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Autore: Taila    10/01/2016    2 recensioni
Dentro di lui è avvenuto un cambiamento sottile, ma non per questo meno pericoloso, visto che non se n’è avveduto fino a quando non è stato troppo tardi per porvi qualche rimedio. Soltanto una manciata di mesi prima, guardava Barry e vedeva solo il viso del suo nemico, di colui che non è mai stato capace di uccidere. Adesso osserva il volto di quel ragazzo e non vede una maschera rossa che copre un volto dalla piega dura, labbra incurvate in una dura piega carica di disprezzo e occhi chiari che lo guardano come un avversario da battere. Ora Eobard lo guarda e vede Barry, solo il suo Barry.
[Barrison/Eobarry]
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Barry Allen, Dr. Harrison Wells, Eobard Thawne
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Simili, non uguali
Autore: Taila
Serie: The Flash
Genere: Sentimentale, fluff
Tipo: Pre-slash, one-shot
Pairing: Barrison/Eobarry
Rating: Verde
Disclaimers: I personaggi presenti in questa shot non appartengono a me, ma a tutti coloro che ne detengono i diritti. Io li ho presi in prestito solo per mettere in atto i miei oscuri piani.
Note: Questa shot è solo un esperimento. L’idea mi è venuta perché, se da un lato sono in astinenza e non vedo l’ora che ricominci la seconda stagione, dall’altro sto rivedendo la prima stagione e sto amando come non mai il dottor Wells, aka Eobard Thawn, e il rapporto che ha costruito con Barry (so che è impossibile replicarlo con il Wells della seconda stagione, ma spero proprio che con Barry riesca a costruirne uno altrettanto bello ^^), quindi mi è venuta in mente questa cosuccia ^^ Spero che sia venuto fuori qualcosa di decente, ma comunque è garantita tutta la mia buona volontà e il mio amore per il Barrison ^O^
Ringraziamenti: Ringrazio chiunque leggerà e/o commenterà questa shot ^^
Adesso la smetto di blaterare e vi lascio alla lettura. Alla prossima, gente ^O^



Simili, non uguali

- Noi andiamo a casa, dottor Wells.- dice la voce fuoricampo di Caitlin.
- A domani, dottor Wells.- si accoda Cisco.
Eobard risponde loro con un brontolio distratto, mentre le sue dita battono velocemente sulla tastiera e il suo sguardo è concentrato sui dati che sta leggendo, il volto illuminato dalla luce azzurrina del monitor. Aspetta lunghi minuti ancora, per essere sicuro di essere davvero solo, prima di scostare dalla scrivania su cui stava lavorando la sedia a rotelle e alzarsi in piedi. Per un attimo rimane fermo, assaporando la sensazione di non essere più seduto: spesso le gambe gli fanno male per la lunga immobilità, tuttavia fingere di essere rimasto paralizzato agli arti inferiori dopo l’incidente dell’acceleratore di particelle, è stata l’unica valida tra le ipotesi che ha vagliato, per sviare i sospetti da se stesso. È un sacrificio che è disposto a sopportare per poter lasciare finalmente quell’epoca così arretrata e barbara, per poter finalmente tornare a casa.
A questo pensiero un sorriso scivola sul volto di Eobard, che si gira, ruotando su se stesso, fino a incontrare con lo sguardo il ragazzo immobile, steso nel lettino ospedaliero e collegato a macchinari che monitorizzano la sua frequenza cardiaca, l’attività cerebrale e che, con il bip ripetuto in modo costante, producono gli unici suoni che, in questo momento, rompono il silenzio del laboratorio principale. Muovendosi con il passo di un normale essere umano, Eobard si avvicina alle sacche della flebo e si assicura che il liquido per alimentarlo in modo artificiale scorra in modo regolare nel tubicino. Poi si sposta verso il lettino e si avvicina a Barry Allen, ancora in coma e completamente alla sua mercé. Apre una mano e appoggia il palmo aperto al centro del suo petto, sotto la sua pelle sente il cuore del ragazzo pulsare allo stesso ritmo forte, costante e rassicurante che il bip del monitor rispecchia.
Eobard osserva il viso di Barry Allen addormentato e ripensa a quante volte, in passato, ha desiderato avere il suo nemico in quel modo, indifeso, un bersaglio su cui scatenare la sua furia e da cui prendersi finalmente la propria vendetta, senza che l’altro potesse reagire. E ora eccolo lì, quel pomposo idiota arrogante di Flash, esattamente come lo aveva sempre immaginato. Eobard preme un po’ di più la punta delle dita contro la sua pelle nivea, resistendo a stento alla tentazione di affondarla nella carne del costato e trasformare il suo cuore in poltiglia, mentre ripensa a tutto il disprezzo che gli ha gettato addosso, al modo sprezzante i cui Flash ha respinto la mano che gli stava tendendo, perché lui è troppo al di sopra degli altri, è l’eroe che protegge la città e la sua moralità è così irreprensibile da non potersi nemmeno immaginare a scende a patti con chi non è come lui.
- Volevo solo un mondo senza di te. Soltanto questo. E, proprio quando ho creduto di essere riuscito nel mio intento, ho scoperto di aver bisogno proprio di te, per poter tornare a casa, in quel mondo in cui sarei stato libero dalla tua presenza. – Eobard si china in avanti, fin quasi a toccare con il proprio il viso di Barry e un sorriso feroce gli schiude le labbra – Ma non preoccuparti: non ti concederò mai più un bonus. Una volta che questa storia sarà finita e non avrò più bisogno di te, mi occuperò di te e, questa volta, mi assicurerò di piantare il mio pugnale dritto nel tuo cuore.


§§§



Eobard è furioso. Anzi, no: si trova in un stato che travalica nettamente il concetto stesso di furia e collera. Il piano che ha così ingegnosamente architettato, delicato come gli ingranaggi di un vecchio orologio e che sta portando avanti da quindici anni, tutto il lavoro fatto ha rischiato di essere vano e tutto perché quel piccolo idiota di Cisco ha pensato bene di creare un’arma che avrebbe non soltanto potuto fermare, ma addirittura uccidere Flash. Quando era in lotta contro il Flash del futuro, avrebbe voluto impossessarsi di quell’oggetto così prezioso che avrebbe potuto aiutarlo a realizzare il suo progetto di distruggere Flash, ma purtroppo era stato preceduto da Leonard Snart e si era infuriato parecchio per questo smacco. Ora invece tutto quello che vuole è recuperare quella pistola e tenere al sicuro Barry, lo strumento che ha creato con le sue mani e che, al momento opportuno, gli consentirà di ritornare nella sua epoca.
Cisco per lui è come il figlio che non ha mai avuto, ma se avesse di nuovo provato a mettergli i bastoni tra le ruote nemmeno quell’affetto che prova nei suoi confronti potrebbe salvarlo.


§§§



Eobard è davvero sorpreso quando si trova davanti Barry. È sera tardi, gli allenamenti erano stati conclusi e il ragazzo avrebbe dovuto essere a casa a riposare. Solleva il viso verso di lui per dirgli che può andare, però la curiosità si sostituisce allo stupore quando vede l’espressione sul suo viso: è imbarazzato, un rossore lieve gli colora la punta delle orecchie e si sposta da un piede all’altro, nervoso, mentre nasconde qualcosa dietro la schiena.
- Posso fare qualcosa per te, Barry?- chiede, pronunciando il suo nome in quel modo particolare che, ormai lo ha capito, piace così tanto all’altro.
Anche quella volta ottiene l’effetto desiderato: in reazione, le pupille del ragazzo si dilatano per un attimo e si mordicchia il labbro inferiore.
- Mi chiedevo… Ecco, mi domandavo se… Uh, le andrebbe di fare una partita a scacchi con me, prima di tornare a casa?- domanda con evidente imbarazzo, senza mai guardarlo dritto negli occhi.
In questo momento non sembra affatto l’eroe forte e sprezzante del pericolo che infinite volte lo ha affrontato e sconfitto, ma soltanto un goffo adolescente alle prese con la propria cotta segreta. Barry è così privo di discrezione nel mostrare i suoi sentimenti, che non gli sarebbero nemmeno stati necessari i filmati, registrati prima dell’incidente, quando lo spiava, nei quali lo ha visto seguire adorante ogni impresa scientifica del suo idolo. Iris West è solo una comoda copertura, Eobard ne è sicuro: la persona per cui Barry ha sempre nutrito dei sentimenti è Harrison Wells. Spesso si è domandato se quel particolare gli sarebbe potuto tornare utile, se, invece del mentore che è stato per lui fin dall’inizio, Barry lo avesse seguito più volentieri nelle vesti di un amante. Ma ha scartato quell’idea ritenendola troppo pericolosa: se si fosse trattato di semplice sesso, non si sarebbe fatto scrupolo a portarsi a letto quel ragazzo, se questo lo avesse aiutato a ottenere ciò che desidera. Il problema alla base del suo rifiuto sono i sentimenti: sono loro che complicano tutto e, seppur diversi e contrastanti, sia lui che Barry avrebbero schierato in campo i loro sentimenti personali, nel caso in cui avesse deciso di spostare il loro rapporto su un piano intimo e questo avrebbe potuto scatenare una reazione chimica che sarebbe risultata sicuramente esplosiva e incontrollabile. Quindi una relazione intima tra di loro, benché fruttuosa sarebbe stata decisamente deleteria. Eobard incrocia le braccia al petto e si limita a fissarlo per ancora qualche istante, divertendosi a prolungare e a osservare il suo imbarazzo.
- Credevo che avessimo finito con il tuo allenamento, per oggi.- dice alla fine, archiviando in memoria l’espressione un po’ delusa sul viso del ragazzo.
Barry diventa più nervoso sotto il suo sguardo e comincia a dondolare di più sui talloni.
- No, io… Niente allenamento, speravo in una partita solo per divertimento, anche se ha detto che ho ancora molto da imparare… – fissa indeciso per qualche istante l’uomo davanti a lui – Ho preso dei Big Belly Burger.- aggiunge come a volerlo incentivare ad accettare la sua proposta, mentre tira fuori da dietro la schiena le mani per mostrargli i sacchetti del fast food.
Eobard sposta lo sguardo dai sacchetti con gli hamburger al viso carico d’attesa di Barry e una profonda sensazione di piacere gli invade il petto. Non può negare che gli piaccia parecchio il pensiero che l’uomo che, in passato, lo ha sempre guardato dall’alto in basso, come se fosse un qualcosa di irrecuperabile, per cui non valesse la pena impegnarsi, ora la sta guardando adorante e speranzoso, come se per lui fosse il centro esatto del mondo. Sa che dovrebbe rispettare i suoi propositi iniziali e lasciare una linea invalicabile tra di loro, che non dovrebbe permettere che quel rapporto che esiste tra loro due diventi troppo personale, ma infondo non gli sembra che ci sia qualcosa di male in una partita a scacchi.
- Bianchi o neri, Barry?- domanda per lasciargli intendere che ha accettato la sua proposta.
Sul viso di Barry si scioglie un sorriso caldo e accecante, che arriva a illuminargli anche gli occhi ed Eobard avverte una punta di quel calore scivolargli sottopelle e riscaldarlo piacevolmente da dentro. Una sensazione di allarme lo ghermisce immediatamente, però Eobard la scaccia irritato, ripetendosi ancora una volta che non c’è alcun pericolo nel passare un po’ di tempo con il ragazzo in quel modo.
- Neri.- risponde Barry.
Eobard lo guarda incuriosito, perché non si sarebbe aspettato quella risposta: il Barry Allen del suo passato avrebbe preferito sicuramente i pezzi bianchi, in una perfetta assonanza con il suo puro cuore da eroe senza macchia, ma il suo Barry non è così scontato e, a questo pensiero, un sorriso divertito gli incurva le labbra.


§§§



Poi un ingranaggio del complesso piano che ha architettato con tanta cura, si inceppa, qualcosa cambia in modo così repentino da prenderlo in contropiede ed Eobard, per la prima volta negli ultimi quindici anni, si sente come se la situazione gli stesse sfuggendo di mano.
Barry, da perfetto sconsiderato qual è, si è di nuovo andato a impegolare in una situazione pericolosa senza aver prima valutato i rischi e questo gli è quasi costato la vita: il metaumano che ha cercato di fermare e che è dotato di una forza sovrumana, è riuscito ad attirarlo dentro un magazzino e in un vicolo cieco, prima di far crollare addosso a Flash una parete di cemento armato. Barry deve ringraziare le alterazioni che l’ondata di materia oscura ha impresso sul suo fisico, per il fatto di essere ancora vivo. Se fosse stato un comune essere umano, sarebbe morto sul colpo, il corpo schiacciato e non ci sarebbe stato niente da fare. Però, per fortuna, i poteri da metaumano di Barry includono anche una prodigiosa capacità di guarigione e il suo fisico ha già cominciato a lavorare per aiutarlo. Per tutto il tempo che Caitlin ha impiegato a prendersi cura di Barry, è rimasto seduto sulla sedia a rotelle accanto al letto su cui il ragazzo è stato sdraiato e con ancora nelle sue orecchie il rumore cupo della parete che crollava e il grido di dolore di Barry, seguito da una lunga pausa del silenzio più agghiacciante che avesse mai udito. È rimasto immobile per tutto il tempo, aspettando che quei suoni sinistri scomparissero, portandosi dietro quella fastidiosa sensazione senza nome che lo sta pizzicando da dentro e gli impedisce di distogliere lo sguardo dal viso di Barry. Si sente come quella volta in cui Farroq ha attaccato Barry e vederlo affrontare il pericolo così indifeso, gli ha suscitato dentro un qualcosa che ancora non è riuscito a spiegarsi, una scintilla che lo ha spinto a uscire allo scoperto e a esporsi in prima persona e che dopo, a pericolo passato, ha deciso lucidamente di ignorare e di spingere nelle parti più profonde del suo io, seppellendola sotto la convinzione che in quell’occasione ha affrontato un rischio calcolato per ottenere di nuovo la fiducia di Barry e spingerlo a riottenere i suoi poteri. Ha sperato che quel qualcosa alla fine sarebbe sparito da solo e lui se ne sarebbe dimenticato, ma a quanto pare non è così.
Quando si rende conto che Cisco e Caitlin lo hanno lasciato da solo, per svolgere qualche lavoro che è stato lasciato in sospeso a causa della caccia al metaumano e in attesa che Barry riprenda i sensi, Eobard si ritrova a sollevare la mano destra e a scostare il ciuffo di capelli che era scivolato sulla fronte del ragazzo, passando delicatamente la punta delle dita sulla sua pelle e soffermandosi su di essa più del dovuto. Quando realizza quello che sta facendo, Eobard scosta la mano di scatto, quasi che il ragazzo scotti, mentre si domanda cosa gli sia preso all’improvviso. Quello è Flash, il suo nemico giurato, l’obbiettivo che era deciso a distruggere, uno strumento di cui servirsi e poi sbarazzarsi quando non gli sarà più utile.
No. Eobard osserva quel volto addormentato e intuisce vagamente che qualcosa è mutato. Dentro di lui è avvenuto un cambiamento sottile, ma non per questo meno pericoloso, visto che non se n’è avveduto fino a quando non è stato troppo tardi per porvi qualche rimedio. Soltanto una manciata di mesi prima, guardava Barry e vedeva solo il viso del suo nemico, di colui che non è mai stato capace di uccidere. Adesso osserva il volto di quel ragazzo e non vede una maschera rossa che copre un volto dalla piega dura, labbra incurvate in una dura piega carica di disprezzo e occhi chiari che lo guardano come un avversario da battere. Ora Eobard lo guarda e vede Barry, solo il suo Barry. Non l’inflessibile eroe dalla tempra d’acciaio, l’elevatissima morale e la fierezza di chi guarda tutti gli altri dall’altro in basso, ma il giovane uomo che sta addestrando, plasmando e imparando a conoscere. Per la prima volta si rende conto che Barry non è il Flash del suo passato, che sono due persone completamente diverse. Che sono simili, ma non uguali.
Il ragazzo inspira a fondo dal naso, mentre le pupille si muovono a scatti sotto le palpebre ancora abbassate, annunciando il suo risveglio imminente. Infatti le sue ciglia vibrano per un attimo e poi riapre lentamente gli occhi, un’espressione confusa a velargli lo sguardo. Eobard si sorprende nel constatare che quell’impulso che sempre ha provato di allontanarsi da lui, questa volta tarda ad arrivare. Rimane, invece, accanto al capezzale del letto e lascia che lui sia la prima che Barry veda al risveglio.
- Ehi…- dice il ragazzo dopo aver girato la testa e averlo visto, la voce ancora arrochita e le labbra tese in un sorriso dolce e caldo, dopo averlo riconosciuto.
- Bentornato tra noi, Barry.- Eobard dice mentre si china verso di lui, rivolgendogli un piccolo sorriso.
- Che cosa è successo?- chiede lui dopo un attimo, guardandolo smarrito.
- Ne parleremo quando starai meglio. Adesso riposati.- replica Eobard e non si rende conto che gli sta parlando in un tono basso e intimo.
Barry annuisce e chiude gli occhi, addormentandosi con l’abbandono di chi ha accanto qualcuno di cui si fida profondamente. E quella fiducia che il ragazzo ripone istintivamente in lui, colpisce Eobard ancora più profondamente, andando a minare alla base qualcosa dentro di lui che era necessario che rimanesse integra. Eobard sospira e prende la mano sinistra del ragazzo, abbandonata e inerte sul lenzuolo, nella sua destra e si dice che può permettersi un attimo di debolezza. Uno soltanto. Perché fra un attimo dovrà ricominciare con la sua pantomima, a muovere i fili da bravo burattinaio qual è, per far danzare la sua marionetta preferita a suo piacimento.


§§§



Eobard si sistema meglio sul lettino ospedaliero su cui è sdraiato. È mattino presto, attorno a lui i Laboratori STAR sono ancora immersi nel buio e nel silenzio. I tagli sulla faccia bruciano un po’ e, visto che l’effetto dell’antidolorifico che gli ha somministrato Caitlin sta svanendo, il livido che si è procurato sull’addome ha cominciato a dolergli. È seccante non poter sfruttare le sue capacità di guarigione, ma è necessario che i segni dell’attacco dell’Anti-Flash rimangano impresse il più a lungo possibile sulla sua pelle: una prova tangibile che il crudele Uomo in Giallo ha attaccato un uomo fisicamente inerme. Dopo essersi scontrato con colui che ha ucciso sua madre e con la consapevolezza che è mancato poco che facesse lo stesso anche con Harrison Wells, il suo eroe, è sicuro che Barry ora si impegnerà anima e corpo per diventare ancora più veloce.
Eobard chiude gli occhi e ripensa alla lotta contro Barry nello stadio di football: è stato esaltante sentire che il ragazzo gli stava dando la caccia, scontrarsi nuovamente contro Flash dopo tutti quegli anni. Eppure sente che c’è qualcosa che non va: è come una nota di fondo stonata, qualche cosa che c’è pur non dovendoci esserci. Sa che non ha senso mentire anche a lui stesso e, per questo, dopo un attimo di pausa in cui ancora lotta con se stesso per resistere, alla fine ammette la verità: quel combattimento è stato diverso e non perché, per una volta, si è trovato in vantaggio sull’avversario di tutta una vita, ma perché colui contro il quale stava lottando non era Flash ma Barry. Eobard espira profondamente dal naso e si chiede quando ha cominciato a scindere il nemico del suo passato, quello che ha odiato con tutte le forze, al punto di viaggiare nel passato per ucciderlo, cancellarlo dalla storia, dal ragazzo ingenuo, dolce come miele, un po’ esibizionista e dal cuore grande che sta imparando a conoscere. Eobard ha quasi paura di darsi una risposta, perché potrebbe mutare tutto, stravolgere tutto quanto e lui stesso.
Un movimento leggero nella stanza attira la sua attenzione, allontanandolo dalle sue riflessioni e apre di scatto gli occhi. Si trova davanti Barry che, credendo di averlo svegliato, è arrossito e si è bloccato a metà del gesto che stava compiendo.
- Uh… Buongiorno. Mi dispiace averla svegliata, credevo di aver fatto più piano.- dice e gli rivolge un piccolo sorriso di scuse.
Eobard si sporge per prendere i suoi occhiali, che ha appoggiato la sera prima sul comodino e, dopo averli inforcati, sposta lo sguardo sul display dell’orologio digitale fissato al muro. Manca un quarto d’ora alle sette del mattino. È presto, troppo presto per gli standard di Barry che, normalmente, in un’ora del genere avrebbe dovuto essere ancora profondamente addormentato. Si chiede se non è forse successo qualcosa.
- Non stavo dormendo. Come mai sei qui a quest’ora?- domanda e gli rivolge uno di quegli sguardi analitici tipicamente suoi.
Sotto quell’attento esame, Barry arrossisce ancora di più, a disagio.
- Volevo sapere come stava dopo… dopo ieri e le ho portato la colazione.- spiega e solleva le mani per mostrargli un bicchiere da asporto di caffè e una confezioni di brioche.
Dall’odore che emanano, devono essere appena fatte, ancora calde e lo stomaco di Eobard, a digiuno dalla sera prima, reagiste prontamente.
- Sto bene, non preoccuparti. Meglio di ieri sera, va bene. – si corregge, notando l’occhiata scettica che gli rivolge il ragazzo – Ma, comunque, grazie.- dice e allunga le mani per prendere la sua colazione. Barry lo osserva mentre si siede accanto al letto, contento che il suo piano sia riuscito.
- Volevo farle anche gli auguri di buon Natale, visto che ieri sera non è potuto venire alla festa che Joe ha organizzato.- la sua voce ha un tono un po’ cupo, come se l’attacco dell’Uomo in Giallo che lui ha subito pesasse ancora molto sulla sua coscienza.
L’uomo sorride e annuisce per ricambiare gli auguri.
- Non saresti dovuto venire qui solo per portarmi la colazione e farmi gli auguri a quest’ora.
- Sono di turno in Centrale questa mattina, ho solo anticipato un po’ la sveglia per passare qui da lei.- dice con un tono come se volesse sminuire ciò che ha fatto.
Eobard prende un lungo sorso di caffè e osserva Barry da sopra il bordo del bicchiere. Spesso si è trovato nella situazione di dover dire che vuole bene a Barry e che è interessato a lui, ma, solo ora che è circondato dal suo calore, si rende conto che quelle frasi non erano completamente una bugia, che l’odio che provava nei suoi confronti oramai è stato annacquato dall’affetto che ha iniziato a provare nei suoi confronti. Riflette che, infondo, non gli dispiacerebbe passare tutta la vita con l’aspetto di Harrison Wells e a fare da mentore al Flash del presente, se questo volesse dire passare il tempo insieme a questo ragazzo che lo adora come se fosse il suo eroe personale. Peccato che la sua sia soltanto una fantasia destinata a rimanere tale, perché ha bruciato questa possibilità la sera in cui ha deciso di uccidere Nora Allen, creando una voragine invalicabile tra Barry e lui. Lo scontro con l’Anti-Flash è stato solo il primo pezzo del domino a cadere e, quindi, ora non deve fare altro che rimanere in attesa che crollino tutti, una dopo l’altra, in un effetto a catena impossibile da arrestare. Presto Barry scoprirà la verità su di lui, il senso di tradimento sostituirà l’adorazione e lo scontro tra di loro sarà inevitabile. Tutto ciò che Eobard può fare è di sperare di avere ancora un po’ di tempo da poter vivere in quel modo.

  
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