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Autore: Magali_1982    12/01/2016    5 recensioni
-Devi ascoltarmi, Rey.- L'anziano Jedi butta un pezzo di legno pescato dalla spiaggia nel focolare.
-Questa, in parte, è anche la tua storia. Per comprendere la Forza è necessario conoscere la sua vera origine, che sta sopra il Bene o il Male. Nasce da un potere più vecchio della Galassia e incomprensibile ai più. Si svela a chi crede di non avere più un cuore e fugge davanti a chi lo cerca per una vita intera. Ritengo sia nato tutto da un sacrificio, il più grande che qualcuno possa fare. L'ho capito molti anni dopo averlo visto coi miei stessi occhi.-
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kylo Ren, Luke Skywalker, Rey, Un po' tutti
Note: Lime, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Upon a darkened night
The flame of Love
was burning my breast






 
Sistema stellare ignoto.
Primo Tempio Jedi.






Non esistono vere spiagge, su quell'isola.
Dietro le insenature disegnate da scogliere affilate, si trovano sorprendenti distese di piccole rocce legivate dallo scorrere incessante dell' acqua.
Le prime volte che Rey era stata portata lì per l'addestramento, il tutto si concludeva invariabilmente con lividi, tagli e abiti fradici.
Le sue condizioni disastrose non hanno mai mosso il suo Maestro alla pietà; si sarebbe riprovato il giorno dopo. E il successivo. Così fino al compimento dell' obbiettivo.
Rey tiene gli occhi chiusi. E' a piedi nudi e il ventro contrario la sfida a mantenere l' equilibrio. Pochi metri alle sue spalle, un anziano Jedi sorride nel vedere la ragazza dritta come un rigoglioso stelo, le braccia appena staccate dal corpo. Avanza senza timore sui ciottoli viscidi fermando il passo prima delle onde che s' infrangono.
La percepisci?
Luke affida alla Forza la sua domanda. E il sorriso assume una curva più piena nel vedere il capo arruffato della sua allieva annuire.
E' cambiata.
Lo ha percepito mentre l' ha sentita in viaggio dal Sistema di Ileenium. Nel suo nucleo acerbo di potere, è fiorito qualcosa.
Lo Jedi non ha paura di scoprire di cosa si tratti; ha dimenticato il morso interessato e velenoso di quella emozione molti anni prima.
E' la paura che crea illusioni mortali.
E' la paura che pietrifica e porta alle scelte più facili.
E' la paura che esiste nelle persone fino a quando esse le danno il potere di rigenerarsi da sola, nell' insicurezza e nel dubbio.
Un giorno, Rey si sentirà pronta a confidarsi con lui. Potrà solo accettare quella nuova diramazione nella Forza.




 
*






Non avrebbe mai dimenticato il morso di freddo provato tra quegli scogli.
Coindice con lo stesso giorno in cui é scivolata la prima volta, rimediando un profondo taglio sul lato del piede sinistro e il mare ha ben pensato di aumentare la sua foga investendola con un' onda tale da inzupparla da capo a piedi, gettando un indesiderato carico di sale sulla carne lacerata e sanguinante.
Umiliata e confusa, si é girata verso il suo Maestro, trovandolo immobile ai limiti della spiaggia. I profondi occhi azzurri hanno giudicato ma non aiutato.
-Torneremo qui domani.-
Svariate ferite dopo, contusioni di vario tipo e principi di malanni poco consoni a una giovane Padawan, Rey ha cominciato a capire il reale motivo di tanta ostinazione da parte di Luke a sottoporla a un' inutile e stupida prova di resistenza.
Nel suo fallimento ha provato rabbia e vergogna. E accecata da esse ha perso il contatto con la Forza.
Con gli occhi chiusi, la faccia schiaffeggiata da folate d'aria pungente, non sente più dei minuscoli denti gelidi piantati in ogni centimetro di pelle. La sensazione di essere mangiata da miliardi di spilli acuminati rimane; è il fine a essere diverso.
Si sente viva. Immersa nel nucleo della tempesta in arrivo. Le basta concentrarsi ed è parte del vento, fusa con lui in una danza selvaggia con un solo limite: l'orizzonte.
I sassi su cui è in bilico tremano appena, scricchiolano per l' acqua che cola tra di loro. E' il linguaggio universale della terra, che la Forza le sta portando. Ogni sfumatura della vita è intessuta a essa. Quelle buone e quelle oscure.
Ai limiti della sua coscienza, nasce e si agita un fiore di ombra.
-Ti ho sognata ogni notte.-
Rey deglutisce. Schiude le labbra. Prima di convincersi sia una pessima idea, lancia la sua energia sfruttando le correnti della Forza. La velocità inaspettata per un attimo la fa barcollare; allarga le braccia ma nemmeno si rende conto del gesto. Il suo corpo è lì, sull'isola di scogli ed erba verdissima ma la sua mente sta fluttuando, attirata da una voce che ripete una sola frase.
-Ti ho sognata ogni notte.-
Lenta, l'oscurità solo intravista si espande, cresce. La raggiunge e l' avvolge. Il bozzolo nero in un battito di cuore diventa enorme, la massa compressa e devastante di un buco nero sul punto di fagocitarla.
Ma la notte non è uniforme.No.
Un orlo di luce tenta disperatamente di farsi strada nel cratere che deforma lo Spazio, il Tempo, la Forza stessa ed è allora che cade a terra, investita da un cavallone di spuma e alghe alto quanto lei.





 
*




 
Oh night thou was my guide
Of night more loving
than the rising sun


 
Sistema sconosciuto.
Flotta del Primo Ordine.







-Ben.-
Quanto tempo ha trascorso a odiare il suo nome?
Talmente tanto da non ricordare più chi sia stato l'ultimo dei suoi genitori a chiamarlo così. Forse suo padre, nell' ultimo e patetico tentativo di farlo rinsavire prima di tradire zuo zio.
Forse sua madre. L'unica capace di potergli far arrivare la sua voce silenziosa nella Forza.
-Ben.-
La percepisce. Avverte ogni cosa di lei.
Il suo calore. La prima cosa che lo ha colpito quando l'ha presa in braccio su Takodana.
Il battito del suo cuore. Così violento, spinto dall' adrenalina pompata dalla paura al loro primo scontro nelle foreste attorno a un covo di contrabbandieri e piloti di ventura.
E il suo odore. Una combinazione sorprenente di ferro, sabbia, spezie. Sentori andati perduti per sempre tra lo Spazio gelido e senza fine e l'asettica solennità dei corridoi interminabili di una Star Destroyer.
-Ben.-
Apre gli occhi. La fine del sogno piomba affilata, lacerando la folle speranza di trovarla lì, accanto al suo letto. Parte di essa si tramuta in rabbia e frustrazione. Un bicchiere e una brocca vengono scagliati in aria da un'onda convulsa e invisibile e mandati a sfracellarsi contro il muro.
Non si è sbagliato.
Rey è stata tanto vicina da poterlo sfiorare sul viso, un miraggio reso concreto dal bisogno.
Kylo Ren si alza. Lo scudo termico, che mantiene una temperatura costante ideale nella fase di sonno, si disattiva con un lieve ronzio. I piedi nudi sfiorarono il pavimento e immediatamente, un sensore nascosto fa accendere un faro sopra la sua testa. La spartana camera gli si delinea attorno, confini soffocanti di acciaio e cromature galleggianti in una luce fredda.
Non ci sono specchi. Il personale di servizio della nave è a conoscenza della sua avversione a ogni superficie riflettente. Odia il suo volto quasi quanto odia il suo nome, le sue origini da debole e insicuro. Eppure, per la prima volta dopo anni, desidera avere qualcosa in cui vedersi. Per studiare le proprie dita mentre percorrono l' ultima cicatrice ricevuta.
Ha un andamento dall' alto verso il basso e gli attraversa il volto dal lobo frontale a sinistra scendendo sulla radice del naso aquilino. Questione di millimetri e avrebbe potuto perdere l'uso della vista a un occhio. Ricorda di aver pensato che sarebbe stato poco male; i suoi occhi sono un retaggio indesiderato, uguali a quelli di una madre colpevole di non avergli mai dato le risposte che ha dovuto cercarsi da solo.
L'ultimo tratto della ferita s'incunea nella guancia destra. Lo tasta sotto i polpastrelli ma prima di sospirare, deve prendere un accorgimento.
Immerge la sua mente nel buio.
Nessuno deve sapere.
Nessuno deve capire.
La base del Leader Supremo Snoke si trova proprio sul pianeta sotto la flotta in ricostruzione dopo gli ultimi scontri con la Resistenza. Il Lato Oscuro turbina e lo chiama; è destino che riprenda il suo addestramento.
Presto altre cicatrici, altre bruciature lo segneranno. La sua storia è ancora tutta da scrivere ed è sempre stato convinto di conoscerne il glorioso finale: parole fatte di pelle sanguinante, dolore, vittoria. Ne ha di scritte sulle braccia, sul petto, tra le scapole. Potrebbe vederle tutte, se solo-
In realtà non vuole.
Solo una gl' interessa.
Solo una ha stravolto il corso degli eventi.
La cicatrice lasciata dalla ragazza di Jakku che lo sogna ogni notte.






 
*






Le fiamme del fuoco sono le prime cose che vede dopo essersi svegliata.
La sicurezza di aver fallito nel suo allenamento quotidiano torna cocente e totale dopo averla abbandonata quando ha perso i sensi a causa del mare in tempesta.
Qualcuno le ha tolto la tunica fradicia e avvolta in una coperta.
Fosse stata ancora la Rey di Jakku si sarebbe ribellata a tanta, non richiesta intimità. La sua memoria parte da lotte continue: contro la fame, contro la solitudine, contro la morte. Non é abituata ad avere vicino persone e la prima con cui ha dovuto relazionarsi in maniera civile è stata un droide.
Il simbolo del suo cambiamento è proprio aver aperto il proprio mondo a qualcosa di più grande di una guerra personale per la sopravvivenza; muove appena il capo e trova la forza di sorridere al Maestro prima di tornare seria.
-Mi dispiace.-
Luke è seduto su una pietra simile a un seggio. Ce ne sono altre in quella stanza a volta; sono disposte in circolo, circondate da mura di pietre a secco. Nessun metallo, nessuna lega, nessun marmo pregiato per il primo tempio Jedi.
Invece di rimproverarla, l'uomo la scruta. E' difficile reggere lo sguardo profondo e compassionevole di qualcuno in grado di comprendere verità oltre le menzogne.
-Oggi hai usato la Forza in un modo che non mi aspettavo tu apprendessi in così poco tempo.-
Rintontita e sempre più confusa, Rey cerca di mettersi a sedere. Agrotta le sopraciglia scure, cercando di afferrare il senso di quel complimento.
-La tua coscienza ha viaggiato tramite essa. Eri parte integrante del suo flusso attraverso la Galassia.-
Tanto orgoglio non se lo merita. La ragazza scuote il capo; sentendo i suoi codini molli e arruffati, procede a slegarli liberando i capelli sulle spalle.
-Ho avvertito...Ben, nella Forza.-
Il mondo si congela per un istante: il solo movimento sono le fiamme del fuoco e il loro crepitare.
-Lo chiami col suo nome dopo quanto ha fatto.-
-Lo farei anche se me lo trovassi davanti ora- ribatte rancorosa. -E' il nome che i suoi genitori hanno scelto per lui. E' il nome con cui Han lo ha chiamato prima di-
La rabbia e il dolore le chiudono la gola. E' una ferita ancora aperta e troppo recente per riuscire a calmare le pulsazioni di fuoco che inietta nei nervi.
Luke ascolta. Sembra annuire ma Rey non può dirsi sicura di aver visto il lieve chinarsi del capo. Le ombre danzano in modo strano, deformate dalla danzante luce arancione che li avvolge.
-Scelsi io il suo nome.-
Rey avverte un brivido lungo la schiena. -Maestro, avevamo detto che...-
-So cosa ti dissi. Nessuna rivelazione che il Lato Oscuro potesse strapparti. Allora eri inesperta e impaurita dai tuoi poteri; adesso vedo una strada davanti a te.-
Lo Jedi è l'unico a conocere nei dettagli cosa Rey veda nei suoi sogni. Le ha detto di stare attenta ma non ha mai provato a distoglierla dal sentire una sorta di connessione con Kylo Ren. Non la biasima, non la fa mai sentire in colpa. Per la prima volta, la ragazza capisce che possa esistere un motivo preciso dietro questa ostinazione ad abbracciare una derivazione tanto pericolosa della Forza.
-Ben era il nome con cui ho conosciuto il mio primo Maestro. Obi-Wan.-
Un suono secco risuona tra le ossa della testa di Rey. Se un ricordo tornato libero potesse avere un suono, sarebbe certamente questo. Un vuoto torna a riempirsi e all'improvviso, il disperato bisogno di sapere altro prende il sopravvento su ogni precauzione.
-Leia mi chiese di dare un nome a suo figlio poco dopo la sua nascita. Accettai con entusiasmo ed incredulità. Sembrerà sciocco ma mi sentii parte integrante della famiglia che lei e Han avevano appena formato; così decisi per quello del primo uomo per cui potei spendere la parola "padre".-
La famigliarità con cui Luke tratta nomi leggendari ancora la confonde. "Leia" per lei è il Generale Organa della Resistenza. La donna fiera e risoluta che non ha pianto la morte del suo amore. Non con lacrime visibili. La sua tristezza immane ha deformato la Forza, aprendovi una lacerazione destinata a non chiudersi mai più. Il suo sorriso, provato dal tempo e dalle ferite inferte dalle perdite subìte, si è spento. Quello che le ha donato prima di partire per Q'tar è stato un simulacro alimentato dall' affetto scoperto per la piccola mercante di rottami di Jakku.
-Devi ascoltarmi, Rey.- L'anziano Jedi butta un pezzo di legno pescato dalla spiaggia nel focolare.
-Questa, in parte, è anche la tua storia. Per comprendere la Forza è necessario conoscere la sua vera origine, che sta sopra il Bene o il Male. Nasce da un potere più vecchio della Galassia e incomprensibile ai più. Si svela a chi crede di non avere più un cuore e fugge davanti a chi lo cerca per una vita intera. Ritengo sia nato tutto da un sacrificio, il più grande che qualcuno possa fare. L'ho capito molti anni dopo averlo visto coi miei stessi occhi.-




 
*






Luke Skywalker convive da molti anni col peso di avvenimenti conosciuti molto prima del loro avverarsi. Ha visto la disperazione di Han e Leia nel perdere loro figlio il giorno in cui Ben, per la prima volta, ha fatto levitare un sasso.
Compreso la scelta del nipote il giorno in cui ha vestito la prima volta la tunica di un Padawan.
Intuito la possibilità di una labile speranza quando una bambina di cinque anni dagli occhi color nocciola, troppo mingherlina, è entrata nella sua accademia.
Ha passato gran parte della sua vita a pianificare il corso degli eventi quando questi sarebbero precipitati. Il fallimento è stato contemplato, accettato e annientato il giorno in cui il Millennium Falcon è atterrato su Q'tar e la ragazza con lo sguardo raggiante gli ha porto una spada che aveva creduto perduta per sempre.
Rey è cresciuta al sicuro dal Lato Oscuro, ancora protetta dai blocchi mentali che lui le ha posto quando è stato necessario farla fuggire. Forse troppo minuta e magra per l'addestramento, temprata dalla fame, dalla vita durissima a cui l' ha costretta per il suo stesso bene ma in lei, la Luce pulsa senza freni o vincolata dai dogmi Jedi.
Libera, forte, compassionevole.
Poco alla volta sta recuperando i ricordi; l' anziano guerriero teme il giorno in cui saprà chi é e chi ha amato, perdendolo. Sarà la prova finale. Non si tratterà di Forza, almeno non nel senso in cui molti la intendono non conoscendola nel suo più vero aspetto. Dipenderà tutto da una scelta: il divampare della speranza o la sua totale distruzione.
Ti stai affezionando a lei.
La voce torna nella sua mente e un sorriso stropicciato sotto la folta barba grigia le da il benvenuto.
-Come potrei non farlo, amico mio?-
Sento la tua angoscia, Luke. Cosa ti tormenta?
Troppi dubbi. Mille cose pronte a rivelarsi trappole e baratri che avrebbero condotto l' intera Galassia alla rovina.
-Potrà mai perdonarci?-
Passano diversi minuti prima di ricevere risposta.
Mi sembra tu abbia una frase ricorrente, quando l' oscurità raggiunge il suo apice.
Nonostante i molti inverni posati sul capo, lo Jedi è capace di sentirsi ancora il giovane allievo sprovveduto prelevato da Tatooine da quello che aveva considerato uno strambo vecchietto, conoscitore di ogni storia reperibile nei Sistemi stellari dall' Orlo Esterno a Coruscant. L'uomo si alza e servendosi di un bastone, andò a ravvivare le braci ardenti nel focolare.
- L'oscurità vince sempre. Ma al centro della sua forza sta la sua debolezza.-
L' urlo terrificante che spezza il silenzio lo fa balzare in piedi. E' già uscito dall' antica Sala del Consiglio quando lo sente ripetersi.




E' stata Rey a gridare.
Luke la trova ad agitarsi scompostamente nel suo giaciglio. Impietrito, la osserva chiudersi in posizione fetale, il respiro accellerato e la pelle sudata.
S' inginocchia al suo fianco e percorre il suo corpo preda degli spasmi dell' incubo con la mano sinistra aperta. La Forza gli fa vivere l' intensità del dolore di cui è preda. Chiude gli occhi, cercando la concentrazione necessaria per trovare un modo per penetrare lo scudo di panico dietro cui si dibatte la coscienza della sua allieva.
-Respira, bambina mia.-
Immediatamente, la ragazza rilassa le labbra. Le narici dilatate tornano normali.
-Va tutto bene. Ci sono io qui.-
Rey spalanca gli occhi. Tremando ancora, alza il capo verso il suo Maestro.
- L'ho visto.-
Luke sa riconoscere il tocco lieve dell' ombra. Irrigidisce appena la schiena, aspettando di sentire il messaggio che ha portato tramite la Forza. Perché è stata lei a impadronirsi con violenza della mente della ragazza e la si deve ascoltare anche quando è violenta, inaspettata e crudele.
-Era lui, Maestro. Ben. Stava male. Stava soffrendo.-


L'assolutamente non richiesto angolo dell'autrice:
Lo avevo promesso, l'ho fatto. Reylo again. Doveva essere una storia di un solo capitolo ma sto scrivendo il finale nel terzo e io non mi capacito della mia assolutamente inesistente capacità di dominare certi personaggi.
Prima di tutto...grazie. Grazie per le recensioni alla mia precedente shot, a cui risponderò non appena avrò tempo per staccarmi dal lavoro, dalla stanchezza, dai miei disegni che costituiscono l' altro mio lavoro. Mi avete commossa e confusa, vi voglio bene e mando ceste di mele corelliane a tutti voi. Vi adoro.
Seconda cosa, per ovvie ragioni di trama ho avanzato ipotesi su chi sia Rey e quali possano essere le sue origini. Ho seguito prove, disquisizioni, impressioni. Cercherò comunque di mantenermi sul vago; un po' perché voglio tenervi sulle spine, un po' perché ehy, al prossimo film mancano diciassette mesi.
Diciassette.
Non ce la farò mai.
Le frasi inserite come citazione sono prese dalla canzone The Dark night of the soul, di Loreena McKennith ed è un testo così sfacciatamente pro Kylo Ren che non potevo non usarlo.
Il video lo trovate qui:

https://www.youtube.com/watch?v=DopgBNBoVqY&feature=youtu.be


Aggiornerò settimanalmente, abbiate Fede nella Forza.

A presto, Maddy.













 
  
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