni di romanticismo, amicizia, litigate tra i nostri protagonisti, e forse un po’ di imbarazzo…
Vi prego, come dicevo anche nell’intro, SIATE CLEMENTI CON QUESTA POVERA MATTA E RECENSITE NUMEROSI!!! Non vedo l’ora di sentire cosa avete da dire sulla mia long, le vostre critiche, i vostri commenti e le vostre domande… perdonate eventuali errori di battitura e grazie a tutti in anticipo :)  

  
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