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Autore: SSONGMAR    16/01/2016    3 recensioni
(Seconda parte de “L’oceano tra noi”) L’oceano e poi noi, rappresenta il seguito de “L’oceano tra noi”, fan fiction ambientata in una Seoul odierna e che narra la vicenda di un amore scelto dal destino, di due persone distanti che si incontrano in quella che reputeranno la loro isola felice.
Riuscirà l’oceano a non essere più un ostacolo ma un punto d’incontro? E soprattutto, riuscirà l’amore a trionfare ancora?
L’oceano… e poi noi.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Seungho, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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( https://www.youtube.com/watch?v=nobvhd22bN8 )

Le fievoli luci che si confondevano tra loro, creavano un lieve riflesso sul vetro del piccolo oblò. Si adagiarono sui miei occhi che aprii senza esitazione alcuna e mi accorsi di come il tutto fosse uguale all’ultima volta.
Pensavo che la vita ci mettesse continuamente davanti a delle scelte, davanti a piccoli bivi e strade da intraprendere e che fosse solo nostro il dovere di prendere una decisione definitiva.
Non mi sbagliavo nel dire che molte cose non erano cambiate, che tutto era esattamente come l’avevo lasciato, se non fosse che nel mio cuore vi era qualche piccola cicatrice in più ed un posto vuoto accanto al mio in grado ancora di scuotermi l’anima. Nessuna risata mista all’emozione, nessuna parola impastata dal sonno; solo un religioso silenzio che mi accompagnò a recuperare le valigie ed infine mi condusse al primo taxi libero.
Avevo abbandonato Seoul come nostra “isola felice”, luogo in cui avevo lasciato un grande pezzo del mio cuore e sigillato un’eterna promessa di amore e fedeltà, e nulla in quell’arco di tempo era riuscito a scalfire la stessa. E di tempo ne era passato, forse troppo, in modo inesorabile, contro cui la volontà non avrebbe mai potuto niente. Pensavo a tutto quello mentre il silenzio vigeva in quel piccolo abitacolo caldo, ove all’esterno le strade affollate facevano da padrone nel cuore di quella metropoli che tanto amavo.
Non riuscivo a sentire le risate che gli adolescenti si scambiavano, o il continuo vociferare proveniente da qualsiasi negozio aperto, la cui insegna contribuiva ad illuminare la strada; persino il respiro del conducente del taxi mi era impercettibile.
Mi lasciò alla stessa stradina, dove lo stesso lampione continuava furioso a lampeggiare mostrando appena una figura maschile allungarsi verso il suolo «vi deciderete mai a riparare questo aggeggio?» echeggiai, alzando di poco il tono della voce in modo che il mio interlocutore potesse sentirmi. Jun spuntò con le mani in tasca ed un sorriso soddisfatto in volto e, quasi beffardamente, si strinse nelle spalle rivolgendo lo sguardo alla luce che era sul punto di spegnersi definitivamente «chissà perché, mia cara mela, questo lampione comincia ad essere furioso al tuo arrivo». Lasciai la valigia al mio lato e mi fiondai immediatamente tra le sue braccia, dimenticandomi completamente della stanchezza che il viaggio mi aveva procurato. Il viso di Jun era cambiato alquanto. I segni del tempo trascorso e delle esperienze si notavano, e noi non avevamo avuto modo di vederci prima di allora. Capii quanto mi fossero mancati i suoi caldi abbracci e quanto fosse per me un amico speciale «ben tornata, amica mia» sussurrò con una dolcezza disarmante «sono a casa, amico mio» ripetei con la stessa dolcezza. Trascorremmo alcuni minuti stretti in quel modo e poi, con un sorriso, ci dirigemmo all’interno del suo appartamento.
Erano trascorsi due anni dall’ultima volta, ma il profumo familiare degli ambienti in cui mi trovavo ed il tepore della famiglia stessa, erano vivi in me come se il tempo non fosse mai passato, come se quella ruga in più sul volto della madre di Jun che mi veniva incontro, fosse solo frutto di una notte insonne. Le sorrisi con gli occhi un po’ lucidi e in poco tempo mi ritrovai stretta in un abbraccio incredibilmente materno «ci sei mancata tantissimo cara. Siamo felici che tu sia qui». Anche il valoroso signor Kim, narratore delle vicende più romantiche dei suoi indimenticabili anni, aveva in serbo per me una dose di abbracci paterni ed accoglienti, in grado di riscaldarmi corpo ed anima «vi ringrazio per essere sempre così ospitali e gentili con me, e per avermi permesso di usufruire ancora per un po’ della casa accanto, ve ne sarò debitrice in eterno» mi inchinai e dentro me quel biglietto di sola andata stava iniziando a farsi sentire, come una punta dolce in una vita amara.
Ero partita desiderosa di un attimo di respiro ed era ciò che stavo immediatamente vivendo ritrovandomi a tavola con quella graziosa famiglia. Eravamo quattro persone, ma le nostre fragorose risate potevano essere accomunate a quelle di migliaia di persone messe insieme.

Poco più tardi mi ritrovai nuovamente nella piccola casetta dei sogni. Osservai lo stagnetto, il tetto sul quale mi sarei finalmente affacciata, e la finestra su cui ero solita dare il buongiorno al quartiere o la buonanotte a persone speciali con lo sguardo rivolto verso la luna. Alle mie spalle il muretto in pietra e di fronte ad esso il cancelletto di ferro non più corroso dalla ruggine, sorrisi «qualcosa quindi è stato aggiustato» bofonchiai tra me.
Un profumo di timo era venuto a darmi il benvenuto, mi osservai intorno e mi diressi immediatamente in quella che, per un mese intero, era stata la mia stanza. In un angolo vi era un piccolo lettino a sostituire i due futon con accanto un comodino, una scrivania ed un discreto armadietto abbastanza capiente.
Sul lettino erano state messe delle lenzuola bianche morbide e profumate. Mi avvicinai con gli occhi nuovamente lucidi e le labbra tremanti, accarezzando con le dita la superficie delicata delle stesse. Dal nulla sentii il dolce profumo della vaniglia ed un respiro lambirmi il collo, facendomi rivivere uno degli ultimi momenti vissuti insieme a lui. E così quel flashback si aprì a me in modo tanto fugace da spezzarmi il fiato e lasciare che le mie gambe cedessero al suolo.
Mi era mancato, mi mancava e mi sarebbe mancato sempre, nonostante ormai fossi lì, finalmente lì. Avrei voluto comporre il suo numero e chiamarlo, ma il cellulare fuori servizio me lo impediva amaramente.
Sul mio anulare sinistro l’anello regalato prima della partenza era ancora lì, conservato come se fosse stato posto il giorno prima. Con una mano al petto feci un profondo respiro, preparandomi ad affrontare tutto quello che non ero riuscita ad affrontare stando lontana da lui.
Mi guardai intorno ed ogni cosa mi parve mutare e prendere una forma diversa, un profumo ed un sapore diverso. Mi distesi a letto completamente vestita, fin troppo stanca per disfare le valigie od occuparmi di me stessa. Nel mio cuore e nella mia mente un semplice desiderio: quello di vederlo.
Chiusi gli occhi in procinto di addormentarmi ma fu la lucina blu delle notifiche a destarmi ed avvisarmi che il servizio era finalmente tornato, il tempo di lasciare al mio cuore riempirsi di dubbi. In pochi minuti tutte le mie certezze parvero scomparire e, al loro posto, solo una profonda voragine fatta di perché.
Era buio, ero sola e con un vuoto da colmare. Scossi la testa e scacciai via ogni cattivo pensiero, afferrai il cellulare e digitai il suo numero, pigiando sulla casella dei messaggi. I minuti trascorsi a scrivere sembrarono interminabili: “Sono tornata”, gli dissi, ed un messaggio di risposta arrivò prima che io potessi battere ciglia.



Angolo Autrice

Quando cominciai a scrivere “L’oceano tra noi” non credevo che mi avrebbe presa tanto e, soprattutto, non credevo potesse poi avere un seguito. Ma la vita è imprevedibile e tutto può accadere, quindi ancora una volta ho deciso di realizzare un piccolo desiderio che mi portavo dentro.
So che probabilmente il titolo è un po’ ripetitivo, ma non volevo che l’oceano stesso perdesse l’importanza che gli ho sempre dato scrivendo, attimo per attimo, tutte le vicende. Due anni sono trascorsi e, come avrete capito dal prologo, molte cose sono cambiate, ma sarà così per tutto? Che cosa secondo voi sarà cambiato in meglio e cosa in peggio? Il titolo stesso vi fornisce un grande spoiler che, ahimè, reputavo indispensabile, quindi mi auguro fortemente voi possiate accompagnarmi in questo altro piccolo grande percorso che ho appena iniziato.
Ringrazio tutte voi che mi avete sempre letto e vi invito a lasciarmi il vostro parere, sarebbe un carburante perfetto per me. Un bacione enorme e al prossimo capitolo.
Ps: vi consiglio di guardare il video posto all’inizio per un riassunto della storia precedente.


 
  
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