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Autore: nothingdrum    17/01/2016    0 recensioni
La storia nasce come approfondimento dell'altro mio racconto Flow. In un futuro in cui i sogni sono diventati una droga, delle vicende si intrecciano per creare un ritratto dell umanità nell' epoca in cui si passa più tempo addormentati che svegli.
Genere: Dark, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ashley amava quelle feste così rumorose, amava l'aria di nullafacenza che si respirava quando c'erano settanta studenti liceali riuniti nella stessa casa.

Marco, il padrone e fautore di quella festa, era sulla postazione di DJ, a mixare brani techno di inizio anni 2000 con quelli moderni, con un'abilità invidiabile.

Ashley prese un altro bicchiere di Whiskey e cola, guardando i suoi compagni completamente bevuti fumare erba e farsi di ecstasy. Inorridì quando vide un suo amico vomitare proprio sul tavolo della cucina, appena assunta una di quelle pillole.

"Cazzo Johnny, ma che cazzo fai? Tornatene in Arizona se non riesci a reggere certe cose!" Marco prese il suddetto tizio e lo sbattè fuori di casa. Il suo sguardò si incrociò con quello di Ashley, e andò a parlarle, causando lo stupore della ragazza.

"Hey Ash, come stai? Ti piace la festa?"

La ragazza arrossì visibilmente.

"Beh, sì, è proprio una bella festa...." Decise di scogliere i lunghi capelli biondi, nel bieco tentativo di coprire le sue guance ormai vermiglie.

"Senti, ti va di vedere una cosa fighissima? Ce l'ho in cantina, e tu mi sembri l'unica a cui potrebbe interessare una cosa del genere, in fondo in classe sei la più intelligente..."

Era evidente a tutti tranne che al diretto interessato l'amore profondo che Ashley provava per Marco, così la ragazza accettò, e scese nella cantina della casa della sua cotta segreta.

 

 

La cantina era terribilmente sudicia, con dei neon rossi e blu attaccati alle pareti, alcuni intermittenti a causa del molto tempo passato spenti. Un lungo corridoio portava ad un telo che copriva qualcosa, un corridoio che sembrava non finire mai, durante il quale Ash non potè fare a meno di stringere fortissimo la mano di Marco, cosa che non le dispiaque affatto, anzi.

"Ecco perché ti ho portato qui." Alzò il telo velocemente, e Ash capì cosa c'era sotto.

"Questi due strappasogni erano dei miei genitori." Le sedie erano terribilmente usurate, come se per molti anni fossero state usate con regolarità quotidiana.

"Smisero di usarle quando furono messe fuori legge ormai vent'anni fa, ma hanno voluto lasciarle qui per ricordo, o almeno così dicono."

"Perchè mi hai portato qui, Marco?"

La risposta diretta di lei stupì il ragazzo.

"Perchè ho sempre voluto provarle, e ho bisogno di qualcuno di intelligente che mi scolleghi se qualcosa va male. Se avessi chiamato uno dei miei amici, probabilmente mi avrebbero lasciato collegato solo per prendermi in giro, e io francamente ho paura di restare collegato a quel coso."

Ashley non sapeva se sentirsi onorata oppure triste per il paragone che Marco fece, paragonandola ad uno suo amico.

"Okay, lo farò."

"Grande! Ora mi collego, ho già letto tutte le istruzioni quindi so come si fa, tu basta che mi sorvegli e premi questo bottone di spegnimento se succede qualcosa." Disse indicando un grosso pulsante rosso situato al di sotto della sedia.

"Credevo che questi affari non avessero un bottone di spegnimento..."

"Infatti non ce l'avevano" rispose il ragazzo mentre si accasciava sulla sedia "Questo è stato il penultimo modello uscito prima della rimozione dal mercato, ed è uscito subito dopo il caso Williams, quello che cominciò a destare sospetti sul funzionamento di questi affari.... ma adesso bando alle ciance, via!"

Gli aghi che uscirono dalla sedia erano arrugginiti alla base, Ashley sperava vivamente che non fosse un pericolo per Marco.

Non riuscì a guardare il momento quando lo punsero. Quando si girò, la faccia del ragazzo era martoriata da tre aghi più uno sulla nuca. Un marchio indelebile.

Ma perché diamine non l'aveva fermato? Mentre cercava un modo per cancellare quei sensi di colpa, Ash si imbattè nel manuale della strappasogni. La musica la sotto si sentiva abbastanza piano da permettere la lettura di una qualsiasi cosa, così si sedette sull'altra sedia e cominciò a leggere.

"Produzione American Dream... Anno 2045.... La strappasogni non può essere esportata in paesi stranieri...."

Era abbastanza noioso, finchè un pensiero attraversò la mente di Ashley leggendo un paragrafo.

Durante una seduta il corpo potrebbe ricevere stimoli sessuali dovuti al contenuto del sogno.

E poi ancora:

Il corpo non può ricordare nessuno stimolo esterno avvenuto durante una seduta.

Ashley guardò Marco, e non riuscì a resistere.

 

 

 

Si tolse la gonna molto velocemente, vedendo che Marco era già in stato di erezione.

Gli tolse i pantaloni cautamente, per paura che gli aghi potessero spostarsi e causare complicazioni. Salì sopra di lui, e cominciò a farci l'amore. Non poteva guardargli il viso in quel momento, martorizzato da quei terribili aghi, così preferì tenere gli occhi chiusi. Rimase con gli occhi chiusi per tutto il tempo, e l'emozione era così forte che sembrava che il ragazzo la stesse penetrando per davvero.

 

Anche troppo per davvero.

 

Aprì gli occhi per un secondo, e si rese conto che Marco stava avendo un attacco epilettico, con la bava alla bocca stava muovendosi su e giù in maniera ossessiva.

 

Ma Dio, era così bello.

 

Ashley non riusciva a smettere, sentiva l'orgasmo così vicino, e allora sì, continuò fino allo stremo.

Nel frattempo Marco continuava a vomitare, e a sbattersi ovunque senza senso alcuno.

Smise di muoversi nel secondo in cui Ashley urlò dal piacere. Il secondo urlo fu molto più terribile. Aveva ucciso Marco.

"Oh cazzo, oh cazzo.." Pensò che nessuno l'aveva vista scendere, ma sicuramente troveranno tracce del loro rapporto addosso al ragazzo.... Era fottuta.

Cominciò a correre velocemente sulle scale della cantina, ma quando si trovò davanti alla porta si prese un momento per respirare.

"Ok, ok..." Aprì la porta lentamente, e altrettanto lentamente se ne andò dalla festa, camminando verso casa. Era a cinquecento metri ormai, quando sentì le prime grida, cosa che la portò ad accellerare il passo.

Non avrebbe mai avuto a che fare con le strappasogni, mai più.

Ora doveva solo raggiungere casa, ed affrontare le future conseguenze.





Salve ragazzi. Come avrete capito, questa serie nasce come approfondimento del racconto Flow, già pubblicato precedentemente; rendendomi conto del potenziale della storia, ho deciso di sviluppare una serie nella quale si intrecceranno vicende ambiantate nello stesso universo, seguiranno la stessa Lore insomma, per chi se ne intende di Dark Souls (lol). Se avete già letto Flow, vi renderete conto che la serie spazierà diversi generi, e la cosa mi rende piuttosto felice in quanto sarà molto divertente mettersi in gioco con tematiche che non ho mai affrontato :D 
Spero che il racconto vi sia piaciuto, a presto come al solito :)

-NothingDrum

 

   
 
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