Film > Edward mani di forbice
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Autore: Charly_92    13/01/2016    2 recensioni
[...] Erano un uomo e una donna, questo lo sapeva. Ma la situazione non gli era del tutto chiara.
"Cosa stanno facendo?" Mormorò, quasi vergognandosi di aver interrotto l'altro che, un po' interdetto, sorrise mostrando i denti. [...]"Oh, vedi Edward... Si abbracciano."
"Cosa vuol dire?"
"Vuol dire che due persone si circondano l'un l'altra con le rispettive braccia e si stringono forte."

Di come Edward scopra per la prima volta, solo in teoria, cosa sono gli abbracci e i baci.
Di come, per caso, un giorno ne diventi spettatore nella pratica.
Di come, finalmente, possa provarli lui stesso, grazie alla ragazza speciale della sua vita.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward, Kim Boggs
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Edward

Crash into me


Edward se ne stava seduto a gambe incrociate, le forbici incastrate alla bell'e meglio tra loro e rese per quanto possibile inoffensive, lo sguardo attento a lui che, quel giorno, aveva pensato che il ragazzo potesse gradire l'arte figurativa. Ascoltava tutto, il corpo in tensione, eppure immobile, per non perdersi nulla di quelle immagini che gli passavano davanti agli occhi. Lo rendeva stupefatto scoprire quello che l'essere umano fosse in grado di creare con un pennello. I colori. La luce. Le proporzioni. 
Così tanti particolari da ricordarsi! Rimase particolarmente colpito dal ritratto di due persone inserite in una cornice d'oro. Erano un uomo e una donna, questo lo sapeva. 
Ma la situazione non gli era del tutto chiara. "Cosa stanno facendo?" Mormorò, quasi vergognandosi di aver interrotto l'altro che, un po' interdetto, sorrise mostrando i denti. Edward aveva imparato da poco cosa significasse, anche se tutto quello stiracchiare le labbra in fuori non gli pareva tanto comodo.
Doveva ancora abituarcisi, come a tante altre cose.
"Oh, vedi Edward... Si abbracciano."
"Cosa vuol dire?"
"Vuol dire che due persone si circondano l'un l'altra con le rispettive braccia e si stringono forte."
"Ah... E perché dovrebbero farlo? Non è pericoloso?" Edward si sentì confuso quando l'uomo scoppiò a ridere, eppure non aveva raccontato una barzelletta!
"Scusami, a volte dimentico che hai ancora tanto da imparare! No, non è pericoloso, è un gesto d'affetto tra due persone che si vogliono bene e vogliono dimostrarselo. Li vedi? Si stringono forte come se dicessero l'uno all'altro che non vorrebbero separarsi mai e restare uniti per sempre!"
"Quindi.. É una cosa bella, giusto?" Rimaneva dubbioso.
"Assolutamente."
"E cosa... Cosa sentono... Loro... Dentro?"
"Oh, non saprei... Figliolo, è difficile da spiegare... Ricordi quando ti ho spiegato la differenza tra caldo e freddo, giusto?"
Edward si agitò improvvisamente, tanto che cominciò a fare schioccare le forbici.
"Si bruciano? Come con il fuoco? Ma fa male!" L'uomo rise di nuovo e lui cominciava ad essere spaventato.
"No, no, nulla del genere! Stai tranquillo! Dico solo... Che quando abbracci qualcuno a cui vuoi bene, beh, senti il suo corpo addosso al tuo, il suo calore, ma tiepido e gradevole, come il fuoco del caminetto quando fuori nevica, avverti il cuore che batte, ed è una cosa davvero speciale."
"Come... Un calore buono?"
"Esattamente, bravo."
Il ragazzo si guardò le forbici, sconsolato. "Vorrei poter provare..."
"Presto avrai le mani e potrai farlo. Ancora un po' di pazienza. Ora andiamo avanti con i nostri dipinti: quest'altro si chiama "il bacio".."
"Cos'è un bacio?"
L'uomo sorrise. "Te lo spiego un'altra volta, Edward. É come un abbraccio, ma un po' più complicato..."




Edward osservava da lontano, come si era abituato a fare per una vita intera, sbirciando il mondo esterno dalle finestre del castello.
Kim e Jim passeggiavano poco più in là, non sembravano averlo visto, o forse sì, visto che si erano fermati. Si guardavano, se ne stavano lì, senza fare altro, e lui confuso pensava che forse avrebbe dovuto salutarli lui per primo. Ma era come se non lo notassero affatto, come se fossero lì a pochi metri da lui e, allo stesso tempo, dove nessun altro poteva vederli. Era decisamente strano. Poi, Jim aveva proteso le braccia verso Kim e ad Edward era tornato prepotentemente alla mente quel dipinto. 
Stava assistendo ad un abbraccio. Guardava Jim stringerla forte a sé, senza tuttavia farle male, perché lei sorrideva, ora la faceva volare in alto e Kim rideva forte. Continuavano a stare attaccati l'uno all'altra, come accadeva con la colla. Si baciavano, anche questo sapeva cosa significasse, più o meno.
Si guardò le forbici e si scoprì ad odiarle. Era abituato a fare tutto con quelle, e ci riusciva anche abbastanza bene, gli avevano anche dato un lavoro dopotutto: il giardinaggio, il parrucchiere. Era perfino andato in televisione e l'esperienza l'aveva divertito, a parte quel brutto incidente con la scossa per cui si era alquanto spaventato.
Poteva fare tantissime cose... Ma non quello. E avrebbe tanto, così tanto voluto! Non ci aveva mai riflettuto davvero, prima di conoscere lei.
S'immaginava al posto di Jim, con delle mani vere a toccare i capelli di Kim, accarezzarle le guance, le ciglia, le labbra, il naso, perfino i denti, chissà che consistenza avevano!
Poi stringerla forte, ma attentissimo a non ferirla o romperla o altre cose spiacevoli, stare in assoluto silenzio a sentire il suo cuore battere e aspettare quel calore strano che prima o poi sarebbe dovuto arrivare. A lei sarebbe dispiaciuto toccare le sue cicatrici? Non sapeva bene perché, ma avrebbe voluto che lo facesse. Nessuno mai gli sfiorava il viso a meno che non si fosse procurato un nuovo taglio.
E i baci! Avrebbe tanto voluto baciarla, con un bacio vero, non quelli che Peg gli dava sulla guancia ogni volta che lo salutava alla mattina prima di andare a lavoro, che erano belli, certo, ma...  Nei film che guardavano alla sera in quella scatola chiamata televisione c'erano quasi sempre un uomo e una donna che si davano i baci veri e aveva notato che a Kim i film così piacevano tantissimo, in particolare uno che si chiamava "Cime tempestose", anche se la faceva piangere, lo definiva romantico.
Edward era confuso, forse anche lui era romantico visto che questa cosa dei baci veri lo ossessionava anche nei sogni, sempre con lei come protagonista.
Guardava le forbici e guardava loro, sentendo gli occhi pizzicare e un dolore strano dalle parti del cuore, come se qualcuno lo stesse pungendo con uno spillo.
Non avrebbe mai potuto toccarla in quel modo, mai. Non senza ferirla. E non si azzardava a rischiare qualcosa del genere.
Lui gli aveva insegnato che gli abbracci non facevano male, ma si sbagliava: a lui facevano soffrire molto.




Stringimi
Edward sentì le farfalle nello stomaco a quella parola (gli avevano insegnato che era un modo di dire, sperava solo di non avere davvero delle farfalle nella pancia!).
Kim era lì, davanti a lui, bellissima, vestita di bianco, sembrava un angelo tale e quale a quello che lui aveva scolpito nel ghiaccio. Ma questa volta non stava sognando.
Alzò le forbici verso l'alto, forse poteva farlo, forse non l'avrebbe ferita, forse...
No, non era vero. Le aveva fatto del male solo poco prima, pur senza volere, procurandole un taglio lungo la mano sottile e candida che si era subito macchiato di vermiglio.
Lei aveva fatto una smorfia di dolore, ma si era subito affrettata a dirgli che non era niente, che era tutto a posto. Jim non era della stessa opinione.
Distruggi sempre tutto quello che tocchi. Aveva ragione. Poco dopo aveva salvato Kevin dall'essere investito, ma aveva paura, le sue forbici andavano da sole, e più cercava di rassicurare l'altro e se stesso, più il volto del ragazzino si riempiva di tagli e le sue lame di sangue. Mi fai male Edward, mi fai male! Piagnucolava il ragazzo, senza che lui riuscisse a spiegarsi, a dirgli che gli dispiaceva tanto, che voleva solo aiutarlo, se non fosse stato per...
No, non avrebbe più rischiato di ferire un'altra persona. Soprattutto se quella persona era Kim.
“Non posso.” Mormorò, senza la forza di aggiungere altro, per poi rifugiarsi a guardare la neve fuori dalla finestra come faceva ogni qual volta si sentiva particolarmente solo e perso. Allora Kim si era avvicinata e, prima che lui potesse capire le sue intenzioni, era successo. Si stavano abbracciando. Erano vicini, come non erano mai stati, e non faceva male a nessuno dei due. La guardò: aveva gli occhi chiusi, le sue braccia lo avvolgevano, la testa appoggiata al suo petto.
Edward sentiva il suo cuore battere, o quello di lei, non era sicuro, e quando appoggiò il viso tra i suoi capelli morbidi, capì.

Era un calore che non bruciava, non feriva, nemmeno si poteva distinguere. Ma era la cosa più bella che avesse mai provato in vita sua fino a quel momento.




Arrivederci”
Sentiva che non si sarebbero mai più rivisti, ma non se la sentiva di dirle addio, non veramente. Kim aveva gli occhi colmi di lacrime, il vestito bianco spruzzato del sangue di Jim, mentre la gente fuori dal castello urlava e lo voleva morto. Fino a poche ore prima era abbracciato a lei e ora... Un bacio. Un bacio vero.
Kim aveva appoggiato le labbra sulle sue ed Edward si trovò a scoprire qualcosa di completamente nuovo per lui. Non aveva mai saputo nulla di baci, ora lo comprendeva veramente. Le labbra di lei erano morbide sulle sue, tiepide e con un profumo che gli ricordava le pesche che avevano mangiato quell'estate. 
Ma quella era solo una piccola parte. Era come se il suo corpo fosse scosso improvvisamente da un'elettricità che tuttavia non faceva male, il cuore gli batteva fortissimo e sentiva lo stesso calore dell'abbraccio, solo molto più potente. C'era effettivamente qualcosa di ancora più strano nei baci rispetto agli abbracci, ma Edward sentiva che non avrebbe mai più voluto fare a meno di nessuno dei due.

Ti amo”
Sentì il cuore ingrandirsi di almeno una misura quando Kim pronunciò quelle parole, per poi fuggire via senza che lui avesse il tempo di replicare qualcosa, come “Anche io", “Mi mancherai”,“Resta con me”, “Tornerai?”, le frasi che aveva sentito tantissime volte nei film romantici che piacevano tanto a lei, di cui solo ora Edward comprendeva appieno il significato. Qualunque cosa fosse accaduta, e non riusciva davvero a immaginare come sarebbe finita, sentiva che andava bene così. Per quella breve estate alla scoperta di un mondo sconosciuto, si era sentito accettato, compreso, benvoluto, almeno per un po' di tempo, prima che le cose precipitassero.
Ma con Kim era diverso, era stato molto di più: si era sentito amato.






The author's corner:
Ho rivisto questo film per l'ennesima volta ed è sempre la stessa magia. Mi sono soffermata su quel frammento straziante che è lo sguardo di Edward rivolto all'abbraccio e lo scambio di tenerezze tra Jim e Kim, qualcosa che lui sente desiderato e irraggiungibile, la scena che ad oggi forse mi commuove più di tutte, perchè a mio parere racchiude tutto il senso del film. Da lì ho immaginato un Edward ancora in laboratorio col suo creatore che gli spiega l'affetto come si spiega ad un bambino, a parole, senza che possa ancora sperimentarlo (i quadri a cui mi riferisco sono di Klimt) e quindi, nel tempo, la scoperta fisica di Edward, l'esperienza diretta dei sentimenti, con un po' di licenze qua e là. Spero di aver dato giustizia alla purezza e delicatezza del personaggio. Il titolo della one-shot è quello di una canzone della Dave Matthews Band. La parte inventata sul guardare i film e sul romanticismo di Kim riguardo a "Cime tempestose" risale in realtà una frase che disse Johnny Depp a un giornalista quando stava con Winona Ryder: "Se sono romantico? Ho visto "Cime tempestose"dieci volte! Quindi sì, sono romantico".
Buona lettura, se lasciate una recensione ve ne sarei molto grata.


  
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