Fanfic su artisti musicali > David Bowie
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Autore: Crazy_Diamond    11/01/2016    6 recensioni
"Look up here, I'm in heaven"
Genere: Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Avevo bisogno di scrivere tutto questo, semplicemente. Non so se a qualcuno potrà piacere, ma ne avevo l'estrema necessità.





-È morto il Duca-
Per comprendere questa semplice frase ci sono voluti cinque lunghissimi secondi. Poi la realizzazione, la paura e l'intensa speranza che fosse tutto un brutto scherzo. Pochi attimi ancora per andare su internet, digitare le parole David Bowie e confermare la verità dell'affermazione, insieme a tutta la mia angoscia. Eppure la mente sembra non volerlo concepire: si rifiuta di accettare quella che ormai è l'evidenza, andando contro ad ogni razionalità. Qualcuno però potrebbe dire, forse risultando ingenuo o infantile, che la sola esistenza di un mondo senza David Bowie sia irrazionale, ed io non mi sentirei di doverlo smentire. Perché la scomparsa così repentina e inaspettata di un pezzo di cultura mondiale non può avere senso. Non adesso e non in questo modo. Non due giorni dopo il suo compleanno e l'uscita del suo nuovo disco. Tutto mi sarei aspettata, da questo lunedì, ma non certo una notizia del genere. Posso affermare senza problemi di essere cresciuta con la sua musica: da quando ero piccola ad ora ha sempre fatto parte della mia vita, in un modo o nell'altro. È uno dei primi artisti in assoluto che ho avuto modo di conoscere ed apprezzare sempre di più, man mano che il numero di sue canzoni e album, nella mia colonna sonora personale, aumentava. Ho letto di lui, l'ho visto recitare, l'ho sentito parlare e soprattutto ho ascoltato la sua voce, le parole scandite da quel timbro così caratteristico ma allo stesso tempo camaleontico, mentre cantava. Una voce diversa per ogni personaggio, fosse questo immaginario o qualcuno a cui voleva fare un tributo. Diceva che era più facile scrivere facendo finta di essere qualcun altro e in effetti ci riusciva benissimo. Sembrava nato per quello; nato per essere Lou Reed, Andy Warhol, Bob Dylan, Marc Bolan, Ziggy Stardust e il Maggiore Tom, pur restando indiscutibilmente e inconfondibilmente Bowie. Non è mai stato un innovatore dal punto di vista musicale, né un grande musicista nel senso stretto del termine. Infatti, nella sua lunga carriera, ha inventato una sola cosa: se stesso. Ha saputo inventarsi e reinventarsi come nessun altro. Insieme alla voce, col passare degli anni, cambiavano il look, le sonorità, i temi trattati, in quello che sembrava un infinito processo di rinnovamento. Non tutto ciò che ha fatto è capace di far gridare al miracolo, ma gran parte del suo patrimonio musicale ci riesce senza troppi problemi. Un genio del marketing, amante dell'immagine, della musica, della creatività. Un uomo impossibile da inquadrare, che non ha mai smesso di sorprendere. La sua ultima beffa, però, fa male come poche altre cose, lucida di un cinismo che mette quasi paura. Ha le sembianze di una canzone, Lazarus, il cui "Everybody knows me now" adesso assume tutto un altro significato. È il testamento straziante di una persona che sa già di stare per morire ed è cosciente anche del suo destino dopo la morte. Allude alla fama ancora maggiore che tutti gli artisti assumono, paradossalmente, dopo aver finito di vivere. Ma nonostante tutto, l'intero disco, Blackstar, è anche un dono. Un ultimo regalo per noi, se vogliamo, per il suo pubblico. L'unica cosa che possiamo fare adesso è ascoltarlo, consci che alla fine dell'ultima traccia, David Bowie sarà morto davvero. Non ci saranno più nuove canzoni, concerti, dischi. Resteranno però tutte le sue meraviglie, che sarebbe un crimine dimenticare e che non credo succederà. È riuscito ad annunciare la sua morte e la sua immortalità nello stesso momento. Non credo di poter riuscire a spiegare bene che cosa provo al riguardo, è un misto di angoscia e dolore, stupore e ammirazione per qualcuno capace di tale gesto. Ma soprattutto sento l'immenso amore per una persona che mi ha accompagnato per tanti anni, per un artista formidabile, per una delle più importanti icone dei ventesimo secolo, per qualcuno che in tante maniere diverse mi è sempre stato vicino. Potrei passare ore a parlare della sua importanza, per me e per tutto il resto del mondo. Invece preferisco finirla qui, mentre ascolto una delle sue più belle canzoni. In origine era dedicata a Marc Bolan, ma oggi non può che parlare di lui. Grazie, David, solo questo.



The boy in the bright blue jeans
Jumped up on the stage
And lady stardust sang his songs
Of darkness and disgrace


And he was alright
The band was altogether
Yes he was alright
And the song went on forever
And he was awful nice
Really quite out of sight
He sang all night long


  
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