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Autore: Angel TR    07/01/2016    3 recensioni
[Dracula]
[Dracula][Dracula]Di come tre semplici donne siano diventate le Spose.
[Quarta classificata al contest "Un Castello in Transilvania" e vincitrice del premio "Miglior personaggio maschile"]
Genere: Generale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Questa storia partecipa al concorso "Un castello in Transilvania- Dracula contest" indetto da Setsy su Efp

Nickname: Angel Texas Ranger
Fandom: Dracula (Bram Stoker)
Personaggio: Le Spose
Rating: Giallo
Avvertimenti: Missing moment
Genere: Generale, Suspense
Coppie: N/D
Titolo: Three Women
Note: Nel libro, i nomi delle Spose non compaiono per cui ho ritenuto opportuno "soffiarli" al film " Van Helsing". I fatti raccontati, ovviamente, precedono il libro e sono pura fantasia, visto che il come ed il quando le donne diventano Le Spose non è spiegato.


{_THREE WOMEN_}



Marishka...Marishka...

Diario di Marishka

Io non sono pazza.
Non ancora, perlomeno.
La notte non dormo, il giorno non mangio, resto chiusa in casa a scrivere questo salvifico diario.
Oh, se solo mia madre leggesse queste pagine! Cosa ne penserebbe, povera, cara madre!
Un tempo ero una fanciulla solare e vitale, in età da marito, fonte di gioia per i miei dolcissimi genitori.
Ed ora...
Di fronte a me c'è uno specchio. Non oso osservarmi, il colpo potrebbe essermi fatale. Sono sempre più debole, sempre più pallida.
C'è qualcosa che mi tormenta. Ma non so cosa.
Le croci che mi avevano donato i miei saggi nonni sono ormai ridotte in polvere, sparse tra le lenzuola del mio letto. Stamane ho trovato il piccolissimo rubino, che era incastonato tra le braccia della croce, tra i miei capelli.
Era rosso sangue, scintillava in un modo che mi è parso malefico.
Mi sono alzata in un impeto , se mi avessero vista avrebbero pensato sicuramente che qualche spirito mi possedesse. Purtroppo sono stata colta da un capogiro per cui mi sono distesa nuovamente sul letto.
Ho girato il capo e una folata di gelido vento mattutino della Transilvania mi ha graffiata il viso.
Ma come?, ho pensato. Ieri avevo chiuso le finestre...


Diario di Aleena

È iniziato tutto con il Ballo delle Debuttanti, tenutosi al castello di Bran, ormai in disuso.
Almeno così credevo.
Immagino ci siano stati lavori importanti per riportare il castello all'antico splendore, poiché esso conservava sì la sua aria vissuta ma, al contempo, emanava quella luce di nuova vita, quella luce che attrae le persone un po' come attrae le falene.
Un paragone alquanto orribile considerando che fine fanno le povere falene.
L'imponente edificio sorgeva tra alberi altissimi che pareva volessero rinchiuderti in una prigione. Mi rincresce ammettere che sono rabbrividita nel scorgerlo.
All'ingresso, ci ha accolti un signore distinto, dall'età indefinita, con uno sguardo talmente penetrante che mi sono sentita scavare l'anima.
Ho distolto subito il mio. Non è conveniente per una fanciulla osservare troppo a lungo un uomo.
Altro punto a sfavore dell'evento: poiché faceva freddo, io indossavo una di quelle splendide pellicce, di quelle costose che gli zingari ti attaccavano i loro occhi avidi addosso e non ti lasciavano più.
Non ho mai sentito di zingari che aiutano a scendere delle fanciulle dalla carrozza per un'occasione così prestigiosa.
Infatti, attorno a me, lo stupore era generale.
Eppure il signore del castello faceva passare i fatti più bizzarri per banale quotidianità. Così ho fatto il mio ingresso in società, tra valzer, tappeti rossi, soffitti altissimi, muri di pietra, e un'atmosfera di sfarzosa antichità.
Il signore del castello ha danzato con me tre volte, oltrepassando leggermente la linea della buona educazione nei confronti di una debuttante.
Ne sembrava cosciente, il che sembrava quasi eccitarlo. Aveva negli occhi una luce pericolosa, simile a quella emanata dalla sua dimora.
Un fatto davvero increscioso...


Stralcio del diario di Marishka

Sono stanca e febbricitante.
Eppure al tempo stesso, la mia pallida vitalità mi stupisce, è come se qualcosa stesse mangiando ciò che c'è di debole in me restituendolo con qualcosa di più forte.
Ho paura. Eppure accolgo le continue irruzioni di esseri notturni con una gioia feroce.
Non riesco a ricordare ciò che succede dopo...


Cara e gentile mamma,

Sono appena giunta nella confortevole abitazione che Gheorghe ha ereditato dai genitori, tragicamente morti nel fiume, pace all'anima loro.
Gli abitanti che risiedono qui sono davvero buffi: sono vestiti di stoffe pesanti poiché qui il clima è davvero impietoso, hanno il viso e le mani segnati dal duro lavoro e dalle intemperie e sono assolutamente superstiziosi.
Ti leggono in faccia che non appartieni alla loro comunità e ti ripagano con un misto di compassione e rigetto.
Confido nel carisma di Gheorghe, egli ha una tale parlantina che persino gli imperatori lo invidierebbero se lo conoscessero!
Lascia che ti descriva la casina, è così graziosa che non puoi non conoscerla!
So che i Carpazi non ti piacciono un granché per cui tenterò di utilizzare quest'inchiostro nel miglior modo possibile, affinché questa bella dimora possa dipingersi nella tua mente.
Iniziamo...prima cosa, il luogo.
Immagine delle selvagge e brulle distese, dove il sole non riesca a gettare il suo abbraccio rovente, rendendo così più dolce il duro lavoro dei contadini. Immagina una baita piccolina incastonata tra queste distese, riparata dal vento grazie alle robuste colline alle sue spalle. La vita scorre placida e tranquilla come il fiumiciattolo alla mia destra.
Mentre ti scrivo, Gheorghe sta falciando la terra e sta chiacchierando con i "vicini". È così affascinante sentirlo parlare finalmente la sua lingua! È proprio nel suo ambiente, nella sua terra, e questo gli fa un gran bene poiché sembra risplendere.
Perdona le mie diversioni, mi distraggo così facilmente.
La baita è composta da una stanzetta, un bagno e un ingresso che funge anche da cucina.
È arredata con pochi mobili ma giusti, non temere: un armadio dove riporre le dispense, un tavolo intagliato a mano con sedie coordinate. Sono contenta di avere anche una piccola scrivania per poter scrivere tutte le lettere che voglio.
Concludo questa inviandoti i miei più affettuosi saluti. Il sole sta ormai tramontando e qui la notte é davvero gelida. Faremo meglio ad accendere il fuoco e rifugiarci in casa.

Tua, Verona


Diario di Aleena

Circolano strane voci sul signore del castello. Prima cosa, si è scoperto che è un nobile, un conte. Questo era abbastanza intuibile dato che ha comprato il vecchio castello e l'ha persino ricostruito.
Bensì io non sia una popolana , non riesco a non trovare un fondo di verità in queste dicerie.
Dicono che il signore del castello sia in realtà il defunto Vlad III, tornato dalla tomba per continuare a difendere con coraggio e giustizia il suo popolo dagl'invasori.
Come se un re potesse mai occuparsi di umili contadini!
Come se ci fossero degli invasori!
Come se questa terra non fosse ormai dimenticata anche da Dio!
Sebbene queste voci siano veramente l'espressione dell'ignoranza –Dio non me ne voglia – delle classi abiette, devo ammettere che quell'uomo mi ha dato l'impressione di essere "senza tempo", per così dire.
Nonostante ciò, non posso credere davvero che sia l'ormai più che sepolto Vlad III.
Come sono ingenui, questi contadinotti!
Hanno dimenticato le atrocità commesse dalla casta di Vlad III, nella loro memoria solo brillano le imprese gloriose e la rigidità ferrea di quella che era praticamente una dittatura imposta in Transilvania durante il loro regno.
Ah, se solo sapessero quanto sogno le eleganti corti inglesi e francesi!
Se solo sapessero quanto detesto questo posto, con le sue superstizioni così radicate che finiscono per affondare anche la tua anima, con i suoi misteri insondabili, con la sua chiusura mentale.
Non sono nata per vivere qui.
Chiederò ai miei genitori un biglietto per Londra, o per Parigi, o qualsiasi grande capitale europea.
Sono davvero stanca di tutto ciò...

Giorni dopo, su un nuovo diario

Purtroppo, a causa dell'incapacità della mia domestica, il mio vecchio diario è andato perduto per cui sono costretta a riscriverne uno nuovo.
Che sbadata! Ma, dico io, cosa le passa per la testa?
Dovrebbe ringraziarci per averla accolta in casa quando viveva su una carovana malandata.
Ingrata, ingrata...


Inserto dal giornale del 3 marzo

Si annuncia la scomparsa di una giovane di buona famiglia, Maria Dănescu di anni venti.
Se avvistata, mandate un recapito al seguente indirizzo...

Tre giorni dopo, dal medesimo giornale

Si annuncia la felice ricomparsa della signorina Maria Dănescu. Si ringrazia l'egregio signor D. per averlo segnalato a codesta redazione.


Dal diario di Verona

Oggi Gheorghe è strano.
Povero tesoro, credo che il lavoro dei campi gli risucchi tutte le energie perché ha il viso sempre pallido e tirato e i suoi scintillanti occhi neri sono spalancati ed increduli.
Neppure mi guarda, alle volte, oppure dovrei dire che non mi vede. Il suo sguardo spesso e volentieri mi attraversa, non si sofferma su di me.
Devo ammettere che la vita nei campi stanca anche me. Non sono abituata a cotanta monotonia e lentezza, qui il tempo scorre lento, s'infila nelle vene e sembra far fermare persino il sangue.
Sono davvero ingiusta: il destino è stato tanto buono con me, mi ha riservato quest'uomo meraviglioso che tanto amo e che tanto mi ama e, al primo momento di difficoltà, già mi sento venir meno.
Sono sicura che anche la mamma ha dovuto affrontare tutti questi problemi. Devo prenderla d'esempio, devo farmi forza e parlare con Gheorghe.
Eccolo che arriva!


Dal diario di Marishka

Non distinguo più tra sogno e realtà.
So solo di essere sveglia perché sono qui a scrivere questo diario ma ho come la sensazione che potrei destarmi da un momento all'altro e scoprire di non aver macchiato neppure un rigo d'inchiostro.
È davvero stancante.
Il medico, che mi ha visitata, mi ha costretta al letto per una settimana, affermando che necessitavo di un riposo ristoratore.
Non posso essere anemica , ha spiegato, poiché lui mi vede in uno stato di perfetta salute.
Ha anche consigliato ai miei genitori, una volta passato il periodo di riposo, di farmi viaggiare verso terre dove possa respirare un'aria più benefica e meno aspra rispetto a quella dei Carpazi.
Vorrei tanto dirgli che per me non c'è più niente da fare... nemmeno scappare da questi luoghi maledetti mi salverà. Sono ormai legata al destino di quell'uomo manipolatore e seduttore.
Mi ha privata di tutto.
Manca poco ormai alla mia fine.
Mi ha raccomandato di non rivelare il suo segreto, pena: il massacro della mia famiglia.
Il problema è che non sono completamente convinta della sua esistenza: a volte ho come l'impressione che egli sia solo frutto della mia fantasia o delle pietanze pesanti che divoro a cena.
Ricordo solo lo scintillante rubino della croce dei miei nonni. Lo conservo sotto il cuscino ma non pare sortire alcun effetto sulla mia fervida immaginazione.


Stralcio del giornale del 13 aprile

Terribile massacro in casa di contadini.
Ritrovato il corpo martoriato del marito accanto al caminetto. Dispersa la moglie. Ancora incerte le cause dell'omicidio. Il colpevole non è stato identificato.


Dal diario di Verona, 12 aprile

Scusami, caro diario, se ti ho trascurato così a lungo ma purtroppo un terribile peso incombeva su di me.
Gheorghe, il mio caro ed affascinante Gheorghe, si è ammalato. Siccome i conoscenti contadini sembravano non capire le mie richieste di aiuto – o forse m'ignoravano? – ho dovuto vedermela da sola.
Ho immaginato che la causa della malattia fosse l'eccessivo lavoro dei campi quindi ho cercato di metterlo a letto. A quel punto ha iniziato a sudare copiosamente e a delirare.
Biascicava qualcosa in rumeno per cui mi era impossibile comprenderlo, al ché ho chiamato una signora, che aveva portato dell'acqua fresca ai lavoratori, di tradurre.
Ella ha dapprima scosso il capo alle mie suppliche, poi si è allontana, quasi terrorizzata. Credo di essere stata sul punto di un collasso perché ho visto nei suoi occhi un bagliore di un sentimento strano, quasi pietà, oserei dire.
Bisognava darsi da fare.
Sono tornata in casa per rinfrescare mio marito con una pezza bagnata poi sono uscita a cercare un dottore.
Le mie ricerche sono fallite. Non ho trovato nessun dottore.
Nessuno conosce l'inglese e le mie quattro, misere, paroline d'amore in rumeno – insegnatemi dal caro Gheorghe – non mi avrebbero certo aiutata.
Sono rientrata a casa dopo quattro ore. Ho trovato Gheorghe svenuto. Mi sono lasciata andare ad un pianto disperato e ho pensato di scrivere alla mia cara madre per farla mandare un dottore dall'Inghilterra.
Ho spedito la lettera due giorni fa. Chissà quanto tempo impiegherà a giungere a destinazione!
Che Dio ci assista!
Mentre ti scrivo, diario, sono seduta sul letto accanto al mio amato Gheorghe.
Ora che il sole gl'illumina il viso, ho quasi l'impressione di scorgere dei miglioramenti: un certo rossore gli colora le guance e non delira più.
Una volta mi chiese che cosa mi avesse conquistata di lui. Io gli risposi , con mio sommo imbarazzo, che ciò che più mi aveva incantata erano gli occhi, enormi pozzi scuri e liquidi, con quelle ciglia così lunghe da far invidia a qualsiasi donna.
Oh, Dio! Cosa farò senza di lui?


Gentilissima Doamna Aleena Brătianu ,

È stato un autentico piacere conoscervi al Ballo tenutosi nella mia umile dimora.
Sarebbe un onore ancora più grande per me se voi accettaste di trascorrere un giorno con me. Ho sentito che ha intenzione di visitare Londra. Potrei raccontarvi molte cose di quella splendida città.

Saluti,
D.


Dal diario di Aleena

Mi sono totalmente ricreduta sul Conte Dracula.
È un uomo talmente cosmopolita! E poi com'è cortese! Ha delle maniere da vero gentiluomo senza sembrare affatto un damerino da strapazzo.
Ha visitato tutte le capitali europee, è stato invitato a tutte le cerimonie più illustri eppure continua ad affermare che niente è come la sua patria, la Romania.
Su questo punto non abbiamo trovato un accordo ma lui sostiene che la mia sete di viaggio e di fuga sia dovuta alla gioventù.
Ah, beh! Io sono più del parere che sia dovuta alla noia di essere circondata da terre e terre, campi e campi, divieti e divieti, solo qualche ballo una volta ogni tanto ad illuminare l'orizzonte.
Mi sono aperta con lui e non me ne pento: nessuno mai mi ha ascoltata ed osservata con tanto interesse, quasi come se fossi un diamante prezioso, una fonte inesauribile di conoscenza e sorpresa.
Sorrideva, si rattristava, s'illuminava ad ogni mia storia.
In lui ho trovato un amico sincero. Altro che i noiosi gossip che mi offrono le mie sparute e falsissime amicizie! Solo ora mi rendo conto del tempo che ho sprecato con loro!
Da oggi in poi solo in Conte avrà l'onore della mia presenza, così come io avrò l'onore della sua.


Da un foglio di carta strappato

Oh, è a mia fine, è la mia fine! Lui ha trovato il diario! Sembrava calmo ma avevo la sensazione che la furia stesse per farlo esplodere. I suoi occhi erano più rossi del solito.
Ha dato il mio diario in pasto ai suoi selvaggi lupi, poi è scomparso. Ho creduto che se ne fosse andato. Purtroppo, mi sono sbagliata.
È riapparso con un corpo tra le braccia. Ho avuto una stretta allo stomaco: cosa mi obbligherà a fare? Poi ho lanciato un urlo muto quando egli mi ha lasciata scorgere il viso della vittima: era la mia cara madre!
Nel vedermi completamente scioccata e in suo potere, si è illuminato di una gioia selvaggia. Ha aperto la bocca rossa – Dio mi perdoni ma ancora volevo baciarla – e il fatto che io sia stata capace di udire ciò che quell'orribile essere diceva è stato davvero troppo.
Ho capito che ormai sto per diventare come lui.
Ho ascoltato le parole pronunciate da quella voce melliflua e sensuale, immobile come una statua. «Mia dolce Marishka, sei stata cattiva, mi hai tradito. Dovrei punirti per questo. Ecco, qui abbiamo tua madre. Tu non vuoi che faccia la fine del tuo diario, vero? Sarebbe davvero increscioso.»
Ho scosso la testa, mi sono inginocchiata per baciargli i piedi. « Perdonami, mio signore.»
Ma egli ha fatto schioccare la lingua, anche se era visibilmente compiaciuto. «No, non "mio signore" ma "mio amore". Marishka cara, abbiamo condiviso così tanto! Sei mia, ormai, come puoi ancora sfuggirmi e rifiutarti di donarti a me? Mi deludi.»
Ho sentito un'ondata d'odio dentro di me mentre il mio corpo si muoveva sotto i comandi dell'essere.
Mi ha fatta baciare la sua bocca e mi ha morsa mentre teneva la mia povera ed affettuosa madre per il collo, fuori dalla finestra.
Sentivo la fame dei lupi, l'odore della loro bava, mentre aspettavano il pasto.
Oggi lascerò la mia casa e la mia famiglia. Il cuore mi fa male ma devo trovare il modo di metterli al sicuro, da ripararli da questo morbo incurabile.
Addio, amatissimo padre, addio amatissima madre! Addio, casa. Addio, amici. Addio, addio.


Dal giornale del 30 aprile
Trovata morta, davanti alla porta di casa dai poveri genitori, la signorina Maria Dănescu.
Si annuncia che i funerali si terranno domenica alle ore 10.30 .


Dal diario di Verona, 12 aprile, notte

Che sollievo!
Non mi sono data per vinta e fortunatamente ho incontrato un signore distinto sul sentiero che conduceva ai campi.
Sorpresa delle sorprese, parlava un inglese sopraffino e si è interessato subito alla mia triste situazione.
Appena gli ho rivelato che cercavo un dottore poiché mio marito era molto malato, ha assunto un' espressione dispiaciuta e ha rivelato che era a conoscenza delle malattie che si possono contrarre nei Carpazi, e che sarebbe stato lieto di aiutarmi fin quando non avessimo trovato un dottore.
Gli ho mostrato la via di casa anche se lui già sembrava conoscerla in ogni suo dettaglio.
Mi elencava i nomi delle varie stradine e raccontava le storie che vi si nascondevano dietro con una certa passione che gli illuminava il viso.
Devo ammettere che sono rimasta impressionata dalla sua cultura.
Giunti a casa, ho aperto la porta e ho lasciato che entrasse per primo. Gheorghe era svenuto, la pezza che gli avevo messo sulla fronte era ormai calda.
Mi sono affrettata a bagnarla nuovamente. Intanto, il signore si era seduto di fronte al letto e osservava mio marito. Dopo avermi posto alcune domande, ha affermato che doveva essere quella brutta influenza che stava girando e che non dovevo angustiarmi troppo.
Ha passato una mano sulla fronte di Gheorghe, molto lentamente. A quel punto, sotto il mio sguardo preoccupato, Gheorghe ha aperto gli occhi, sbattendo un paio di volte le palpebre.
Appena ha scorto la mano dell'uomo, il suo viso si è come accartocciato, contorcendosi in un'espressione di puro orrore.
Credo che avesse le allucinazioni.
Sono corsa al suo fianco e gli ho posto la pezza sulla fronte, cercando di rassicurarlo ma l'unica reazione che ho ottenuto è stata un debolissimo "perdono".
Perché?
Perché mi ha implorato perdono?
E perché, quando è svenuto di nuovo, ho sentito la mia pelle rabbrividire?
Ora sono qui, seduta accanto al letto, in attesa di un segno di vita da parte sua.
Il signore, che ha detto di chiamarsi Dracula – mai finirò di stupirmi di quanto altisonanti siano i nomi in queste terre – sta preparando un the forte per riprendermi. Ha detto che mi sarà necessario essere in forze.
Ti prego, buon Dio, non abbandonarmi ora...


Mio caro D.,

Sarò lieta di accogliervi in casa mia questo pomeriggio per l'ora del tè. Non fatevi attendere, mi raccomando: devo assolutamente raccontarvi il sogno della scorsa notte!

Vostra, Aleena



Angolo Autrice
Mmh mmh. Avevo pensato ad un finale decisamente più intelligente e coerente ma, un po' gli impegni ma soprattutto la totale mancanza d'ispirazione, ho concluso così, bruscamente. In fondo,nel momento in cui l'ultima sposa, Aleena, viene trasformata, non continua il diario oppure le missive.
Ho cercato di riprendere un po'l'impostazione del libro originale...purtroppo la trama meritava uno sviluppo migliore. Me scema t___t
Ah! Nella prima pagina di Alena, si fa un commento poco simpatico riferito agli zingari. Ovviamente, ci tengo a precisare che ho tentato di delineare un carattere piuttosto snob e altezzoso per quanto riguarda l'ultima sposa, che, da "ricca", non poteva tollerare la compagnia di persone che non fossero della sua classe sociale. Per cui non intendo offendere nessuno! ^___^
Un abbraccii, Angel

  
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