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Autore: ely_trev    10/01/2016    1 recensioni
Cosa sarebbe successo se Derek fosse sparito dopo essersi dichiarato a Meredith nella 4x04 e aver visto in lei la voglia di scappare?
One shot scritta quasi dieci anni fa da una ragazzina fuori di testa a cui farebbe comunque piacere condividerla con voi.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Derek Sheperd, Meredith Grey
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Quarta stagione
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Se ne era andato... Ancora non riusciva a crederci... Aveva detto di amarla, di volerla sposare, di volere dei figli con lei e poi... Se ne era andato... Ma, in fondo, lei che cosa pretendeva? Dopo una dichiarazione del genere, invece di abbracciarlo, di stringerlo, di baciarlo, se ne era rimasta immobile, lo sguardo fisso su di lui e la mente che vagava alla ricerca della via di fuga più veloce... Perchè ogni volta che si sentiva felice doveva provare questa improvvisa sensazione di voler fuggire urlando, spaventata da non sapeva neanche lei che cosa? Lui se ne era accorto, aveva capito che in quel momento lei non si sentiva pronta ma... ormai erano passati tre anni, tre anni in cui avevano superato di tutto: avevano affrontato i colleghi che ricordavano loro che la loro relazione era proibita dal regolamento, saltando nei “cerchi di fuoco” pur di restare insieme; avevano superato il fatto che lui avesse mentito sul suo stato civile, l'arrivo di Addison, il tentativo di rinconciliazione con lei, la relazione con Finn; avevano sconfitto persino la morte a cui lei si era abbandonata quando cadde nell'acqua in occasione dell'incidente al ferryboat... E ora? Lui era rimasto amareggiato dalla sua reazione, l'aveva apostrofata come “una novellina”, implicando in questo che non fosse abbastanza matura per una relazione seria e duratura. Le aveva detto di non farcela più, da lei non voleva 48 ore ininterrotte di sesso, con lei voleva una vita da vivere e condividere... Ma visto che lei non era pronta, aveva deciso di andarsene, non poteva più resistere... Il giorno dopo le fu riferito che lui aveva rassegnato le sue dimissioni e, sebbene lei avesse potuto aspettarsi un comportamento del genere, si era sentita svuotata... Aveva provato a cercarlo ma lui non rispondeva alle sue telefonate ed era sparito dalla sua roulotte... Non c'era da meravigliarsi, Derek era un mago delle sparizioni, quando veniva ferito... Sperava solo che ci ripensasse e che, seppur deluso, tornasse sui suoi passi; lo speravano tutti, persino il capo aveva deciso di aspettare per riassegnare il posto di primario neurochirugico...

            Erano passati diversi giorni, un mese e mezzo per l'esattezza... Derek non era tornato e lei aveva smesso di cercarlo dopo la prima settimana; in fondo, se lui non voleva più saperne niente di lei, perchè continuare a tormentarlo? Però, tutto era strano... Ogni sera e ogni mattina guardava l'altro lato del letto, vuoto come la sua anima, ripensava a quella sera al bar, la sera che si erano conosciuti, ripensava al giorno seguente, quando aveva realizzato che l'uomo che aveva da poco buttato fuori da casa sua era anche il suo capo e il suo insegnante... A lei piaceva il suo insegnante... Per giorni aveva tentato di convincerla ad uscire con lui e lei aveva tentato invano di respingerlo, anche perchè in fondo non voleva respingerlo... La sveglia suonò nel silenzio di quella notte, il sole non era ancora sorto e Meredith doveva già alzarsi per cominciare il giro in reparto; era stanca, tanto stanca... ma non dipendeva solo dal fatto che dal giorno della proposta non era più riuscita a dormire in maniera tranquilla; la verità era che la tristezza l'aveva ormai sopraffatta, l'aveva perduto e non sapeva neanche lei come era riuscita ad allontare il suo uomo dei sogni, il suo McDreamy, come giustamente l'aveva soprannominato Cristina per la sua anima pura e ottimista, veramente difficile da incontrare... Lo amava, lo sapeva... l'aveva sempre saputo... eppure era riuscita a mandarlo via... Quella mattina si sentiva più stanca del solito e, anche se tentava di non darlo a vedere, il malessere che l'assaliva era sotto gli occhi di tutti; rientrò presto a casa e si ritrovò a guardare la pioggia che cadeva fuori dalla finestra della sua camera... Un tempo si sarebbe attaccata alla sua amica dei momenti più bui, la sua bottiglia di tequila, ma ora no, la tequila era l'ultima cosa che avrebbe dovuto toccare... Lei sapeva il perchè di quel malessere che l'assaliva... Si carezzò il ventre piano piano, una nuova piccola vita stava nascendo dentro di lei... E Derek non c'era... Mentre guardava la pioggia cadere, improvvisamente sentì l'irrefrenabile desiderio di mettere in atto davvero quella fuga così spesso immaginata; sarebbe stata dura affrontare tutti, dire che portava in grembo il suo piccolo McDreamy, sentire i consigli e i commenti degli amici e dei colleghi... E poi Derek... Prima o poi qualcuno avrebbe avuto modo di parlare con lui e gli avrebbe detto quello che stava succedendo e lui sicuramente sarebbe tornato da lei perchè il suo senso di responsabilità l'avrebbe fatto sottostare a quelli che erano i suoi doveri. Ma Meredith non voleva questo, non voleva che Derek tornasse solo per senso del dovere... Così decise di non dire niente e di lasciarsi alle spalle la sua vita di Seattle, gli amici, la specializzazione e nel giro di un paio di settimane si trasferì in un'altra città; era sola e spaventata ma decise di affrontare ciò che la vita le avrebbe presentato davanti perchè ora ci sarebbe stato suo figlio con lei...

            Sebbene fosse la capitale, la città di Olympia era molto più piccola rispetto a Seattle, la sua realtà era completamente diversa, più a misura d'uomo. Meredith trovò un appartamento e la formazione che le aveva dato il SGH fino a quel giorno favorì il suo inserimento nel programma di specializzazione del locale ospedale; era sempre stata in dubbio su quale fosse stato l'indirizzo adatto a lei ma adesso sembrava averlo trovato, sembrava aver trovato molte di quelle certezze che prima non aveva: decise di fare neurochirurgia, la materia l'appassionava e Derek le aveva insegnato moltissimo. Rimise in piedi la sua vita forse con più rapidità rispetto alla ripresa emotiva dei suoi amici, che ancora non si capacitavano del suo addio; disse loro soltanto che se ne sarebbe andata, senza dare spiegazioni, a Izzie e a George lasciò il tempo di trovarsi un'altra sistemazione e si fece riconsegnare le chiavi del suo appartamento qualche tempo dopo, per mezzo di un intermediario. Nessuno avrebbe dovuto sapere che di lì a pochi mesi sarebbe diventata madre, nessuno...

            Era ormai prossima al parto, aveva preparato tutto l'occorrente per il bambino in arrivo ed aspettava solo il momento della sua nascita; ogni tanto si soffermava a pensare a come sarebbe stato se avesse condiviso tutto questo con Derek ma poi cercava di combattere la malinconia pensando proprio al suo piccolino. Le doglie la colsero di sorpresa con qualche giorno d'anticipo; un taxi la condusse all'ospedale dove lavorava da qualche mese e il parto avvenne con grande naturalezza. Meredith sorrideva e piangeva mentre stringeva a sé il piccolo appena venuto al mondo, il suo piccolino... Quella stessa sera passò interminabili attimi a parlare con il suo bambino che dormiva beatamente al di là del vetro del nido:

Ciao, piccolino” disse piano “sono felice di poterti finalmente vedere, toccare, abbracciare... sei il mio piccolino e la tua mamma ti vuole un mondo di bene...

Lo sguardo si posò per un attimo su una coppia di sposini, anche il loro bambino era nato da poco... Ma il padre di quel bambino era lì, al di là di quel vetro, spaventato eppure entusiasta all'idea di quello che un figlio avrebbe comportato... Derek non c'era... Avrebbe potuto parlargli, lo sapeva, ma proprio non se la sentiva di rientrare nella sua vita, tormentandolo, visto che si sentiva sicura del fatto che lui, in qualche modo, avesse ricomiciato a vivere... Un pensiero le venne in mente, però, quello che suo figlio un giorno avesse potuto odiare suo padre perchè in quel momento non era lì, a scattargli foto come facevano tutti quegli uomini che la circondavano, perchè non sarebbe stato in piedi una notte per fargli trovare la bicicletta sotto l'albero di Natale, perchè non sarebbero andati a giocare a pallone insieme... Lei avrebbe fatto di tutto perchè suo figlio non avesse odiato suo padre, perchè avesse potuto conoscerlo, seppure solo attraverso le sue parole e qualche fotografia...

            Immaginò se stessa bambina, sua madre aveva sempre parlato male di Teacher e forse era questo il motivo che l'aveva spinta ad odiarlo. Pensò che suo padre non fosse perfetto ma che in fondo le abbia voluto bene; ripensò a Susan, una brava donna che aveva cercato in tutti i modi di creare un legame con lei; ripensò alle sue sorelle, che aveva sempre respinto... Forse il problema era proprio lei e il modo in cui sua madre l'aveva cresciuta; non voleva fare l'errore di sua madre, non avrebbe voluto che suo figlio, un giorno che avesse incontrato Derek per caso, lo avesse aggredito rinfacciandogli colpe che in realtà non aveva... Lei avrebbe fatto di tutto perchè suo figlio amasse suo padre... E anche lei avrebbe provato a dare un'occasione alla sua famiglia, se avessero voluto... “Aveva ragione George, i bambini ti inteneriscono” pensò... Sorrise ancora, era un sorriso misto di gioia e tristezza il suo...

Meredith?

Si voltò di scatto e rimase stupita di trovarsi davanti proprio una delle sue sorelle, Molly...

So che sarai sorpresa di vedermi ma... vedi... ecco... un medico dell'ospedale ha pensato di chiamare casa di papà e così... vedi, lui...

Ce l'ha ancora con me per la storia di Susan.

Già, mi dispiace. Lexie ha provato a spiegare che non è stata colpa tua quello che è successo alla mamma ma lui... da quel giorno è come impazzito... Ma comunque non sono qui per parlare di lui; dimmi di te, ti prego. Dacci una possibilità, siamo sempre le tue sorelle...

Promettimi che non dirai niente a nessuno.

Molly fece un cenno affermativo con il capo così Meredith la fece avvicinare.

Ti presento Joe... Joseph.

E' bellissimo, Meredith.

Sì... e la tua Laura, come sta? Deve essere cresciuta parecchio, ormai...

Sì, è così, ormai ha quasi due anni, cammina e tocca tutto, è un vero terremoto ma non saprei più stare senza di lei... Ma, piuttosto, dimmi qualcosa di te, come sei finita in questo ospedale? Immagino che sia stato per...

Molly guardò per un attimo il bambino e poi di nuovo la sorella che ora aveva uno sguardo incuriosito.

Lexie mi ha raccontato che avevi una storia con il tuo capo e che lui se ne era andato ma perchè sei andata via anche tu?

Meredith parlò a lungo con la sorella, confidandole tutto quello che provava, quello che l'aveva spinta a lasciare Seattle, quella che la spingeva a tenere segreta la nascita del piccolo Joe, che lei aveva scelto di chiamare così in ricordo del barista proprietario del locale dove lei e Derek si erano conosciuti. Fu una lunga chiacchierata, uno sfogo per Meredith che, dal giorno della sua partenza, era rimasta senza amici; sì, c'erano i colleghi ma non c'erano più George, Izzie e naturalmente Cristina... Molly l'ascoltò per tutto il tempo, sorpresa ma allo stesso tempo felice di vedere che Meredith aveva deciso di aprirsi con lei; si salutarono a sera inoltrata con la promessa che Molly avrebbe trascorso qualche giorno a casa della sorella quando questa sarebbe stata dimessa dall'ospedale. Così fu: pochi giorni e Meredith, Molly, la piccola Laura e il nuovo arrivato Joe rientrarono in quella che era la nuova casa di Meredith; per Meredith il ruolo di mamma era una novità ma Molly fu così gentile da aiutarla in tutte quelle che potevano essere le piccole difficoltà quotidiane di una puerpera: trascorrevano le serate giocando con i bambini e parlando, come mai avevano fatto prima di allora. Meredith si fece perdonare per l'atteggiamento adottato negli anni, riscoprì quella che era la sua famiglia e sia Molly che Lexie, che le aveva raggiunte per il weekend, le furono molto vicine...

            Dopo qualche giorno le cose tornarono alla normalità e anche Molly e Lexie tornarono nella vicina Seattle. Meredith era tutta presa dal suo nuovo ruolo di mamma e trascorreva tutte le sere al telefono con le sue sorelle; in brevissimo tempo aveva costruito un rapporto con loro e di questo ne era felicissima, sembravano davvero tre sorelle che avevano condiviso l'intera vita... Però mancava Derek... Più guardava il piccolo Joe e più le sembrava che il bambino somigliasse a suo padre, chissà come sarebbero andate le cose se avesse risposto di sì alla sua proposta...

*****************

            Erano passati dieci anni, la vita era andata avanti eppure lei non aveva dimenticato; del resto, come avrebbe potuto dimenticare se aveva costantemente davanti agli occhi un bambino che giorno dopo giorno somigliava sempre di più a suo padre? Era incredibile quanto Joe somigliasse a suo padre... Aveva il suo sguardo, il suo sorriso, il suo senso dell'ottimismo, quello stesso ottimismo che lei era riuscita a portar via al suo principe azzurro... Lei lavorava, lavorava molto... Il piccolo Joe era abituato a trascorrere molto tempo nei corridoi del reparto di chirurgia e tutti i dottori, primario compreso, lo consideravano un po' la mascotte dell'ospedale; i colleghi di Meredith erano delle brave persone, molto amichevoli, e il primario, un uomo anziano, l'aveva presa sotto la sua ala protettiva e credeva molto nelle sue capacità, che tra l'altro si manifestavano come molto elevate in tutti i campi e in special modo nella neurochirurgia, materia nella quale si era ormai specializzata e nella quale dimostrava di voler veramente eccellere... La vita, insomma, scorreva relativamente tranquilla ma un giorno che sembrava uno come tanti altri...

            Tutto cominciò come sempre quella mattina, la sveglia suonò e lei si recò a lavoro lasciando Joe che dormiva nella sua stanza: la sera precedente si era divertito come un matto a giocare insieme alla cugina; Molly e Laura, infatti, avevano  trascorso a casa sua quelli che erano i primi giorni delle loro vacanze estive. Frequentemente le sorelle si recavano a casa di Meredith che adesso si rendeva davvero conto di quanto potesse significare avere una famiglia. Molly sarebbe ritornata a Seattle quello stesso giorno così Meredith si aspettava di veder girare suo figlio per i corridoi dell'ospedale e per questo motivo sperò che non le si presentassero urgenze, voleva evitare che il suo bambino passasse troppo tempo a creare scompiglio in reparto e voleva comunque passare la serata con lui. Sfortunatamente non fu così: un delicato intervento d'urgenza la fece entrare in sala operatoria nel pomeriggio e lei sapeva che non ne sarebbe uscita tanto presto... Come previsto, Joe si aggirava per i corridoi del reparto di chirurgia, aveva domandato di sua madre e gli avevano detto che si trovava in sala operatoria. Joe guardò il tabellone delle operazioni: paroloni complicati erano scritti sulla stessa riga che riportava il nome di sua madre, questo voleva dire che ci sarebbe voluta qualche ora prima che sarebbe uscita da quella sala. Pazienza, si disse, era abituato a trascorrere molto tempo dentro quell'ospedale; così iniziò a girovagare per finire poi, dopo un'ora buona, nella sala d'attesa del reparto di chirurgia. Fu lì che il primario lo vide e lo raggiunse: negli anni, quell'uomo si era comportato un po' come se fosse stato suo nonno, tutte le volte che Joe era lì in ospedale, il capo trovava sempre modo di trascorrere del tempo con lui... Quel giorno, però, c'era qualcosa di diverso: il capo non era solo, era accompagnato da uomo, un tipo dall'aria un po' triste, con uno sguardo e degli occhi molto profondi. Joe avrebbe riconosciuto quegli occhi ovunque perchè sua madre non faceva altro che parlare di quello sguardo che solo il suo McDreamy riusciva a darle... L'aveva riconosciuto e non avrebbe potuto fare altrimenti, era identico alle foto che Meredith gli aveva dato, a parte la tristezza che doveva averlo segnato profondamente, perchè anche i suoi sorrisi ora sembravano più spenti rispetto a quelli che era abituato a vedere in foto...

Oh oh! Guarda chi si vede!” esclamò il primario. “Il piccolo Joe!

Ebbe un attimo di esitazione, essere nella stessa stanza con suo padre lo aveva messo un pochino a disagio, così puntualizzò sull'argomento più ovvio che  potesse trovare in quel momento:

Non sono piccolo.

Ah! Hai ragione, non sei più piccolo, adesso sei un uomo.” controbattè il primario.

Perchè tutti gli adulti dicono sempre le solite battute? Joe odiava sentirsi chiamare “piccolo” ma non per questo voleva dire che si fosse considerato un uomo di mondo...

Non ci far caso, molto spesso gli adulti sono monotoni, non sei un uomo ma non sei neanche piccolo, dico bene?

Suo padre gli si era avvicinato, era dannatamente vicino... E nessuno aveva idea dell'enormità della situazione in cui si trovavano adesso...

Dr. Sheperd, le presento Joe. Joe è il figlio di una delle nostre migliori dottoresse e spesso si trova qui in ospedale mentre aspetta che la madre finisca il suo turno.

Ah, ho capito. E scommetto che i turni sono sempre lunghissimi, vero?

Gli stava sorridendo, suo padre stava tentando di attaccare bottone con lui e lui non riusciva neanche a parlargli, si sentiva bloccato... E riusciva solo a fissarlo...

Di solito il nostro Joe è molto più loquace.” sorrise il primario “Che ti succede? Adesso ti svelo un segreto: questo signore che vedi qua prenderà il mio posto tra pochissimo tempo quindi ti conviene fare amicizia con lui...

Cosa aveva detto? Derek Shepherd primario di chirurgia in quell'ospedale? Proprio in quell'ospedale? La cosa lo lasciò stupefatto, il mondo era veramente piccolo...

Sa, Dr. Shepherd, Joe è un bravo bambino, a volte magari è un po' vivace ma è intelligente e simpatico.

Il cercapersone interruppe la sua descrizione e il primario fu costretto ad allontanarsi lasciando Joe e Derek da soli in sala d'aspetto.

Allora... Derek Shepherd è qui.

Sai il mio nome?

Sì... Praticamente vivo in un ospedale, ho una madre che è uno tra i più promettenti neurochirurghi di tutto il paese... Come potrei non conoscere il famoso Derek Shepherd?

Stava mentendo Joe, in realtà conosceva ben altro oltre i meriti lavorativi di Derek.

Neurochirurgo? Tua madre è un neurochirurgo?

Già. Sorpreso? E' vero che la neurochirurgia non è considerata una specializzazione adatta ad una donna, una madre single tra l'altro, ma mia madre ci si è avvicinata durante i primi anni da specializzanda e ci si è appassionata.

Bhè, è bello. Avere una passione, intendo. Ma so per esperienza che non è facile conciliare la chirurgia con una famiglia.

Forse. Ma bisogna aiutarsi: mia madre è una madre fantastica, forse è una casinista ma è davvero divertente, mi vuole bene e fa di tutto per dimostrarmelo ogni volta che può. E io... Io sto qui, aspetto quando deve operare perchè so che quel preciso momento è importante sia per lei che per il paziente che si trova in sala operatoria.  Tanto so che arriverà il momento che sarà di nuovo la mia mamma, che sarà tutta per me. E magari sarà più felice perchè è riuscita a salvare la vita di qualcuno. Tu non pensi che sia così?

Può darsi, forse è vero, non te lo so dire, io non ho una famiglia.

Oh... E' triste... Come mai non hai una famiglia?

Perchè sono convinto che ci si possa innamorare una sola volta nella vita e a me è successo tanto tempo fa. Mi sono innamorato di una ragazza che però non ha voluto stare con me.

La storia della proposta di matrimonio, sua madre gliela aveva raccontata tante volte; possibile che Derek si stesse riferendo proprio a quello? Joe ci sperava ma ancora non era sicuro...

Mi dispiace. Pensi ancora a lei, non è vero? E come si chiamava?

Joe aveva quasi paura a porgergli quella domanda... Derek fece un sorriso, era evidente che stesse pensando a quella ragazza... L'innocenza con cui quel bambino lo stava guardando spinse Derek a considerare l'ipotesi di una confidenza...

Certo che ci penso, continuamente... Lei era... veramente fantastica...

E come si chiamava?

Joe era trepidante, voleva capire se in qualche modo suo padre pensasse ancora a sua madre e se il fatto che ora si trovasse in quella sala d'aspetto con lui non era solo uno scherzo del destino ma era proprio il fato che voleva che tutte le cose tornassero al proprio posto.

Si chiamava...

Meredith!

Una voce al di là di una porta li fece sobbalzare.

Meredith, che ti prende?

Si alzarono di scatto, Derek sopraffatto dall'istinto medico e Joe spaventato all'idea che stessero chiamando proprio sua madre...

Arrivarono entrambi sull'uscio della sala visite, sdraiata sul lettino c'era... Meredith Grey... Derek non poteva credere ai suoi occhi, Meredith Grey si trovava in quell'ospedale... Meredith Grey lavorava in quell'ospedale... Si paralizzò sulla porta mentre Joe ebbe solo la forza nascondersi dietro lo stipite, spaventato...

Che sta succedendo qui?” tuonò il primario con aria severa.

La Dott.ssa Grey ha avuto un collasso, deve aver esagerato troppo con il lavoro. Comunque sarebbe il caso di fare qualche controllo.” rispose una specializzanda...

Ma no, sto bene, non è successo niente.” disse Meredith cercando di alzarsi dalla barella.

Nossignore” comandò il primario “non avrai niente di serio ma ti farai fare tutti i controlli.

Joe era seduto per terra con le gambe piegate verso il petto; alzò lo sguardo un attimo e vide Derek soppesare da dietro un vetro tutti i movimenti compiuti dentro la stanza.

Che sta succedendo?

Derek si girò verso il bambino e gli sorrise cercando di tranquillizzarlo.

Niente, penso che si sia trattato solo di un po' di stanchezza. E' sicuramente svenuta per questo. Ma mi meraviglio di te, tu non sei quello che è abituato a girare per il reparto di chirurgia? Dovresti aver visto di peggio...” e così dicendo prese Joe per mano e lo ricondusse nella sala d'aspetto.

E' vero, sono abituato a vedere di peggio ma... la dottoressa Grey è una persona speciale.

Sì, è vero... E' davvero speciale” rispose Derek continuando a guardare la porta della sala d'attesa e cercando di interpretare tutti i movimenti che riusciva a intravedere.

Come fai a dire che è speciale?

Cosa?

Io ti ho detto che la dottoressa Grey è una persona speciale e tu mi hai risposto che era vero. Come fai a dirlo, se nemmeno la conosci?

Oh, bhè... Io... Lei...

Tu la conosci, vero?

Sì...

La conosci anche bene, vero?

Sì...

Lei è la ragazza di cui mi parlavi poco fa? E a giudicare dalla tua faccia direi che non avevi la più pallida idea che lei si trovasse in questo stesso edificio, dico bene?

Derek sorrise, quel ragazzino aveva colto nel centro...

Già...

L'aveva ammesso, suo padre pensava ancora a sua madre. Non poteva crederci... Adesso bisognava vedere solo come avrebbe reagito quando avesse capito che in realtà lui non era un ragazzino qualunque...

Mi aspetteresti qualche minuto?

Certamente.

Joe scomparse dietro la porta della sala d'aspetto, si informò sulle condizioni della madre e parlò con lei per qualche minuto, dicendole che avrebbe fatto meglio ad ascoltare i consigli dei colleghi restando in ospedale, per quella notte. Lui si era già organizzato chiamando la mamma di una amico che lo avrebbe ospitato per la notte. Naturalmente non era vero ma in quel momento, visto che le condizioni di Meredith non erano preoccupanti, l'unica cosa su cui voleva concentrarsi era proprio Derek e forse il fatto che Meredith non ci fosse stata giocava a suo favore.

Eccomi di ritorno! La dottoressa Grey sta discretamente, ho appena parlato con lei, passerà qui la notte, farà alcuni esami e domani verrà dimessa. Tolta una preoccupazione, ti devo chiedere un favore.

Se posso.

Mi accompagneresti a casa?

Ma non aspettavi tua madre?

Ehm... Non proprio. Mi madre ne avrà ancora per un bel po' ed io l'ho avvisata che un suo collega mi avrebbe accompagnato a casa.

Tu non mi conosci neanche, ti fidi di me?” chiese Derek “Lo sai che pericoloso dare confidenza agli sconosciuti?

Agli sconosciuti sì, ma tu non sei proprio uno sconosciuto” rispose il piccolo Joe.

In che senso?

Nel senso che se mi accompagni a casa ti spiegherò meglio...” così dicendo gli fece un occhiolino e con il capo fece cenno di muoversi da quella stanza “Andiamo, McDreamy?”

“Come? Mc cosa?”

Aveva sentito bene? L'aveva chiamato McDreamy? Quello era il soprannome con cui lo chiamava Cristina nelle sue conversazioni con Meredith… Ma no, non era possibile...

“Dai! Che aspetti?”

Derek si convinse a seguirlo, stranamente attratto dalla vivacità di quel ragazzino...

Il suo taxi è pronto, signore! Dove la posso condurre?

Joe sorrise e diede a Derek l'indirizzo di casa sua... Poi stette in silenzio, per tutto il tragitto...

Ora sei diventato taciturno?” chiese Derek parcheggiando la macchina davanti al vialetto di una villetta di un quartiere residenziale.

Forse.” Joe stava pensando a come affrontare l'argomento Meredith, a come potergli comunicare che lei fosse sua madre...

Entri con me?

Così i tuoi vicini mi possono prendere per un maniaco?

No, così ti posso parlare con un po' di tranquillità.

Lo sguardo di Joe non ammetteva repliche.

Ok”.

Derek si guardò intorno varcando la porta d'ingresso di quella casa, tutto era strano, in disordine... Era diverso dall'ambiente asettico dei residence dove aveva alloggiato negli ultimi anni. Quella era una casa, l'ultima volta che era stato in una casa, quella casa era quella di Meredith. Come aveva definito la casa di Meredith? Carina... Piena di polvere... ma carina... Esattamente come quella...

A cosa pensi?

Derek sorrise di nuovo... Era incredibile quanto riuscisse a sorridere in compagnia di quel bambino... Non si ricordava di aver sorriso così tanto... da quando stava con Meredith...

A niente.

Bugiardo

Impiccione

Sorrise anche Joe, si sentiva a proprio agio in compagnia di Derek...

Allora, questa è casa mia

Carina

Sì, carina...

Derek fece per entrare nel soggiorno ma si bloccò quasi subito; il suo sguardo si era posato su una serie di fotografie poggiate sul caminetto... Meredith... In quasi tutte quelle fotografie c'era Meredith... Con un bambino, in compagnia di due ragazze, in una delle quali riconobbe la quasi sconosciuta Lexie Grey, oppure da sola... In quelle foto aveva ritrovato l'immagine di Meredith...

Allora, come avrai capito mia madre non verrà per stasera perchè dovrà trascorrere la notte in ospedale

Derek si voltò a fissare il ragazzino che l'aveva portato fin lì; non riusciva a parlare, aveva di fronte a sé il figlio di Meredith... Meredith aveva un figlio... Aveva sempre pensato che negli ultimi dieci anni la vita si fosse fermata... Invece la vita era andata avanti... Meredith aveva un figlio...

Senti... Io... Tu prima mi hai parlato di Meredith e... Vedi... Non so come potrai prendere il fatto che...

Il fatto che Meredith abbia avuto una vita dopo che ci siamo lasciati? Il fatto che abbia avuto un figlio? Come vuoi che la prenda?” Derek sembrava rassegnato in questo momento “La vita va avanti... Ma per me resterà sempre la mia Meredith... Sai che una volta le ho chiesto anche di sposarmi? Evidentemente non era destino... Anche se ho sempre sognato di avere una famiglia con Meredith...

Sorrise... Era un sorriso amaro il suo... Joe non ebbe la forza di dire tutta la verità a Derek, che nel frattempo si era seduto sul divano, così si limitò ad abbracciarlo...

Resti a farmi compagnia stanotte? Non verrà nessuno, sono solo

Ok

Rimasero abbracciati per un po' su quel divano, poi Joe si addormentò e Derek iniziò a farsi trasportare da mille pensieri nella semioscurità di quella casa mezza vuota... Quanto tempo era passato... E quante cose erano cambiate... Si alzò in piedi e cominciò a guardarsi intorno; la curiosità di riscoprire un po' la sua Meredith era troppo forte, più forte della ragione che gli diceva che ormai nulla di tutto ciò riguardava lui... Salì le scale ed entrò in una stanza da letto, tutto era come riordinato molto velocemente, tipico di chi non ha tempo per le faccende domestiche, tipico di Meredith... Si soffermò un momento in quella stanza, poi notò che sulla porta di una camera più giù c'era affissi i tipici segni che distinguevano la stanza di un bambino: Joe, il suo nome a chiare e grandi lettere attaccate sul legno della porta e un foglio con disegnato un divieto che invitava a non disturbare... Già dall'ingresso sentiva l'allegria che doveva pervadere quel bambino, segno che Meredith era sicuramente una brava mamma... Ma lui questo lo sapeva... Lui avrebbe voluto costruire una famiglia con la sua Meredith... Si ritrovò persino a pensare a come sarebbe stato se il bambino che stava dormendo al piano inferiore fosse stato figlio suo... Entrò in quella stanza e gli sembrò di rientrare nella sua vecchia cameretta, di ritornare a quei tempi in cui il suo unico problema era di riuscire a catturare un pesce più grande del suo compagno di giochi, Mark... No, le cose cambiano... Un cassetto semiaperto di una scrivania attirò la sua attenzione, al suo interno un foglio di carta, sembrava un tema di scuola...

La mia è quella che si chiama una famiglia moderna: ho una mamma single, che lavora tantissimo nell'ospedale della città; lei salva la vita di moltissime persone operando il loro cervello. Quando poi torna a casa, mia madre mi dedica tutto il suo tempo e spesso accendiamo la musica a tutto volume e poi ci mettiamo a ballare in mezzo al salone, ridendo come matti. Se qualcuno ci vedesse, sicuramente chiederebbe per noi l'intervento di uno psicologo

Derek sorrise immaginando la scena...

Solo tre persone possono dividere con noi questi momenti: Molly e Lexie, le sorelle di mia madre, e Laura, mia cugina, la figlia di Molly. In verità Molly e Lexie sono sorelle di mia madre soltanto a metà perchè hanno in comune solo il padre, che io non ho mai conosciuto, mentre Molly e Lexie frequentano spesso la nostra casa, quando il lavoro glielo permette; Molly, infatti, è casalinga ma Lexie è un chirurgo al Seattle Grace Hospital, lo stesso ospedale dove hanno lavorato anche mia madre e mio padre tanto tempo fa

Qui l'attenzione di Derek si fece più profonda: sua madre e suo padre hanno lavorato insieme al Seattle Grace?

Mio padre e mia madre si sono conosciuti una sera in un bar e solo il giorno dopo hanno scoperto di lavorare per lo stesso ospedale; mio padre era già un aiuto chirurgo, mia madre era solo una ragazza che aveva appena finito i suoi studi di medicina. Sono stati insieme per circa tre anni e alla fine si sono lasciati anche se mia madre pensa ancora a lui; dice, infatti, che io ho il suo sorriso e il suo senso dell'ottimismo e che gli somiglio talmente tanto che non può fare a meno di pensare a lui ogni volta che mi guarda”

Tutto coincideva, possibile? Possibile che quel ragazzino impiccione fosse in realtà figlio suo e di Meredith? Alzò per un attimo lo sguardo e notò che sulle pareti erano attaccate numerose fotografie ma c'era un quadretto che, in particolar modo,  attrasse la sua attenzione: c'era una foto di qualche anno prima, scattata ad una cena trascorsa con tutti gli amici di Meredith... se la ricordava bene quella sera... In quella foto c'erano loro due, abbracciati, sorridenti... Un momento di pura e semplice felicità... La calligrafia di Meredith ad un lato della foto avevano aggiunto un piccolo commento: “McDreamy”... Sorrise... Cristina l'aveva soprannominato così sin dal primo giorno...Nella stessa cornice, di fianco, appariva la foto di Joe a cui Meredith aveva affiancato le parole “McDreamy McSon”... Una scritta più grande, al centro tra le due fotografie, era un “I love you” scritto da Meredith in una posizione tale da riferirsi ad entrambe le persone ritratte... McDreamy McSon... Allora era vero... era tutto vero... Un turbine di sensazioni gli percorsero il corpo: aveva un figlio e l'aveva avuto con Meredith... Ma si era perso tutto di lui... Si era perso la gravidanza, la nascita, la crescita... E Meredith? Quali erano i pensieri di Meredith? Tornò al piano di sotto e trascorse l'intera nottata a dare seguito a tutti i suoi pensieri, positivi e non, mentre guardava dormire quello che adesso non era più un simpatico ragazzino conosciuto in una sala d'attesa...

            I raggi del sole avevano appena cominciato a filtrare dalle finestre del soggiorno quando Joe si svegliò e trovò Derek seduto accanto a lui. Un leggero movimento lo destò velocemente, segno che il suo sonno non era molto profondo...

Ehi

Derek sorrise.

Ciao

Derek continuava a guardare il bambino, il suo bambino...

Che c'è?

Come?

Mi stai fissando...” Joe lo squadrò con lo sguardo interrogativo... “L'hai capito?

Derek annuì continuando a sorridere...

Ok...

Ok...

Joe somigliava anche a Meredith... Accidenti se somigliava anche a Meredith...

Colazione?

Volentieri

Si recarono entrambi in cucina, misero insieme una veloce colazione e salirono in macchina, diretti verso l'ospedale. Entrambi erano ansiosi ma entrambi avevano paura ad affrontare l'argomento della loro parentela.

Arrivarono all'ospedale ma poco prima di varcarne l'ingresso Derek si fermò un istante e trattenne il figlio per un braccio...

Senti, io...

La mamma mi ha sempre detto una cosa, ci tiene molto a questo: mi ha sempre ripetuto che mio padre è una persona fantastica, degno del soprannome che gli era stato affibbiato. Mi dice sempre che lui è davvero “l'uomo dei sogni”, il McDreamy che tutti vorrebbero incontrare. Mi ha detto che è stata lei a farlo allontanare e che questo ha contribuito al fatto che lui non venisse mai a sapere della mia esistenza. La mamma mi ha sempre parlato di te, ha fatto in modo che io ti conoscessi, seppure solo attraverso i suoi racconti e teneva al fatto che si creasse un legame affettivo con te” Joe guardò per un attimo suo padre negli occhi “Io non ce l'ho mai avuta con te perchè in questi anni non ci sei stato; la colpa non è la tua, tu non lo sapevi”. Sorrise aggiungendo “Io ti voglio bene”. E così dicendo, corse via per raggiungere la stanza dove era ricoverata la madre.

Ti lascio uscire solo se mi prometti che ti prenderai qualche giorno di vacanza; non ti voglio rivedere qua dentro per almeno una settimana

Ma capo...

Niente ma... io sono il capo e ti ordino di prenderti una settimana di ferie. Non vorrei davvero che ti ammalassi seriamente

Joe sorrideva entrando nella stanza, lo sapeva che sua madre avrebbe fatto storie sul fatto di prendersi qualche giorno di riposo...

Oh, ecco Joe... Forse lui riuscirà a farti cambiare idea

Meredith salutò suo figlio con un sorriso ed un abbraccio.

Vacanza, Grey. Non mi serve un chirurgo ammalato, specialmente adesso che il nuovo primario sta per prendere servizio”

Il nuovo primario?

Si... Tu sei la prima a saperlo...

Capo...

Io non sono eterno, Meredith. Ho deciso di andare in pensione per dedicare un po' più di tempo alla mia famiglia... E ho trovato un degno sostituto. Si tratta...

...di un tipo forte!” li interruppe Joe.

Ecco... Lui l'ha conosciuto ieri sera in sala d'aspetto, poco prima che ti sentissi male. Ma poi dov'è finito che non sono più riuscito a trovarlo?” disse il primario, ora rivolgendosi a Joe che gli rispose facendo spallucce.

Convincila” terminò il capo guardando il ragazzino e lasciando la stanza.

Lo farò” sorrise Joe.

Allora...

Allora...

Hai conosciuto il nuovo primario?

Sì, è forte, sarai sorpresa di incontrarlo...

Che cos'è quel sorrisetto?

Non è niente...” Derek si affacciò sulla porta “O forse non è vero... Ti presento il dottore che è stato chiamato in sostituzione del primario

Meredith alzò lo sguardo e lo vide, era lì, davanti a lei... I suoi occhi... L'azzurro di quegli occhi... Gli stessi occhi di qualche anno prima...

De... Derek

Ciao”  sorrise.

Quanto aveva rimpianto quel sorriso e quello sguardo così profondo con il quale la stava osservando in quel momento...

So che è per te è una sorpresa vedermi qui

Io...

Meredith era immobile, come paralizzata, i suoi occhi velati da lacrime dovute all'emozione di essersi trovata dopo tanti anni di fronte a Derek, all'amore della sua vita, al padre di suo figlio...

Ok, io vado a farmi un giro...” Joe cercò di smorzare la tensione di quel momento “Ah, e... A proposito... L'idea della vacanza che il capo stava prospettando mi va particolarmente a genio...” e così dicendo uscì dalla stanza, lasciando suo padre e sua madre da soli.

Così... Il destino ci ha giocato uno strano scherzo...

Tu...” Meredith ancora non riusciva a parlare...

Io... Sono qui in città da tre giorni” sorrise “il capo mi ha proposto questo posto da primario... Mi sembrava un'ottima opportunità... E poi... Tu sei qui...Tu e..” Derek non sapeva cosa dire... O meglio, aveva paura a farlo... Confessare a Meredith il suo amore rimasto immutato nel tempo, pregarla di dargli un'altra possibilità... Avrebbe accettato?

Derek...” sospirò “pensavo che non ti avrei incontrato mai più”

Sì...” esitò “anch'io... e il destino... ci ha fatto ritrovare qui...”

“Io... Derek...”

“Sono stato con Joe, ieri sera...” sorrideva mentre parlava di suo figlio, aveva quello sguardo impresso sul volto, il loro sguardo “è un ragazzino straordinario... tutto sua madre...”

“Io direi che è tutto suo padre” esclamò di getto per zittirsi subito dopo... “Non doveva andare così...”

“No, hai ragione... Non doveva andare così... Non sarei dovuto andar via dopo...”

“...dopo aver detto di amarmi? No, è stata colpa mia” si rattristò Meredith “è stata solo colpa mia... non ho saputo esprimere quello che provavo, ho avuto paura dei miei stessi sentimenti...”

“E io non ho saputo capirti, comprenderti... Sarei dovuto restare...”

Meredith continuava a guardarlo con la coda dell'occhio, in silenzio... Non aveva la forza per fronteggiare il suo sguardo, non sapeva cosa fare, non sapeva cosa pensare...

Non farò lo stesso errore un'altra volta, Meredith... Stavolta non me ne andrò via...”

Meredith alzò gli occhi...

Sai una cosa? Ieri, quando sono entrato in questo ospedale, ero solo un uomo patetico... triste... solo... Sono un medico di successo e allora? Te la ricordi Miranda Bailey? Una volta mi disse che tutto questo non significa niente, se non si ha al proprio fianco la persona amata... Aveva ragione... Ho continuato a lavorare, cambiando ospedale in continuazione, ho vissuto in un numero spropositato di residence... Ho buttato via gli ultimi dieci anni della mia vita... Ma poi, ieri, improvvisamente... Per la prima volta dopo tanto tempo, mi sono sentito a casa... E lo so che sono passati anni e che la vita è andata avanti ma... Tu hai fatto grandi cose, ti sei specializzata, sei eccellente sul lavoro, hai ritrovato le tue sorelle, hai... sei una mamma fantastica... E io ti amo... Non ho mai smesso di amarti... E...”

Meredith lo guardava fisso; ora era impossibile trattenere le lacrime... Scoppiò in un pianto inconsolabile, troppo a lungo trattenuto. Derek le si avvicinò, poi allungò la mano a sfiorare la sua spalla, il primo contatto dopo così tanto tempo...

“Ehi!” Lo sguardo di Derek era così rassicurante...

“Non è niente, non è niente...”

Piano piano alzò gli occhi fino a specchiarsi dentro quelli di lui; stava per dire qualcosa ma il capo li interruppe entrando nella stanza...

“Allora Meredith...” notò le lacrime che segnavano il suo viso “che sta succedendo qua? Perchè stai piangendo?”

“No, niente, capo... E' tutto ok...  Ho una settimana di ferie, va tutto bene...” sorrise “capo, ha visto dov'è finito Joe?”

“Mi pare di averlo visto seduto nella saletta... Mi stai nascondendo qualcosa, Meredith?

“No, perchè?” disse raccogliendo la sua borsa.

Il capo smise di insistere. “Hai conosciuto il Dr. Sheperd? Dr. Sheperd”, disse, poi, rivolgendosi a Derek “mi vuole seguire, ho qualcosa da mostrarle” aggiunse, portandoselo via, senza, però, che McDreamy allontanasse il suo sguardo da Meredith, almeno fino a che non fu talmente lontano da essere impossibile vederla ancora...

Meredith raggiunse il figlio seduto sopra una poltrona della sala d'aspetto, aveva necessità di parlargli, le ultime 24 ore erano state molto intense... Notò con piacere che Joe era tutto sommato sereno seppure tutta la faccenda lo avesse profondamente emozionato... Ma ci teneva a suo padre, Meredith negli anni aveva sempre mantenuto la promessa fatta a se stessa di insegnare a suo figlio come amare suo padre...

“Ok... Allora... Ce ne andiamo a casa?”

“Sì... ecco...”

Meredith sapeva interpretare molto bene quello che pensava Joe... “D'accordo, digli di venire e... aspettalo” gli disse sorridendo “Vi aspetto a casa”

“Grazie” disse Joe salutando la mamma con un abbraccio.

Joe l'avrebbe raggiunta a casa accompagnato da suo padre... Tutto sembrava ancora così surreale...Derek... Aveva rivisto Derek... Derek... Sembrava ancora il suo Derek... Il suo cuore batteva all'impazzata, l'emozione era fortissima... Non sapeva che cosa sarebbe accaduto ma ora la speranza era tornata a riaffacciarsi...

 

Ho bisogno di un passaggio

Derek si sorprese di vedere che il piccolo Joe fosse ancora in giro per l'ospedale...

Mi accompagni a casa?

Cosa... Cosa ci fai ancora qui?”

Ti aspettavo, vieni a casa con me?

A casa? Meredith lo aveva lasciato lì? Joe era rimasto per aspettare lui?

Sì...” rispose incerto “certo che ti accompagno, ti accompagno volentieri. Vado a dire al capo che me ne vado

Ok

Era di nuovo davanti a quella casa, alla sua casa... Joe scese dall'auto e lui lo segui subito dopo, un po' spaventato ma con il cuore pieno di speranza... Meredith era lì... E c'era Joe, il loro bambino...

Stava scendendo la sera di quel tiepido giorno di inizio estate quando li vide arrivare, insieme, sorridenti... Sembrava la scena più naturale del mondo, un padre e un figlio che rientrano a casa insieme... Sembrava un momento di una qualunque serata familiare... Ma lei non aveva mai avuto una vera famiglia... Non l'aveva avuta quando era piccola e non era riuscita a darla a suo figlio... Ma proprio in quel momento Derek stava entrando dalla porta di casa sua...

Ciao” balbettò

“Ciao”

Uno sguardo profondo poi furono travolti dall'eccitazione di Joe che insisteva perchè Derek lo seguisse di sopra perchè voleva mostrargli qualcosa.

Era la seconda volta che entrava in quella stanza eppure adesso sentiva come un nodo allo stomaco. Provava un'emozione talmente forte che faceva fatica a respirare... Si immaginò suo figlio giocare, studiare e dormire in quella stanza... Quante cose si era perso...

Che ti succede, papà?”

Papà? L'aveva chiamato papà? Suonava strano ma maledettamente bene...

Niente” sorrise mentre Joe lo abbracciò.

Sono contento che tu sia qui

Lo sono anch'io... Davvero...

Trascorsero la serata insieme... Meredith non se la sentì di intromettersi in quel momento che suo figlio stava vivendo con suo padre quindi rimase in disparte per tutta la sera e si intenerì quando, affacciandosi sulla porta della cameretta, li trovò addormentati uno abbracciato all'altro, fra le mani un album di fotografie...

Era mattina quando riaprì gli occhi... Era ancora abbracciato a suo figlio... Quante cose erano successe negli ultimi due giorni... Scese al piano di sotto e fu attirato da alcuni rumori provenienti dalla cucina; nonostante fosse ancora molto presto, Meredith era già in piedi ed armeggiava con ciotole e cucchiai... La osservò per qualche istante, ora dovevano parlare, ora avrebbero dovuto scoprire le carte in tavola...

Ciao... Già sveglia? Non è un po' presto?

Può darsi... Non ho dormito molto... Sai... Tutta la situazione...

Lo so...

Derek, mi dispiace” disse poi tutto d'un fiato.

Cosa?

Mi dispiace... Io... Avrei dovuto dirtelo... Però... Mi dispiace...

Sì... Dispiace a me... Io non sono arrabbiato con te... Magari con me stesso... ma non con te... Ce l'ho con me stesso per essermene andato, per non esserci stato... E' facile fuggire via, tu hai avuto molto più coraggio di me... E lo so che non mi merito nulla però... Dammi un'altra possibilità...

Quello sguardo... Lo sguardo da McDreamy... Come poteva resistergli?

Ti prego...

Derek... ho paura...

Sono spaventato anch'io ma... Io ti amo...

Derek..." Una lunga pausa di riflessone... "Ti amo anch'io” disse infine Meredith ricominciando a piangere.

Derek l'abbracciò “Ce la faremo, vedrai...”

I loro visi erano vicini, Derek poteva sentire l'odore del suo balsamo alla lavanda, i loro respiri si confusero e le labbra si sfiorarono... Quel bacio, così desiderato, così sognato... Il mondo sembrava essersi fermato intorno a loro... Erano insieme per la prima volta dopo tanto tempo... Dopo tanto tempo entrambi sentivano di essere tornati a vivere... Erano ancora occhi negli occhi quando Joe entrò nella stanza

“Buongiorno”

Ciao, tesoro

Sia Meredith che Derek avevano uno strano sorrisetto sulla faccia...

Ho interrotto qualcosa?

No, stavo dicendo a tua madre che sarebbe un'idea carina passare due o tre giorni in campeggio, che ne dici?

Cosa?” esclamò Meredith mentre Joe annuiva contento.

"Bè, sai... La natura, gli animali... Potremmo pescare; sei capace a pescare?” disse poi rivolgendosi a Joe che rispose di no con il capo "Allora ti insegnerò io, ti va? E tu cosa ne pensi, Meredith? Andiamo via un paio di giorni, solo noi tre, così potremo stare un po' insieme...

Dai, mamma...

Meredith li guardò entrambi, così imploranti ma allo stesso tempo contenti... Non sembrava proprio che si conoscessero da meno di quarantott'ore...

Ti prego...

Eccolo di nuovo, lo sguardo da McDreamy, non poteva resistere... Ma soprattutto...  Non voleva resistere...

Ok… Non sono esattamente quello che potremmo definire un tipo da campeggio, ma ci sto, partiamo

Notò con piacere che padre e figlio si scambiarono uno sguardo complice... Stava davvero succedendo tutto quello? Era reale? Suo figlio, Derek, il loro legame...

“Ok... allora direi che ci dobbiamo preparare... Devo andare a prendere qualcosa in albergo, non ho niente qui con me”

“Va bene, allora mentre papà passa a prendere le sue cose in albergo, cominciamo a preparare qualcosa anche noi, vero tesoro?

Derek tornò dopo poco più di un'ora con in macchina tutta l'attrezzatura per trascorrere le giornate tra i boschi; Joe era eccitato all'idea di questa gita e Meredith era... semplicemente felice... Per Joe quell'esperienza sulle montagne era completamente nuova e anche lei era molto impacciata e spesso ostacolava i movimenti di Derek che cercava invano di spiegarle come muoversi in quella situazione; l'unico che sembrava seguirlo con attenzione e riuscire con facilità era proprio il figlio che lo aiutò con la tenda e lo seguì, poi, in riva al fiume per imparare a pescare. Meredith se ne stette di nuovo in disparte per quasi tutto il giorno, voleva lasciare a padre e figlio l'occasione per poter trascorrere del tempo insieme, sentendosi in colpa per quello che aveva tolto loro non confidando a Derek la sua gravidanza. Quando calò la sera venne acceso il fuoco, dove Derek e Joe arrostirono le trote che avevano pescato insieme. Derek era ancora davanti al falò quando fu raggiunto da Meredith.

"Ciao"

"Ciao"

"Dorme?"

"Sì, si è stancato moltissimo, non è stato fermo un attimo per tutto il giorno... era troppo eccitato..."

Derek sorrise "Già..."

"Derek?"

"Sì..."

"Perdonami"

"Cosa?"

"Perdonami... Perdonami per aver dubitato di te, perdonami per aver pensato che se ti avessi detto di essere incinta tu saresti tornato solo per senso del dovere, perdonami per averti privato della gioia di essere padre..."

"Meredith... Neanche per un attimo ho provato rancore nei tuoi confronti, tu hai solo affrontato come meglio potevi una situazione di cui anche io ero causa... e credo che nessuno avrebbe potuto affrontarla meglio di te... Io... sono semplicemente sparito..."

"L'ho fatto anch'io... Ho lasciato Seattle, ho lasciato l'ospedale..."

"Sì ma tu lo hai fatto per andare avanti... La specializzazione, il nuovo lavoro, la tua famiglia, il nostro bambino… Hai fatto grandi cose in questi anni, Meredith... Io... Guardami... Non sono nessuno..."

Erano seduti uno accanto all'altra, vicino al fuoco che illuminava appena la natura tutto intorno...

"Ho bisogno di te Meredith... Io... ti amo" disse Derek sussurrando appena...

"Ti amo, ti amo, ti amo..." bisbigliò anche Meredith, portando le sue labbra a contatto con quelle di lui. La romantica atmosfera che li circondava fece da cornice a quella loro riunione, così sperata, così desiderata, così sognata... Parlarono a lungo, sdraiati sotto uno splendente cielo d'estate e solamente quando il sole stava per fare capolino dietro le cime dei monti, si ritirarono nella tenda, sdraiandosi accanto al figlio ancora profondamente addormentato, protettivi e felici...

I giorni volarono e i tre tornarono in città, più uniti che mai; Meredith aveva chiesto a Derek di lasciare l'albergo e di trasferirsi a casa sua e lui aveva accettato felice. Meredith tornò a lavoro e anche Derek si riaffacciò in ospedale; entrambi avevano però uno splendido sorriso sulla faccia che non sfuggì all'attento primario.

"Grey, mi nascondi qualcosa"

"Io? Perchè lo pensa?"

"Perchè ti conosco, Meredith"

"Merito della vacanza, capo" disse continuando a sorridere proprio mentre Derek faceva capolino da dietro l'angolo.

"Merito della vacanza, eh? E lui?" chiese indicando proprio il Dr. Shepherd "Lui è sparito lo stesso giorno che tu sei partita ed ha un sorriso più grande del tuo. Proprio lui che è famoso per essere il dottore triste... E' solo una coincidenza, vero?"

"Certo" rispose Derek poco convinto, guardando Meredith con occhio complice e aggiungendo subito dopo "il dottore triste è sparito, sento che sarò molto felice in questo posto" e così dicendo si allontanò dai due...

"Chissà perchè non vi credo..."

Meredith sorrise di nuovo... "Io e Derek ci conosciamo da anni" si confidò "è stato il mio insegnante quando ero tirocinante al Seattle Grace Hospital, è stato il mio fidanzato per tre anni ed è... il padre di Joe. E' per questo che non ho mai voluto fare il suo nome: Derek non sapeva dell'esistenza di Joe fino a una settimana fa"

Il vecchio primario era rimasto del tutto senza parole.

"Ritrovarci e scoprire che i nostri sentimenti sono rimasti immutati negli anni è stata forse la cosa più bella che ci poteva capitare... Mi chiede se mi sento felice? Decisamente sì"

 
   
 
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