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Autore: Tugs    14/03/2009    8 recensioni
La mia interpretazione di come i genitori di Harry si sono innamorati. Un ritratto dei personaggi che credo siano stati Lily e James. Sperando che vi streghino come lo hanno fatto con me...
Genere: Generale, Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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NdA:
NOTA  IMPORTANTE: so che l'episodio da cui comincio (
"il peggior ricordo di Piton", quinto libro della Rowling) è ambientato al quinto anno, ma ho deciso di spostarlo nel sesto, per non annoiare troppo i lettori (che spero ci saranno) con un anno in più da scrivere.
ciao popolo di fanfic!!! sono nuova, e ho deciso di cominciare a scrivere questa fic un po' per divertirmi, un po' per una sfida con me stessa... ho deciso di provare a scrivere la storia di Lily e James perchè dal quinto libro della Rowling (prima volta in cui sono apparsi come attori e non presenze fumogene di cui tutti parlano e nessuno sa niente) mi hanno affascinato terribilmente. come fanno due persone che si odiano a innamorarsi? che unione di caratteri ha creato l'Harry che conosciamo tanto bene? eccetera eccetera
Vabbé, vi sto rompendo troppo, vi lascio alla fic, spero che vi piaccia...



CAPITOLO 1

DOPO GLI ESAMI
Scritto da Rowling:
"Bene" disse James che sembrava furibondo."Bene..." (...)
"Chi vuole vedermi togliere le mutande a Mocciosus?"

Scritto da me:
Le lacrime rigavano il volto di Lily mentre la vista le si annebbiava sempre più. Ormai riusciva solo a intravedere i contorni confusi e sfocati di quel paesaggio che le era tanto familiare. Centinaia di vesti da mago le sfilavano davanti, ma lei non riusciva a distinguere i diversi visi degli studenti che si aprivano in due ali mentre correva via; e sinceramente neanche le importava più di tanto.
Tutto aveva cominciato a girarle attorno e sentiva le gambe tremare sotto di se.
Quello che percepiva più di tutto e sempre con maggior chiarezza era il dolore, si allargava come uno scroscio d’acqua continuo e implacabile che sommergeva ogni altra emozione, senza risparmiare nulla.
Lily ormai non riusciva più a vedere niente, ma conosceva così bene il parco di Hogwarts che le gambe la guidavano da sole verso il suo rifugio preferito nei momenti di sconforto.
Presto arrivò a una vecchia quercia ai cui piedi c’era una conca che si adattava perfettamente alla sua schiena.
Si affrettò a sedersi prima che le gambe la tradissero, si abbracciò le ginocchia con le braccia, affondando il viso tra le pieghe della veste e lasciò scorrere le lacrime.
Non erano certo le parole di Potter ad aver turbato Lily. Non l’avevano affatto stupita.
Idiota, arrogante, presuntuoso che non era altro, capace solo di scherzare.
No, era l’offesa, quell’orrenda offesa che le trillava nelle orecchie a ogni respiro, a ogni lacrima.
Quell’offesa terribile, odiosa per tutti i babbani.
E da chi era stata pronunciata?
Da quelle che una volta credeva le labbra di un amico, il miglior confidente che avesse mai avuto. 
Come, come aveva potuto?
Schifosa Mezzosangue.
Quell’offesa era uscita dalle labbra di Severus Piton.
Doloroso più che mai, odiosi come non le erano mai sembrati, i ricordi felici cominciarono a invadere la mente di Lily.
Severus ragazzino che le svelava l’esistenza di Hogwarts, i pomeriggi passati insieme a discutere sulla magia; le passeggiate intorno al lago; i dialoghi sui professori, e ancora , e ancora, e ancora…
Schifosa Mezzosangue.
Un gemito.
Oddio, come faceva male.
Le ultime lacrime caddero. Poi, piano, piano, vennero rimpiazzate.
E se il dolore era stato una cascata scrosciante, la rabbia divenne una foresta in fiamme.
Come aveva osato?
Odioso Serpeverde. Offendere lei! Una Grifondoro!
Gliel’avrebbe fatta vedere lei, a Piton!
E’ finita! Mai, mai più piangerò per lui!
E mai più l’avrebbe fatto.
Lily stava fissando il faggio di fronte a se meditando ancora vendetta, quando sentì un suono leggero che si avvicinava.
Un fruscio di foglie smosse, uno scalpiccio di passi, qualche rametto spezzato e apparve Mary, con i lunghi capelli castani che si muovevano al vento.
S’inginocchiò davanti a Lily e vedendole gli occhi di un verde stupefacente gonfi e rossi di pianto enunciò con la massima serietà: “Piton è proprio un coglione”.
Lily sorrise.
Mary trovava sempre il modo di tirarla su di morale, con quella schiettezza che aveva fatto di lei la sua migliore amica.
“Sprechi il tuo tempo a piangere per lui, sai” continuò, più seria.
“…quando potresti benissimo festeggiare insieme a me la fine del penultimo esame”.
“Lo so,” replicò Lily con la voce ancora un po’ spezzata, “ma non posso fingere che non mi abbia ferito”.
“Nessuno te lo chiede. Dai…” esclamò alzandosi “andiamo a fare una passeggiata vicino al lago”.
Tirò su Lily con la forza e cominciarono a incamminarsi.
Dopo un attimo di silenzio, Mary aggiunse: “se ti fa sentire meglio, Potter ha umiliato Piton davanti a tutti”.
“Secondo te, avere conferma di quanto Potter sia detestabile, mi fa sentire meglio?” chiese ironica Lily.
“No. Era tanto per dire, e poi potresti anche lasciarti andare. Un po’ di sana cattiveria non ha mai fatto male a nessuno…”.
Lily fece un sorrisino triste. Forse avrebbe davvero dovuto riderci sopra.
Ma lei non era così cattiva.
Una nuova fitta le trapassò il cuore.
No. Era sicuramente troppo presto.
 A quel punto Mary si fermò di botto, guardò Lily dritta negli occhi, sorrise e la abbracciò forte.
“Per fortuna ci sei tu”.


Il miglior giocatore di Quiddich di tutta Hogwarts se ne stava seduto sulla sua poltrona preferita, davanti al fuoco debole della sala comune di Grifondoro.
Ormai dentro non c’era più nessuno.
Era solo.
Per chi lo conoscesse, questo era un fatto piuttosto insolito, perché James Potter non stava mai solo.
Mai.
Era sempre accompagnato dai suoi tre migliori amici, i Malandrini, o al limite dal solo Sirius.
Ma vista l’ora, non c’erano dubbi sul fatto che fossero ormai tutti a letto, certo era tardi, ma James non aveva alcuna intenzione di dormire.
Aspettava Lily.
Le sue parole continuavano a bruciargli dentro da quel pomeriggio.
Mi dai la nausea.
Mai era stata così esplicita. Fino a quel momento, Lily aveva sempre risposto alle sue provocazioni con occhiate di fuoco o ironia spinosa.
Mai aveva reso così palese il suo disgusto per lui. Perché era così.
Lei lo odiava, le faceva schifo.
Forse il suo problema era l'impulsività ... anche quel giorno, non avrebbe mai tolto le mutande a Mocciosus se non fosse stata l'ira a  dominarlo. Le parole di Lily che bruciavano come acido sulla pelle.
Come avrebbe potuto dirle che lui provava ben altri sentimenti?

Dove avrebbe trovato, ora, il coraggio di confessarle quanto era importante per lui?
Ma James era deciso a provarci, o almeno a chiederle il perché di tutto quell’odio.
Mai come allora gli era sembrata così lontana, e mai un loro rapporto gli era sembrato più improbabile. Odio e amore, così diversi.
James si stropicciò stancamente gli occhi. Ma allora perché era rimasto tutto il pomeriggio in sala comune? Se lei lo odiava, cosa poteva guadagnarci a ricevere altri insulti?
Niente. Proprio niente. L’unico motivo era che ormai la vita di James era completamente e irrimediabilmente condizionata dalla presenza di Lily.
Cosa decideva se fermarsi in sala comune o salire in camera?
Se Lily era lì, restava anche lui.
Perché alcune volte il cacciatore si trovava a gironzolare in biblioteca?
Se Lily era lì, era un buon motivo.
E così via.
James era uno dei più apprezzati fra le ragazze di Hogwarts, era alto, popolare, carismatico, con i capelli neri perennemente in disordine che gli davano quell’aria da adorabile ribelle a cui nessuna sapeva resistere.
Molte sembravano perdere l’uso della parola quando James era nelle vicinanze, perché lei no? La risposta arrivò da sola, con una tale naturalezza da sembrare molto più che ovvia nella mente tormentata del ragazzo.
Perché lei era ironica, pungente, fantastica, inimitabile e anche perché se non fosse così, James non ne sarebbe così irrimediabilmente attratto.
Era per questo che lui non sarebbe mai stato capace di instaurare una relazione seria con nessuna che non fosse lei.
Era per questo che, insieme a Sirius, era il più famoso (e ambito!) casanova di tutta Hogwarts, quello che tutte le ragazze speravano di conquistare.
Eppure per lui i loro baci appassionati erano un passatempo, non una passione, e le notti infuocate passate in loro compagnia non avevano altro fine che il successivo commento con Sirius.
Invece, appena James vedeva Lily, il cuore ( lo stesso che ora gli pulsava dolorosamente per le sue parole) cominciava a battergli forte e gli saliva dalla parti del pomo d’Adamo se lei guardava dalla sua parte.
Improvvisamente James cominciò a chiedersi se quel cuore, che aveva subito così tante pugnalate negli ultimi tre anni, avrebbe retto un’altra occhiata sprezzante da parte di lei.
Decise di no, così preferì andare a prendere il suo mantello dell’invisibilità, per guardarla senza essere visto.
Fece le scale di volata, per paura che Lily arrivasse mentre lui era di sopra, quando entrò, si fermò a guardare i suoi amici che dormivano.
Codaliscia, come suo solito, si era rannicchiato in un angolo del letto. Era steso di fianco, con le gambe piegate sotto la pancia e la coperta sopra la testa, benché fosse una calda notte di giugno.
Assomigliava molto a quel topo in cui si trasformava tutti i mesi con la luna piena, anche il suo respiro era irregolare e ansioso.
Accanto al suo, c’era il letto di Remus, anche lui si era spinto in un lato del letto ma a pancia sotto e teneva un braccio sotto la testa.
Il cuscino era stato spinto da una parte, dimenticato.
Completamente diverso era Sirius e, nel vederlo, James dovette soffocare una risatina. Era steso senza coperte nel centro. Indosso aveva solo i boxer, le braccia e le gambe larghe penzolavano fuori dal letto e dalla bocca spalancata fuoriusciva un russare non propriamente silenzioso.
James ne distolse lo sguardo e si diresse verso il suo letto accanto alla finestra. Aprì il baule e lo colpì leggermente con la bacchetta, sussurrando “Forium” e si aprì un cassettino segreto, dentro vi era nascosto il mantello, la cosa più preziosa che James possedeva. Nel tirarlo fuori, però, cadde dal baule una piccola fotografia animata. Si affrettò a raccoglierla ma si soffermò a osservarla.
Risaliva all’anno precedente mentre i ragazzi si stavano salutando prima di salire sull’espresso di Hogwarts. James aveva portato la macchina fotografica per scattare qualche foto ai suoi amici, che non avrebbe rivisto per tutta l’estate.
Aveva approfittato dell’occasione per scattarne una di nascosto a Lily, che era proprio dietro di loro.
Non guardava certo l’obbiettivo, ma rideva con le sue amiche e scuoteva i capelli, che lanciavano riflessi al sole estivo.
Non era una bella foto, ma era l’unica immagine di lei che aveva.
James la richiuse dentro lo scomparto segreto.  Non voleva che la vedesse nessuno, perché non si era mai confessato con i suoi amici, timoroso dei loro commenti. James uscì velocemente e mentre scendeva le scale indossò il mantello.
Si era appena seduto fissando i ceppi consumati del focolare, quando sentì il quadro aprirsi e delle voci sussurrare.
James balzò in piedi, come se al posto del cuscino morbido di velluto rosso ci fosse un porcospino.
“… io invece alla domanda quattordici ho risposto che la pietra è il bezoar” stava dicendo Mary, preoccupata.
“Ma no!” dissentì Lily “ è l’Aretaria, non ricordi? Lumacorno l’ha nominata almeno due volte quest’anno, dicendo che oltre ad avere proprietà curative ne ha anche di terapeutiche se tritata con agrifoglio”.
James si avvicinò a loro respirando pesantemente, non parlavano di lui ma dell’esame di Pozioni. Non avrebbe saputo dire se ne fosse felice o meno.
“Guarda, c’è un libro sul tavolo” disse Lily indicandone uno a destra del camino.
“Di chi è?”
“Sicuramente, qualcuno che studiava stamattina l’ha lasciato qui”.
Mary si avvicinò veloce al tavolo, prese il libro e, dopo un attimo di esitazione, lesse:” Questo libro appartiene a Peter Minus”.
“Peter Minus?” ripeté Lily, il disprezzo nella voce. “E’ amico di Potter, lascialo lì”.
Mary si piantò di fronte all’amica con un’espressione combattuta fra l’esasperato e il divertito. “Ma si può sapere che ti ha fatto quel ragazzo?”
“Cosa mi ha fatto? È un arrogante, vanesio, egocentrico…”
Mary sorrise furbamente: “Se, se, sarà che la nostra Lily, sotto, sotto, parla male ma in realtà, forse, questo Potter non lo odia poi così tanto…”
“Mary! Ma che diavolo dici?” , Lily nel dirlo si imporporò tutta.
Mary sghignazzò soddisfatta. “Ah, ah! Ti ho beccato!!”
James era perfettamente immobilizzato, o per meglio dire, pietrificato nel suo angolino. Che piega che aveva preso il discorso!
“Non ci pensare neanche!” protestò Lily, l’imbarazzo evidente nella voce.
“Uhm, uhm… facendo un discorso puramente ipotetico” cominciò Mary.
“puramente…” sottolineò Lily, sospettosa.
“se James perdesse tutti i suoi lati negativi…”
“Stai andando in un’ipotesi decisamente irreale, Mar.”
“… comunque sia, tu gli parleresti?” concluse la ragazza candidamente.
“In questo surreale universo parallelo, si, gli parlerei. Soddisfatta, ora?”
“Certo, certo…” affermò Mary con le mani dietro la schiena e l’aria perfettamente angelica.
Le due ragazze salirono la scala dei dormitori femminili, lasciando James al buio e immerso nel silenzio totale.
Dopo una manciata di secondi, gli ingranaggi del suo cervello ricominciarono a ruotare e a formare pensieri di senso compiuto, mentre il cercatore cercava di riprendersi dallo shock della conversazione appena udita.
Beh, ora ne so molto più di prima.
E con la netta impressione che la giornata non fosse andata proprio male, James si diresse nel proprio dormitorio fischiettando.

 
°°°°°°


I pochi giorni che rimanevano prima delle vacanze estive passarono in un battibaleno sia per Lily che per James. Infatti, dopo l’esame di Trasfigurazione, entrambi dedicarono tutte le energie nell’oziare e cercando di divertirsi il più possibile.
Lily, da parte sua, si impegnò completamente nel cercare di ignorare Piton ogni qualvolta lui  le rivolgeva parola e, nel caso non potesse evitarlo, gli rispondeva con la massima freddezza.
Inizialmente, Lily credeva che sarebbe stato difficile, eppure fu sorpresa della facilità con cui il pensiero di lui stesse lontano dalla sua mente. Dopo quel primo (e unico) sfogo lacrimoso, il ricordo di Severus non le provocò più rimpianto. Anzi, si sentì incredibilmente leggera, perché sapeva che finalmente aveva preso una decisione nei suoi riguardi, e sentiva con chiarezza lampante che era quella giusta. Paradossalmente, lui dimostrò di essere di ben altra opinione, cercando di farle continuamente cambiar giudizio su di lui. (NdA come si ricorderà chi ha letto l’ultimo libro della Rowling)
Lily, invece, era ben sicura e, quando continuò a vedere il suo ex-amico in compagnia dei ben noti Mangiamorte, non ebbe più alcun dubbio.
Aveva finalmente capito qual era il posto di Severus Piton e qual era il proprio.
Lei aveva finalmente aperto gli occhi e dato ascolto alle tante voci che le avevano detto chi fosse realmente Piton. Cosa di cui Mary non smetteva di vantarsi, continuando a ripetere: “Comunque, io, te l’avevo detto.”
Da quel giorno, il pensiero di Severus Piton smise di tormentare Lily per sempre.
Così, Lily scoprì una voglia di vivere nuova e intensa, che insieme al vecchio amico si era vista costretta a soffocare, perché lui aveva sempre amato restare al chiuso e al buio e Lily l’aveva sempre seguito. Una nuova e inaspettata gioia la coglieva nel sentire il sole sulla pelle e l’acqua che le accarezzava le gambe; anche le cose più semplici, come correre a perdifiato sulla riva del lago e farsi schiaffeggiare dal vento, le parevano sensazioni diverse e più intense di quanto si fosse mai aspettata. Il petto era ormai privo di un peso che l’ aveva oppressa ormai da troppi anni, così abituato a sopportarlo che si era scordato della sua presenza.
Era il peso del dover prendere una scelta, e ormai Lily l’aveva fatta.
Ora era felice, incredibilmente felice, e la ragazza decise di dar ascolta a questa sua nuova vivacità stando con le sue amiche tutto il tempo e ridendo a crepapelle per la minima cosa.
Mary, naturalmente, e le altre sue migliori amiche: Alice e Amelia, si erano accorte del nuovo stato d’animo di Lily e ne avevano perfettamente compreso il motivo. Da vere amiche, non ne avevano fatto parola, ma la assecondavano in ogni iniziativa e, diciamolo, la preferivano decisamente così che quella Lily sempre un po’ più cupa e imbronciata a cui erano abituate. Spesso, come qualsiasi ragazze normali di sedici anni si trovavano a fare dei dialoghi stupidi e a prendersi bonariamente in giro.
“Ragazze, ho deciso, adesso vado da Frank e gli dico che mi piace!” proferì Alice un bel pomeriggio mentre erano tutte e quattro stese sull’erba.
All’istante le tre ascoltatrici risposero con un: “Ooooooooooooh!!!”
“Almeno smetti di stressarci ogni santissimo giorno!” proseguì Lily, provocando le risatine delle compagne.
“Ah, tante grazie!” rispose un’Alice molto scocciata.
“Ma dai, Lil, cerca di capirla, è innamorata!” cercò di aiutarla Amelia, la più romantica.
“Si, si, innamorata...” fece Mary, sadica, “vi dico io di cos’è innamorata Ali! Di quel bel posteriore che si ritrova Paciock!”.
Da lì si scatenò il caos. Lily scoppiò in una risata così fragorosa che presto le costole cominciarono a dolerle in una maniera assurda. Amelia strillò un: “Mar!” scandalizzato. Alice si imporporò sia di rabbia sia di imbarazzo e minacciò: “Comincia a correre!!”.
Ridendo come una pazza, Mary si alzò di scatto e l’altra prese a inseguirla per tutto il parco, facendo beare dello spettacolo le due amiche.
Alla fine, Alice ebbe la meglio e si lanciò sopra Mary, cercando di strozzarla.
“Ahi! Ah,ah,ah! Dai Ali scherzavo! Ih,ih,ih! Però devi ammettere che …”
“Cosa?”
“Beh … è ben dotato!”
“Ma va*, Mar!”.
E cose di questo genere …
Inoltre, questa nuova vivacità aveva scatenato verso di lei molto interesse da parte del popolo maschile di Hogwarts, che aveva cominciato a considerare Lily Evans diversamente.
Si sa, la felicità dona un nuovo splendore al viso delle persone, e il suo era diventato di una bellezza considerevole per chi lo guardava. Gli occhi verdi erano meravigliosi con quella brillantezza, la risata era serena e contagiosa, il corpo agile e adulto. Di tutto ciò si era reso conto in particolare Ernie Smith, Tassorosso, classico tipo tutto muscoli niente cervello. Siccome Smith era una persona che non si faceva molti scrupoli, prestò dimostrò il suo interesse in modo palese alla ragazza.
Ora, potete trovare tutte le ragioni che vi aggradano: ormoni in circolo, impetuosità adolescenziale, attrazione fisica … fatto sta che nel giro di due giorni si erano ritrovati fidanzati.
Comunque, bisogna sapere che questo era l’aspetto meno gradito, per le tre amiche di Lily, della sua inusuale felicità. Ma di buon grado, decisero di accettare Smith fra di loro, sperando che quell’assurda cotta finisse presto.
Insomma, Lily aveva cominciato a vivere di nuovo.
Che altro poteva mancare nella vita di una sedicenne?
Solo una stranezza le impediva di distrarsi come avrebbe voluto per il resto del tempo che le rimaneva. Quella stranezza aveva un nome, e anche un cognome!
James Potter.
Lily non riusciva a capacitarsi di come una persona potesse cambiare dal giorno alla notte in quella maniera. Infatti, James Potter aveva preso a ignorarla, e la cosa la lasciava non poco esterrefatta.
Nei corridoi, prima non c’era occasione che lui non perdesse per rivolgerle parola o farsi notare, ora, le passava accanto, silenzioso, senza neanche farle un cenno con la mano o una strizzata d’occhio.
 All’inizio, Lily si era a dir poco rallegrata della lieta novità, ma piano, piano si era ritrovata a volgere sempre di più lo sguardo verso lui e la sua piccola banda, i Malandrini. Ovviamente, fino a quel giorno non si era mai disturbata a farlo perché era sicurissima che James l’avrebbe degnata della sua “regal” presenza.
 Naturalmente, non che ci fossero grandi differenze nel suo comportamento: scherzava, rideva e faceva l’idiota con i suoi amici come al solito. A tavola poi, si comportavano davvero come dei bambini, per , Lily ne era certa, farsi notare. Si tiravano addosso pezzi di cibo in continuazione, si rovesciavano addosso caraffe di succo di zucca, si abbuffavano come animali e facevano un tale chiasso da coprire ogni altro rumore in Sala Grande. L’unico tra quel branco di idioti, degno di attenzione era Remus.
Remus si poteva considerare l’unico e insostituibile amico maschio di Lily. Si erano conosciuti al terzo anno e ormai passavano un sacco di tempo insieme. Lui era gentile, dolce e premuroso, con un carattere così amabile che Lily aveva presto cominciato a definirlo il suo migliore amico. L’unica sua pecca era davvero quella di frequentare gentaglia come il signor Potter.
Lily gli aveva spesso domandato cosa ci trovasse in loro e l’unica risposta soddisfacente che mai avesse ottenuto era stata: “Sono diversi da come credi, Lily, sono dei veri amici. Dovresti conoscerli meglio, ti piacerebbero sicuramente.”
Ma lei non aveva mai sperimentato ciò che le consigliava Remus, e non aveva più ripensato alla sua opinione sui malandrini. Fino ad ora.
Forse era davvero cambiato?
Ma James si passava una mano sui capelli e giocherellava con un boccino come al solito, eppure ignorava Lily.
Ma che diavolo gli era preso? Troppo spesso si era posta questa domanda. Troppo spesso secondo la sua personalissima regola del “non-pensare-mai-a-Potter-se-non-per-mandarlo-al-diavolo”. Certamente, Lily si sarebbe buttata in un pozzo, affogata nel lago, uccisa con il gas, tagliata le vene e buttata sotto mille elefanti piuttosto che ammetterlo, soprattutto a se stessa, ma quelle scaramucce quotidiane cominciavano a mancarle.
Il sorriso furbetto e il viso sottile facevano capolino troppo spesso nei suoi pensieri, circondati da un alone di misero.
Naturalmente, Lily non l’avrebbe mai potuto sapere, ma c’era una precisa ragione per cui James Potter aveva iniziato la sua metamorfosi.
E non avrebbe mai potuto sapere che era stata lei in persona, con quel: “Si, gli parlerei”, ad averla messa in atto. 




FINE PRIMO CAPITOLO
Che dire, spero vi sia piaciuto!!!
mi raccomando, recensite numerosi sia per critiche che per complimenti (spero ci saranno), spero che i vostri consigli mi aiuteranno.
spero di aggiungere presto il nuovo capitolo.

Questo capitolo è dedicato ad ARIADNA (no, non è un errore è proprio scritto così) che mi ha attribuito il nick name Tugs (che odio dalla bellezza di 4 anni, ma che ho imparato ad apprezzare).
Sei sempre e comunque la mia best friend, anche se spesso, molto spesso, spessissimo mi rompi le palle in maniera indescrivibile...

Tugs**
  
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