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Autore: fay90    08/01/2016    0 recensioni
Nickolaj è un vampiro millenario che tornato a New York, viene assalito dai ricordi di un suo amore passato; tornato in città farà un amara scoperta sulla sua Bree.
La storia è un alternarsi tra il presente e il passato, finché non avverrà il fatidico incontro.
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ricordi

 

Eccomi tornato a New York dopo tanti anni, le sue strademi riportavano alla mente tanti ricordi di lei, lei che mi aveva incanto con i suoi capelli corvini ed i suoi bellissimi occhi azzurri.

 

         Passai una mano tra i suoi lunghi capelli e li annusai

         profumavano di fragola, “li adoro”, lei mi guardò

sconvolta, “sono totalmente banali, io li detesto”

“non è vero, sono bellissimi come i tuoi occhi”.

Fece un broncetto adorabile, “tu ti diverti a prendermi in

 giro! Io sono totalmente banale”, risi di gusto, “e allora io

ti amo per la tua banalità!” dissi baciandola.

 

Mi fermai davanti ad un bar, il nostro bar, ricordavo bene il nostro primo incontro, ogni parola, ogni sguardo era impresso nella mia mente.

Dal momento che la vidi non la lascia mai più.

 

         Ero affamato, non ce la facevo più, entrai nel primo

         bar che mi capitò davanti, dovevo trovare il mio

         prossimo pasto.

         Mi sedetti al bancone ed ordinai una birra, tanto non

         ne avrei sentito il sapere, mi servì una giovane ragazza,

         “ehi la vita va avanti, sorridi”, la guardai stupito,

         “come prego?”

         “divertiti! Non essere triste la vita va avanti!”

         “da cosa deduci che sono triste?”

         Mi guardò attentamente e avvicinò il suo volto al mio,

         “i tuoi occhi sono spenti”

         “sei strana!”, parve compiaciuta dalle mie parole,

         “lo so”.

         Per la prima volta dopo secoli risi, “io sono Nikolaj”

         “Breeanna, ma tutti mi chiamano Bree, molto piacere”,

         sorrisi.

         Tornai in quel bar quasi tutte le sere e un mese dopo il

         nostro incontro presi coraggio e andai li con l’intenzione

         di chiedergli di uscire ma ancora una volta mi sorprese,

         “domani io e te usciamo, alle 8 sotto casa mia” mi porse

         un foglietto di carta, “questo è l’indirizzo, sii puntuale” e

         mi lasciò allibito.

 

Dopo quell’appuntamento ne seguì un altro e un altro ancora finche non ci mettemmo insieme.

Dopo tre mesi che stavamo insieme decisi di dirgli la mia vera natura e ancora una volta mi sorprese.

 

         “Sei un vampiro? Forte! E dimmi sono vere tutte quelle

         cose che dicono nei film?”, ero sorpreso di tutte le reazioni

         che poteva questa era quella che mi sorprese totalmente,

         invece di scappare spaventata, mi faceva domande.

         “No, sono tutte cavolate, tranne quella sul sangue e sulla

         luce del sole” i suoi occhi brillavano eccitati “voglio

         sapere tutto!”

         “certo che sei strana”

         Mise su il suo solito broncetto adorabile “ei”, risi, “ma

         ti amo lo stesso!”

         Mi regalò un bellissimo sorriso compiaciuto, “lo so”

         risi ancora più forte e la baciai.

 

Sapevo che la nostra felicità non poteva durare, non con uno come me al suo fianco, sentivo nel profondo che prima o poi l’avrei ferita profondamente.

La mia sete quando ero a contatto con lei diveniva insostenibile, perciò dovevo trovare qualcuno, purtroppo scelsi la vittima sbagliata.

Scelsi una sua cara amica e lei in qualche modo lo venne a sapere.

 

         “Sei un mostro!”, calde lacrime scendevano dai suoi

occhi, “come hai potuto ucciderla? Era come una

sorella per me!”

“non lo sapevo, ti giuro che non lo sapevo, perdonami

ti prego!” ero disperato.

“Non voglio più vederti, sei un mostro” mi gridò e

scappò via, mentre il mio cuore andava in frantumi.

Feci come lei mi chiese, non mi presentai mai più davanti

a lei ma mi limitai ad osservarla da lontano, proteggendola.

La vidi rifarsi una vita, la vidi concedere il suo cuore ad

un altro, me ne andai solo quando il suo ragazzo le

chiese di sposarlo.

Per me fu un dolore troppo grande.

 

Ci misi 50 anni per trovare il coraggio di tornare a New York e vedere come stava, sarei rimasto nell’ombra, avrei dato un timido sguardo alla sua vita e poi sarei ripartito.

Ogni mia certezza vacillò quando scoprii che stava morendo, non potevo più andarmene, dovevo vederla almeno una volta.

 

Scoprii quasi subito dove si trovava, mi era bastata un po’ di persuasione su suo figlio.

Decisi di andarci quella notte stessa, con la speranza che dormisse, gli avrei rivolto un silenzioso addio, e poi me ne sarei andato per sempre, ma ancora una volta quella donna mi sorprese.

 

Era pienamente sveglia, “Bree” mormorai divertito, mi ero aspettato di trovarla quasi moribonda e che di sicuro non mi avrebbe mai riconosciuto ed invece mi stava aspettando.

“Nikolaj, sei venuto alla fine” disse, io corsi ad afferrarle una mano, “come potevo non venire?” mormorai, ero sicuro che se fossi stato ancora in grado di piangere, lo avrei fatto.

 

“Sto per morire Nik, lo sento, oramai la mia ora è giunta” disse con gli occhi lucidi, io gli strinsi la mano, sapevo che se lei se ne sarebbe andata io non gli sarei sopravvissuto, dentro di me sapevo già che mi sarei ucciso alla sua morte.

 

“So cosa stai pensando Nik e non te lo permetterò! Tu hai il sempre davanti a te, non puoi farti bloccare da me, sappiamo tutte e due che la nostra storia non era destinata a durare!” si interruppe per riprendere fiato, “perciò non angustiarti amore mio, sono sicura che troverai qualcun’altra e sarai di nuovo felice” mormorò alla fine mentre una lacrima solitaria gli scendeva per la guancia.

 

La guardai con amore, anche nella morte si preoccupava per me, come potevo non promettergli che avrei riprovato a vivere?

Rimasi con lei fino a poco prima dell’alba, gli lasciai un tenero baci sulla fronte, “addio Breeanna” mormorai, “addio Nicolaj” disse lei prima di chiudere gli occhi.

 

Bree morì il giorno dopo accerchiata dalla sua famiglia, e il funerale venne fatto di giorno, c’era un sole splendente, sembrava quasi che Bree l’avesse mandato per salutare tutti.

Io ovviamente non potei andarci, perciò ci andai di notte sicuro che non ci fosse nessuno.

Ancora una volta mi sbagliai.

Davanti alla sua lapide c’era qualcuno e avevo la strana sensazione che stesse aspettando me.

Aveva lunghi, ricci e rossi capelli, che gli davano l’aria da pazza scatenata, effettivamente per stare in un cimitero di notte tanto normale non doveva essere, pensai subito dopo.

 

“Ciao, sei venuto a trovare la nonna?” mi chiese, dal tono che adottò sembrava conoscermi, annuii, “sei Nikolaj?”, io annuii di nuovo, ero un po’ sconvolto dall’esuberanza di questa ragazza.

“Allora ti lascio solo, ti aspetto all’entrata!” disse incamminandosi, “ a per la cronaca” esclamò voltandosi all’improvviso, “io sono Eveline e devi assolutamente raccontarmi tutto!”

 

La guardai allontanarsi e poi mi voltai verso la lapide, “ma nella tua famiglia c’è qualcuno di normale?” mormorai divertito, ero sicuro che da qualche parte lassù nel cielo Bree stesse ridendo a crepapelle.

Forse potevo davvero essere di nuovo felice.

  
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