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Autore: California123    09/01/2016    2 recensioni
Dopo quasi sei mesi dalla morte del marito e dalla chiusura dell'enorme whormole che ha distrutto Central City, Caitlin è decisa ad andare avanti. L'arrivo di Jay garrick stravolge i piani della ragazza e mette a dura prova la fiducia di Barry. Jay sembra essere arrivato con l'intento di distruggere Zoom, ma che cosa succederebbe se avesse portato con sé anche qualcos'altro?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Barry Allen, Caitlin Snow, Cisco Ramon, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Barry sollevò di poco il busto per ritrarsi a sedere, allungò il braccio per afferrare il bicchiere posto di fianco al letto e bevve una lunga sorsata d’acqua. La testa ed il collo gli dolevano ancora per via della caduta, ma non erano niente a confronto di quella sensazione di cui era stato protagonista qualche ora prima. Percepiva ancora quel freddo venirgli a contatto con la pelle, quel ghiaccio che famelico gli invadeva il petto e si faceva largo su tutto il suo corpo, sottraendogli poco alla volta ogni traccia del suo essere. Una serie di brividi gli percorse la colonna vertebrale, d’istinto strinse con forza le dita intorno al contenitore in plastica e chiuse per qualche istante le palpebre, le riaprì solo qualche secondo più tardi quando avvertì una presenza femminile all’interno della stanza.

“Ti riprenderai.” Mormorò la ragazza, che senza indugi gli si era seduta di fianco. Il palmo caldo posato sulle nocche di lui, nel tentativo di afferrargli il bicchiere ed evitare che quest’ultimo si rovesciasse insieme al contenuto sul corpo del ragazzo.
Iris.
“Mi dispiace Iris.”  Affermò d’un tratto Barry. Si passò una mano sul viso e si distese nuovamente sul materasso. “Non immagini quanto avrei voluto parlartene.”
“Ma non volevi mettermi in pericolo.” Constatò la ragazza, allontanando il bicchiere dalla visuale dell’amico, quest’ultimo annuì lentamente e sospirò, allorché la ragazza non poté fare a meno di sorridere per via di quella premura.
“Zoom conosce tutte le mie debolezze, non posso permettergli di fare del male alle persone a cui tengo.” Fece lui, volgendo lo sguardo sulle iridi scure di lei. A quell’affermazione la vide assumere un’espressione del tutto contrariata.
“Mi stai chiedendo di farmi da parte?” Domandò Iris, stupita. Si sollevò dalla sedia e fece qualche passo incerto per la stanza. Segno del suo più che evidente nervosismo.
“Eddie si è sacrificato affinché Reverse Flash non continuasse a mettersi in mezzo alle nostre vite.” Pronunciò Barry, sollevando di poco il tono della voce. Lo sguardo fermo sul viso di lei e le sopracciglia lievemente aggrottate.
“Ho amato e amerò sempre Eddie.” Sussurrò Iris, soffermandosi per qualche istante su quella nota ancora dolente. “Ma ciò non toglie che sono io a scegliere, perciò non puoi scegliere per me Barry.”
“Iris.” Insistette ancora una volta il ragazzo, dal tono della voce si intendeva chiaramente quanto desiderasse chiudere quella discussione.
“Killer Frost si è presentata al Picture news.” Sbottò lei, finalmente. Posò lo sguardo sulle sue iridi chiare e fece calare le braccia lungo i fianchi, nel giro di qualche istante il volto di Barry assunse un’espressione piuttosto allarmata. “Dobbiamo fermarla, ha minacciato me e anche mio padre.”
“Quando è successo?” Domandò il moro, precipitandosi dinnanzi a lei con la sua super velocità.  “Si può sapere perché non me ne hai parlato prima?”
“E’ successo poco fa.” Rispose la bruna, esitante. Si voltò ed avanzò ulteriormente di qualche passo, fino a raggiungere la porta. Strinse con le dita la superficie del pomello e gli fece un cenno che immediatamente convinse il ragazzo sul da farsi. “Ti vuole morto e non possiamo permettere che accada.”

Barry annuì lentamente e la seguì a ruota, ben presto si ritrovarono entrambi nel cortex, con gli sguardi vigili degli altri puntati su di loro.
“Suppongo che tu abbia visto il servizio in televisione.” Fece Iris prima di ritrovarsi tra le braccia calde ed accoglienti del padre. L’ombra di un sorriso le comparve sulle labbra per via di quella dimostrazione d’affetto. “Sto bene, papà. Dobbiamo concentrarsi su qualcos’altro.”
“A cosa ti riferisci?” Domandò Joe, titubante. Si distaccò a malincuore dal corpo esile della figlia e le lanciò uno sguardo apprensivo. Nel mentre Barry poggiò le nocche e la schiena sulla postazione in cui era seduto Cisco.
“Killer Frost ha minacciato te ed Iris, sappiamo che collabora con Zoom” Disse Barry, con tono solenne. “Perciò è l’ora che ci sia una resa dei conti.”
“Sono anni che tento di sconfiggere Zoom, non hai la benché minima idea di chi lui sia, è un vero demonio, Barry.” Commentò Jay, contraendo la mandibola per via di quel discorso dall’esito, a parer suo, fin troppo scontato. “Lei non te lo permetterà mai.”
“Perché non dovrebbe? Del resto vuole solo tornarsene a casa come tutti gli altri.” Osservò Joe, poggiando una mano sul muro portante posto di fianco.
“Perché Zoom gli ha promesso la cosa a cui lei tiene di più.” Mormorò d’un tratto Cisco, collegando quella lunga serie di visioni che lo avevano convolto in precedenza. Lo sguardo di Jay calò immediatamente su di lui.
“E sarebbe?” Domandò Barry, incrociando le braccia al petto.
“Tu.” Concluse Jay, facendo un cenno in direzione di Barry, quest’ultimo dischiuse le labbra per lo stupore e senza pensarci due volte si voltò verso la figura femminile ferma sulla soglia della porta d’ingresso. Lo stesso fecero tutti i presenti. Un dettaglio che non passò inosservato dalla diretta interessata, la quale sussultò ed arrossì involontariamente.

 
***
 
“Caitlin, aspetta! Doppiamo parlare.” Fece per l’ennesima volta Barry, erano passati dieci minuti dalla rivelazione di Jay e non era riuscito a parlarle neanche una volta. Ormai stanco di quell’indifferenza le si precipitò davanti e il vento le scompigliò i lunghi capelli scuri.
“Non c’è niente di cui parlare.” Affermò con fermezza la ragazza, sollevò una mano e con le dita tentò di sistemarsi i boccoli disordinati, nel mentre mantenne lo sguardo rivolto verso il muro del corridoio. Avrebbe preferito qualsiasi situazione pur di non ritrovarsi di fronte a tanta umiliazione. “Non provo quei sentimenti, Barry.”
“Lo so. Non sei tu, o meglio si, voglio dire..” Balbettò il moro, imbarazzato. Si posò una mano dietro la nuca per trattenere il nervosismo e si schiarì la gola. “Ma non era di questo che volevo parlare. Volevo accertarmi che tu stessi bene.”
“Sto bene.” Dichiarò lei, con un tono di voce tanto gelido da ricordargli quello di Killer Frost. Per un istante la mente di lui rivide in quegli occhi scuri quella nota di oscurità che aveva intravisto nella donna di ghiaccio. Lei stessa se ne era accorta, poiché aveva dischiuso le labbra ed aveva posato lo sguardo su quello di Barry. “Mi dispiace, Barry.”
“Tutto questo non durerà per sempre, ti prometto che Zoom pagherà per tutto ciò che ci ha causato.” Mormorò il moro, prima di stringerla in un abbraccio.

 
***

 
Killer Frost ritrasse con cautela la mano dal corpo disteso a terra, dischiuse gli occhi per poter bearsi di quella sensazione tanto breve quanto inebriante. Il viso riacquistò per qualche secondo vigore, un rossore lievemente accennato le adornò le guance, creando un perfetto contrasto con il colore vitreo e pallido della sua pelle.
 
Non sarebbe mai durato abbastanza.
 
Non ci avrebbe messo molto a trovarla. Zoom era in grado di raggiungerla in qualsiasi posto lei si trovasse. Era questione di minuti, presto l’avrebbe colta in fragrante e punita per ciò che non aveva compiuto.
Aveva bisogno di più tempo, del resto, il suo era un piano studiato nei minimi dettagli. Infallibile ed accurato.
Era semplice, Flash ed il suo team erano incredibilmente coinvolti ai legami familiari, e dal conto suo li trovava quasi patetici per quel loro attaccamento morboso ed infantile.
Per questo si era diretta da Iris West. L’unica donna che, ironicamente, in qualsiasi universo si trovasse, le dava del filo da torcere.  
“Avresti dovuto attenerti agli ordini.” Fece una voce alle sue spalle. Avrebbe riconosciuto in qualsiasi circostanza quella voce meccanica che da tempo ormai la perseguitava.
“Dovevo pur intrattenermi.” Rispose la ragazza con noncuranza, si voltò verso la figura sfocata di fronte a sé e si sposto una ciocca bionda dalla spalla. “Come ti ho detto sin dall’inizio ho la situazione sotto controllo.”
“Ormai è tardi.” Le fece notare la figura, avvicinandosi con maggiore insistenza al corpo della ragazza. La quale tentò di mostrarsi indifferente a quel viso demoniaco. Quest’ultimo sollevò il braccio ed un brivido le percorse la colonna vertebrale, in una manciata di secondi lo vide scomparire all’interno di una lacerazione e ricomparire, questa volta con un corpo. Non un semplice corpo, ma il suo.
“Caitlin..” Mormorò il ragazzo in fin di vita. Il labbro spaccato e la testa sanguinante gli rendevano difficili anche i compiti più semplici. Zoom lo teneva dal colletto della camicia, quest’ultima ormai logora e consumata. Di tanto in tanto la figura lo strattonava con forza disumana, quasi volesse fare a brandelli ogni minima parte del suo corpo.
“Ti ho detto che li ucciderò, devi credermi.” Pronunciò Killer Frost, con fermezza. Le iridi azzurre fisse sul corpo inerme del ragazzo, nel vano tentativo di non lasciarsi trasportare dalla lunga serie di emozioni che la stavano coinvolgendo in quel momento. “Qualche altro giorno.”
“Ti ho già dato del tempo e l’hai sprecato.” Concluse la figura prima di sollevare l’altro braccio e di avvicinare la mano al corpo di Barry.
“No!” Urlò la ragazza, sull’orlo delle lacrime. Non fece in tempo ad aggiungere altro che sparirono entrambi dalla sua vista.

L’aveva perso definitivamente.
E chiunque avrebbe pagato per quella perdita.

 
***

 
“Se Cisco e Jay hanno ragione, non potrai affrontarlo, basandoti solo sulla tua velocità. Dobbiamo costruire un siero.” Fece Caitlin, raggiungendo Cisco nel laboratorio di fianco.
“Io e Caitlin potremmo inventare qualcosa che fermi la sua velocità, almeno temporaneamente.” Esortò Cisco, mentre cercava qualcosa di utile nei vari scompartimenti della struttura. Qualsiasi materiale poteva essere necessario a fermare quel mostro.
 “Hanno ragione Bar, lasciati aiutare.” Disse Joe, con sicurezza. Si avvicinò al figlio e gli poggiò una mano sulla spalla.
“Non capite, non ho altra scelta.” Tagliò corto Barry, concludendo quel discorso.
“E’ vero, non ne ha.” Commentò una ambigua figura comparsa sulla soglia della porta, era interamente vestita di nero e sul capo vi era un cappello che gli ricopriva il volto per non destare sospetti. “Almeno non senza il mio aiuto.”
Avrebbe riconosciuto centinaia di volte quella voce.
Si presentava come l’ultima volta che l’aveva intravisto. Montatura perfettamente rettangolare e sguardo di chi ne sapeva decisamente troppo, sulle labbra.

Harrison Wells.
   
 
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