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Autore: Seele    05/01/2016    3 recensioni
“Principessa!” esclamò Dimitri, scendendo in tutta fretta dall'albero, rischiando di cadere giù più di una volta. Porse una mano ad Anastasia senza neanche pensarci, mentre il cavallo galoppava impazzito verso il Palazzo.
“Vi siete fatta male?” domandò, sentendo le guance infuocarsi di imbarazzo. La principessa prese la sua mano -il cuore di Dimitri accelerò i suoi battiti- e il ragazzino la tirò su, tentando di essere delicato.
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anastasia, Dimitri
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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E il cavallo?”

Era matto!”

Quante smorfie, e il cuoco poverello...”

Gettato nel ruscello...”

Ma che guaio!”

Da marmocchi!”

Tuo padre ti guardava con certi occhi...”





лошадь с ума





Anastasia adorava cavalcare.

Suo padre aveva tentato di dissuaderla in ogni modo, ma lei continuava ad insistere; montava su quel suo cavallo matto -e tuttavia, il suo preferito- e cavalcava spensierata nell'enorme giardino dei Romanov.

Dimitri, uno dei più giovani servitori della famiglia reale, spesso si distraeva nel guardarla dalla finestra delle cucine, che affacciava su uno spiazzo del giardino. A volte rischiava addirittura di tagliarsi mentre pelava le patate.

Il cuoco lo malediceva, imponendogli la concentrazione; la cena dello zar non si cucinerà da sola!, gli urlava.

Dimitri nascondeva una smorfia, tornava ad abbassare il volto e impugnava meglio il coltello.

Fuori dalla finestra, la principessa Anastasia continuava a cavalcare. Il vento le sferzava il viso e le scompigliava i capelli; l'orlo del suo vestito ondeggiava ad ogni salto del cavallo, e le sue guance erano rosse dal divertimento.

A vederla in quel modo, allegra e disordinata, sembrava quasi una bambina qualsiasi.

Ma, a ben guardare...il cavallo, i vestiti e gli occhi azzurri, tipici della famiglia reale, non avrebbero potuto insinuare alcun dubbio nella mente di nessuno; Anastasia era una principessa. Vivace, turbolenta e testarda, forse, ma pur sempre una principessa.

E a Dimitri, vestito di stracci e abituato al freddo delle cucine, era concesso solo guardarla di sottecchi.

Fu uno schiaffo sulla nuca a riportare Dimitri con i piedi per terra; il ragazzino si voltò, massaggiandosi la zona lesa con una smorfia e incontrando lo sguardo arrabbiato del cuoco.

Alzati” fece quello, prendendolo senza delicatezza da sotto un braccio e sollevandolo di peso, “devi arrampicarti a cogliere quelle mele.”

Indicò un albero molto alto dalla finestra, appena fuori dal giardino dei Romanov. Dimitri spalancò la bocca- il cuoco doveva essere impazzito.

Quell'albero è troppo alto!” protestò, tentando di divincolarsi mentre il cuoco lo trascinava fuori con una mano e portava un grande cesto di legno con un'altra, ignorandolo.

Dimitri si zittì soltanto quando passò vicino alla principessa, che rallentò la sua corsa nel vederli camminare. Si sentì arrossire ed abbassò il viso, sentendosi un nulla di fronte a quella bambina così ricca e fortunata; un semplice sguattero dinanzi alla futura zarina di Russia.

Smise di opporre resistenza, al punto che il cuoco lasciò la presa. Dimitri non osò voltarsi, quando superò Anastasia, ma sentiva ancora i suoi occhi su di sé.

Improvvisamente, sembrava essersi dimenticato anche dell'arduo compito che gli era stato assegnato.

Il cuoco lo afferrò dal retro della maglia, tirandolo indietro. “Siamo arrivati, marmocchio” lo avvisò, indicandogli l'albero di mele con l'altra mano.

Dimitri deglutì. Osservò il ruscello lì accanto -si chiese se, cadendo dall'albero, avrebbe potuto salvarsi.

Il rumore di zoccoli lontani lo indusse a prendere fiato. Si rimboccò le maniche rattoppate e iniziò ad arrampicarsi tentativamente.

Nel frattempo, Anastasia, lontana dai suoi occhi, osservava la scena. Non aveva molte occasioni di entrare in contatto con altre persone; le sarebbe piaciuto, però, trovarsi altri amici oltre ai suoi familiari.

Si diede della stupida, scuotendo la testa. Le principesse non diventano amiche degli sguatteri.

Ma, non c'era niente di male ad avvicinarsi un po', giusto? Avrebbe solo assistito alla scena e poi sarebbe tornata nell'elegante giardino che circondava il Palazzo.

Riprese a cavalcare in quella direzione, sussurrando dolci rassicurazioni al suo cavallo affinché rallentasse il passo.

Dimitri, nel frattempo, stringeva i denti e si afferrava coraggiosamente ad un grosso ramo, la fronte già sudata e i piedi incerti sulla corteccia dell'albero. Il cuoco ancora lo incitava.

Finalmente arrivò ad un arbusto alto abbastanza da poter cogliere senza difficoltà le mele mature.

Sedendosi per trovare un equilibrio, Dimitri prese a lanciarle al cuoco con delicatezza, affinché non si ammaccassero. Quando sollevò gli occhi per cercare altre mele, vide Anastasia guardarlo e avvicinarsi lentamente.

La sua bocca si spalancò e sentì un'ondata di vergogna travolgerlo. Si sentiva un ragazzo di strada in piena regola, a raccogliere mele dagli alberi per sfamarsi, sperando di non essere colto sul fatto, come faceva prima di lavorare a corte...

Ragazzo!” urlò il cuoco, furioso. “Vuoi muoverti?”

Il suo vocione spaventò il cavallo, che si impennò e quasi fece cadere a terra Anastasia. La ragazzina tentò di calmare il cavallo, ma quello continuò a scalciare e a muoversi come un matto, nitrendo, fino a calciare persino il cuoco -che finì nel ruscello- e far cadere la stessa principessa sull'erba.

Principessa!” esclamò Dimitri, scendendo in tutta fretta dall'albero, rischiando di ruzzolare giù più di una volta. Porse una mano ad Anastasia senza neanche pensarci, mentre il cavallo galoppava impazzito verso il Palazzo.

Vi siete fatta male?” domandò, sentendo le guance infuocarsi di imbarazzo. La principessa prese la sua mano -il cuore di Dimitri accelerò i suoi battiti- e il ragazzino la tirò su, tentando di essere delicato.

Sto bene” rispose lei, lasciandosi rimettere in piedi e alzando gli occhi nei suoi. Sbatté le palpebre, come sorpresa di vederlo, e Dimitri schiuse le labbra, colto dallo stupore.

Anastasia era la bambina più bella che avesse mai visto.

Come ti chiami?” chiese lei, senza lasciare la sua mano.

La domanda arrivò alle orecchie di Dimitri con qualche secondo di ritardo. “Io” mormorò, “io, io mi chiamo-”

Fu allora che un nuovo suono attirò l'attenzione di entrambi, mentre il cuoco si rimetteva in piedi.

Anastasia!” chiamò lo Zar Nicola, in groppa al suo cavallo, e tenendo le redini di quello di Anastasia con una mano. Il suo sguardo era già severo, ma la sua espressione si indurì ulteriormente quando i suoi occhi si abbassarono sulle mani della figlia e di Dimitri ancora in contatto.

Anastasia si rese conto solo allora della gravità delle sue azioni, e lasciò la mano di Dimitri arrossendo. Dimitri abbassò la testa, sperando di non essere punito per la sua arroganza; permettersi di tenere la mano all'erede al trono di Russia...

Tu!” gridò il cuoco, bagnato dalla testa ai piedi, facendo per avventarsi sul ragazzino e fermandosi per la sorpresa non appena vide lo zar. “Vostra altezza” mormorò, “vogliate scusarmi, questo ragazzo-”

Sono stata io, padre” lo interruppe Anastasia, vedendo lo sguardo dello zar posarsi rabbioso su Dimitri. “Non sono riuscita a tenere a bada il mio cavallo. Lo ha colpito, ed è finito nel ruscello.”

Dimitri rimase senza parole, e anche il cuoco non seppe cosa dire. Lo zar Nicola, invece, prese subito parola.

Ti ho già rimproverato altre volte, Anastasia. Questo cavallo non fa per te.”

Mi dispiace, padre. Non succederà più.”

Lo zar sospirò, fin troppo affezionato alla figlia per insistere. Anastasia sorrise, furba. “Ma padre, un'ultima cavalcata, giusto fino al Palazzo...galopperò al tuo fianco, senza fretta, lo prometto!” propose, sorridendo innocentemente.

Lo zar rise, lanciandole uno sguardo divertito. Non disse nulla, ma lasciò le redini del suo cavallo e fece già per voltarsi, mentre un enorme sorriso si apriva sul viso di Anastasia.

La ragazzina montò in sella con un gesto agile, e Dimitri la osservò imbambolato.

Quando lei si voltò per rivolgergli un sorriso accennato, si sentì arrossire dalla testa ai piedi.




Salve ♥

Spero che la mia storia vi sia piaciuta. Sono qui solo per fare qualche precisazione!
L'intera vicenda mi è stata ispirata dalle frasi che ho riportato in alto, ed avviene chiaramente nel passato di Anastasia; se vi interessasse, le frasi fanno parte della canzone se io lo posso fare. Ho rivisto Anastasia esattamente ieri, e ho immediatamente deciso che avrei scritto qualcosa. Quindi aspettatevi che pubblichi altro molto presto

E il titolo è tutt'altro che romantico; vuole semplicemente dire, perlomeno stando a google traduttore, “cavallo matto”. AHAHAHAH

Vi saluto, popolo di efp! E sappiate che tramo nell'ombra e mi rivedrete in questa sezione. (?)


Seele

  
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