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Autore: RobertaShaira    12/01/2016    1 recensioni
E' la prima volta che scrivo una storia Sterek, e che scrivo una storia con più capitoli. Ho provato a restare più in carattere possibile, cercando allo stesso tempo di dare del mio e di metterci il cuore. Spero di essere riuscita a trasmettere quello che provo per questi matti perché Teen Wolf mi ha devastato l'anima :D
Genere: Azione, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Chris Argent, Derek Hale, Malia Hale, Scott McCall, Stiles Stilinski
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Stiles lasciò Derek a prepararsi ed uscì dalla stanza, si avviò verso la camera tripla in cui avrebbe dovuto dormire.
Trovò Scott seduto sul letto che si allacciava le scarpe, mentre nel bagno qualcuno stava facendo la doccia.
“Ehi amico, che fine hai fatto ieri sera?” gli chiese Scott.
“Alla fine mi sono addormentato come un idiota in stanza di Derek” rispose Stiles sperando che Scott non indagasse oltre. Non che ci fosse qualcosa da nascondere, avevano passato la serata a parlare, ma per Stiles era stato un momento importante. Si sentiva più leggero, più vivo, come se tutto potesse andare meglio da quel momento in poi. Era stato semplicemente rigenerante.
“L’avevamo intuito!” sorrise Scott. “Vieni, ti aggiorno sulle ultime novità.”
Scott gli spiegò che Chris era già uscito per riportare la macchina che avevano noleggiato alla concessionaria. Matthew e Deaton, invece, erano andati a recuperare le auto di Derek e Deaton che, a detta di Matthew, Amelia aveva tenuto pensando di poterle rivendere e racimolarci qualche soldo, quando tutto quel casino sarebbe finito. “E Matthew ha deciso di venire con noi, almeno per il momento.”
“Oh bene, sono contento… e già mi stavo scervellando per capire come riuscire a viaggiare tutti insieme nella macchina di Chris” disse Stiles sedendosi su uno dei letti liberi. Sentì il rumore del getto d’acqua della doccia provenire dal bagno della stanza. “Lei come sta?” chiese sottovoce.
“Guarda che ti sento” sentì urlare da sotto la doccia. “Coyote mannara, ricordi?! Sto bene Stiles!” sentenziò.
Scott e Stiles si scambiarono uno sguardo sereno. Avrebbero avuto modo di parlare con Malia, ma sapevano che in un modo o nell’altro sarebbe stata bene, nonostante la morte della madre. Nonostante la lotta, nonostante il fatto che quella donna aveva provato a strangolarla.
Sarebbe andato tutto bene, Stiles ne era sempre più convinto. Sempre se fossero riusciti a sopravvivere ai Dottori del Terrore.
Derek bussò alla porta della stanza. “O partiamo immediatamente, o devo andare a comprare dei vestiti” disse sentendosi stanco di quella roba che aveva indossato fin troppo a lungo.
“C’è un negozietto quei accanto, Deaton ci è già passato e ti ha comprato un jeans e una t-shirt” gli disse Scott aprendo la porta e porgendogli gli indumenti con un sorriso.
“Potevi anche dirmelo prima!” ribatté Derek prendendo i vestiti e tornando nella sua stanza.
Quando tornò sembrava un uomo nuovo. La maglia era leggermente larga ma Derek era una visione, in ogni caso.
“Allora, siamo pronti?” chiese guardando gli altri.
In quel momento Malia uscì dal bagno, vestita e pronta per andare nonostante i capelli umidi.
“Stiamo aspettando Deaton, Chris e Matthew! Ho un ottima notizia per te, la tua macchina è ancora viva!” gli disse Scott dandogli una pacca sulla spalla e accompagnandolo fuori la porta. Stiles e Malia li seguirono.
I ragazzi aspettarono per una decina di minuti nella hall dell’albergo, pagarono il conto appena gli altri tornarono. Era ora di partire, c’era solo da capire come dividersi nelle varie macchine. Avrebbero dovuto fare delle soste più lunghe stavolta visto che fare i turni per guidare tre macchine era impossibile.
All’inizio Scott andò con Deaton, Matthew con Chris, Malia e Stiles con Derek.

“Grazie Derek” disse Malia dopo pochi minuti di viaggio. “Non riesco a credere a tutto quello che hai passato per catturare mia madre.” Continuò guardandolo dallo specchietto retrovisore.
Derek contraccambiò lo sguardo e sorrise. “Quella donna doveva essere fermata, anche se io alla fine ho fatto ben poco. Se non fosse stato per Matthew… E poi, sei pur sempre di famiglia, no?” le disse continuando a sorridere. Quella era la prima volta in cui Malia era davvero contenta di essere una Hale.
Stiles era seduto nel posto avanti, vicino a Derek. Si sentì quasi invadente in quel momento, come se stesse disturbando un momento intimo. E si sentì ridicolo, quando alle parole di Derek per Matthew provò un pizzico di gelosia. Si girò i pollici e guardò fuori dal finestrino.
“Sai, è un po’ grazie a te, o meglio ad un tuo messaggio mancato, che ti ho chiamato e poi è successo tutto.” Continuò Malia.
Oh no pensò Stiles.
“In che senso?” chiese Derek curioso.
“Eravamo in una zona grigia da giorni, non parlavamo più tra noi… poi sono andata a studiare a casa di Stiles e lui mi ha chiesto di te, era preoccupato perché non gli avevi risposto ad un messaggio… allora per rassicurarlo sul fatto che non avevi cambiato numero e che ti avevo sentito qualche settimana prima ho dovuto raccontare tutta la verità su dov’eri. Probabilmente saremmo ancora tutti a Beacon Hills senza sapere niente e voi sareste ancora prigionieri se non fosse stato per quella conversazione” finì lei.
Stiles si mangiò le mani. Grazie Malia pensò tra sé e sé.
Derek non disse niente per un istante. “Beh, dobbiamo ringraziare la paranoia di Stiles allora!” concluse nascondendo un sorriso.
Derek dopo un po’ accese la radio e lasciò sulla prima stazione che trovò.
“Seriamente?” lo guardò Stiles “musica country?”
“E’ la prima stazione che ho trovato Stiles” gli rispose Derek sbuffando.
“Allora non ti dispiacerà se cambio…” fece Stiles avvicinando la mano alla radio. Derek lo guardò in cagnesco e quasi ringhiò, il solito lupo rude e brontolone. Quanto gli era mancato.
“Ok ok, lasciamo il country” si ritirò Stiles sorridendo. “Ti facevo più tipo da metal rock depresso in stile emo” gli disse scherzando. Derek ringhiò di nuovo, ma soffocò una risata.
Il viaggio continuò tranquillo, tra le varie soste e le dormite di qualche ora in macchina. Stiles ad una delle varie fermate cambiò macchina per dare il cambio alla guida a Deaton, mentre Matthew prese il posto di Chris. Derek continuò a guidare per tutto il tempo, fortunatamente era difficile che si stancasse o perdesse lucidità dopo aver mangiato e dormicchiato durante le soste. Arrivarono a Beacon Hills quasi due giorni dopo, di sera. La prima tappa fu casa di Scott, dove si erano dati un punto di ritrovo in caso si fossero persi nell’autostrada.
Appena arrivarono d’avanti casa di Scott, rimasero tutti sconvolti dal trovare Theo seduto sulle scale del portico.
“Theo, che diavolo ci fai qui?” chiese Scott scendendo dalla macchina. “Dov’è mia madre?”
“Tranquillo, è di turno! Ero solo curioso di sapere quando sareste tornati, un uccellino mi ha detto che eravate di ritorno e volevo accogliervi come si deve.” Disse Theo con un sorrisino smorzato.
Derek scese immediatamente dalla macchina. Si fiondò su Theo e gli diede un pugno.
“Questo è per Stiles!”
Altro pugno, “Questo è per Lydia!”
“E questo è per Scott!”. Al terzo pugno Theo cadde a terra.
“Oh bene, abbiamo un nuovo giocatore in città” disse Theo divertito asciugandosi un rivolo di sangue che gli scorreva dal labbro. “Tranquilli, non sono qui per giocare, il tempo dei giochi è finito. Ora si fa sul serio. Volevo solo avvertirvi… E’ il caso che vi prepariate.” Concluse alzandosi e andandosene a passo veloce.
“Odio già quel ragazzino” sbruffò Derek. Tutti rimasero un attimo basiti dall’accaduto. Il tempo dei giochi era finito, questo significava che fino a quel momento Theo aveva giocato? Cosa aveva in mente ancora? Cosa li aspettava?
Non era il momento di pensarci, erano tutti stanchi, avevano bisogno di riposare. Scott chiamò sua madre per accertarsi che stesse davvero bene, e ne ebbe fortunatamente la conferma. Rientrò e salutò gli altri.
Deaton se ne andò a casa. Chris disse a Matthew che avrebbe potuto dormire a casa sua, e propose a Malia di accompagnarla.
Rimanevano Stiles e Derek. “Ti accompagno a casa?” chiese Derek mentre si avvicinavano alla macchina.
“Oh, ok.” Rispose Stiles seguendolo.
Mentre erano in macchina, Stiles chiamò il padre per avvertirlo che erano arrivati sani e salvi.
Il padre era alla stazione di polizia, aveva il turno di notte anche lui.
“Passo in centrale a salutarti?” chiese Stiles facendo cenno a Derek di rallentare per capire dove doveva accompagnarlo.
“No tranquillo, vai a casa a riposare. Se ti serve a stare più sereno, ti sveglio appena torno a casa.”
“Bene, a dopo allora.” Concluse la telefonata.
Appena svoltarono nel vialetto di casa, Stiles si illuminò. La jeep era parcheggiata di fronte a casa sua. Derek fermò la macchina e Stiles si precipitò fuori.
Aprì lo sportello e controllò se fosse tutto a posto. Sul cruscotto trovò un foglietto piegato, lo lesse subito.
“Volevo farti una sorpresa, è costata una fortuna e varrà come regalo di compleanno per almeno i prossimi dieci anni, ma sono riusciti a ripararla. Trattala bene. Papà.”
“Oh mio Dio non ci credo, avevo completamente perso le speranze!” esclamò Stiles abbracciando il manubrio.
Derek nel frattempo era sceso dalla sua macchina. Fissava Stiles sgomento. A volte dimenticava che era solo un ragazzino, un adolescente costretto ad affrontare cose più grandi di lui. E si meravigliava a vederne la gioia spontanea per una cosa così semplice. Era solo una macchina infondo, ma era speciale per Stiles, Derek l’aveva capito da sempre.
“Io… pensavo di averla persa per sempre.” Disse Stiles scendendo dalla macchina e guardando Derek che lo stava fissando. Si stava riferendo ad entrambi e nemmeno se ne rendeva conto. Preso da uno slancio d’entusiasmo, tese automaticamente le braccia e avvolse il corpo di Derek che rimase immobile, pietrificato per un attimo. Poi ricambiò l’abbraccio stringendogli le mani intorno alla vita.
Non c’è niente di male, è solo un veloce abbraccio, anche Scott l’ha abbracciato pensò Stiles.
“Mi sei mancato” si lasciò sfuggire con voce soffocata mentre la sua testa spariva tra la spalla e il collo di Derek.
“Mi sei mancato anche tu” rispose Derek, finalmente dicendo quelle parole alla persona a cui avrebbe voluto dirle fin dall’inizio.
“Sei tu il vero dono…” continuò infine con un filo di voce.
Stiles dopo aver sentito quelle parole si aggrappò a quell’abbraccio come mai avrebbe creduto di poter fare. Come se Derek fosse un porto sicuro e lui una nave in mare durante una tempesta.
L’avventura a New Orleans era finita, chissà cosa li aspettava a casa. Avrebbero dovuto avere a che fare con i Dottori del Terrore, con le chimere, con Theo. Avrebbero dovuto capire cosa fare per aiutare Lydia una volta per tutte.
Ma in quel momento scomparì tutto, solo per un minuscolo attimo.
Un attimo in cui c’erano solo loro due, in cui si abbandonarono e si persero.
Un attimo che era, per entrambi, sia una fine che un nuovo inizio.  

 
   
 
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