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Autore: chitta97    06/01/2016    2 recensioni
Alphonse Elric è partito alla ricerca del suo fratellone. Tra un viaggio e l'altro si immerge nei ricordi rimastigli, ma ormai il passato costituisce solo una mezza verità, come un puzzle disarmonico, in cui i pezzi non si incastrano completamente. Per questo, per tutti i ricordi dimenticati e per quelli che ancora conosce che deve andare avanti.
"E ci rincontreremo fratellone, te lo prometto."
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Alphonse Elric
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Premessa: la ff è ambientata tra la fine della serie del 2003 e il film "Il conquistatore di Shamballa"

 

Memories


 

Lo stridio del treno lo fece sobbalzare, destandolo dal suo sonno. Ultimamente aveva preso l'abitudine di dormire sul treno, per sopperire alle ore passate a cercare indizi in lungo e in largo su dove poteva mai essere sparito il suo fratellone.

Si scompigliò i capelli, che erano cresciuti parecchio e si erano fatti più scuri del biondo dell'infanzia, per poi afferrare il proprio bagaglio e scendere dal treno. Alphonse si guardò attorno, indeciso sul da farsi. Non aveva voglia di rinchiudersi in una biblioteca, non era il silenzio di cui aveva bisogno; così optò per una passeggiata. Non avrebbe risolto molto, era assai improbabile trovare Ed tra quella folla di gente estranea, ma forse gli sarebbe servito per schiarirsi un po' le idee.

Odiava la strana sensazione che ogni tanto emergeva prepotente, come di vuoto, come se gli mancasse qualcosa. Non era solo l'assenza del fratello, era qualcosa di più profondo. Sapeva per grandi linee di aver perduto i ricordi di ben 4 anni di avventure, ma non era mai riuscito davvero a capacitarsene. Per lui il tempo non era passato, per lui la tentata trasmutazione della madre era ancora piuttosto recente, per lui molte persone che affermavano di conoscerlo erano sconosciute o quasi. E non lo riusciva a sopportare, non del tutto.

Ora che era morta la Maestra Izumi poi, era come se una delle poche certezze se ne fosse volata via. In fondo, anche se l'aveva conosciuta che già soffriva per la mancanza degli organi interni, la sua forza bruta e la determinazione che sprizzava da tutti i pori avevano contribuito a renderla una sorta di presenza certa. Vederla spegnersi pian piano, fino a scomparire, era stato strano; non aveva mai davvero preso in considerazione l'idea della sua morte. Gli sembrava quasi di aver perso un'altra mamma.


 

<< Mamma! Mamma! Guarda che bella, me la compri? >>


 

Si girò a sentire quella vocina cinguettante. Era una bambina,non poteva avere più di 5 anni, così graziosa nel suo vestitino rosa; strattonava la gonna della madre con una mano, mentre con l'altra indicava una bambola in una vetrina, saltellando euforica.

Al sorrise a quel quadretto. Quella ragazzina gli ricordava un po' Winry, aveva lo stesso taglio di capelli, anche se invece che biondo dorato i suoi erano color mogano. Sembrava ieri che giocavano come dei matti per Resembool, lui, Winry ed Ed. Certo, a volte Winry si arrabbiava perché cominciavano a parlare di alchimia, ma alla fine riuscivano sempre a strapparle un sorriso. A volte usavano la stessa alchimia per tirarla su di morale, creando piccoli giocattoli. Avevano riposto sempre molte speranze in quella scienza, avevano creduto che il suo principio base, “lo scambio equivalente”, rappresentasse la verità della vita.

Anche quel giorno...

Winry aveva 7 anni quando le arrivò la terribile notizia della morte dei suoi genitori. Si ricordava ancora chiaramente l'espressione sul viso dell'amica. Il suo sguardo aveva tremato,i suoi occhi si erano dilatati per poi accogliere lacrime che non avevano fatto che scivolare sulle sue guance. Poi erano venute le urla, che si erano protratte fino a quando non era subentrato il silenzio, scosso solo dai singhiozzi mal repressi. In quel momento si era sentito impotente ed era sicuro che anche Edward avesse provato qualcosa di simile. Lo leggeva dal suo sguardo corrucciato e dai pugni serrati. Winry non voleva più parlare, era come se trovasse rifugio nella tranquillità della sua stanza, quasi così potesse esorcizzare la realtà. Probabilmente era normale, aveva appena perso la sua famiglia ed era solo una bambina.

Anche quella volta la soluzione che venne loro in mente fu l'alchimia, una piccola trasmutazione; almeno si sarebbero sentiti meno inutili.


 

Bussarono alla porta della camera della ragazzina, sperando che non li scacciasse via. Anche se dubitava che Ed avrebbe desistito così facilmente. Tra lui e Winry c'era un rapporto particolare; si volevano bene, ma non ne volevano sapere di ammetterlo, troppo orgogliosi per poterlo dimostrare. In un certo senso sembravano fratello e sorella, sempre pronti a punzecchiarsi; ed al tempo stesso, così come un fratello difende la sorella, Edward cercava sempre di proteggere Winry, mentre lei continuava a preoccuparsi per lui. Erano così buffi quei due.


 

Winry non li cacciò, ma neanche li invitò ad entrare. Se ne stava imbronciata sul letto, le ginocchia strette attorno al petto. Si potevano vedere le traccie di pianto sul visino arrossato, ma ora sembrava essersi tranquillizzata. Non avevano parlato, le avevano solo porto un piccolo soldatino giocattolo.

Lei lo aveva guardato perplessa e allora Ed aveva preso la parola: << E' un soldatino, almeno potrai sfogarti su di lui per quello che i veri soldati hanno fatto ai tuoi genitori. Potrai picchiarlo come fai con me e Al quando ti facciamo arrabbiare, così ti sentirai meglio. >>

L'assenza di risposta fece preoccupare il minore dei fratelli Elric. Forse l'avevano offesa. A volte accadeva, la ferivano senza neanche accorgersene.

<< Scusa Winry, forse è stata una pessima idea... >> Incominciò a dire, mentre il maggiore obbiettava, cercando di sovrastare la sua voce << E perché dovrebbe essere stata una brutta idea? Lei è sempre così violenta che- >>

Per fortuna la bambina non li lasciò continuare, lui e suo fratello potevano continuare a battibeccare per ore sulle questioni più sciocche.

<< Stupidi... Siete proprio due stupidi >> Singhiozzò appena, mentre già venivano avvolti da un abbraccio commosso e riconoscente. A quel tempo non capirono del tutto la reazione della biondina, ma compresero di essere riusciti nel loro intento e tanto bastava; la piccola Rockbell stava sorridendo di nuovo.


 


 

Al ripensarci Alphonse sorrise divertito. Solo dei bambini avrebbero potuto pensare ad una cosa del genere, eppure funzionò. Erano riusciti a darle un barlume di felicità.

Quello era stato uno dei momenti in cui aveva davvero compreso quanto l'amica fosse forte.

Perché Winry piangeva, sicuramente più di Ed e anche di lui stesso, versava lacrime, ma poi le asciugava, rialzandosi più forte e determinata. Loro erano rimasti distrutti dalla morte della madre, tanto da voler tentare una trasmutazione umana. Lei aveva perso entrambi i genitori, si era ritrovata ad un tratto sola; anche se veramente sola non lo era stata mai ovviamente.

Eppure era ancora lì, che coltivava i suoi sogni di meccanica, che cucinava deliziose torte di mele, che andava avanti mentre si preoccupava di lui e di Edward, come sempre. E infondo anche per lei, per quell'infanzia che risiedeva tra i ricordi rimastigli, per il suo fratellone e per tutto e tutti quelli che aveva dimenticato, doveva ritrovare Edward.

Era importante che il suo fratellone ritornasse, non solo perché gli mancava terribilmente; ma perché in un qualche modo Al doveva rimediare, raccogliere i cocci. Il puzzle sarebbe stato disarmonico, con qualche pezzo che mal si incastrava, ma sarebbe stato un inizio. Forse davvero non avrebbe potuto ricordare ciò che aveva dimenticato, ma cercare Ed... era diventata una di quelle cose a cui aggrapparsi. Suo fratello era sempre stato un sostegno indispensabile per lui, ma questa volta avrebbe dovuto contare sulle sue sole forze proprio per ritrovarlo.

E ci sarebbe riuscito. Avrebbe messo tutto se stesso in quella ricerca fino a quando non fosse riuscito a mantenere la promessa fatta.

Ormai sapeva che lo scambio equivalente non regolava veramente quel mondo imperfetto, ma voleva credere che se avesse continuato a sperare e ad andare avanti, tutte le esperienze e le sofferenze, tutti gli sforzi, sarebbero stati ripagati.

E ci rincontreremo fratellone, te lo prometto.

Note dell'autrice: Spero che la ff sia stata di vostro gradimento. Era da un bel po' che non pubblicavo qualcosa e ho colto la palla al balzo ora che ho finito questa fantastica serie. Alphonse è il mio personaggio preferito, me ne sono innamorata quasi subito, e non ho resistito a scrivere qualcosa su di lui... Quindi spero di avergli reso giustizia o, quantomeno, di non averlo rovinato. Grazie a tutti coloro che reggeranno, in particolare a chi vorrà lasciare una recensione.
Un bacione, chitta97 <3

 

  
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