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Autore: telesette    14/01/2016    1 recensioni
Ebbene sì, caro diario!
Alla fine, benché mi imbarazzi ammetterlo, io e Drakken ci siamo veramente innamorati quella notte.
E' stato bellissimo, proprio così, a dispetto di tutte le cattiverie che posso aver pensato o detto sul suo conto.
Ritiro ALCUNE delle cose che ho detto di lui in passato ( non esageriamo! ), e sono sicura che migliorerà col tempo.
Almeno lo spero.
Comunque una cosa devo proprio sottolinearla, caro diario...
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dottor Drakken, Shego
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Dal diario di Shego - "D" come Dolcissimo tontolone mio!
immagini tratte da internet

Devo proprio ricredermi, anche se non lo faccio spesso.
Quando Drakken mi ha proposto di accettare il suo invito a cena, la prima cosa che stavo per rispondergli era: "Dipende da quanto sganci, bello!"
Ma non avevo altri impegni quella sera, e neppure nulla di troppo interessante alla televisione, così... Insomma, potevo benissimo accettare l'invito del Dottor Demente e prepararmi ad un'abbuffata di aragoste nel più costoso ristorante della città. Immaginavo che la compagnia non sarebbe stata granché, imbranato com'era, invece sono davvero felice nell'ammettere di essermi totalmente sbagliata.
Vediamo...
Da dove posso cominciare?
Tenendo conto del fatto che non lo avevo mai visto in ghingheri, salvo occasioni sulle quali è meglio stendere un pietoso velo circa il suo senso estetico, già il vederlo vestito in maniera "quasi" normale costituiva una piacevole novità. Mi venne a prendere a casa con una macchina presa a nolo, anziché una delle sue solite trappole meccaniche malfunzionanti, e mi aprì persino la portiera con gentilezza.
Che strano, vero?
Chi lo avrebbe detto che quello zotico conoscesse le buone maniere, e invece... Si sarà ricordato che, oltre ad essere una mercenaria, sono pur sempre una signora.
Per tutta la sera, infatti, si è comportato come un perfetto gentiluomo.
Sono rimasta davvero colpita: la scelta del ristorante, la musica al tavolo, gli antipasti di mare e persino il mio vino preferito... Tutto perfetto!
Mentre mi versava da bere, ero convinta che avrebbe attaccato con la solita solfa del tipo: "Conquistiamo il mondo, Shego"; oppure "La vittoria finale è vicina, Shego, festeggiamo oggi il mio trionfale trionfo"...
Invece niente.
Si è limitato a sorridermi e a chiedere se fosse tutto di mio gradimento, mi ha fatto un complimento per il vestito ( incredibile, s'è accorto ANCHE di quello! ), e ha avvicinato un venditore ambulante di fiori al tavolo per offrirmi una rosa bianca.

- Si intona con la tua carnagione, mia cara - esclamò.

Lo ammetto, a quel punto, mi sono lasciata un po' troppo trascinare dai sospetti.
Forse potevo anche evitare di mettere il piede sul tavolo, afferrarlo per il bavero e minacciarlo con una sfera infuocata per chiedergli dove avesse nascosto il VERO dottor Drakken. Ma ero talmente stupita dal fatto che, sotto alla parvenza di essere ottuso ed imbranato, costui avesse un animo così gentile che volevo vederci chiaro.
Ad ogni modo, la cena andò avanti senza ulteriori incidenti.
Drakken pagò il conto senza fiatare, nonostante i prezzi gonfiati ed il fatto che io avessi ordinato per tre, dopodiché uscimmo dal ristorante.
Nel riaccompagnarmi a casa si scusò, dicendomi che doveva riportare l'auto al concessionario prima di mezzanotte, e allora lo tranquillizzai proponendogli di farci due passi a piedi.
Era una serata tranquilla, l'aria era mite, e nemmeno un cane nei paraggi... Eppure lui sembrava così agitato, come se una tarantola avesse preso a zampettargli giù per il colletto della camicia.

Va bene, va bene, lo ammetto!
A quel punto ero tentata di lasciarlo lì, come un idiota, a farfugliare la stessa sillaba all'infinito... Ma come potevo?
Mi faceva così pena, poveretto!
Era così ovvio, dal suo imbarazzo, che non era mai uscito ad un appuntamento con una donna in vita sua. Probabilmente aveva seguito alla lettera i consigli su qualche "manuale del corteggiamento", comprato a due dollari su una bancarella di libri usati, e logicamente non sapeva più come andare avanti per paura di sbagliare qualcosa.
Mi faceva così tenerezza.
Stava tentando in tutti i modi di spostare la conversazione su TUTTI gli argomenti possibili: la luna, le stelle... Tutto, tranne l'unica cosa che si vergognava di ammettere.

- Shego, io... La... La verità è che... Tu... Tu mi piaci molto, moltissimo, ed io... io, ecco, non so come...
- Rilassati, Drakken - mormorai. - Vieni su da me, ti offro io qualcosa per ringraziarti della serata!
- Beh, vo... volentieri ma io... io, ecco, non so se...
- Vuoi forse OFFENDERMI, per caso?
- NO, no certo, ci mancherebbe... A... Accetto!

E così, caro diario, Drakken si fermò da me quella notte.
Appena entrato in casa, si sedette immobile sul divano, rigido come uno stoccafisso. Dovetti mettergli in mano io il bicchiere, per farlo smettere di tremare, e anche così non ebbe il coraggio di mandar giù neppure una goccia.

- Guarda che è solo succo di frutta - gli feci osservare.
- Gra... Grazie, è che... Non ho sete, ecco!

Quanta pazienza.
Fosse stato un adolescente alla sua prima esperienza, lo avrei capito, ma così era davvero esagerato. Persino il divano si era messo a scricchiolare rumorosamente sul pavimento, tanto che temevo di dover telefonare l'indomani al falegname per farmelo rimettere a posto, e lui che continuava a fissarmi e a tremolare come un budino.
Alla fine mi sedetti rassegnata, coi piedi che urlavano per via dei tacchi alti, e buttai via le scarpe in un angolo.

- Drakken, puoi farmi un favore? - chiesi, sfregandomi le spalle anch'esse indolenzite.
- Ce... Certo, dimmi pure!
- Mi aiuteresti a slacciare il vestito?

Ciò detto, scostai i capelli in avanti, mostrandogli la schiena e la fibbia dell'abito allacciata al collo.
Drakken deglutì, respirando a fatica, e le sue dita impiegarono circa un minuto a sganciare il fermaglio. Subito dopo il "clik", alla vista della mia schiena completamente nuda, non riuscì a trattenere un urlo da isterico.

- Shego, pe... perché non... Perché non hai il reggisenooo ?!?

Tacqui.
Ricordo che mi voltai a guardarlo con un'occhiataccia, tanto mi irritava la sua idiozìa, ma ugualmente feci uno sforzo per trattenermi.

- Secondo te, posso mettermi il reggiseno, con un abito da sera che ha la scollatura dietro?
- Beh... In effetti, devo ammettere che...
- O forse volevi vedere altro?

Sorrisi.
La sua faccia, mentre mi voltai maliziosamente coprendomi appena il seno col braccio, era passata dal solito colorito azzurrognolo ad una tonalità più vicino al rosso fucsia.
Che tenero!
Non aveva mai visto una donna tanto da vicino, e dunque non sapeva come comportarsi, era terrorizzato dall'idea di cosa io potessi pensare di lui... o di cosa lui stesse pensando di me, in quel momento.
In realtà, come lui stesso ebbe modo di ammettere in seguito, tante volte si era fatto delle fantasie su di me. Sognava di baciarmi, di accarezzarmi, di stringermi forte a sé e sussurrarmi tutto quello che proprio non se la sentiva di dire a voce alta.
Ma quello che stava accadendo non era una fantasia, bensì la realtà.
Ero praticamente nuda, in quel momento, dinanzi ai suoi occhi sgranati e alla sua bocca aperta per lo stupore. Mi sarebbe bastato abbassare il braccio, per rivelargli la mia intimità di donna, ma volevo che fosse lui a chiedermelo espressamente.
Forse stavo precipitando un tantino le cose, forse pretendevo troppo dalla sua inesperienza, ma dovevo pur rendermi conto di quanto gli piacessi o meno. Sapevo di essere preziosa per lui, come mercenaria, ma come donna... No, mai mi aveva fatto intendere di piacergli in tal senso.
Eppure quella sera, dopo essersi lasciato andare ad una quasi-dichiarazione, forse potevo osare un tantino di più con lui.
O no ?!?
Mi sdraiai accanto a lui sul divano, sempre coprendomi col braccio quel tanto che bastava. Potevo sentire chiaramente il suo cuore battere all'impazzata, il suo respiro agitato, la sua esitazione anche solo nello sfiorarmi... Eppure volevo che mi abbracciasse, che mi stringesse, che mi facesse sentire così come io "volevo" sentirmi per lui.

- Cos'è, non sono abbastanza bella per te?

Malgrado il mio tentativo di stuzzicarlo, timido fino alla fine, Drakken fece ricorso a tutto il suo autocontrollo pur di ricomporsi. Per un attimo entrambi ci scambiammo un'occhiata intensa, decisa, le nostre labbra ormai sul punto di sfiorarsi... Ma poi Drakken, traendo un profondo respiro, disse una cosa che non avrei mai e poi mai dimenticato.

- Shego - cominciò. - Tu sei davvero bellissima, sei splendida, sei così bella da togliermi completamente il fiato ma io... Insomma, andiamo, chi voglio prendere in giro? Non sono bello, non sono ricco, e forse non sono neppure il "genio" che credo di essere... No, Shego, tu meriti davvero MOLTO di più del sottoscritto: qualcuno forte, affascinante, e che sappia renderti felice!

Ero commossa.
Non lo avevo mai sentito parlare così con me, prima di allora, ed ero così felice che quasi non mi importava più di tutto il resto.
Non m'importava più dei soldi, della conquista del mondo, di sbatacchiare Kim Possible come un calzino rivoltato... No!
No, tutto ciò che mi interessava "veramente" lo avevo appena trovato.
Era lì, accanto a me, e lo avevo sempre avuto sotto il naso.
Solo che non me ne ero mai accorta.
Lo avevo sempre giudicato un bambino piagnucolone, un povero rincitrullito, e lui era riuscito ad affezionarsi a me nonostante il mio sarcasmo e il mio modo di fare scorbutico.
Non m'importava tanto del suo aspetto.
D'accordo, non sarà stato un granché ma che problema c'era?
Nessuno mi aveva mai parlato con tanta dolcezza, facendomi sentire così "speciale", e nessuno avrebbe mai saputo dirmi le stesse cose con la sincerità e l'affetto di colui che mi aveva appena aperto il suo cuore come se io fossi davvero la persona più importante di tutta la sua vita.

- Perdonami, Shego - mormorò Drakken. - Il giorno che troverai l'uomo della tua vita, chiunque esso sia, sarà senza dubbio il migliore...
- Ma certo, sciocchino - lo interruppi dunque io, buttandogli le braccia al collo con trasporto. - Non potrebbe essere altrimenti, sei TU il mio Genio del Male preferito... Drakenino mio!
- Oh, Shegolina!
- Zuccherino stupidino...
- Fragolina tenerina...
- Patatone imbranatone...

Ebbene sì, caro diario!
Alla fine, benché mi imbarazzi ammetterlo, io e Drakken ci siamo veramente innamorati quella notte.
E' stato bellissimo, proprio così, a dispetto di tutte le cattiverie che posso aver pensato o detto sul suo conto.
Ritiro ALCUNE delle cose che ho detto di lui in passato ( non esageriamo! ), e sono sicura che migliorerà col tempo.
Almeno lo spero.
Comunque una cosa devo proprio sottolinearla, caro diario.
Il dottor Drakken sarà anche un timido ed imbranato pasticcione... ma non lo scambierei MAI con nessun altro in tutto l'universo! 

FINE

   
 
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