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Autore: Asayuna    08/01/2016    2 recensioni
"Then I heard a noise... sounds like a gun shot
and her... being struck through the back and her precious hextech fists crumbling off."
Genere: Drammatico, Mistero, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Caitlyn, Vi
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
- Questa storia fa parte della serie 'VxC, what a ship'
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"Ho sempre pensato che non le potesse succedere nulla. E c'ho creduto veramente."

 

La nostra Piltover è nota come la città del progresso proprio per il suo “bassissimo tasso di criminalità”. Solo apparenza: briganti e ladri di ogni sorta trovano la città la preda ideale per i loro saccheggi, grazie alle preziose risorse che importa per supportare la ricerca tecnomaturgica; per questo, come sceriffo, gioco un ruolo essenziale. E, di certo, non lavoro da sola; la mia “legge di Piltover” mi guarda sempre le spalle.

Eravamo in giro per la città: una normalissima ispezione, una delle solite che svolgevamo durante le nostre giornate.

- Cazzate! - mi rimproverò Vi, appena avevamo iniziato la ricognizione.

Girai l'angolo, ripensando alle sue parole, dando contemporaneamente una rapida occhiata alla tesoreria di Piltover, l'ultimo luogo in cui ho visto quella dannata ragazzina dalle treccine blu. Mi venne da sorridere al solo pensiero, stupendomi subito dopo di quel gesto.

Sentii uno sparo. Acuto, rimbombante. Non mi stupii più di tanto.

<< Vi interpreta sempre gli ordini come dei blandi suggerimenti >> sbuffai, impazientita << Si sarà buttata nel bel mezzo di un covo di malviventi. >>

"Ma se qualcosa fosse andata storta?”

Sorrisi. << La sol... >> mi fermai, mi mancò il fiato. Non sentivo le sue tipiche urla, né il rumore dei suoi giganteschi guantoni hextech.

<< Vi! >> urlai il suo nome, correndo in direzione dello sparo; non era molto lontano. Giunsi in un piccolo vicolo. Mi rassicurai, nel vedere la mia compagna, la mia partner, seduta spalle ad un muretto.

<< Vi, dannazione, potresti almeno ris... >>

Le parole mi morirono in gola.

I guantoni, fatti a pezzi, riversati sul terreno, una strana luce rossa uscire da loro. Una scia di sangue lungo il muro. Un buco nel petto della mia partner.

Corsi verso di lei, incurante del cappello volato via, della pioggia che bagnava entrambe, incurante di tutto; nella mia mente, come un chiodo fisso, il pensiero che lei stesse bene.

M'inginocchiai dinnanzi a lei, prendendole il viso fra le mani.

<< Andiamo, ragazzona! >> urlai, strattonandola leggermente, ma lei non rispose.

<< PORCA PUTTANA, VI! >> urlai più forte, ancora nulla. L'abbracciai forte, sentendo un leggero calore provenire da lei; era ancora viva, grazie a Dio.

<< Ragazzona, andrà tutto bene, okkay? >> dissi, la voce rotta dal pianto. Un'affermazione per rassicurare più me, che lei.

<< Cup...cake... >> rispose lei, un filo di foce quasi impercettibile.

Strinsi i denti, lasciando scorrere le lacrime sul mio volto. << Chi cazzo t'ha fatto, questo... >> dissi, alzando lo sguardo su di lei; vidi i suoi occhi spenti, il sangue che le scendeva dai lembi delle labbra, ed il mio cuore sobbalzò. Mi sorrise, mischiando a quel gesto inaspettato una smorfia di dolore.

<< Ca...it... >> riuscì solamente a dire.

<< Non fiatare, miss guantone. >> le dissi << Risparmia le forze >> mi sforzai di sorriderle, invano << Ti porto via da qui. >>

La caricai sulle mie spalle, sentendola leggerissima; la sua corporatura ispirava tutt'altro che leggerezza. Sentii la maglia inumidirsi sempre più, stavolta col sangue che le usciva dal petto, e mi venne di nuovo da piangere.

"Chiunque sia stato, pagherà con la sua stessa vita." pensai, un'onda di rancore ad affliggermi.

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