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Autore: MrsJeon    15/01/2016    2 recensioni
«Sai, Hyung, a volte il silenzio di una persona nasconde una vera e propria tempesta di parole.»
- Jin to Jungkook.
[Taekook.👽]
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Jeon Jeongguk/ Jungkook, Kim Seokjin/ Jin, Kim Taehyung/ V, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Silence.
a Taekook story.

 
Avete presente quell'idiota di Kim Taehyung? Esatto, lui.
Taehyung.
L'alieno del gruppo.
Quell'adorabile ragazzo che ha un sorriso che fa sciogliere anche i cuori più freddi degli iceberg del Polo Nord, che riesce a far sorridere anche chi non ci ha mai provato.
Quel ragazzo dalla risata continua, che ti rimbomba perennemente nelle orecchie, che resta nella mente e non va più via, una volta che è giunta nella tua testa.
Eh, sì.
Sto parlando proprio di Taehyung.
Ultimamente è silenzioso, quel ragazzo. Fin troppo.
Se ne sta sulle sue, in questo periodo. Si rifiuta di mangiare, di stare con me e con gli altri membri.
Insomma, credo si sia creato un mondo tutto suo.
Penso che sia la definizione adatta.
Ciò che mi chiedo è soltanto una cosa: perché questo silenzio?
Va avanti così da giorni, ormai. E la preoccupazione, mista ad un'ondata di ansia, come quelle grandi onde che ti trascinano lontano dalla riva, così alte da farti sprofondare negli abissi, mi divora lo stomaco.
Lo vedo seduto sul davanzale della finestra, con le iridi scure posate sul vetro di quest'ultima, spesso bagnato da leggere gocce d'acqua piovana, causate dalla stagione che vi è in corso ora.
Ha le ginocchia strette al petto, le gambe avvolte dalle stesse braccia del ragazzo, lo sguardo assente, perso nel vuoto, quasi spento.
Non parla.
Se ne sta lì, zitto. Sembra che stia pensando a qualcosa di importante, qualcosa che lo attiri tanto da fargli quasi perdere contatto con il mondo esterno.
"E se non stesse pensando proprio ad un bel niente?"
Ecco un'altra domanda che mi perseguita, che si unisce alle tante altre che vagano per la mia mente, riguardante il ragazzo silenzioso.
Mi evita.
A pranzo, a colazione, a cena, mi evita. Ma non soltanto me. Anche gli altri.
Al momento dei pasti, resta lì seduto, accanto a me, come sempre.
Come ieri sera.
Eravamo tutti seduti in sala da pranzo, in silenzio.
Dopo che gli altri finiscono di parlare tra loro, tranne Taehyung, che se ne sta in silenzio, perso nei suoi pensieri, come al solito, Jin entra nella stanza, tenendo tra le mani coperte da un paio di guanti colorati da cucina, una portata abbastanza ampia di Kimchi fumante, che serve subito dopo, delineando le labbra in un lieve sorriso dolce, alla vista dei ragazzi pronti a staccare tra loro le bacchette, con aria alquanto affamata.
Mentre tutti afferrano le proprie bacchette, facendo per iniziare ad avvicinare il cibo alle labbra, Taehyung fissa il proprio piatto, deglutendo silenziosamente.
Resta lì, per qualche minuto, scuotendo il capo dopo questi brevi minuti, per poi alzarsi dalla tavola e limitarsi ad un "io non ho fame", leggerissimo, simile ad un mormorio impercettibile.
Volto lo sguardo verso di lui, seguendo ogni suo minimo movimento con le iridi, con le bacchette tra le dita. Deglutisco silenziosamente, socchiudendo appena gli occhi, mentre mi si forma un nodo in gola.
Quel ragazzo mi preoccupa.
"Che stia entrando nell'anoressia?"
Uh, un'altra domanda. Bingo.
No, aspetta. "Bingo", un bel niente.
Questa è una delle domande che mi tormenta maggiormente.
Tralasciando le mie ipotesi, tiro un sospiro leggerissimo, neanche troppo udibile alle orecchie dei ragazzi.
Dopo che Jin serve il mio piatto, dopo quello di Yoongi, poso lo sguardo sulla mia portata.
Boom.
Taehyung mi ha appena fatto perdere l'appetito.
Diamine, se sono preoccupato per quel ragazzo.
Deglutisco una seconda volta, facendo un minuscolo rumorino, del quale Jin si accorge quasi all'istante.
Alza lo sguardo verso di me, incarnando appena un sopracciglio, quasi perplesso dall'espressione che avevo assunto in quel momento: un'espressione malinconica, con il solito misto di preoccupazione ed ansia, che ormai regnava sul mio volto.
"Jungkook-ah?" La sua voce, che fuoriesce come una specie di mormorio esitante, mi risveglia dai miei pensieri, facendomi alzare di scatto lo sguardo verso le iridi scure del ragazzo, e facendomi dischiudere appena le labbra, come per emettere un suono, che riesco a bloccare rapidamente.
"Jungkook, va tutto bene?" mormora ancora, incurvando le labbra in un leggerissimo sorriso, quasi rassicurante, mentre tiene lo sguardo incrociato con il mio.
"A-Ahn, sì. Più o meno" annuisco appena, portando lentamente lo sguardo verso la porta della stanza, come per riferirmi al ragazzo che è andato via. Jin fa lo stesso, facendo spegnere lentamente il lieve sorriso che gli si era creato in volto.
Improvvisamente, Yoongi, che sembra aver sentito i nostri mormorii, volta lo sguardo verso me ed il ragazzo, tirando un sospiro flebile.
"Taehyung, giusto?" Mi fa un cenno del capo, ricambiando il tono che stiamo usando io e Jin, quasi istintivamente.
"Sì. Non capisco cosa gli prenda. Insomma, voi lo conoscete, come lo conosco anche io. Non è mai stato così silenzioso."
Jin si volta verso di me, facendo ricomparire quel leggerissimo sorriso che aveva prima, e inizia a mormorare nuovamente.
"Sai, Hyung, a volte il silenzio di una persona può nascondere una vera e propria tempesta di parole."
Incarno appena un sopracciglio, alla strana affermazione del ragazzo di fronte a me.
Poggio un gomito sulla superficie in vetro del tavolo, poggiando poi la guancia sulle mie stesse nocche della mano, che intanto ho chiuso a pugno.
Poso nuovamente lo sguardo sulla stanza, restando in silenzio per qualche istante, ed inizio a riflettere sulle parole di Jin.
"Una tempesta di parole?
Che Taehyung abbia qualcosa da dire, a qualcuno?
Che abbia qualche problema, e che non voglia parlarne con noi?"
Uh, una, due, tre domande in un colpo solo.
Ehi, mente, sta' calma.
Okay, no.
Torniamo a noi.
Dopo aver passato quei brevi, ma allo stesso tempo quasi eterni istanti, decido di alzarmi da tavola, rivolgendo una piccola occhiata ai ragazzi, come per dire "torno subito".
Mi dirigo verso la porta della sala da pranzo, giro il pomello ed esco, richiudendomi la porta alle spalle.
Faccio un respiro profondo, sbattendo per un paio di volte le palpebre, mentre il mio battito cardiaco stranamente inizia ad accelerare.
Non ne capisco il motivo, però. 
O forse sì.
No, non lo capisco.
Decido di non pensarci troppo, ed entro silenziosamente nella stanza di Taehyung, deglutendo, in preda all'ansia, ormai.
Dischiudo appena le labbra, dopo aver posato le iridi sul ragazzo, che se ne stava seduto sul materasso coperto dalle lenzuola bianche, con le ginocchia strette al petto, e lo sguardo fisso sui propri piedi.
Tiro un sospiro impercettibile, avvicinandomi con cautela al ragazzo, quasi esitante.
Il mio cuore accelera ancora, mentre mi avvicino a lui.
Cosa mi sta succedendo? 
Bah, non so.
Non penso neanche a quello: ormai sono concentrato soltanto su Taehyung.
Mi siedo lentamente sul bordo del letto, con parte dello sguardo rivolto verso di lui.
Inizio a mormorare, ancora più esitante di prima, con le mani che hanno iniziato a tremare, inspiegabilmente.
"Taehyung... Taehyung, cos'hai?"
Niente.
Silenzio.
Quel silenzio tombale che dimora nella stanza, mi crea un secondo nodo in gola, ed una leggera fitta allo stomaco.
Decido di ritentare, avvicinandomi appena al ragazzo, con il busto.
"Taehyung, ti prego, parla."
Ancora nulla.
Non ricevendo alcuna risposta, essendo completamente ignorato, inizio ad irritarmi.
Mi alzo dal letto, tirando uno sbuffo lieve, con lo sguardo ancora posato sul volto del ragazzo.
"Mi spieghi che cazzo ti succede, Kim?" mi volto verso di lui, allargando le braccia per qualche breve istante, per poi lasciarle scorrere nuovamente lungo i fianchi.
Stringo tra loro le due file di denti, incarnando lievemente le sopracciglia, con le iridi scure posate su quelle del ragazzo, che intanto se ne sta in silenzio, con lo sguardo posato sulle lenzuola a sé sottostante, senza proferire parola.
La mia irritazione è stata capita dal modo in cui l'ho chiamato: per cognome.
"Al diavolo, Kim" borbotto nuovamente, dopo aver ricevuto alcuna risposta da parte del ragazzo, che intanto si limita a tirar fuori un sospiro flebile, ancora senza accennare a dir qualcosa.
Lo guardo ancora per qualche breve istante, ricambiando il sospiro, dopodiché mi volto, infilando le mani nelle tasche dei jeans, per poi dirigermi verso la porta della stanza, senza aggiungere altro, ancora perplesso ed appena irritato dal comportamento del ragazzo.
Dopo un brevissimo momento, sento un'altra voce, simile ad un mormorio, ancora silenzioso di quello che avevo fatto fuoriuscire io, precedentemente.
Era Lui.
Sì, era lui.
Non sono mai stato così felice di sentire la sua voce, prima d'ora.
"È così difficile, Jungkook?"
Mi volto lentamente verso di lui, ed appena noto che le guance candide del ragazzo sono state rigate da diverse lacrime, sento il mio cuore essere trafitto, di botto, come se qualcuno mi avesse pugnalato al petto, in quel momento.
Nonostante le lacrime, sul volto del ragazzo vi è anche disegnato un leggero sorriso amaro, a labbra dischiuse.
Deglutisco a fatica, mentre un secondo silenzio tombale piomba nella stanza, dopo il mormorio da parte di Taehyung.
Però, è spezzato.
Da cosa? Oh, semplice.
Dai nostri battiti cardiaci, che vanno all'unisono.
Il suo sembra più forte del mio, ma dopo qualche breve momento, il mio sembra superare quello del ragazzo.
Mi avvicino lentamente a lui, senza proferire parola. Questa volta, il silenzio aveva invaso me.
"Andiamo, Jeon. Ci vuole così tanto, a capirlo?" allarga appena le braccia, sbuffando una lieve risata amara, mentre continua a piangere silenziosamente.
Mi risiedo sul bordo del letto, deglutendo sonoramente, ancora senza spiccare parola.
Passiamo qualche secondo in silenzio, ma dopo questi eterni secondi, sento delle braccia avvolgermi le spalle.
Erano le sue.
Mi stringe in un abbraccio, chiudendo gli occhi ancora lucidi e appena arrossati, senza far spegnere quel sorriso amaro che ha in volto.
Leggermente perplesso, ricambio solo in un secondo momento, con la mente ormai offuscata da una tempesta di pensieri, domande, ipotesi, e chi più ne ha, più ne metta.
Mi stringe ancora, senza dir nulla.
Ricambio altrettanto la stretta, chiudendo piano gli occhi, che intanto si erano coperti di un leggerissimo velo di lucidità.
"È così difficile capire quanto io ti ami?" mormora, con le labbra vicine al mio orecchio.
Sul mio volto, si disegna un sorrisone leggero, quasi dolce, che pare essere stato disegnato con un indelebile, o a penna.
Sicuramente qualcuno dirà: "Oh, ma per l'indelebile esiste pur sempre il bianchetto".
Mi dispiace, ma l'ho perduto tra i banchi di scuola, e non ho intenzione di acquistarne un altro.
"Invece di startene in silenzio, potevi anche dirmelo." Accenno una risata intenerita, stringendo ancora il ragazzo, mentre premo appena una guancia contro la sua.
Sento il viso essere preso fra due dita, di scatto.
Mi ritrovo poi con le labbra posate su quelle del ragazzo.
Sgrano impercettibilmente gli occhi, dopo averli aperti, ed osservo quelli chiusi del ragazzo, perplesso.
Non me lo aspettavo, da lui.
Decido di lasciarmi andare, e richiudo gli occhi, dischiudendo appena le labbra, e ricambiando lentamente il bacio, per assaporare al meglio il gusto intenso ed estremamente piacevole delle labbra del ragazzo.
Erano così morbide.
Così dannatamente morbide.
Calde.
Dolci.
Perfette.
Lui, era perfetto.
Gli avvolgo la vita con le braccia, e lui fa lo stesso, con le gambe, ritrovandosì così a cavalcioni su di me.
Mi stacco appena dalle sue labbra, socchiudendo leggermente gli occhi, e li riduco a due fessure.
Lui fa ancora lo stesso, facendo sentire involontariamente il respiro caldo sulle mie labbra.
Dio, quanto avrei voluto rimanere così per sempre.
"Adesso, lo avrai capito di certo, mh?" accenna una risata leggera, ma cristallina, dopo avermi lasciato un altro bacio a fior di labbra.
Poi annuisco appena, delineando le labbra in un sorriso dolce, a labbra socchiuse.
Lo guardo negli occhi, perdendomi definitivamente nelle sue iridi scure, che adoravo da impazzire.
Adoravo tutto, di Taehyung.
Lui era perfetto.
Era tutto.
Era la cosa più bella che mi sia capitata.
Volevo prendermi cura di lui, essergli vicino in ogni momento, stare con lui, avere una vita con lui.
Insomma, se c'era Taehyung, tutto andava per il meglio.
Se c'era lui, la mia vita poteva definirsi ormai salvata.

 
   
 
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