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Autore: Elisir86    11/01/2016    1 recensioni
"C'è una strada piccola, affannosa e ripida che mi porta fino a te io vorrei percorrerla e senza rischi inutili, arrivare fino a te fino all'amore"
FINO ALL'AMORE - BIAGIO ANTONACCI
[No incesto]
[Coppie: Francia x Canada – Molte altre]
Genere: Erotico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Nord Italia/Feliciano Vargas, Sud Italia/Lovino Vargas, Un po' tutti
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate, Threesome, Triangolo
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Gennaio

 

 

 


 

11

Attimi


 


 

Toris camminava affianco a Feliks per raggiungere la scuola, lo guardava di sottecchi come a volersi assicurare che tutto andasse bene, che la sua presenza non gli desse fastidio.

Si erano parlati poco in quei giorni, come due persone sconosciute e Toris non era riuscito a dirgli ciò che veramente pensava.

Con un sospiro spostò infastidito una ciocca di capelli dietro l'orecchio, le mani ghiacciate cercarono l'elastico che tratteneva i capelli per rifarsi la coda e mentre faceva quell'operazione sentì una delicata carezza sulla nuca.

Lanciò uno sguardo alla sua sinistra, trovandosi il viso sorridente dell'amico “Faccio io...” sussultò nel sentire le dita scivolare lungo i capelli cercando di unirli tutti in una sola mano. Arrossì senza nessun motivo, non era la prima volta che Feliks gli faceva la coda e anzi tutte le sue carezze che gli lasciava sulla testa gli lasciavano sempre una bella sensazione, ma in quel momento sembrava qualcosa d'intimo.

“Ho sempre adorato i tuoi capelli...” continuò il biondo avvicinando il viso per poter sentirne il profumo, quanto gli erano mancanti quei momenti in quei giorni.

Quando si era ritrovato Toris davanti a casa l'unico giorno in cui aveva deciso di marinare il cuore gli era scoppiato nel petto e aveva accettato le sue scuse senza remore, a lui interessava solo riaverlo accanto!

Certo c'era ancora quella questione del sesso, ma se per rimanere amici quel ricordo così bello doveva essere dimenticato lo avrebbe fatto.

Toris alzò lo sguardo sulla via, la signora del pane -dove loro prendevano solitamente una brioche per la ricreazione- li osservava con uno sguardo indecifrabile. Si domandò cosa potesse pensare nel vedere due ragazzi fermi in mezzo alla strada intenti a farsi acconciature.

La mano di Feliks si posò sulla sua e lui sussultò arrossendo ancor di più, le dita dell'amico scivolarono tra le sue con estrema delicatezza facendolo irrigidire: quel tocco era bollente e gli dava stranissime scosse lungo la colonna vertebrale. Il tutto durò pochi attimi, quelli che bastarono a Feliks per prendere l'elastico e poter così creare la coda.

“Fatto!” sorrise il biondo guardando orgoglioso il suo lavoro. Prese i guanti dalla tasca del giubbotto rosa -dove li aveva messi qualche minuto prima-erano color rosa acceso e decorati con qualche strass, se li mise con lentezza mentre tornava a camminare.

Toris si ficcò le mani nel capotto cercando di togliersi quella strana sensazione che gli riempiva il petto “Grazie...” mormorò affiancandolo.

 

 

°°°°°°°°°°

 

Matthew stava sistemando un vecchio orologio risalente ai primi del novecento, gli occhiali gli scivolarono sulla punta del naso, li sistemò senza distogliere lo sguardo sugli ingranaggi, la fronte corrugata e la lunga frangetta fermata ai lati con due pinzette.

Erano giorni che stava su quel oggetto senza fare nessun progresso non che fosse complicato -insomma non era mica il primo orologio che gli finiva tra le mani- ma non riusciva concentrarsi, il pensiero ritornava sempre a quella sera in cui aveva chiesto a Francis se lo odiava.

Non aveva avuto una risposta ma era ovvio che di sicuro per lui non provava amore, c'era sempre Arthur nel suo cuore e lui era stato uno stupido a pensare di poter prendere quel posto.

Sospirò sconsolato, Francis non si era più fatto sentire da quella dannata sera e beh lui era stufo di stare ad aspettare. Quella mattina presto gli aveva scritto un messaggio dicendo che voleva vederlo a pranzo, non era sicuro di quello che sarebbe successo, ma dovevano parlare e chiarire la loro situazione.

Guardò il cellulare appoggiato vicino all'orologio erano le nove del mattino e non aveva ricevuto nessuna risposta, sospirò pesantemente.

Il campanello della porta lo obbligò ad alzare lo sguardo, “Ciao!” un sorriso caldo e una massa di capelli biondi entrarono nel negozietto. Matthew sorrise a sua volta “Domenica è un piacere rivederti!” non si vedevano da capodanno e sinceramente lui pensava che lei si fosse scordata di averlo conosciuto come capitava spesso.

“Ti avevo promesso che sarei passata, mi dispiace solo che con i vari impegni non sono riuscita a venire prima...” fece un paio di passi “È carino qui!” sorrise.

Matthew la raggiunse “Dici sul serio?” e per una volta non ingobbì le spalle cercando di sembrare più basso, in fondo Domenica era alta e in quel momento indossava anche dei tacchi -di pochi centimetri- e poteva chiaramente guardarla in viso.

“Feliciano mi ha raccontato di te e del negozio così tante volte che ho come la sensazione di esserci già stata!” ridacchiò spostandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio “Comunque, volevo passare a fare un saluto prima di andare all'università!”

Lui continuò a seguire i suoi movimenti domandandosi cosa l'avesse portata lì oltre al fatto che sembrava voler fare amicizia, cosa che lui era ben disposto a dare visto che la trovava simpatica e sinceramente erano poche le persone con cui riusciva a interagire.

Sorrise scortandola vicino al balcone “Vuoi un caffè?” chiese indicando una macchinetta nascosta da una miriade di scatoloni “Volentieri!”

 

°°°°°°°°°°

 

Francis aveva avuto l'insana voglia di una sigaretta e di conseguenza aveva guardato il cellulare, il messaggio di Matthew gli aveva messo malumore.

Gilbert acciambellato sul petto di Antonio stava aspettando che gli passasse il pacchetto, “Cosa c'è? Il tuo cane richiede la tua attenzione?” ridacchiò.

Il biondo sbuffò accendendosi una sigaretta “Vuole vederci a pranzo...” lanciò il pacchetto in testa all'albino che non smetteva di ridere, “Vorrà parlare...” ma lui non ne aveva voglia, cosa poteva dirgli?

Ciao! Sai sono scapato perché...” era patetico!

Antonio sbuffò prendendosi una sigaretta “È normale, sei praticamente uscito di nascosto e non ti sei più fatto sentire...”

Francis guardò il cellulare indeciso erano le undici e mezza, poteva farsi una doccia veloce, cambiarsi -per sua fortuna erano a casa sua- e andare da Matthew oppure ignorare completamente il messaggio e così chiudere definitivamente quella assurda storia.

Gilbert si sistemò con la schiena su due morbidi cuscini lasciando finalmente libero di muoversi Antonio, lanciò al biondo uno sguardo divertito “Senti, se il tuo cagnolino non si è mai lamentato sul fatto che lo chiami Arthur quando fate sesso cosa vuoi che ti dica per la tua fuga? Al massimo ti farai perdonare con una sana scopata!”

Ci fu un attimo di silenzio prima che il sospiro di Francis riempì la stanza.

“Ma si...infondo potrei anche andare a pranzo da lui...”


 

°°°°°°°°°°

 

Eduard capì che qualcosa era cambiato nel rapporto tra Toris e Feliks nel momento in cui si sedettero su una panchina.

Durante il pranzo erano rimasti in silenzio come ogni giorno da quando era ricominciata la scuola e sinceramente, per quanto non amasse il rumore, gli mancavano i gridolini di Feliks e le frasi imbarazzate di Toris.

In quel momento -mentre aspettavano di tornare a scuola per le lezioni pomeridiane- vedeva chiaramente che i suoi due amici seduti più vicini del solito, nello spazio tra di loro ci stava benissimo la trilogia di Le cronache del Mondo Emerso con l'aggiunta di una bottiglietta d'acqua, ma erano vicini.

Stranamente non si sentiva felice come avrebbe dovuto, in fondo quello era il primo passo per poterli vedere ancora amici, ma ciò significava anche che Toris avrebbe riportato le sue attenzioni su Feliks e lui non avrebbe più avuto la possibilità di diventare qualcosa di più di un amico.

“Tipo, ho deciso di fare, tipo, la tesina sui sul sistema solare, tipo, mettendo tutta quella cosa sull'acqua...” Eduard sospirò era la terza volta che Feliks ricominciava da capo la tesina, il fatto era che il suo amico si entusiasmava per ogni cosa e se sentiva qualcosa di totalmente fantastico si metteva a fare ricerche su ricerche.

Toris alzò lo sguardo dalle proprie mani per posarlo sul profilo del biondo, non si era accorto che si era sistemato i lunghi capelli con delle forcine facendolo sembrare ancor più femminile e forse era per quello che il signor che gli aveva serviti al bar lo aveva salutato con “Arrivederci cara!”

Quello e il suo abbigliamento che quel giorno era completamente sui toni del rosa.

Il fatto era che lo trovava bellissimo e questo lo metteva a disagio.

“E tu, Toris, hai deciso su cosa fare la tesi?” il castano sbatté le palpebre per qualche secondo, cercando di ritornare dai suoi futili pensieri, “Si...si...ehm...” abbassò lo sguardo ad osservare di nuovo le sue mani, arrossì nel sentire gli sguardi dei suoi amici su di se “E sul mio paese, la Lituania.”

Feliks sorrise allegro “Ma è totalmente geniale!” esclamò portando le mani guantate sulle guance “Tipo, avrei dovuto pensarci anch'io, tipo, la Polonia ha un sacco di storia...” si avvicinò di poco a Toris “Ma non lo farò, sarebbe troppo lunga, tipo, una cosa di trecento pagine, tipo, un'esasperazione”

Eduard, notò che la distanza si era notevolmente ridotta e che il libro delle Le cronache del Mondo Emerso sarebbe entrato a malapena in quello spazio, corrugò la fronte cercando di non dar ascolto a quella vocina che gli diceva di prendere Toris e spostarlo vicino a se.

“Anch'io ho già scritto la mia tesina...” iniziò con fare noncurante “...È dall'anno scorso che ci sto lavorando, ma non ho ancora terminato.”

Feliks si voltò di scatto verso di lui “Oh, lo sapevo che sei, tip, un secchione Ed! Ma, tipo, goderti i pomeriggi come ogni ragazzo, tipo, ti è difficile?”

Toris si ritrovò a ridacchiare mentre vedeva il più giovane dare uno scappellotto all'altro.


 

°°°°°°°°°°

 

Francis sedeva sul divano dopo aver mangiato, un bicchierino d'amaro in mano e il dolce sul tavolino, Matthew era sulla poltrona, lontano da lui.

“Te ne sei andato senza salutare...” la voce flebile del canadese destò il biondo dal tepore che lo stava invadendo, forse avrebbe dovuto dormire un po' di più quella notte invece di darsi alla pazza gioia con i suoi amici. “Beh...” si leccò le labbra cercando delle parole “Non era nelle mie intenzioni andarmene, ma tu...” sorseggiò l'amaro “Eri strano...”

Matthew sospirò alzando con l'indice gli occhiali “Ti ho spiegato che ho dei problemi in famiglia, è un periodo un po strano e io forse ho esagerato quella sera.” il cellulare iniziò a suonare, il giovane guardò il display sul quale figurava il nome di suo fratello, lo nascose con la mano e alzò lo sguardo sul fidanzato.

Francis appoggiò il bicchiere “Fammi indovinare, è tuo fratello.” una smorfia sul viso “Certo che ha un tempismo...” Matthew si alzò per dirigersi in camera, “Aspettami...” sussurrò camminando velocemente nel corridoio, prima di chiudere la porta schiacciò il tasto di risposta “Pronto...No, non ero al lavoro...”

Il francese guardò con rabbia quella porta chiudersi e così celare per l'ennesima volta la conversazione, cosa aveva da nascondere poi?

Spostò lo sguardo sul bicchierino, sarebbe rimasto ma non aveva nessuna intenzione di continuare il discorso di prima e nemmeno dei problemi in famiglia.

Voleva divertirsi...non pronunciava il nome di Arthur da troppo tempo…

 

 

 

 

Angolo dell'autrice:

 

Scusatemi per la lunga attesa! Sono ritornata dopo un lungo periodo nero, che ora è diventato grigio scuro, ma almeno respiro più di prima.

E con questo capitolo si chiude Gennaio e con il prossimo arriva Febbraio e ritornerà tra i capitoli Lovino!

 

Ho iniziato un'altra fanfic per chi la volesse seguire s'intitola Il filo rosso

Un abbraccio e a presto!

Elisir

  
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