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Autore: NonEsisteZaynSenzaLiam    12/01/2016    2 recensioni
Ma per ora gli basta sapere che non sarà mai più solo.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dedico questa cosa a Lui,

oggi è il suo giorno e merita qualcosa di speciale.

Scrivere un post lungo pieno di parole carine su un social

sarebbe stato facile, scontato, banale, una cosa che fanno tutti,

ma per lui non è abbastanza, lui merita molto di più.

Tanti auguri Zee.

 

Zayn odia le feste, dal compleanno a quelle religiose; odia incontrare parenti, odia apparire felice davanti a persone che gli fanno milioni di domande, odia fingere di essere interessato alle loro storie, odia dare i regali che ha scelto sua madre per lui ripetendo quel solito “l'ho scelto personalmente, spero ti piaccia tanto quanto è piaciuto a me comprarlo”, odia tutto questo ma ogni anno deve viverlo e riviverlo. E' sicuro che la sua famiglia ancora non gli perdona quello che è successo il primo giorno di Shawwal*, eppure ora eccoli tutti di nuovo lì riuniti in casa Malik per la grande festa organizzata da sua madre per il suo ventitreesimo compleanno.

Quella mattina è stato svegliato dalla piccola Safaa che gli saltò sulla pancia senza preoccuparsi, appena aprì gli occhi trovò in camera sua madre che stringeva tra le mani un mini torta con tanto di candelina accesa, seguita dalle sue sorelle Don e Waly che gli sorridevano e infine, sull'uscio della porta, c'era suo padre con sguardo serio, Zayn sapeva che Yaser non aveva tutta quella voglia di festeggiarlo ma Trisha lo aveva supplicato così tanto che alla fine si lasciò convincere. Si mise seduto per fare solletico alla piccola che si dimenava ridendo e urlando, chiedendo aiuto alle sorelle che senza farselo ripete più di due volte si lanciarono sul letto aggiungendosi a quella lotta scherzosa sotto lo sguardo incantato della madre che non vedeva sua figlio ridere così da tanto; ma il tutto durò poco. Dopo qualche minuto “Finitela qui. Io devo andare a lavoro e sto facendo tardi, Zayn soffia le tue candeline, vestiti e poi vieni un attimo in garage che devo parlarti” li interruppe Yaser; il sorriso dalle labbra di Zayn scomparse così come era venuto, si tolse le sorelle di dosso, si vestì con una maglietta raccolta da terra e diede un bacio a sua madre che le sussurrò “Salgirah Mubarak**”. Suo padre era già in macchina, il finestrino abbassato per metà, sguardo fisso su di lui “Questa sera, per quanto l'idea non mi possa andare a genio, daremo una festa per il tuo compleanno, ci saranno tutti. Non voglio assolutamente – marcò bene questa parola – che quello successo il 17 luglio si ripeta. Ci siamo capiti, Zayn?” il suo tono duro non ammetteva repliche e Zayn si limitò ad annuire restando con lo sguardo fisso a terra fino a quando suo padre non abbandonò il vialetto di casa.

 

Sono tutti a casa Malik, la tavola nel salone è già imbandita, le donne sono chiuse in cucina a finire i preparativi che vanno avanti ormai da tre giorni, gli uomini sono sotto il portico a parlare del più e del meno, le ragazze sono chiuse in camera di Doniya, i ragazzi sono chiusi in camera di Zayn a giocare alla playstation, mentre quest'ultimo si è chiuso in soffitta, lontano da tutti, lontano da tutto, con il suo album da disegno appoggiato sulle ginocchia e la musica sparata nelle orecchie. Zayn sa che tutta la famiglia sta pensando che sia il solito asociale, il solito guastafeste, sa che i suoi cugini stanno facendo le solite battute sul fatto che prima o poi lo troveranno morto da qualche parte solo, sa che sua madre Trisha si sta sfogando con le zie su quanto lui sia un figlio deludente, sa che le sue sorelle stanno piangendo mentre raccontano alle cugine l'ultima volta lui ha alzato le mani su di loro – risalente proprio alla sera prima, sa che suo padre sta cercando di nascondere tutto lo schifo che lui continua a fare, sa cosa succede sotto quel tetto ma fa finta di niente, non vuole combattere contro i suoi mostri, sta bene così e se non sta bene troverà il modo per starlo.

È il tramonto quando sua sorella Waliyha sale a chiamarlo per la cena, “finalmente” sussurra alzandosi dal pavimento ricevendo un'occhiata truce dalla sorella. Appena scenderà al piano di sotto tutti si concentreranno su di lui, non potrà evitarlo, ma prima iniziano e prima la faranno finita.

Dopo i numerosi baci sulle guance, i finti sorrisi seguiti da un “grazie” ad ogni “auguri”, si siede in un posto qualsiasi del tavolo, lontano dai capi della tavola – riservati a suo padre e suo zio, avere quegli uomini vicino a controllare ogni sua mossa lo avrebbe solo agitato di più.

Sono quasi arrivati alla fine della cena, mano due-tre portate, e Zayn non può credere che stia andando tutto bene, non può credere che suo padre non abbia ancora detto qualcosa sul modo in cui ha mangiato quello o quell'altro, non può credere che suo zio non abbia ancora fatto qualche battutina sul suo modo di vestire o che i suoi cugini non abbiano tirato fuori qualche storiella su di lui – spesso inventate, ma non mai tanto lontane dalla realtà. È buffo dirlo ma tutta quella tranquillità gli mette ansia, non è da lui restare con la sua famiglia così a lungo senza che scoppia qualche litigio, non è da lui non dover rispondere a frecciatine, non è da lui rilassarsi mentre è circondato da quelle persone. Per lui è troppo, solo troppo.

Ha bisogno di uscire, quella situazione lo sta soffocando.

Si alza guardando suo padre e “esco fuori fumare, torno subito” lo avverte, lo sguardo di disapprovazione che riceve non lo sorprende, come non lo sorprende la battutina di suo cugino Shehroze, le risate dei cugini e lo sguardo triste di sua madre; ci è abituato ma questo non vuol dire che faccia meno male. Non si ferma neanche a prendere la giacca, deve uscire da lì subito. L'aria fredda lo colpisce in faccia e subito si fa spazio dentro il suo petto, ed è piacevole quasi quanto il fumo di sigaretta che gli riempie i polmoni subito dopo, tira un sospiro di sollievo perché ora sta bene, ora è tornato a respirare. Ha lo sguardo fisso sul cielo – mentre alterna un tiro di sigaretta a una respiro di aria pulita – non c'è neanche una stella e la luna è coperta completamente dalle nuvole, quel nero lo fa sentire quasi protetto, quel nero è così simile a lui solo più immenso, più grande, più bello.

No, forse quel nero non gli assomiglia ma vorrebbe tanto fosse così.

Quel nero ha le sue stelle, ha la sua luna e anche il suo sole, se ci pensa bene, mentre lui è solo, tremendamente solo. È colpa sua che ha allontanato tutti, è colpa sua che non riesce a tenersi la sua persona speciale o che non riesce a trovarla, è colpa sua che si circonda di persone di merda, è colpa sua che ha preferito apparire qualcuno che non è invece di ammettere di aver fatto cazzate su cazzate. Lui lo sa, lo sa che ha mandato tutto a puttane. Sa quanto vale, sa che tutto quello non è lui, ma i metodi per affrontare il suo schifo sono più facili; è più facile non pensarci, non sentirne il peso sulle spalle, uscire dalla merda da solo è troppo complicato, troppo difficile per uno come lui e quindi preferisci lasciarsi andare, prima o poi finirà.

Il suo cellulare vibra nella tasca: è un messaggio, l'unico che ha ricevuto quel giorno.

 

“Hey Zee,

Mi hai cambiato la vita, in meglio e in peggio.

Mi hai completamente stravolto, dentro e fuori.

Mi hai salvato dalla merda.

Mi hai salvato dal male che avrei potuto procurarmi

e ora tocca a me.

So che io posso essere quella persona,

so che io posso essere quello di cui tu hai bisogno,

so che io posso essere quel qualcuno che ti tira su quando cadi,

so che io posso essere quel qualcuno che ti ascolta quando hai bisogno,

so che io posso essere quella persona che ti fa ridere con un niente,

so che io posso essere quella persona con la quale condividere il tuo tutto,

so che posso essere quelle braccia che ti stringono,

so che io posso essere il tuo rifugio,

so che io posso essere la tua spalla,

so che io posso essere la tua coscienza,

so che io posso essere la tua ragione,

so che io posso essere la tua forza,

so che io posso farcela.

So di essere la tua persona speciale.

E forse tutto questo è molto presuntuoso da parte mia,

ma so che è così.

So che tu hai bisogno di me,

quasi quanto io ho bisogno di te.

Ti prego non lasciarti cadere nello schifo,

tu non sei solo.

Tu sei tutto ciò di cui ho bisogno.

Tu sei la parte migliore di me.

E giuro che prenderò il tuo cuore e

lo proteggerò come nessuno ha fatto mai.

Hai bisogno di qualcuno che ti rincorra,

ma che nello stesso tempo ti prenda per mano;

di qualcuno disposto a sgridarti quando sbagli,

ma che ti aiuta a risolvere ogni pasticcio;

di qualcuno che ti faccia ridere,

ma che ti sappia anche consigliare;

di qualcuno che ti metta al primo posto,

ma che non annulli sé stesso per farlo;

di qualcuno che creda in te, sempre;

di qualcuno disposto ad amarti

andando contro tutti e tutto;

di qualcuno che ti ammiri in silenzio,

dal suo angolino senza pretendere nulla;

di qualcuno disposto a viverti senza paura.

E forse io non sono la perfezione,

forse c'è qualcuno meglio di me in tutto questo,

ma ti giuro che io posso riuscirci.

 

Eri un bambino pieno di sogni,

un bambino che riusciva a vedere oltre,

un bambino fantastico.

E lo sei tutt'ora , fantastico dico,

hai quel qualcosa di speciale in te,

che ti fa vedere il mondo in modo diverso,

che ti fa vedere la bellezza in modo diverso,

tu sei un pieno di energia, arte e passione,

un pieno di colori, forza e amore,

sei un pieno di vita,

sei pura bellezza.

Riesco a provare solo orgoglio quando si tratta di te,

orgoglio per l'uomo che sei diventato,

orgoglio per chi sei,

orgoglio perché nonostante tutto

sei ancora te stesso.

E io ti vedo Zayn,

ti vedo amore mio,

non ho mai dubbi su chi sei.

Sei lì e posso quasi toccarti,

nonostante io ti osservi da lontano.

Vedo il tuo cuore,

vedo la tua anima,

vedo il viola.

Io non mi arrendo.

Non quando si tratta di te,

non quando si tratta di noi.

 

Tanti auguri piccolo mio.”

 

Zayn sorride, sa che quella è la sua persona speciale, deve solo capire dove si trova e la troverà, lo promette qui, ora. Troverà la sua persona speciale. Ma per ora gli basta sapere che non sarà mai pi solo.

 

 

*il primo giorno di Shawwal, decimo mese del calendario lunare islamico, quando si celebra l'Eid ul-fitr, festa della rottura, cioè la fine del digiuno di Ramadan. Quest'anno è capitato il 17 lugllio.

 

** tanti auguri.

 

Angolo me.

Questa cosa in realtà non ha né capo né coda. L'idea mi era venuta il giorno di Natale e volevo proprio parlare dell' Eid e doveva essere angst, molto angst, ma alla fine l'ho abbandonata perché non mi andava di trattare quel tipo argomento. (si, volevo parlare di uno Zayn con problemi di droga) Poi l'altro giorno mi è venuto in mente di scrivere qualcosa incentrato su Zayn e quindi ho mischiato il tutto.

Non è niente di che, ne sono più che consapevole, ma per scrivere ho fatto un viaggio dentro me stessa e sono anche riuscita a scrivere gli auguri da mandare a Zayn in privato, quindi mi ritengo soddisfatta nonostante tutto.

Non rileggo, perché non ho tempo e soprattutto voglia, se ci sono errori preferirei essere avvisata.

Per quanto riguarda il messaggio che riceve Zayn non so cosa sia, non è neanche un messaggio d'auguri, but still. Mi andava di scriverlo e l'ho scritto. Ho cercato di renderlo più neutro possibile chi scrive così da poter immaginare chiunque (non immaginate voi stesse che vi spezzo le gambe).

 

Big love.

-Pat

  
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