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Autore: Tyles_Stylinson    05/01/2016    0 recensioni
Harry Styles scrive una lettera all'amore della sua vita, Louis Tomlinson, che si trova a miglia di distanza da lui.
Tratto dalla One-Shot:
"Amo i tuoi capelli scompigliati la mattina quando ti alzi dal letto per ingozzarti a colazione, amo il modo in cui mi sorridi quando ti racconto un aneddoto divertente, amo le parole che trovi per tirarmi su di morale quando mi ritrovo con il cielo sulle spalle".
Spero vi piaccia :)
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Caro Louis,
ieri te ne sei andato. Sei partito per chissà dove, alla ricerca di chissà chi. Eppure io sono qui a confessarti tutti i miei sentimenti, perché in tre anni di amicizia non ho mai avuto il coraggio di esternare le mie emozioni.
Io ti amo, Louis. Amo davvero tutto di te. Amo i tuoi capelli scompigliati la mattina quando ti alzi dal letto per ingozzarti a colazione, amo il modo in cui mi sorridi quando ti racconto un aneddoto divertente, amo le parole che trovi per tirarmi su di morale quando mi ritrovo con il cielo sulle spalle. Amo il modo in cui tiri il pallone per fare goal, amo il modo in cui mi guardi con quegli occhioni per convincermi a fare qualcosa che sai non vorrei fare, e amo quando mi inviti a casa tua per stare insieme. Potrei trovarne mille di motivi per cui ti amo.
Eppure, tu non hai amato me. Ti sei sempre comportato solo come un amico, hai sempre messo le tue cotte davanti a me e hai sempre ignorato i miei segnali: segnali che, se fossi stato attento, avresti colto senza troppi problemi.
E adesso mi ritrovo qui, seduto alla mia scrivania, con una luce ocra che mi ricorda delle volte in cui abbiamo studiato assieme per gli esami, a cercare parole d’affetto per te da trascrivere su questa lettera. Ma tutto ciò che provo è tristezza.
Io non so perché tu sia partito, e perché tu mi abbia tenuto all’oscuro di ciò, ma sappi che sei riuscito a farmi sentire vuoto. So che non hai mai cercato di ferirmi, ma mai più di adesso sto male con me stesso.
Io ti amo, Louis. Ma ti odio allo stesso tempo. Sei scappato da me, mi hai gettato in un oceano di disperazione come fossi l’ultima ruota del carro, e non mi hai nemmeno detto addio. Spero che leggerai questa lettera solo per darmi delle spiegazioni.
Ma c’è anche qualcos’altro che devo dirti, in verità. Qualcosa che ho scoperto da poco e che avrei voluto confessarti appena ne avessi avuto l’occasione.
E credo che l’occasione sia più che giunta.
Mi hanno diagnosticato un grave glioma di quarto grado, Louis. Non vorrei usare la parola del volgo per spiegarti di cosa si tratta, per cui se non sai cos’è, scoprilo autonomamente su internet.
Una settimana fa sono andato in ospedale perché percepivo un tremendo mal di testa da giorni e nessun rimedio era stato efficace.
Io e Gemma aspettammo in sala d’attesa per una ventina di minuti (che a me parvero ore) e poi il dottore ci fece accomodare. Si presentò come il dottore Jamie Harwins, esperto nel campo della neurologia. La sua diagnosi tardò ad arrivare, e forse fu lui che cercò di rimandarla, probabilmente per avere più certezze.
Ma alla fine la verità si presenta sempre agli occhi di chi necessita di scoprirla: un insieme compatto e spaventoso di masse tumorali si era sviluppato nell’area del lobo occipitale, ma il dottore dovette a malincuore ammettere che si sarebbe sviluppato senza sosta nella restante parte del cervello.
Io rimasi paralizzato, non sapevo più che fare. Gemma accanto a me scoppiò in lacrime, mi afferrò e mi abbracciò come se quella fosse l’ultima volta che ci saremmo visti. I suoi singhiozzi mi fecero star male, e quando la mamma lo venne a sapere, la casa divenne una vera e propria catacomba.
Nessuno più osava dire una parola, nessuno mi rivolgeva uno sguardo perché altrimenti sarebbe scoppiato in un pianto isterico.
Nei giorni successivi, mia madre cercò di parlare con il dottor Jamie chiedendogli se un neurochirurgo sarebbe stato in grado di estirpare questo tumore maligno dal mio corpo (mi sono accorto che è già la seconda volta che ti spiego cos’è un glioma, ma tanto oramai non ha più importanza). Ma ogni volta che tornava a casa e le chiedevo cosa il dottore avesse intenzione di fare, lei mi sorrideva con un’espressione disperata e si chiudeva in camera.
Niall, Zayn e Liam mi sono stati però molto vicini. Appena saputo dell’accaduto, hanno fatto più di un’ora di silenzio involontaria. Ma alla fine hanno compreso che ammutolirsi non sarebbe servito a nulla e così siamo andati prima al parco a prendere una boccata d’aria e a contemplare la natura, e poi ci siamo recati al cinema per vedere un film drammatico. Io cercavo di non essere triste, ma sembrava che tutti mi impedissero di essere felice.
Quando ero a casa da solo, ascoltavo musica nella speranza che mi avrebbe fatto stare meglio, e contemplavo il magnifico spettacolo che il mondo offriva: scorgevo macchine che sfrecciavano a tutta velocità sul vialetto dirette verso l’immensità della terra, e ogni volta che mi affacciavo alla finestra per  osservarle pensavo a quanto avrei voluto che in una di quelle ci fossi tu. Avrei voluto che tu ti fossi fermato, fossi sceso in smoking e cravattino, avessi bussato alla mia porta solo per dire a mia madre che volevi passare una serata romantica con me. Ma purtroppo non è mai successo.
Per gli altri giorni, la persona che più mi è stata vicina è stata Niall: quel ragazzo è sempre stato il più dolce del gruppo e ha sempre cercato di strapparmi un sorriso, anche quando un motivo non c’era. Non saprò mai come ringraziarlo abbastanza, ma alla fin fine credo che non avrà bisogno di nulla. E’ già completo così.
Zayn è venuto da me tre o quattro volte, non ricordo bene, e mi ha sempre proposto di cantare qualcosa. Tutte le mie canzoni erano dedicate a te, dalla prima all’ultima, e rappresentavano ciascun frammento del mio cuore. Ogni volta che concludevo un pezzo, correva in bagno e non usciva se non era passata almeno mezz’ora. Solo adesso realizzo cosa andasse a fare.
Anche Liam mi ha consolato molto. Con Liam ho parlato del più e del meno, abbiamo anche ballato una volta. E Gemma era lì con noi, che mi fissava felice, prima che le lacrime le inumidissero il volto.
Ho fatto tante cose in una settimana, ho cercato di sentirmi vivo. La paura della morte mi ha sfiorato molte volte, ma alla fine realizzavo sempre che forse era meglio così. Perché non hai scelto me fra tutti? Perché non hai capito che quando ti scompigliavo i capelli sudati dopo una partita di calcio in realtà volevo solamente che mi fosse permesso avere ogni cosa che ti appartensse? Perché quando ti correvo incontro e ti abbracciavo dopo due giorni che non ci eravamo visti non mi afferravi il volto e mi riempivi di baci? Non hai mai fatto nulla di tutto questo, non hai mai cercato di farmi sentire speciale. E ora che sei lontano, capisco solo di più quanto la mia anima ti appartenesse. In questi giorni ho affrontato uno dei mali peggiori che esistano al mondo.
Ma vuoi sapere la cosa più divertente? Ebbene, io non ho fatto altro che pensare a te.
Da quando mi è stato diagnosticato il glioma ad adesso io non ho fatto altro che pensare a come avresti reagito tu se ci fossi stato, a come avresti cercato di consolarmi con le tue parole affettuose. E mi distrugge sapere che tu non sei qui, e che quando tornerai probabilmente io sarò irraggiungibile.
Ma ti dico una cosa, Louis Tomlinson: per quanto tu non mi sia stato vicino negli ultimi giorni, io non posso che reputarti la persona più importante della mia vita.
Qualcosa mi suggerisce che non te ne sei andato senza dirmi niente per dispetto, ma che nascondi qualcosa. Voglio crederci. Devo crederci. Altrimenti, che razza di eroe mi rappresenteresti?
Quando tornerai, se tornerai, ti aspetterò. Ci incontreremo, ne sono certo, ma non in questa realtà. Io non posso più vivere così, Louis.
Vorrei raccontarti del giorno in cui ho capito di provare un sentimento profondo per te.
Era il quattro luglio di due anni fa, e ci accingevamo a festeggiare il giorno dell’indipendenza americana. La strada brulicava di persone con aria contenta e spensierata, e io e te stavamo andando a casa di Niall per stare un po’ insieme. Io mi voltai verso di te, e realizzai quanto fossi bello: le pianure più verdi non erano niente in confronto alle tue labbra sottili, gli oceani più profondi non erano niente in confronto ai tuoi occhi celesti, il firmamento più luminoso non era niente in confronto alla tua splendida carnagione chiara. Tu rappresentavi la perfezione, Louis Tomlinson, e il mio tutto.
Per tutto il giorno, però, non facesti che ignorarmi, e questo mi faceva malissimo. Non capivo perché, ma sentivo una fitta, un dolore mai provato prima d’ora. Non ci volle molto a capire che ero geloso: geloso del fatto che parlavi con altre persone e non con me, e anche del fatto che, al contrario di te, io non rappresentavo il tuo universo.
Quando la sera si arrivò al punto di cenare, non potei che osservarti mangiare: anche quello lo facevi stupendamente, e io mi sentivo uno stupido. Non capivo cosa mi stesse prendendo. Cercai di attirare la tua attenzione per parlarne, ma niente da fare. Eri troppo preoccupato ad ignorarmi.
Quando alla fine della giornata i fuochi d’artificio coronarono il cielo stellato, io sperai che tu mi baciassi. E questo fu il segno fatidico che mi ero perdutamente innamorato del mio giocatore di calcio preferito. Da quel giorno ho sempre cercato di starti accanto, non ho mai voluto farmi sentire distante.
Ho pensato che regalarti cose varie potesse  farti innamorare di me, ma mi sbagliavo.
Ho pensato che starti sempre accanto potesse farti innamorare di me, ma mi sbagliavo.
Ho pensato che chiamarti alle ore più tarde della sera potesse farti innamorare di me, ma mi sbagliavo.
La verità è che tu non ti saresti mai innamorato di me, perché eri troppo occupato ad essere etero per congiungere le nostre anime che vagavano in cerca della propria metà.
Spero che un giorno lo capirai, perché la sofferenza è stata ed é ancora troppa.
La testa mi sta facendo male di nuovo. Pulsa, e tanto. La penna mi scivola dalla mano e la vista si appanna. Credo che dovrò smettere di scrivere la lettera a breve.
Vorrei dirti solo un’ultima cosa: voglio ricordarti come la persona che ho amato e adorato di più al mondo, e dimenticarti come quella che mi ha abbandonato nel momento del bisogno. Come ho già detto, ho bisogno di credere che tu tornerai. E, perché no, anche sperare in un pizzico di amore ricambiato.
Infine, vorrei allegarti una serie dei miei aforismi preferiti, nella speranza che tu possa coglierne il significato intrinseco.

“Lascia che te lo dica oggi quanto ti voglio bene, quanto tu sei stato sempre per me, come hai arricchito la mia vita. Tu non puoi misurare ciò che significhi. Significa la sorgente in un deserto, l’albero fiorito in un terreno selvaggio. A te solo debbo che il mio cuore non sia inaridito, che sia rimasto in un punto accessibile alla grazia”                                                    -Hermann Hesse

“E’ nella separazione che si sente e si capisce la forza con cui si ama”                 
-Fedor Dostoevskij


Alla prima puoi sostituire “ti voglio bene” con “ti amo”. La seconda reputo invece sia la più adatta alla situazione corrente.
Ad ogni modo, è arrivato il momento di concludere questa lettera. Spero ti arrivi e che tu la legga, perché ho veramente bisogno di sapere, anche se dall’aldilà, che qualcosa di me ancora ti è rimasto in cuore. Altrimenti non potrebbero servire le ali di un angelo o il canto melodioso di una sirena a portarmi via da te, e da me.
Ancora una volta, ti amo, Louis Tomlinson, ti amo alla follia. E chissà se tu provi lo stesso per me. Una volta su Twitter lessi la seguente citazione :”Sarebbe un mondo migliore se “Ti amo” e “Addio” si potessero dire una sola volta nella vita. E mai alla stessa persona”.
Mi sa, Louis, che in questo caso farò un’eccezione.
Addio. Mi mancherai.
Ti amo.
-Harry

P.S: Se mi chiederai il perché non ho smesso di amarti nonostante non fossi ricambiato, sappi che Catullo insegna che è difficile far finire improvvisamente un amore che dura da tanto. E se posso permettermi di aggiungere una nota a questa favolosa citazione, direi anche che non si può porre fine a un amore che durerà in eterno.
Sono come una stella che brilla per sempre. E tu, Lou, sei il per sempre che mi fa brillare.





Nota:
Volevo solamente dire che qualsiasi riferimento offensivo nei confronti di persone che eventualmente dovessero avere questo terribile male, mi scuso in anticipo per non averlo saputo rendere alla perfezione.
Inoltre volevo anche dirvi che mi dispiace se la one-shot non è estremamente lunga come mi aspettavo venisse, ma non preoccupatevi: mi rifarò con altre brevi lettere se questa dovesse essere recensita positivamente.
Se dovesse piacervi, sentitevi anche liberi di lasciare una recensione J
Grazie, alla prossima.






 
   
 
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