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Autore: otpshipperaf    07/01/2016    1 recensioni
E se il bacio stampato sulla fronte di Henry non avesse spezzato la maledizione? Quale sarebbe dovuto essere il gesto rappresentativo del "vero amore" che avrebbe cambiato il destino della piccola cittadina di Storybrooke?
Genere: Fantasy, Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Emma Swan, Henry Mills, Regina Mills
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Fu quella chiamata che ci costrinse ad incrociare i nostri sguardi. Sentii gli occhi bruciare ed un groppo in gola terribilmente familiare che non mi permise di proferir parola dinnanzi a quella donna che rappresentava la causa del mio dolore e, soprattutto, della sofferenza di Henry. 

"Emma Swan?" Quella voce che pronunciò freddamente il mio nome decise di non lasciar possibilità ad altri pensieri di interferire.
"Suo figlio Henry è in codice rosso, si precipiti qui il prima possibile!" 
Fu in questo istante che riconobbi la voce del dottor Whale, segnata dalla difficoltà del riferirmi la notizia nel modo più cauto possibile. Le sue successive parole furono solo un miscuglio di lettere non ben pronunciate, forse a causa della consapevolezza di non aver raggiunto il proprio obiettivo, lasciandomi quel fardello in modo troppo diretto.

Furono le parole di Regina a riportarmi al presente. 
«Emma, dobbiamo andare» pronunciò.
Notai che la sua sofferenza era paragonabile alla mia. Furono queste le uniche parole che ruppero il silenzio di quella stanza ormai diventata fredda e grigia. Il nostro unico obiettivo fu quello di raggiungere Henry, prima che fosse troppo tardi. 
Abbandonato l'edificio alle nostre spalle, ci incamminammo a passo svelto raggiungendo in poco tempo la mia auto ed una volta salite all'interno dell'abitacolo, ci addentrammo velocemente nelle strade che costeggiavano i boschi della cittadina di Storybrooke. Nessuna di noi due aprì bocca, nessuna di noi due ebbe il coraggio di parlare di ciò che stesse accadendo. La mia mente cominciò ad annebbiarsi nuovamente, il pensiero di non poter più rivedere il sorriso di Henry mi rendeva debole e cominciai a pregare, pregai affinché i medici potessero salvarlo e riportarlo da me, suscitando un brivido di freddo che attraversò il mio corpo, facendomi rabbrividire. 
Fu un calore che mi pervase d'improvviso la mano destra, quella appoggiata al cambio dell'auto, che mi fece discostare momentaneamente dai miei pensieri, così spostai il mio sguardo sull'unica fonte di distrazione degli ultimi minuti, e notai che fu la mano di Regina poggiata delicatamente sulla mia a creare quel calore che inondava pian piano il mio corpo.
Alzai la testa e notai che mi stava osservando, con un sorriso quasi forzato. Sapevo quanto astio ci fosse fra noi due e di certo sorridermi non faceva parte dei gesti che mi rivolgeva abitualmente. Una lacrima scese dal suo occhio destro, quello illuminato dal sole quasi tramontato che ci batteva contro. Man mano che scendeva, lasciava dietro di se una sottile scia che le bagnò il viso, tanto da farle ritrarre la mano dalla mia per potersela asciugare. Quel calore che essa stava suscitando, fu subito interrotto, lasciando solo il ricordo di quella sensazione piacevole che il mio corpo stava lentamente accogliendo. 
Abbassò immediatamente lo sguardo e tirò su col naso, direzionando per brevi secondi il suo sguardo sulla strada, per poi tornare ad incrociarlo col mio. Non amava mostrarsi debole, soprattutto in mia presenza, ma mi sorprese quando con un leggero sorriso mi disse: «Andrà tutto bene.»
Nessuna delle due credeva realmente a quell'affermazione, ma l'unica fonte di speranza che ci restava fu quella di pensare che ciò si potesse avverare. Così risposi con un sorriso, che purtroppo non coinvolgeva i miei occhi, e mi concentrai nuovamente sulla strada, mentre Regina si abbandonò alla propria sofferenza poggiandosi con la testa contro il finestrino e chiudendo le proprie braccia intorno al proprio corpo, quasi come se si stesse abbracciando. 

Chissà, forse la donna che era seduta al mio fianco non era così forte come pensava, magari aveva anch'ella bisogno di affetto e protezione.
Tornai ad osservarla mentre cercava di nascondermi le proprie emozioni e mi resi conto, proprio in quel momento, che non ero io la persona che poteva offrirle tutto ciò.
  
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