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Autore: Asayuna    14/01/2016    1 recensioni
An assassin for the glory of Noxus.
The Might of Demacia.
An eternal love.
Genere: Fluff, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Garen, Katarina, Katarina Du Coteau
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Perché l'ho fatto?”

Questa era l'unica domanda, senza risposta, che vagava nella mente del giovane Garen Crownguard, che aveva appena sguainato la sua possente spada contro i suoi stessi compagni.

Non stava né disonorando, né tradendo Demacia, la sua patria. Stava solamente difendendo una giovane ragazza dai capelli rossi, Katarina Du Coteau, venuta in quella terra in via del tutto pacifica; ella, però, era un'assassina - nonché figlia del generale in primo - di Noxus, la capitale a loro rivale.

I soldati, suoi confratelli, e lo stesso principe demaciano Jarvan IV non rimasero molto stupiti da quella sua azione; Garen era il tipico esempio da seguire: un soldato dal cuore d'oro. Immediatamente, abbassarono le loro spade e lance, lasciando che il moro e la malcapitata rossa potessero liberamente andarsene da quella assurda situazione.


<< Mettimi giù! >> urlò Katarina, mentre batteva i pugni contro la lucente armatura di Garen, che imperterrito portava la ragazza verso la sua dimora. Senza aggiungere una singola parola, entrò, chiudendo la porta alle sue spalle. Poggiò, poi, la giovane donna sul suo letto, guardandola dritta negli occhi.

<< Non vedi cosa ti hanno fatto? >> disse tranquillamente lui, posando il suo sguardo su un profondo taglio, lungo il fianco sinistro della ragazza.

Lei abbassò lo sguardo, distogliendo la sua attenzione dagli ipnotici occhi del soldato.

<< N-Non è nulla... >> sussurrò, mentre Garen si era velocemente alzato, liberandosi dell'armatura che lo proteggeva. Si avvicinò ancora una volta a lei, poggiandole una mano sulla fronte.

<< Kat, basta fingere. >> disse soltanto, facendola cadere all'indietro, stesa sul letto. << Lo sai benissimo che quella è una ferita seria. >> aggiunse.

La giovane sospirò, lasciando che il suo viso si contorcesse dal dolore per quello spostamento improvviso.

<< Ci penso io, okay? >> la rassicurò, accarezzandole il volto con il dorso della mano; la ragazza annuì, poggiando la mano sulla sua e dandogli il suo consenso.

Quando siamo separati, fingo. Ma, adesso, ho smesso di fingere, non ne ho più il tempo, la necessità, la voglia e l'energia.”

Si ripeteva Garen in mente, mentre prendeva il necessario per curare la ragazza, la sua ragazza. Si sedette sul letto, accanto a lei, bagnando un asciugamano di alcol.

<< Questo brucerà un po', mh? >> l'avvertì, guardandola dritta in quegl'occhi verde smeraldo in cui s'era perso e si perdeva da tempo.

La rossa annuì, noncurante della fitta che provava al fianco. Appena il moro poggiò la mano sulla sua ferita, ed essa entrò in contatto con la stoffa inumidita dall'alcol, lei fece un urlo soffocato, che cercò di trattenere in gola, iniziando a tremare.

<< Resisti ancora un po'. >> disse, premendo di più la mano su di lei. Un altro grido, stavolta acuto, e Katarina sforzò un sorriso, strizzando gli occhi, dalla quale uscirono delle piccole lacrime che le solcarono le guance.

<< ... Va bene ora? >> le chiese, guardandola preoccupato e allentando la spinta su di lei.

<< Direi che... va bene... >> sussurrò, chiudendo gli occhi.

<< Mi spiace. >> si scusò lui, mentre le fasciava il fianco << Avrei dovuto metterci meno forza >>

<< Non è stata... colpa tua... >> rispose lei, poggiando la mano sul suo viso << È stata una mia... distrazion- >> disse, fermandosi e stringendo poi i denti per distrarsi da quel dolore che l'agoniava.

<< Non ti sforzare. >>

<< ... Sì.>> disse soltanto lei.


Passarono le ore, ed i due giovani erano ancora assieme, sdraiati sul letto abbracciati. Garen stringeva la sua metà contro il suo petto, mentre lei lo circondava con le sue esili braccia.

<< Come ti senti? >> le chiese, con un filo di voce.

Lei si raggomitolò fra le sue braccia, evitando movimenti bruschi, per poi aprire leggermente gli occhi, ancora lucidi.

<< Sto di sicuro meglio di prima >> alzò lo sguardo, incrociando il suo.

<< Non permetterò mai più che qualcuno ti sfiori >> esclamò, cogliendo la ragazza di sorpresa, che si nascose nel suo petto per non fargli vedere il rossore delle sue guance.

<< ... Garen... >>

Lui le afferrò dolcemente il viso, con entrambe le mani, alzandoglielo. Katarina girò lo sguardo verso la parete, chiaramente paonazza, ma lui le afferrò il mento, facendola voltare verso di lui e dandole un leggero bacio sulle labbra. Quel gesto inaspettato la fece arrossire ancor di più, ma poco dopo si sciolse in quel momento, lasciando che il corpo non si irrigidisse a quel soave tocco. Dopo un'interminabile minuto, il moro si staccò dalle sue labbra.

<< Il mio cuore e la mia spada t'appartengono, Kat. >>

A quelle parole, lei sorrise timidamente, lasciandosi baciare ancora una volta.

<< Perché dobbiamo tenere all'oscuro il tutto...? >> domandò la rossa con un velo di tristezza, poggiandosi sulla sua spalla.

<< Perché la società s'impone dei limiti, senza comprendere che l'amore sboccia prima di tutto dalle persone, chiunque esse siano >>

<< Io non voglio più nascondermi, G. >>

<< Allora scappiamo >> annunciò lui, un sorriso a trentadue denti che gli illuminò il volto.

<< E dove andremo? >> disse lei, accigliata da quella sua affermazione.

<< Ovunque. Perché ovunque ci sei tu, è come se fossi a casa. >>



[Katarina x Garen]

   
 
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