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Autore: Paolo Ciraolo    16/01/2016    1 recensioni
La fiaba di Paolino e la penna del Castello Normanno.
Si narra di una leggenda, in un luogo tanto speciale quanto remoto, chiamato Castello Normanno. Questo castello era situato all'interno di un paese fatato, ed entrambi, erano incastonati dentro una città meravigliosa.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Incompiuta
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La fiaba di Paolino e la penna del Castello Normanno.



Si narra di una leggenda, in un luogo tanto speciale quanto remoto, chiamato Castello Normanno. Questo castello era situato all'interno di un paese fatato, ed entrambi, erano incastonati dentro una città meravigliosa.
La reggia era vigilata da tre fate buonissime che vegliavano su un giovane angioletto, il cui nome era Paolino; questi faceva lo scrittore tanto di giorno quanto di sera. Per grazia delle fate, erano riservati al giovane Paolino ricchezze inestimabili, in più tre bacchette fatate per esaudire ogni suo desiderio e di entrare nella città parallela dove avrebbe esaudito ogni sogno della persona che avrebbe amato un giorno. Tutto questo avrebbe avuto lui se solo fosse stato in grado di sconfiggere il suo più grande nemico: "L'Orribile Maleficio".
Infatti questo terribile avversario minacciava continuamente l'equilibrio armonioso di Paolino e le sue tre fate. Il Maleficio si nutriva della luce del bene; nessuno sapeva dove abitasse o che volto avesse questo demone del male. Una cosa era certa, non dava pace a nessun abitante del Castello.
Il problema per Paolino era che lui sapeva solo scrivere e nulla più, come poteva vincere in tal modo il suo terribile avversario? Che fra le altre cose insidiava, con ogni oscura maledizione, tutto il suo mondo da sogno.
Tempo passò e il Maleficio fece ricadere sul giovane scrittore un orribile maledizione, rinchiudendolo in una prigione del castello. Paolino, non perdendosi d'animo, con una pazienza e una volontà infinita, dalla sua prigione incominciò a scrivere tantissime storie belle, che leggeva poi a voce alta per farsi udire da qualche passante che lo liberasse dalla sua schiavitù. Ma fu tutto inutile, la prigione del nostro giovane autore era molto profonda e nessuno lo poteva udire.
Cosi in modo infaticabile, Paolino scriveva poesie belle e struggenti quanto fiabe e favole meravigliose; quanta ispirazione metteva questo povero angelo nei suoi componimenti! Quanta felice illuminazione per difendere se stesso e la sua reggia dalle potenti maledizioni del Maleficio! Poi di notte le tre fate entravano dalla finestra della prigione e confortavano il povero autore Paolino. Quante albe e tramonti felici aveva passato con le sue tre amiche fate, giocando fra l’azzurro delle onde e banchettando con loro alle feste del Castello.
Ma per quanto egli si affannasse a comporre opere suggestive, l'Orribile Maleficio con puntuale cattiveria, lo assillava, nonostante l’avesse già costretto a vivere in un luogo malsano; infatti, con altre maledizioni, rattristò due delle fate con un male incurabile mentre la terza era diventata così vecchia, sempre per opera del terribile nemico, che si aspettava la sua dipartita da un momento all'altro. Paolino infaticabile dava speranza ed energia a tutte e tre le sue amiche, recando loro parole dolci e buone, ma tutto era ormai perduto in quanto il destino cattivo sembrava avere avuto la meglio. Mentre il peggio stava per accadere, Paolino dalla prigione del suo Castello, scriveva la sua fiaba con la speranza di far conoscere a tutta la corte e al popolo intero, l’infamia dell’Orribile Maleficio, di quanta sfortuna aveva gettato su di lui e sulle sue fate. Egli era chino su di una pietra che gli serviva da scrivania. Aveva Paolino scritto alcune righe della sua fiaba, quando dalla finestra vicina il custode del Castello Normanno, gli diede una penna divina, in virtù della quale il povero angioletto poteva scrivere in nome di Dio. Nel giro di qualche settimana, il popolo tutto conobbe la storia del giovane scrittore e attraverso una petizione collettiva venne scarcerato e posto sul trono del Castello Normanno, le due fate furono guarite e vissero felici e contente per sempre a fianco di Paolino, mentre la terza fata fu trasformata in una bellissima principessa che Paolino sposò. Il custode fu nominato sindaco del paese, e tutti vissero felici e contenti.
   
 
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