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Autore: Melipedia    14/01/2016    2 recensioni
La pittura era una cosa che aveva sempre fatto sentire Draco libero. Quando dipingeva tutto quello che aveva dovuto fare veniva risucchiato dalla tela, dai colori, da quei pennelli che a volte sentiva in mano meglio della propria bacchetta.
Harry Potter aveva iniziato ad apprezzare la solitudine, il silenzio ed un campanello che non suona mai.
Draco stava ridendo ed Harry pensò che salvarlo non sembrava più cosi fuori dalla sua portata, si sentì finalmente quell’eroe che non credeva di essere stato.
[Drarry-preslash]
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Narcissa Malfoy | Coppie: Draco/Harry
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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E più mi vorrai, meno mi vedrai
e meno mi vorrai e più sarò con te
lo giuro
Tizziano Ferro - Sere nere





Harry era tornato il giorno dopo e il giorno dopo ancora e quello ancora dopo. Era tornato tutta la settimana anche senza che Draco glielo chiedesse. Aveva capito che era stato uno sforzo immane quello che aveva fatto il primo giorno che si erano visti, buttate tutte le maschere, tutti i muri che aveva eretto per sopravvivere a quella vita di cui lui aveva colto solo la cima del iceberg. Ogni giorno coglieva una piccola cosa di quel ragazzo per cui aveva sempre riservato odio, disprezzo e malafede ed ogni giorno che passava lì con lui si diceva che aveva fatto bene ad avergli dato una seconda opportunità.

Due settimane che frequentava villa Malfoy ogni pomeriggio e quasi non si sentiva più fuori posto. Era partito così prevenuto per tutta questa faccenda che si era dimenticato che anche loro erano persone, che possedevano una villa grande quanta mezza Hogwarts e uno stuolo di elfi domestici che superava quelli della scuola, ma erano lo stesso persone che erano cresciute nel orrore della guerra magica e l’avevano vissuta dalla parte della fazione che aveva perso.

Draco non l’aveva più usato come modello, non aveva ripreso in mano il suo quadro o aveva iniziato una nuova tela con loro insieme o con delle persone in generale. Draco aveva dipinto tramonti, paesaggi innevati, il lago nero con la piovra e persino una parte della foresta proibita illuminata da decine di fatine. Harry aveva provato a conversare all’inizio ma Draco rispondeva svogliato e spesso molto tempo dopo, aveva provato persino lui a disegnare qualcosa, ma era uscito un capolavoro degno di un bambino dell’asilo che aveva strappato una risata al biondo e quello gli era bastato. Si era limitato a girovagare per l’enorme studio di Draco (“sul serio questa è solo la tua stanza per la pittura? È grande come tutto il mio appartamento!”), ogni tanto stava semplicemente li ad osservarlo oppure prendeva un libro da uno scaffale, un paio di volte si era addormentato dopo l’ennesima notte insonne. Capitava prendesse il tè con Narcissa,  che le aveva fatto fare un giro della villa un paio di volte e si era meravigliato di quante stanze avesse e nessuna era più piccola dello studio di Draco, nemmeno i bagni. Passare per quei corridoio dove anche Voldemort era stato non sembrava più così strano, a volte si chiedeva quanto fosse doloroso per loro vivere li, i ricordi non erano una cosa che una mano di pittura sulle pareti e un tavolo nuovo potevano eliminare.

Dopo un mese Draco aveva smesso di dipingere ossessivamente ogni momento che passava li. Era stato faticoso andare avanti in quella nuova situazione, come camminare sulla neve, un passo falso e scivoli giù rischiando l’osso del collo. Si conoscevano da anni ma non avevano molto in comune di cui parlare. Discussero di un paio di libri che Harry aveva letto mentre Draco dipingeva, un paio di volte fecero delle sfide fra cercatori finché il giardino della villa diventava troppo buio per scovare il boccino, parlarono di creare un campo da quidicht, perché con una stanza per la pittura cosi grande, un giardino di cui non si vedevano i confini era assurdo non avere un campo da quidditch. A volte litigarono e si picchiarono e altre ricordarono e piansero insieme.

A lungo andare anche un paio di ore insieme li aiutava a rimanere aggrappati alla realtà, ad andare avanti. Draco aveva ripreso gli studi per diventare un pozionista e Harry aveva deciso che non voleva diventare un auror, non più. Litigarono e si picchiarono anche per questo. Harry si ostinava a dire che uccidere Voldemort era stata l’unica cosa buna che era riuscito a fare nella sua breve vita e che non era capace in niente, tutto quello che aveva fatto l’aveva fatto perché era predestinato a farlo e Draco gli aveva dato un pugno. Ora Harry non veniva solo il pomeriggio, studiava difesa contro le arti oscure mentre Draco studiava le sue pozioni, perché avevano una sala apposita per i duelli e un laboratorio che avrebbe fatto sorridere persino il professor Piton. Ma per quanto villa Malfoy fosse attrezzata a tutto i loro studi non potevano andare avanti cosi. Harry non poteva sempre allenarsi da solo e Draco doveva portare pure i suoi risultati a qualcuno.

Passavano anche giorni senza che si vedessero ed entrambi ne risentivano, come quando trattieni il fiato senza accorgertene finché non respiri di nuovo.  Ma sapevano che dovevano solo imparare ad assestarsi di nuovo in quella assurda amicizia che avevano creato.
Ma di nuovo passato un mese, due, tre e ancora non erano arrivati ad un compromesso. Se si vedevano litigavano perché non si vedevano, se non si vedevano litigavano perché non trovavano mai il modo di vedersi. Si urlarono contro, si picchiarono e si ripicchiarono, come se un pugno fosse l’unico modo che avevano per avvicinarsi e piansero, piansero mentre urlavano, piansero in silenzio, insieme e ancora di più separati.

-Non possiamo andare avanti così Draco. Dovevamo tenerci a galla, ma ci stiamo solo tirando giù a vicenda-
-Guardami Harry! Guardami e dimmi cosa dobbiamo fare perché io non lo so, tutto questo ci sta distruggendo ed io non so che fare-
-Forse è questo il problema Draco, che dopo tutto questo io ti guardo ancora come guardo quelle stelle, ma noi insieme non siamo cambiati. Abbiamo imparato a conoscerci, a convivere l’uno con l’altro, ma viviamo su due tele diverse. Io sto ancora guardando quelle stelle da lontano e tu sei ancora lì di fronte alla tela, senza entrarci dentro. -
-Oh per Salazar, dopo mesi ancora non riesci a fare un discorso sensato, cosa dovrebbe significarmi questo? Cosa dovrei farmene di questo?-
-Non lo so … io non lo so sul serio, so solo che così non può andare avanti-
Harry si passò una mano sul volto stanco e tumefatto prima di alzarsi e dirigersi verso la porta.
-A presto Draco -
-A presto Harry -

Draco sentì di nuovo quella dolorosa sensazione che aveva provato il primo giorno che Harry si era presentato li, soltanto che non ci fu nessun sollievo, nessuna risata, nessun Harry che tornava indietro per la porta. Era di nuovo solo con le sue lacrime, di nuovo così stanco di piangere.

Lo scorrere del tempo sembrava insensato. Draco aveva eretto nuovi muri, messo su nuove maschere e cercava di andare avanti almeno con i suoi studi. Passava le giornate chiuso nel laboratorio di pozioni o fuori casa, lasciandosi andare solo la notte quando pensava nessuno potesse sentirlo singhiozzare finche non si addormentava stremato per poche ore. In modo opposto Harry si era lasciato completamente andare, il mostro dalle occhiaie nere e la barba incolta era tornato e nè Ron nè Hermione riuscivano a risollevarlo. Parlava poco, si perdeva nella sua testa a fissare il niente oppure urlava e schiantava la prima cosa che gli capitava sotto la bacchetta. Erano tutti bloccati e nessuno sapeva come uscirne.

Draco pensava che non avrebbe più dipinto per molto, molto tempo, ma ogni sera si ritrovata ad alzarsi dal letto e andare nella sala pittura. All’inizio passava lì la notte, a piangere, senza combinare niente, poi era riuscito a prendere un pennello in mano, creando figure astratte fra le lacrime e poi, ancora, la tela e i colori avevano risucchiato il suo dolore, come un tempo, facendolo cadere nella sua bolla tranquilla.Ogni sera entrava lì dentro pensando alle parole di Harry, a come lui fosse rimasto fuori dalla sua tela ad osservarlo mentre lui osservava le stelle e come tutto gli sembrava insensato e ripetitivo. Cosi lo era diventata pure la sua arte, senza senso e tutta uguale, ma in qualche modo lo faceva stare meglio, riempire quegli spazzi bianchi lo faceva sentire sempre meglio.

Una sera riempì una tela solo di un blu così scuro da sembrare nero, lo stesso blu di un cielo senza luna e pensò che forse fosse questo che sbagliava, che coprire tutto non era la soluzione, che tutto quello che aveva fatto fino a quel momento era ricoprire il vuoto con Harry, come se fosse un tappa buchi invece di creare dello spazio per lui. Doveva creare gli spazzi bianchi nella sua vita come li stava creando su quella tela, dove una miriade di puntini luminosi si avvicinavano a una figura nera, leggermente illuminata e quasi invisibile, ma che lui conosceva bene. La prima volta che aveva visto Hogwarts le era parsa cosi, una figura nera e spaventosa, ma così luminosa e piena di speranza. Aveva dipinto Harry perché voleva che lui lo vedesse così, ma quando aveva iniziato a farlo lui aveva distolto lo sguardo e non aveva guardato verso di lui. Anche quella notte, quando sentì di non poter aggiungere altro al quadro per non rovinarlo cadde a terra piangendo e ridendo.

Fu Hermione ad aprire al fattorino e prendere il quadro.  Harry continuò a fissare il vuoto disinteressato anche mentre lei lo scartava. Era magnifico, le sembrava di tornare indietro a quella prima notte a Hogwarts quando avevano raggiunto il castello sulle barchette tutte illuminate. Si sentiva di capire meglio il suo amico, se solo un quadro dipinto da Draco le faceva questo effetto Harry che aveva visto il biondo serpevede dipingerli, che era diventato suo amico, che aveva vissuto quel rapporto quasi morboso con l’altro aveva tutte le ragioni per stare così. C’era anche un bigliettino, non se la sentiva di leggerlo, non voleva intromettersi, ma se non l’avesse fatto probabilmente Harry nemmeno l’avrebbe letto o notato.
“Non c’è mai stato niente di normale, sin da quel primo pomeriggio in cui ti presentasti qui con il mio quadro rubato. Fin da quel momento avremmo dovuto capire che non sarebbe stata una normale amicizia la nostra o meglio, non sarebbe mai stata un’amicizia e basta. Tu già mi guardavi come se fosse una cosa splendida e irraggiungibile ed io ho fatto il terribile sbaglio di non ricambiare lo sguardo. Voglio guardarti, voglio abbracciarti, voglio addirittura baciarti. È tutta colpa mia perché, se ti avessi guardato pure io al posto di distogliere lo sguardo, avrei capito che ti amo e dannazione, sai quanto mi sta costando ammetterlo, ma ti amo e ti rivoglio indietro.
Draco”

Hermione stava piangendo, non avrebbe mai immaginato tutto ciò dal Draco Malfoy che conosceva ai tempi della scuola, ma in appena cinque minuti si stava ricredendo di tante cose, sentiva quelle parole così piene che anche se non sapeva cosa passasse per la testa dei due a lei sembravano cosi tangibili quei sentimenti. Si girò verso Harry ancora perso in se stesso e le fece cosi male che iniziò a singhiozzare rumorosamente mentre si avvicinava al divano. Avrebbe voluto avere Ron lì accanto a lei per aiutarla, per riuscire a pensare a qualcosa. Finì per mollare un ceffone a Harry e passargli il bigliettino, sperando che quello avrebbe curato tutto.

Harry doveva correre, doveva uscire da quella porta e smaterializzarsi a villa Malfoy e parlare con Draco. Draco lo amava e tanto bastava, al diavolo la faccia da zombie e il pigiama che aveva addosso da giorni, doveva solo attraversare e … decisamente non inciampare, su cosa poi? Lui non aveva nemmeno uno zerbino di benvenuto.

-Harry ti sei fatto male?-
-Draco? Cosa ci fai qui? Io stavo ... stavo… cosa ci fai qui?-
-Volevo suonare ma non sapevo se avessi letto il biglietto o visto il quadro o nemmeno se volevi vedermi … sono qui fuori da un’ora e-
-Ti amo. No, si, non lo so, suppongo di amarti anche io-
-Supponi? Mi sembra una risposta ottima dopo tutto quello che ho passato per capirlo, ma dovevo aspettarmelo no, chi è che non risponde co-
-Sta’ zitto un attimo!-
-Sta’ zitto tu, sei tu quello che farfuglia senza senso e che suppone!-
-E tu non mi stai a sentire! Ho appena capito che ti amo, permettimi un po’ di confusione. Io Harry Potter amo Draco Malfoy. Com’è successo?-
-Vorrei saperlo anch’io, cosi potrei essere un po’ meno magnifico e non farti cadere ai miei piedi-
Draco rise dopo settimane e Harry si sentì di nuovo un eroe. Non c’erano credo o suppongo che reggessero,  amava senza dubbio quella serpe bionda egocentrica.
-Quindi tu mi ami-
-Non ribattere l’ovvio Potter, mi sembra di avertelo già detto abbastanza-
-Mi sei mancato Draco-
-Oh per Salazar stai diventando stucchevole, smettila con quello sguardo… Mi sei mancato anche tu-
-Ed ora? Cosa dovremmo fare?-
-Tu? Una doccia, puzzi come un maride spiaggiato da una settimana e poi non lo so, non posso fare mica tutto io qui-
-Una cena? Verresti a cena con me per una specie di appuntamento? Sto morendo di fame, non mi ricordo quando è stata l’ultima volta che ho mangiato-
-Supponi di amarmi, mi inviti a specie di appuntamenti, cosa dovrei farci io con te?-
-Baciarmi? Sai, giusto per evitare che dica altre stupidaggini-
Entrambi si avvicinarono sorridenti, pronti per iniziare un nuovo capitolo della loro vita e sistemare tutto quello che avevano alle spalle, ma poco prima che le loro labbra si sfiorassero Draco si ritrasse con la faccia schifata, allontanando poco convinto il moro da sopra di lui.
-Puzzi da far schifo, sul serio, lavati e riparleremo di tutta questa cosa dei baci e delle specie di appuntamenti-

Ridendo e punzecchiandosi i due cercarono di rialzarsi dal pavimento, finendo di inciampare almeno altre tre volte prima di entrare in casa. Troppo presi non si accorsero nemmeno della loro spettatrice silenziosa che si smaterializzava, sapendo di aver lasciato Harry in buone mani.
 
 
 
 

Quando dicevo di avere proggetti per un seguito non pensavo che l'avrei scritto sul serio e invece è pronto anche da un apio di giorni. Nella mia testa c'è ne ancora uno o forse due che spero di riuscire a scrivere al più presto.
Ero partita con una one-shot e ora è una mini long, come è capitato? Do la colpa a Draco perchè si, la ena creativa è tutta sua.
Grazie come al solito a chi legge quillo che scrivo prima che pubblichi così che possa essere tutto bello per voi.
Mel



 
   
 
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