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Autore: mikilily    16/01/2016    2 recensioni
Invitata al matrimonio della sua amica Pansy fa ritorno a Londra. Manca dalla sua città da parecchi anni ed è decisa a mettere la parola fine al contratto matrimoniale che la lega a quello che un tempo considerava un suo amico ma che lei segretamente ama. Se vi va continuate a leggere.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blaise Zabini, Pansy Parkinson | Coppie: Blaise/Pansy
Note: OOC | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Da Epilogo alternativo, Contesto generale/vago
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Il riflesso sullo specchio mostrava una giovane donna dai lineamenti cerei e affaticati. Era dimagrita parecchio in quei cinque anni in cui era stata via da Londra.
Solo i suoi occhi scuri continuavano a brillare, anche se da molto tempo ormai avevano perso la verve. Acconciò i capelli scuri in una lunga treccia laterale impreziosendola con alcuni spilloni l’argento lavorati dai folletti. Era stato uno dei pochi cimeli di famiglia che era riuscita a portare con sé e a cui era molto legata.
Sua madre, ricordò, li indossava spesso quando era giovane molte foto la immortalavano con essi tra i capelli e anche a sua nonna piacevano, un dipinto che abbelliva la vecchia dimora di famiglia lo ricordava.
Sospirò rendendosi conto che non poteva compere con nessuna delle due né per intuito né per bellezza; benché ventitreenne Pansy non era né bella, né intelligente e ancora non capiva per quale stupida idea malsana fosse tornata a Londra. Nessuno aveva sentito la sua mancanza, poche erano state le lettere ricevute se non da Daphne, la sua migliora amica che continuava a chiederle di tornare in città. Era andata via subito dopo la guerra perché i ricordi erano troppo brutti e i suoi occhi ma soprattutto la sua coscienza non avrebbe retto. I processi che vedevano inquisiti buona parte di amici e parenti erano un’altra delle mille scuse che utilizzò per non tornare ma dopo cinque anni cedette.
Tra meno di tre ore la sua migliore amica si sarebbe sposata, coronando il suo sogno d’amore con Theodor Nott. Almeno quello non era cambiato: Daphne e Theo si erano sempre amati e nonostante mille difficoltà alla fine si sarebbero sposati nella grande residenza di famiglia una delle poche cose che Theo era riuscito a salvare dopo la guerra. Molte cose però erano mutate: Voldemort per fortuna era morto e con lui la sua fedele Bellatrix di cui Pansy ancora aveva gli incubi, i suoi amici d’infanzia erano usciti indenni dai processi, anche se alcuni avevano perso molte proprietà e denaro. Draco aveva avuto il più grande cambiamento, tanto che per anni non si parlava altro che della sua storia d’amore con Hermione Granger e Blaise… Blaise come al solito volava di fiore in fiore senza mai fermarsi.   
Chissà se mai si fermerà? Si chiese Pansy.
Il cuore sussultò al solo ingenuo e stupido pensiero. Non sarai certo tu a fermarlo, rispose la sua coscienza. Non si è mai accorto di te e non si accorgerà ora visto il fantasma che sei diventata.
I suoi occhi scuri osservarono ancora una volta il riflesso sullo specchio e subito dopo distolse lo sguardo schifata.
Era veramente penosa. Un tempo era considerata una ragazza allegra, l’anima delle feste e ora eccolo il fantasma di Pansy Parkinson, un cumulo di ossa e nulla più.
 La depressione l’aveva divorata lentamente rendendola lo spettro di se stessa e le cause di questo erano molteplici, ma avevano tutte un’unica matrice: la guerra.
Aveva perso ogni cosa a causa della guerra: sua madre era morta pochi giorni prima della grande battaglia, Voldemort non gradì il suo non essergli fedele; suo padre perì in battaglia e non si seppe mai se fu il fuoco amico o quello nemico a ucciderlo rimanendo nel giro di una settimana orfana. Scappò a Vienna non appena ne ebbe la possibilità. Si rifugiò tra le braccia amiche di sua nonna che fu l’unica a comprendere la sua sofferenza. Si diedero conforto fino a quando la depressione non la ridusse all'osso tanto che nemmeno i più bravi alchimisti del mondo magico Austriaco poterono nulla. Sua nonna Vichy le provò tutte tanto da ricorrere perfino alle cure Babbane e forse fu per quello o per la notizia del matrimonio di Daphne che si riprese.
Forse  o con molta probabilmente era solo il masochismo che la indusse ad alzarsi dal letto.
Blaise le ricordò la sua coscienza, sei qui per vederlo… da quanto non lo vedi cinque anni?
Sì Blaise era l’unico tra i suoi amici a non essere andato nemmeno una volta a Vienna a trovarla. La scusa era sempre la stessa, capitava un imprevisto improvviso e lui dava forfeit ma la verità era talmente palese che ormai Pansy ci aveva fatto il callo:  a Blaise non interessava né come amica né tanto meno come fidanzata. Che cosa stupida fu ricordare che, in effetti, i loro nonni in passato stipularono un contratto prematrimoniale.
Blaise non se ne sarebbe fatto nulla di una moglie come lei, non era certo il tipo di donna che frequentava. Nelle riviste per streghe pettegole il rampollo dei Zabini non mancava mai, ricordò Pansy: Blaise era sempre circondato da belle donne, streghe e Babbane non facevano differenza, l’unica caratteristica che le accomunava era che erano tutte rigorosamente alte, bionde e formose e lei non aveva nessuna delle tre virtù.
- Pansy tesoro - la voce di sua nonna le fece nascere il sorriso sulle labbra.
- Nonna sei già pronta?- domandò la giovane osservando la vecchietta che si reggeva su un vecchio bastone in onice. Aveva da poco passato l’ottantina ma non li dimostrava affatto poiché aveva ancora lineamenti delicati e degli occhi stupendi. Nonna Vichy indossava un elegante vestito blu che arrivava fino alle caviglie, i capelli erano sempre acconciati in un armonioso chignon.
-Sì e dovresti esserlo anche tu a che ora inizia la cerimonia?- domandò ma non le lasciò il tempo di rispondere.
- Comunque sei in ritardo, ho appena ricevuto un gufo da Maria…- 
Il cuore di Pansy si fermò non appena sentì nominare la migliore amica di sua nonna: Maria Zabini.
- Anche lei è già arrivata?-
- No lo sai come sono gli Zabini ci mettono un’eternità a prepararsi …-
Pansy annuì infilandosi velocemente l’abito che Daphne le aveva inviato, sarebbe stata la sua damigella insieme alla sorella Astoria.
-Sei bellissima- disse nonna Vichy ma Pansy arricciò immediatamente il naso appena udì quell’eresia.
- No iniziare a fare quella faccia, sei  molto bella anche se…-
- Quando parlerai alla signora Zabini?- domandò volgendo i suoi occhi a terra.
-Per cosa dovrei… oddio Pansy ancora con quella cretinata-
-Non è una cretinata nonna, vorrei che si rompesse prima che si decida a sposare una e…-
-Una … se esiste una pazza che se lo sposa uno come quello lì. Un mago veramente impossibile Maria mi ha …-.
-Te ne prego non è il momento - interruppe all'istante se solo continuava a raccontare le mille imprese che Blaise aveva combinato negli anni sarebbe impazzita.
Forse era già pazza.
 No era solo innamorata di uno che doveva in tutti i modi dimenticare.
La nonna la guardò attentamente ma non disse più nulla, scosse il capo e si morse la lingua. Pansy era cocciuta e molto fragile e quello non era il momento migliore per litigare con lei.
Non lo era più da cinque anni da quando era scappata da Londra senza un reale motivo se non quello di essersi innamorata del suo migliore amico.  
**
- Che bella idea è stata organizzare il matrimonio il giorno della vigilia, romantico non trovate?- disse Hermione stretta al braccio dell’uomo che presto l’avrebbe resa madre.
- Bah non mi pare una trovata originale, senza dubbio è stata di Daphne non è mai stata molto brillante…- rispose Zabini.
Draco sospirò sollevando gli occhi al cielo, ma Blaise nemmeno lo degnò di uno sguardo visto che la sua attenzione venne catturato da ben altro.
- Avevi detto che non ci sarebbe stata?-
Draco assottigliò lo sguardo e incenerì il suo migliore amico, Hermione stette zitta osservando la scena.
- Non vedo cosa ti cambi se c’è o non c’è, sono certo che cercherà in ogni modo di evitarti e penso che dovremmo farlo anche noi – finì conducendo la sua donna lontano da Blaise che incredulo e furioso li osservò dirigersi verso la sua ex migliore amica.
La odiava.
Salazar quanto la detestava ma sapeva bene che era altro quello che provava per quella piccola vipera. L’aveva circuito per anni, si era illuso di poterla avere visto che per lui lei era sempre presente, ma lei aveva altre idee... lei aveva scelto qualcuno di irraggiungibile per emergere e ora aveva perso tutto.
Blaise storse il naso e bevette il contenuto ambrato del suo bicchiere di cristallo. Ora odiava ogni cosa di lei e benché fossero passati anni da quei nefasti giorni non riusciva a voltare pagina.
 Pansy, ricordò, era  sempre stata una buona confidente, un’amica speciale, una ragazza avvenente anche se non bellissima ma a lui era sempre piaciuta, e parecchio. Ogni donna che conosceva veniva paragonata a Pansy  e sistematicamente perdeva, eppure erano tutte bellissime…
Blaise strinse le labbra cercando di calmarsi ma la mente continuava ad assillarlo.
 Poche avevano il suo intuito, nessuna la sua verve, la maggior parte delle ragazze che frequentava detestava ascoltare perse come erano nella contemplazione del proprio io. Pansy non era così ma ai suoi occhi ora era meno di niente. Ancora ricordava il giorno che suo padre gli raccontò cosa avesse in mente Voldemort per lei.
La sua Lady, la chiamava e al solo ricordo tremò.
Aveva preferito quel derelitto di uomo, quel viscido serpente a lui.  Era stupido che ancora dopo anni il rancore lo accecasse ogni qual volta la si menzionava. Pansy Parkinson era la sola ragazza che l’aveva rifiutato, la sola che ridendo gli aveva dato il ben servito.
“ Blaise veramente non è il caso, non ora poi. Non hai saputo ora sono sua”
 
**
Il matrimonio era in pieno svolgimento Theo e Daphne, raggianti, ballavano al centro della grande pista da ballo: erano bellissimi.
- Veramente un bel matrimonio – disse Maria Zabini. Pansy sussultò non appena la riconobbe.
- Come stai cara?- domandò osservandola con attenzione.
- Io…bene grazie-
- Sei dimagrita parecchio e non sorridi più come un tempo, tua nonna…-
- Sto bene, il peggio è passato -
- Lo spero per te non deve essere bello convivere con alcuni ricordi –
Lei sapeva, chi altro ne era a conoscenza?
Pansy strinse le labbra e non rispose, no non era affatto bello ricordare il perché sua madre era morta. Perché Voldemort l’aveva uccisa.
Era tutta colpa sua e della sua stupidissima esuberanza. Se fosse stata meno appariscente, più composta , meno audace, lui non si sarebbe mai accorto di lei. Mai l’avrebbe voluta e sua madre non si sarebbe mai sacrificata. Ora sarebbe lì con lei a festeggiare la sua migliore amica che diventava moglie.
Invece…
**
- Blaise - nonna Maria si avvicinò al nipote – stai bevendo troppo – disse posando una mano sul braccio del giovane.
- Reggo bene nonna, non mi ubriacherò tranquilla-
- Non è quello e che dobbiamo parlare…-
- Parleremo poi, non mi sembra…-
- Ora Blaise. Nello studio dei Nott – disse Nonna Maria e il nipote non osò ribattere sua nonna era un mastino italiano e non ammetteva che le si disubbidisse.
**
Pansy seguì sua nonna senza fiatare. Era stata lei a insistere per parlare con loro anche se sperava che fosse sua nonna a risolvere ogni cosa.
Aveva paura, ma quella era una costante nella sua vita.
- Lascia parlare me- disse sua nonna ormai prossima a entrare.
Pansy annuì, non aveva alcuna intenzione di parlare con gli Zabini, per dire poi che cosa?
Voleva solamente stracciare quello stupido contratto, visto che mai ci sarebbe stato un matrimonio tra lei e Blaise . Non si era nemmeno avvicinato a salutarla, anzi si era rigorosamente tenuto a debita distanza da lei, come se fosse un’appestata.
-Prego – disse Maria Zabini accogliendole, - mi hanno assicurato che nessuno ci disturberà-
-Me lo auguro - replicò sua nonna avanzando a passo svelto dentro la stanza.
- Che diavolo vuol dire questo nonna?- la voce di Blaise echeggiò nella stanza
Pansy sentì una morsa attanagliarle lo stomaco non appena l’udì. Seguì sua nonna abbassando immediatamente lo sguardo a terra per il timore di vedere lo sdegno nei suoi occhi.
-Sta zitto Blaise -
-Non m’interessa rimanere qui -
-Siediti – la voce di Antonio Zabini era ferma e dura, Pansy non ricordava di averla mai udita prima. – ascoltiamo cosa hanno da dire le signore e poi potrai andare via- concluse.
Il nonno di Blaise era sempre stato un uomo schivo, l’unico a non essersi immischiato con Voldemort. L’unico con un barlume di intelletto, aveva detto sua nonna non molto tempo prima.
Pansy si sedette in una delle due poltrone vicino alla parete, lontana il più possibile da Blaise, sua nonna si accomodò poco lontana da lei , la signora Maria Zabini si  accomodò tra il marito e l’amica mentre Blaise era vicino alla finestra che dava sul grande giardino di casa Nott.
-Perché siamo qui?- domandò Antonio Zabini e Pansy strinse con forza la stoffa del suo bellissimo abito in seta blu.
- Tempo fa è stato steso un contratto matrimoniale tra mia nipote e il tuo - la voce della signora Vichy era calma e pacata, Pansy però non si sentiva affatto come sua nonna. Sarebbe voluto scomparire all’istante.
- Ricordo bene, fui io e il tuo defunto marito a scriverlo -
Blaise sbuffò senza alcun ritegno e sua nonna lo fulminò con lo sguardo.
- Mia nipote ritiene sia giunta ora di stracciarlo- aggiunse la donna.
- Si è fidanzata con un Viennese signorina Parkinson?- domandò Antonio Zabini, guardando con attenzione Pansy che continuava ostinatamente a osservarsi le mani posate sulla gonna.
- No…- ribatté immediatamente donna Vichy.
- Vorrei sentire la sua voce e il motivo di tale decisione da tua nipote Vichy - replicò l’uomo. Perfino Blaise si fece attento era certo che non esistesse più quel contratto, visto che Voldemort…
- Pansy - la richiamò sua nonna stringendole la mano per incoraggiarla.
-Io…- disse Pansy – penso…-
- Questa si che è una notizia, da quando riesci a pensare?- la frase di Blaise l’ammutolì.
- Blaise Zabini  scusati immediatamente - lo riprese sua nonna.
Pansy sospirò e riprese a parlare anche  se con non poca difficoltà – Credo che questo contratto sia nullo visto che io e vostro nipote non abbiamo nulla in comune, vorrei…-
-Vorrei… ma ti senti- Blaise balzò in piedi era furioso come osava rifiutarlo ancora, davanti ai suoi parenti per giunta, era inammissibile.
La detestava. Destava il giorno in cui aveva perso la testa per quell’insulsa ragazzina .
Pansy sollevò di scatto lo sguardo e impallidì non appena se lo ritrovò di fronte, Blaise le afferrò le braccia costringendola ad alzarsi.
Sentì freddo la testa iniziò a girarle era come una bambola di pezza. Blaise era furioso e lei ne era terrorizzata.
L’avrebbe annientata e non capiva perché l’odiasse così tanto.
Voleva scomparire. Scappare il più lontano possibile da lui.
-Ti prego ….- supplicò ma lui non le diede retta continuando a stringerle i polsi talmente fini che la pelle iniziò ad arrossarsi. 
- Blaise …- lo richiamò la nonna accorrendo in aiuto della giovane strega, anche la signora Vichy accorse in aiuto della nipote.
- Lasciala - urlarono le due anziane streghe ma Blaise era ormai in preda al tormento.
- Come cazzo fai a essere ancora innamorata di lui. Cazzo è morto?-
Pansy scosse il capo non riuscendo a capire cosa Blaise stesse rimproverandole, ma le due donne capirono all’istante.
-Era un mostro - urlo Blaise - un mostro e tu…- ripeté sconvolto e in quell’istante capì anche lei e volle morire al solo ricordo.
Voldemort , sua madre che si finse lei e che morì nel vano tentativo di salvarla.
Pansy aprì la bocca ma non riuscì a replicare e le forze l’abbandonarono.
Tutto divenne buio.
Sentì freddo, tanto freddo.
Lontano.
Silenzioso.
E poi non sentì più nulla.
*
Blaise se la ritrovò tra le braccia, pallida, leggera come una piuma. Le urla delle due donne che aveva accanto gli entrarono negli orecchi.
-Sei un deficiente- urlò sua nonna e non capì nessuna delle parole che la nonna di Pansy gli rivolse.
Doveva essere austriaco, poiché era lì che la vecchia strega abitava da decenni.
- Falla distendere – disse suo nonno accorrendo al capezzale della strega. Blaise non osò guardarlo negli occhi per non vedere lo sdegno che anch’egli provava nei suoi confronti.
-è molto debole- disse l’uomo posando una mano sul capo di Pansy.
-Soffre di una forma rara, i babbani la chiamano depressione ma credo sia dovuta ai ricordi del passato-
Blaise storse il naso.
- Immagino che non sia stato facile per lei, è stato veramente un atto ignobile -
- Lui era un mostro e non vi era altro modo per salvarla, sua madre ha fatto quello che tutte le madri avrebbero fatto nella sua situazione-
Blaise si voltò a guardare le due donne, mentre Pansy pian piano sbatteva gli occhi riprendendo conoscenza.
Che cosa aveva fatto la madre di Pansy? Perché lui non sapeva nulla?
 Draco. Doveva chiedere a Draco.
- Cara come ti senti?- domandò Antonio Zabini.
- Bene –rispose la giovane strega con voce talmente flebile da sembrare un uccellino.
- Vuoi dell’acqua?- si affettò a chiederle la nonna.
- No sto’ bene , veramente – rispose cercando di sollevarsi da terra anche se la testa continuava a girare come fosse sui dischi volanti.
-Vorrei veramente distruggere quel contratto e far finta … -
-No – disse Blaise e si stupì egli stesso di aver parlato.
-Non voglio strapparlo- aggiunse e senza attendere la replica di nessuno si smaterializzò all’istante.
Pansy rimase impietrita e con lei sua nonna.
Quel ragazzo era un mago senza controllo e aveva la facoltà di far sentire la sua piccola principessa uno straccio, l’avrebbe annientato lei stessa se solo osava riavvicinarsi a Pansy.
-Non acconsentirò mai a questa unione- disse con forza ribadendo i suoi pensieri nonna Vichy vostro nipote è…-
- arrabbiato e ne ha tutto il diritto, nessuno gli ha rivelato cosa è successo siete semplicemente scappate e lui-
-Per favore Antonio non iniziare anche tu, non è il momento …- lo freddò la moglie. Il mago la guardò storto si alzò e senza nemmeno salutare aprì a porta e uscì lasciandole sole.
-Signorina Pansy mi scuso per il comportamento di mio nipote, gli parlerò e lo farò ragionare se lei mi assicura che non intende sposarsi con lui –
Pansy si specchiò negli occhi della strega simili a quelli dell’uomo che aveva sempre amato non riuscì a proferir parola.
-Certo che non vuole sposarlo, non è sicuramente l’uomo adatto alla mia Pansy -
-Deve dirlo lei mia cara amica, non tu - rispose la donna.
-Io…. – disse Pansy – sono stanca, vorrei tornare a casa nonna – rispose invece Pansy riuscendo finalmente a mettersi in piedi. La nonna accorse immediatamente al suo capezzale e senza aggiungere altro uscì sostenerla per un braccio la signora Zabini le osservò silenziosa.
Doveva parlare con suo nipote e capire cosa provasse per la ragazza e se il suo intuito non la ingannava era certa che presto ci sarebbe stato qualcosa da festeggiare, quei due testoni avevano solo bisogno di chiarirsi e parlare.
**
Si era scolato una bottiglia intera per dimenticare le parole che il suo migliore amico gli aveva raccontato. Si era rinchiuso nell'appartamento che si era comprato al centro di Diagon Alley e lì aveva dato sfogo alla sua frustrazione.
Era un coglione.
L’aveva umiliata, derisa e lei era semplicemente una vittima di quel grande bastardo che era il Lord Oscuro.
Pansy era sfuggita alle grinfie di Voldemort solo grazie all’intervento di sua madre che morì per salvarla, se non ci fosse stato Draco a raccontargli quelle cose non l’avrebbe mai scoperto.
Quello era un segreto e il motivo per cui Pansy era scomparsa da Londra.
Sua madre si era sacrificata per salvarla e lui non aveva mai capito nulla. Aveva accusato Pansy di amare quel mostro invece come tutti lo odiava. Che cretino era stato, ora l’aveva persa per sempre, mai più l’avrebbe voluto.
L’aveva insultata per anni per una sua malsana idea e ora lei aveva voltato pagina, aveva chiesto ai suo nonni di interrompere quel vecchio contratto che li legava ma si sentiva un verme a costringerla a sposarlo. Pansy non lo amava, anzi giustamente lo odiava visto come si era comportato con lei.
Avrebbe voluto scomparire dalla faccia della terra, ma l’unica cosa che Blaise riuscì a fare fu bere fino a dimenticare ogni cosa. Bere era la sua unica soluzione.
**
Erano passate due settimane da quando Daphne e Theo si erano sposati, Pansy aveva sentito l’amica via gufo si era sincerata della felicità della giovane strega e congratulata ancora con lei per la cerimonia poi si era ancora una volta isolata da tutto ciò che le ricordava Blaise. Non aveva più parlato con sua nonna di quello che era successo a Villa Nott, aveva atteso invano notizie ma non ne aveva avute. Tutto era ripiombato nel più assoluto silenzio.
-Signorina Pansy - la voce gracidante della sua elfa la raggiunse nel giardino in cui era solita rifugiarsi a leggere. Pansy sollevò lo sguardo e impallidì quando vide che la fedele elfa non era sola.
- Dobbiamo parlare - la voce di Blaise era seria e ferma e rimbombò nelle orecchie della giovane strega non si aspettava di vederlo non dopo tutto quel tempo. Aveva capito che non volesse in alcun modo aver contatti con lei, eppure ora era lì davanti a lei nel grande giardino della villa di sua nonna a Vienna.
-Non ho nulla da dirti – rispose cercando di mantenere la calma anche se dentro di sé tremava.
-Si mi devi una spiegazione, ero convinto che fossi innamorata di lui, invece…-
Pansy fece un passo indietro al solo sentire ancora una volta rimarcare quei fatti. Ogni giorno i ricordi la opprimevano, avrebbe voluto che un oblivion cancellasse ogni cosa ma era impossibile.
-Non voglio parlare di quello che è successo –
-Io ero innamorato di te-.  La confessione di Blaise la colse di sorpresa, sollevò gli occhi di scatto incontrando quelli scuri del mago. Non mentiva , era serio e il cuore le esplose all’istante.
-Eri… - disse storcendo il naso cercando di calmarsi di non sembrare interessata a lui. Non poteva dargli corda, non subito per anni l’aveva fatta soffrire.
- Ero e sono - ammise avvicinandosi a lei, doveva farle capire che cosa provasse, dove spiegarle il motivo del suo comportamento. La gelosia per anni gli aveva offuscato la mente. Doveva in ogni modo convincerla che l’amava e per questo era andato fino in Austria per dirglielo. Pansy doveva essere sua se e se Draco non aveva mentito anche lei provava dell’interesse per lui.
-Beh, io non provo nulla per te- rispose volgendo lo sguardo da un’altra parte.
Il cuore di Blaise si ghiacciò.
-Non annullerò il contratto che ci lega- replicò lui offeso.
-Per favore Blaise non essere stupido. Lo sai bene che è solo carta straccia, non vale nulla; se vorrò sposarmi con qualcuno non mi fermerà certo quel vecchio contratto matrimoniale-
-è mangia antica Pansy e non si annulla come dici tu, poi non vedo il motivo per cui ora non vuoi sposarmi-
-Non ne vedi il motivo? Ma sei cretino forse?-
Lui rimase interdetto: da quando Pansy si rivolgeva a lui in quel modo?Negli ultimi anni  era solita abbassare la testa e soccombere ma in quell’istante rivide la donna di cui si era innamorato tanto tempo prima. La ragazzina allegra e sprezzante, l’irriverente e tagliente Pansy sempre con la battuta pronta che gli aveva fatto perdere la testa e spezzato il cuore.
-Sì lo sai che lo sono, se non lo fossi non saremo arrivati a questo punto e ora forse ti avrei già resa madre da un pezzo-
Lei sgranò gli occhi stupita.
-Per Salazar! Tu sei tutto scemo-
Blaise colse quell'esclamazione come un invito e si piombò su di lei, la strinse forte a se e prima che potesse opporre resistenza la baciò.
Pansy rimase senza fiato, era da anni che aspettava questo momento avvenne tutto così velocemente che non se lo godette appieno, visto che, quando finalmente si stava lasciando andare lui si allontanò.
-Scusa  io…- Disse Blaise notando il pallore sul viso di Pansy ma lei senza nemmeno ascoltarlo si buttò nuovamente tra le sue braccia e questa volta lo baciò con tutto l’ardore che per anni aveva serbato.
Rimasero così per alcuni minuti fino a quando respirare divenne necessario, bastò guardarsi negli occhi per capire quanto erano stati sciocchi.
-Io…- disse Pansy.
-Anche io Pansy - rispose lui sfiorandole in viso con i polpastrelli -Anche io ti amo- aggiunse continuando ad ammirarla come se fosse l’unica donna sulla terra.
Sospirò e si accoccolò ancora tra le forti braccia del mago annusando appieno il suo buon profumo.
Dopo tanto tempo Pansy Parkinson ritornò a sorridere, se lo meritava visto tutto quello che aveva passato. Così li trovò la signora Vichy e non riuscì più a essere arrabbiata con il giovane Zabini dopo aver visto il viso gaio della nipote ma non si lasciò sfuggire l’occasione di poterlo comunque assoggettare, doveva assicurarsi che i sentimenti del ragazzo non fossero effimeri, la sua principessa non avrebbe mai più sofferto per amore e infatti, mai più soffrì.
Pansy e Blaise si sposarono pochi mesi dopo ma questa è un’altra storia e io non voglio darvi altre informazioni, usate la fantasia .
   
 
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