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Autore: Weleo    10/01/2016    0 recensioni
Clara sta per laurearsi quando conosce Christian una sera in un bar. La loro sembra una semplice storia d'amore come molte altre, ma si ritroveranno sulle torri gemelle di New York l'11 settembre e tutto cambierà.
Genere: Angst, Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
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New York 11/09/2001

*Erik’sPOV*

Scesi per la strada per fare una passeggiata prima del meeting e tutto ciò che vidi fu la strada stranamente deserta con alcune persone che correvano e il cielo oscurato dal fumo.Quando mi avvicinai a una donna e le chiesi cosa stesse succedendo, mi guardò attonita:- Le torri gemelle stanno cadendo.-

Le torri gemelle stavano cadendo? Possibile? Mi stava solo prendendo in giro, non era possibile che le torri cadessero.In ogni caso non indugiai un secondo e iniziai a correre ripercorrendo la strada che avevo attraversato la scorsa notte con Clara.

Guardando verso l’alto potevo distinguere la sagoma di una delle torri ancora circondata dal fumo, sembrava terribilmente sbagliata la vista del grattacielo senza la sorella. Arrivai dietro a un posto di blocco allestito dall’ambulanza,lì vicino un uomo in piedi su un tavolo urlava attraverso un megafono:- Dalla torre Nord non è arrivato nessuno da sopra il 60° piano…- Fui invaso dal sollievo, Clara era nella torre Sud, bene probabilmente era lì in giro.

Mi avvicinai a un volontario chiedendo se ci fosse un posto dove chiedere per chi era sceso.

-Si, mi segua.-

Lo segui verso un tavolo vicino all’uomo che stava ancora parlando:- Vi chiediamo pertanto di stare indietro e di lasciare lavorare i soccorritori, ma…-

Pensai a quando tre anni prima le dissi che mi avevano contattato dalla Apple e di come fosse stata felice per me,quello fu il momento in cui mi ero accorto di amarla, subito dopo averla spinta nelle braccia di Christian.

Erano così felici insieme, ma io avevo pensato e forse anche sperato che fosse solo la foga del momento e che poi sarebbe passato, invece erano stati affiatati come il primo giorno.

Erano felici e forse la cosa peggiore era che lo accettavo; volevo che lei fosse felice.

-Chi sta cercando? Se lo sa mi dica anche piano e torre- mi chiese il volontario riportandomi alla realtà.

-Clara Di Martini piano 88° piano della Torre Nord.-

Cercò per vari secondi mentre io aspettavo nervoso.

-È scesa, le sono stati messi alcuni punti alla testa ed è andata via.- lesse da un foglio.

Era viva! Mormorai delle scuse e corsi cercando di farmi spazio tra la folla, fino a quando arrivai davanti a un muro che sembrava grondare sangue, poco lontano si sentiva una ragazza protestare rabbiosa.

Mi guardai intorno, poteva essere ovunque,ma non sarebbe tornata a casa senza Christian. Forse si erano ritrovati, nella mia testa si dipinse l’immagine di Christian che le teneva la mano e le accarezzava i capelli mentre le mettevano i punti.

E se non si fossero incontrati affatto?

E se fosse morto?

Non avevo pensato a chiedere anche di lui.

Si sentirono delle esplosioni provenire dalla torre sopravvissuta, tutti si zittirono e ciò che si sentì fu il rumore di una nave che affonda, il cigolio del metallo stanco che non reggeva più il proprio peso. La gente iniziò a correre e fuggire terrorizzata.

Io mi infilai in una strada laterale e mi inoltrai in un labirinto di vicoli, mi tappai le orecchie quando sentii l’inizio del crollo; non dovevo essermi allontanato di molto perchè il rumore fu insopportabile e le orecchie mi fischiarono per alcuni momenti.

Fui accecato dalla coltre di fumo che discese nella strada.

Quando finalmente il suolo smise di tremare iniziai a ripercorrere la strada a ritroso cercando di tornare da dove ero venuto, ma più mi avvicinavo, più il fumo si addensava. Mi tirai il collo della maglietta sul naso per cercare di respirare meglio. Nel polverone potevo solo vedere poche figure indistinte, in lontananza quella che sembrava la sagoma del muro della torre si alzava solitaria solo per un paio di metri. avanzai allontanandomi da ciò che rimaneva, tenendo la mano destra appoggiata al muro, il che sembrava impossibile dato che pochi secondi prima aveva un’altezza vertiginosa. L’atmosfera intanto si era riempita di urla di persone che cercavano i propri cari e rincuorati dalla riunione esaltavano felici o cercavano ancora smarriti. L’aria iniziava a pulirsi e il polverone si diradava mano a mano che mi allontanavo

Quando finalmente la raggiunsi non la riconobbi subito , era ricoperta dalla testa ai piedi di polvere, si teneva una mano sul grembo mentre singhiozzava e le guance tracciavano solchi che pulivano la pelle. Si appoggiò alla macchina che aveva di fianco e iniziò a scivolare per terra. Mi avvicinai per tirarla su. Lei mi guardó con gli occhi spalancati, come se non riuscisse a vedermi davvero: “Christian. Non è tornato.È morto, lo so.” Mi disse.

E io non potei fare altro che inginocchiarmi di fronte a lei e stringerla nel più disperato degli abbracci. Mentre intorno a noi, nella coltre di fumo e polvere, ognuno esprimeva la propria preghiera.  

--------Angolo dell'autrice

Faccio schifo in termini di aggiornamenti, lo so. Questo mini-capitolo non è l'epilogo, non ancora.

Ringrazio, come quasi sempre ormai, _candor che riempie i miei spazi vuoti e traduce tutto in italiano.

   
 
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