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Autore: JustJulioo    16/01/2016    0 recensioni
Clarisse è una giovane ed intraprendente ragazza, con una brillante carriera alle spalle ed un lavoro di avvocato presso una celebre società produttrice di giocattoli. Visti i profitti della sua professione può permettersi uno stile di vita agiato nella cittadina francese di Cherbourg-Octeville, sulle coste della Normandia. Tutto sembra scorrere apparentemente per il meglio, finché il suo ragazzo, Adam, non incontra una temibile sorte. Egli infatti perderà la vita a seguito di un incidente in macchina. E proprio qualche mese dopo, quando Clarisse sembrerà essersi ripresa dalla grave perdita, qualcuno inizierà a bussare insistentemente alla porta..
Genere: Angst, Horror, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Fissare fuori dalla finestra sembrava essere diventata la mia attività preferita durante i giorni di forte pioggia e, nonostante sapessi di stare sprecando inutilmente del tempo, la mia mente si rifiutava di reagire. Sembrava quasi assurdo il pensiero che una ragazza energica come me, la quale fino a qualche settimana prima avrebbe persino rinunciato a indispensabili ore di sonno pur di non trascurare i suoi doveri, si fosse ridotta a sprecare interi pomeriggi sdraiata su di una poltrona.
Questo ormai si ripeteva assiduamente appena iniziavano a scendere delle gocce dal cielo. Fu proprio a causa loro che Adam perse la vita. Il pensiero di un’esistenza così felice e spensierata, spazzata via in tale modo, mi inorridiva. E così, ogni volta che fuori dalle finestre si udivano già i primi scrosci, riaffioravano nella mia mente i momenti più belli passati con lui.
Accarezzai delicatamente il mio collo e tastai quel meraviglioso ciondolo che mi aveva regalato una settimana prima dell’incidente. Era stupendo, un prodotto di artigianato che probabilmente aveva richiesto una miriade di ore di lavoro per essere forgiato interamente. Il pendaglio dorato era a forma di cuore ed i lati erano contornati da delle piccole pietre preziose: dei rubini di un colore rosso sgargiante ed un paio di diamanti. Al centro, invece, vi era incisa una sigla: A.C, ovvero le iniziali dei nostri nomi. Il tutto decorato con delle bellissime incisioni.
Ero sicura che avrei conservato quel gioiello per sempre.
Distolsi lo sguardo dalla finestra e ripresi a seguire la televisione: sul canale regionale stavano trasmettendo un servizio sulla pesca invasiva e di come l’ecosistema stava inesorabilmente cambiando. Le parole di critica che il biologo marino intervistato rivolgeva di fronte alla telecamera erano agghiaccianti, tantoché per poco non mi sentii in colpa per aver mangiato un filetto di salmone a pranzo.
Spensi l’apparecchio e decisi di alzarmi. In quel momento mi venne in mente ciò che la psicologa mi aveva consigliato la settimana prima, ovvero che avrei dovuto uscire più spesso, benché ciò non fosse così semplice. Purtroppo non abitavo in città, bensì in un paese di periferia, Fermanville, che, nonostante la sua bellezza, era piuttosto distante da qualsiasi centro abitato, in quanto abbarbicato su di un promontorio. Così, ultimamente, mi risultava parecchio difficile uscire di casa, sia per la mia malavoglia che per la distanza che mi separava dalla città. 
Già da questo riuscivo a capire da sola che qualcosa non andava. Se fino a un mese prima non avrei avuto problemi ad andare fino a Parigi, per poi ritornare a casa il fine settimana stesso, ora dovevo sforzarmi persino per andare sotto casa a comprare il pane. La morte di Adam mi aveva distrutta, sia psicologicamente che fisicamente. Ma avevo promesso al capo dello studio legale che entro un paio di settimane mi sarei ripresentata a lavoro e non intendevo deluderlo in alcun modo.
Stavo per dirigermi verso il bagno quando improvvisamente qualcuno iniziò a battere furiosamente sulla porta d’ingresso. Il rumore dei pugni si confondeva di tanto in tanto con quello dei tuoni. Inspirai profondamente e, avvicinandomi lentamente alla porta, domandai: “Chi è?”. Una voce piuttosto roca, eppure famigliare rispose un paio di istanti dopo: “Sono io tesoro, aprimi!”
  
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