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Autore: Alex995    12/01/2016    13 recensioni
Titolo ispirato al prossimo episodio di Arrow.
Perchè quando ho visto il nuovo promo, non ho potuto che immedesimarmi in lei. Nella donna forte, coraggiosa e caparbia che abbiamo imparato ad amare in queste 4 stagioni.
Ma cosa succederebbe se quella stessa donna fosse privata della cosa più importante della sua vita .....ovvero la sua indipendenza?
Se non avete ancora visto il promo, non leggete la storia visto il PERICOLO SPOILER.
Non vi lascio anteprime, perchè non voglio rovinare la sorpresa a nessuno.
Buona lettura, spero tanto che vi piaccia.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Felicity Smoak, Oliver Queen, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Mamma smettila!-
Da dieci minuti, non sentivo altro che la sua voce che mi ordinava di prendere assolutamente le pillole e di mangiare qualcosa. Già era snervante averla qui a casa mia per più di due giorni quando stavo bene…. Figuriamoci ora.
Mi sembra di essere ritornata indietro nel tempo. A quand’ero bambina.
Ma forse neanche in passato si è occupata di me cosi come sta facendo ora.
Forse perché la situazione è ben diversa.
-Guardami.- dico vedendola imbarazzata e spaventata dalla mia quasi scenata.
Mia madre fa tutto tranne che guardarmi: è dietro all’isola della cucina, muovendosi freneticamente senza però star facendo nulla di preciso. Se prima era distratta dal cucinare qualcosa per pranzo ora è solo una mina vagante.
-Pensi che cambierebbe qualcosa?- chiedo poggiando entrambe le mani sulle gomme delle rotelle della sedia sulla quale sono costretta a stare da una settimana a questa parte.
Quando mi sono svegliata in ospedale, e non mi sono sentita le gambe, ho pensato subito che si trattasse dei farmaci che mi stavano dando. Poi però l’arrivo di Ray, Barry e Sara mi ha fatto insospettire cosi tanto che ho dovuto corrompere un’infermiera per farmi passare la mia cartella clinica e leggere di persona cosa mi fosse accaduto.
Dai punti che tiravano, e dai ricordi confusi, ho capito di essere stata colpita dai proiettili dei fantasmi che quella sera hanno attaccato la nostra auto. Eppure non riuscivo a spiegarmi, perché tutti inventassero scuse banali ogni qual volta chiedevo ad Oliver se potesse accompagnarmi in bagno.
E poi leggendo la cartella ho capito tutto.
Uno dei 3 proiettili  ha colpito la spina dorsale, causandomi la paralisi permanente.
-Pensi che quelle stupide pillole colorate mi daranno di nuovo la possibilità di camminare?-
-Felicity non dire…..-
-Cosa mamma? Cosa non dovrei dire? E’ solo la verità.- dico amareggiata interrompendola. –Siamo sinceri. I medici l’hanno detto. Quindi perché continuare questa farsa? Sarò disabile a vita.-
-Esistono tante cure, tesoro. Ci dev’essere una soluzione.- dice lei superando l’isola per raggiungermi in mezzo al salotto per poi inginocchiarsi davanti a me.
-Lo dici per convincere me o te stessa?- chiedo scontrosa.
-Perché ti comporti cosi? Tu non sei la tipa che si arrende.-
Rido sarcasticamente, poi mi sposto con la sedia lasciandola li impalata , per mettermi di fronte la finestra che da sul balcone.
-Tu non riesci a capire come mi sento…- sussurro piangendo.
Ho cercato di essere forte. Per me stessa, per lei, per Oliver e per gli altri.
Ma tutto questo ottimismo mi distrugge. Loro non capiscono come ci si sente ad essere dipendenti da qualcuno.
Tutte le sere quando Oliver torna a casa, mangiamo qualcosa e poi mi prende in braccio per portarmi al piano di sopra. Se devo andare in bagno ho bisogno di lui, per vestirmi ho bisogno di lui, per scendere dal letto ho bisogno di lui.
Sono praticamente inutile.
A peggiorare ancora di più le cose è il fatto che non posso tornare a lavoro per questioni di sicurezza, e non posso neanche andare al covo perché…. Beh con la sedia a rotelle non riuscirei a muovermi e sarei solo d’intralcio.
Nonostante tutti vengano a trovarmi tutti i giorni, e mia madre si è messa di pianta stabile qui… non riesco a pensare a nient’altro se non ciò che mi sta accadendo.
-Si che lo so tesoro.- dice mia madre rimanendo li dov’è.
-Ah lo sai?- sbotto nervosa. –Sai come ci si sente ad essere dipendenti da qualcuno? Sai come ci si sente a dover stare accanto ad un uomo sapendo che non sarai mai abbastanza per lui soprattutto ora che sono su una sedia a rotelle? Hai idea di quante donne ci provino con Oliver? Hai la minima idea di come mi sento, ogni qual volta che Oliver esce di casa e la mia mente inizia a vagare con l’idea che lui possa incontrare qualcun’altra?-
-Oliver non lo farebbe mai. Ha scelto te, ti ama. Vuole sposarti.- dice mia madre scuotendo la testa.
-Sposarmi…. Mi ci vedi ad andare all’altare con questa?- chiedo sarcastica stringendo tra le dita il ferro della sedia a rotelle.  –Dovrebbe essere il giorno più bello della mia vita, ma indovina!? Sarò costretta qui sopra per sempre, non potrò più andare al lavoro o non potrò più passeggiare con Oliver,o…..-
Poi improvvisamente un’altra verità mi colpisce in pieno volto come uno schiaffo.

Non potrò dargli una famiglia.

Non posso avere figli.

Non è sicuro , ma i medici sono stati sicuri a riguardo.
“Ci sono poche possibilità che riesca a portare avanti una gravidanza senza problemi.”
-Oliver vuole dei figli. E io non posso darglieli.- dico scoppiando a piangere come una bambina.
Oliver vuole essere padre. Oliver vuole avere dei bambini da me.
Ma non sarà possibile. Io non…. Potrò dargli ciò che vuole.
E tutto per colpa sua. Tutto per Damian Darhk.
Quando eravamo a Ivy Town, parlavamo di mettere su famiglia, iscrivere i nostri figli a scuola…. Se non fossi stata cosi scontenta della mia vita con lui, probabilmente a quest’ora staremo vivendo nella nostra tranquilla casa in quel bel quartiere residenziale lontano da tutti e da tutto.
-Felicity, tesoro…-
-Voglio stare sola.- dico interrompendola sperando che mi lasci stare. –Vattene.-

 
Sono sola da circa un’ora. Poco più poco meno.
Ancora in salotto, rivolta verso la finestra osservando la pioggia che scende giù insistente, cerco di pensare a cosa dirò a mia madre per farmi perdonare delle cose terribile che le ho detto.
Non dev’essere facile neanche per lei, visto che sono sua figlia, sangue del suo sangue, e non può fare nulla per aiutarmi.
Quando sento il rumore della chiave nella serratura, mi irrigidisco di colpo, e prendo un bel respiro pronta a parlare a raffica come faccio di solito.
Ma invece di sentire il solito rumore dei tacchi di mia madre, sento dei passi felpati, leggeri.
Li riconosco subito.
-Hey.- dice Oliver chiudendo la porta. –Dov’è tua madre?-
Resto li immobile, confusa su cosa dirgli.
Abbiamo litigato? E’ uscita per un giorno con Quentin? Dannazione, non so mentire.
Poi però, mi rendo conto che Oliver sa già la verità. Ha parlato con mia madre perciò è tornato a casa prima.
-Lo sai bene.- dico sicura di me. –Ti ha chiamato non è vero?-
-No… mi ha mandato un messaggio.-
-Certo… che stupida.- dico scontrosa.
Attraverso i vetri delle finestre, riesco a vedere la figura di Oliver venire verso di me per poi girarmi cosi da trovarmelo di fronte. Si inginocchia davanti a me e mi prende entrambe le mani tra le sue.
-Cosa succede?- chiede apprensivo.
-Lo chiedi anche?-
-Cosa succede?- chiede di nuovo.
-Io…. Non sono sicura di riuscirci.- dico abbassando lo sguardo.
-Hey, guardami. Di cosa parli?-
Ritorno a fissarlo,e  nei suoi occhi vedo di tutto: spavento, odio, preoccupazione, amore.
E sono sicura, che lui nei miei vede esattamente cosa mi sta passando per la testa.
Cambia faccia improvvisamente e mi lascia le mani come se fosse rimasto scottato.
-Smettila, dannazione. Non pensarlo neanche.- dice alzandosi per camminare avanti e indietro nel salotto.
-Sono un peso. Per te, per mia madre, per gli altri…-
-Non sei un peso! Non per me!- dice alzando la voce interrompendomi.
-Oliver, guardami!- dico cercando di farlo ragione.
-Ti guardo e allora? Sei sempre la stessa!-
-Sono bloccata su questa sedia. Lo sarò per sempre!- dico triste.
-Non mi importa.-dice Oliver scuotendo la testa.
-A me si. Non meriti accanto una donna che sia disabile.- dico velocemente senza pensarci due volte.
Parliamo di questo.
Non del nostro amore che sta finendo perché dannazione, quello non finirà mai neanche tra cent’anni.
 Ma parliamo del fatto che Oliver merita di meglio. Oliver merita una donna che riesca a stare al suo fianco il giorno che verrà proclamato sindaco. Una donna che riesca a stare al suo fianco. Letteralmente parlando. Io sono solo d'intralcio. 
-Ma ti senti? Senti ciò che dici?- chiede inorridito.
-E’ quello che penso. Forse dovresti riprovarci con Laurel. O con qualche altra conquista del passato.-
E con questo lo zittisco completamente. Mai e poi mai, mi sarei sognata di dire una cosa del genere.
Sono perdutamente innamorata di Oliver, non lo spingerei mai tra le braccia di qualcun'altra.
Come se fosse impazzito, ritorna verso di me e mi prende la mano sinistra.
-Lo vedi questo?- chiede indicando l’anello all’anulare. –Sai perché te l’ho dato?-
Resto in silenzio, visto che non mi aspettavo una reazione del genere.
Sembra essere furioso. E non capisco se è solo colpa mia o se sia successo qualcos'altro. 
-Rispondimi.- dice autoritario.
-Si.- sussurro imbarazzata.
-Torno a casa tutte le sere sapendo di trovarti qui. Torno a casa da te, perché sei la donna con la quale voglio passare il resto della vita. La donna che voglio vedere ad ogni mio risveglio, o l’ultima che voglio vedere prima di andare a dormire. Non ho bisogno di una donna che cammini, se dentro è priva di emozioni o non riesce a rendermi felice.- 
-Non posso darti niente. Non posso neanche darti una famiglia.- dico piangendo.
-Non ho bisogno di una famiglia se ho te. Dannazione, come puoi pensare di lasciarmi? Dopo tutto quello che abbiamo passato insieme?-
-Voglio altro per te. Voglio una donna che possa camminare all’altare, o che possa renderti padre.-
-Io non voglio nessun’altra se non te. E sai perché?- chiede retorico accarezzandomi il viso. –Cercavo una donna che mi amasse per ciò che sono, nonostante il mio passato turbolento, le mie cicatrici e che potesse cambiarmi e mostrarmi la strada giusta per non fare più errori. E quella donna l’ho incontrata 4 anni fa nel settore informatico della Queen Consolidated.-
-Oliver sarà difficile….. io sarò intrattabile…-
-Nervosa, scontrosa, amorevole, gelosa, dolce, forte e sicura di te. Come sei sempre stata.- dice Oliver sporgendosi verso di me per darmi un bacio sulle labbra. -Ma ti amo tanto. E farò tutto quello che è in mio potere per risolvere questa cosa, okey? -
-Lo so. Ti amo anch’io.-
Inaspettatamente, senza alcuno sforzo mi prende in braccio e si dirige verso il divano. Si siede, fa in modo che le mie gambe siano stese per bene, prima di accucciarsi contro di me poggiando la testa in prossimità del seno.
Lo sento ispirare il mio profumo, e io non posso fare altro che stringerlo a mia volta, accarezzandogli i capelli dolcemente.
E poi chiudo gli occhi, cullata dal suo respiro e dalle sue carezze sognando di risvegliarmi esattamente come mi sono addormentata: tra le braccia dell’uomo che amo. 
Perchè la vita mi ha tolto l'uso delle gambe, ma mi ha donato qualcosa di molto più importante. Lui. 
  
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