ANGEL ♥
<< Di Stella Del Sud e lisepotter >>
Guardavo
le luci della città al di fuori di quella finestra. Avevo un
nodo in gola e mi
sentivo tremare dalla testa ai piedi. Non riuscivo a capacitarmi di
come tutto
questo potesse essere successo proprio a me. Chiusi gli occhi e cercai
di
prendere un respiro profondo. Avrei voluto alzarmi e prendere un
po’ d’aria, ma
ero costretta a stare distesa su quel lettino. Avevo sempre immaginato
una situazione
del genere, ma in modo diverso. Credevo che sarebbe stato un
momento
felice e spensierato, denso di forti emozioni da condividere con la
persona
amata, invece stava diventando un problema. Era brutto vederlo in
quella luce,
perché infondo era la cosa più bella che potesse
succedere ad una persona, a
una donna soprattutto. Eppure stava succedendo e io dovevo prendere
subito una
decisione. Guardai la dottoressa che mi guardava con espressione
indulgente.
Quasi mi vergognavo, perché non sapevo quale decisione
prendere. Appoggiai la
testa all’indietro e strinsi maggiormente la mano di Robert,
che teneva stretta
la mia. Cosa dovevo fare? Tutto era successo in una notte. Una notte
che
avrebbe cambiato totalmente la mia vita.
Volsi
lentamente il capo verso Robert, che con espressione seria mi
passò la mano
libera sul viso, in una carezza sfumata. Se lui non fosse stato accanto
a me
non sapevo come mi sarei comportata. Era sempre con me nei momenti
più
difficili e questo non era da meno.
<<
Signorina, mi dispiace ma deve decidere adesso, altrimenti
sarà troppo tardi.
>>
Io
annuii tra me e inghiottì un paio di volte a vuoto. In
realtà sapevo già quale
decisione dovevo prendere, solo che mi spaventava. Tirai la
mano di
Robert verso di me, in una muta richiesta, e lui mi
abbracciò esattamente come
volevo.
<<
Sta tranquilla Kris. Io starò sempre con te, qualsiasi sia
la tua decisione. Ne
abbiamo già parlato e non intendo tornare indietro.
>>
Io
persi ancora qualche attimo a pensare, anche se ne ero totalmente
incapace in
quel momento. Presi un respiro profondo e guardai la dottoressa, che
impaziente
tratteneva diversi fogli in mano. Adesso non si poteva più
tornare indietro.
<<
Lo tengo >>
Vidi
il suo sorriso aprirsi e con esso anche quello di Robert. Io mi
rilassai
improvvisamente e mi abbandonai completamente distesa sul lettino. Per
riflesso
lasciai la mano di Robert e l’appoggiai sul mio ventre,
ancora piatto, e con
mia grande sorpresa lui coprì la mia.
Gli
sorrisi e lui si avvicinò e mi baciò la fronte.
<<
Vedrai andrà tutto bene… >> mi
sussurrò.
<<
Ha fatto la scelta giusta, Kristen. Un bambino è sempre una
grande gioia, anche
se alle volte non si è pronti. Sono sicura che
sarà un ottima madre. >>
A
quell’ultima parola mille brividi mi scossero. Madre
… parola
straordinaria, quanto pericolosa. Sarei davvero riuscita ad essere una
buona
madre all’età di vent’anni? Non lo
sapevo, ma non intendevo tornare indietro.
Era pur sempre mio figlio, anche se concepito in una notte anonima,
sotto l’effetto
dell’alcool. Mi vergognavo di questo, ma ormai non potevo
più tornare indietro.
Anche se non ero affatto pronta, mi sarei comunque presa le mie
responsabilità,
senza far pagare il conto a quella piccola creatura che cresceva dentro
di me.
La dottoressa uscì lasciandomi sola con Robert. Almeno
potevo contare sulla sua
presenza. Nessuno ancora sapeva di quanto era successo. La prima
persona che
avevo avvertito era stato Robert e lui si era precipitato da me.
Avevamo
parlato a lungo, ma dopo qualche ora mi aveva convinto ad andare subito
dalla
mia dottoressa, per un controllo più approfondito. Come
avevo immaginato, il
test si era rivelato esatto ed io ero alla sesta settimana di
gravidanza.
Quella data mi tolse ogni dubbio che il figlio fosse di Robert,
perché le date
non coincidevano. Non so bene come rimasi della notizia ,
perché questo mi
diede la certezza che due settimane dopo ciò che era
successo con Robert, io
avevo concepito il bambino con una persona di cui ignoravo
l’esistenza, quella
notte. Questo mi dava un peso incredibile, ma Robert nonostante tutto
aveva
promesso di starmi accanto, nonostante il bambino non fosse suo. La
notte che
passammo insieme non l’avrei mai scordata, ma non era stato
quello il momento
in cui ero rimasta incinta. Sarei stata più felice se il
bambino fosse stato
suo e non di uno sconosciuto. Senza contare che quella notte sarebbe
rimasta
per sempre nei miei ricordi. Eravamo entrambi consapevoli, anche se non
eravamo
riusciti a gestire bene la cosa. Due settimane dopo era successo
l’irreparabile
…
<<
Ehi … cerca di rilassarti. Ci sono io con te
>>
Io
mi sollevai e lui mi aiutò ad alzarmi, facendomi sorridere.
<<
Rob, stai tranquillo, ancora sono in grado di muovermi senza problemi.
>>
<<
Si, ma devi fare molta attenzione d’ora in poi, non lo
scordare >>
<<
D’accordo. >>
Aspettammo
il rientro della dottoressa, che avvenne poco dopo. Mi diede il
prossimo
appuntamento e degli accorgimenti. Naturalmente si fece raccomandare
che al
minimo problema l’avrei raggiunta subito. Robert era
più attento di me ad ogni
sua parola e annuiva di continuo. Sorrisi tra me, era davvero molto
nervoso e
si comportava come se fosse davvero lui il padre del bambino o della
bambina,
ancora naturalmente non lo sapevo. Appena ci congedammo e uscimmo fuori
dallo
studio medico, mi prese per mano e mi guidò fino alla sua
macchina. Io respirai
a pieni polmoni l’aria frizzante della sera. Eravamo a
settembre inoltrato, e
la temperatura scendeva sempre un po’ a quell’ora
tarda. Robert nel sentire i
miei brividi mi strinse a sè, ma non sapevo se dovevo solo
alla temperatura
quella sensazione. Mi strinsi a lui e sorrisi. Dovevo avere la forza di
portare
avanti questa novità che era entrata a far parte della mia
vita. Non era un
compito che avrei affrontato da sola, ed un ultimo sguardo al viso di
Robert me
ne diede la conferma.