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Autore: ianobo    17/01/2016    3 recensioni
Rivisitazione della famosissima saga di Harry Potter tutta in versione comica.
Premetto che amo moltissimo la saga e non voglio offendere nessuno, voglio solo far sorridere con contenuti demenziali.
In passato ho già scritto alcuni capitoli e vorrei riproporli poichè li ho riaggiornati e corretti.
Buona lettura!
Genere: Comico, Demenziale, Parodia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Albus Silente, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley, Rubeus Hagrid
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Il signore e la signora Dursley, di Privet Drive numero 4, erano orgogliosi di poter affermare che erano perfettamente normali, e grazie tante, anche i matti dicono così!
Il signor Dursley, soprannominato dai vicini di casa “ciccio bombastic”, era direttore di una ditta che produceva bambole gonfiabili di tutti i generi, a partire da quella aliena fino a quella contadina o travestita da Nicki Minaj.
Egli era un vero e proprio ciccione, quasi senza collo, con cinque menti, 10 pance e con un grosso paio di baffi.
Ogni sera il signor Dursley andava a fare jogging e tutto il vicinato si chiudeva in casa per paura. Questo perché egli più che a camminare tendeva a rotolare e distruggere ciò che lo circondava.
La signora Dursley invece era magra, aveva un collo da giraffa che utilizzava, per la maggior parte della giornata, per spiare i vicini e la loro ricetta segreta dei Krabby Patty.
I Dursley avevano un figlioletto, se così si poteva definire, di nome Dudley.
Quest’ultimo era un incrocio tra un maiale ed una mucca; inoltre era il bambino più viziato che chiunque avesse mai conosciuto.
Secondo i genitori non esisteva al mondo bambino più bello.
La famiglia Dursley possedeva tutto quello che si potesse desiderare, grazie all’attività redditizia del signor Dursley; ma aveva anche un segreto, e il loro più grande timore era che qualcuno potesse scoprirlo.
Non credevano che avrebbero potuto sopportare che qualcuno venisse a sapere dei Potter.
La signora Potter era la sorella della signora Dursley, ma non si vedevano da anni. Questo perché i Potter erano dei maghi e di conseguenza i Dursley li consideravano folli.
 
Un giorno come gli altri, il signor Dursley si svegliò di buonumore. Fece colazione con pane e nutella, la colazione dei campioni, e alzò il suo grasso culone dalla sedia per andare a prendere la posta.
Ai piedi della porta d’ingresso c’era un bambino avvolto in una copertina, con un francobollo sulla fronte.
Chiamò impaurito la moglie e lo portarono dentro, gli tolsero la copertina e videro che era nudo. Indossava solo il pannolino.
La pancia del povero bambino era stata utilizzata da lettera.
C’era scritto:
 
Cara famiglia Dursley,
I vostri cari cognati sono schiattati la notte scorsa.
Lu’ pischello s’è salvato.
Non A altri parenti in vita.
Voi avete la fortuna di essere gli unici che ha.
Si chiama Harry.
Abbiate cura di lui.
 
PS: Io non pago il mantenimento!
 
Buon divertimento
 
Bidibi Bodibi Bù
XO XO
Mago Silente
 

 
Vernon Dursley disse schifato «Guarda questa capra! Non sa nemmeno che “Non ha altri parenti in vita” va con l’h! Questi maghi sono dei fetenti!»
 
 
 

7 ORE PRIMA

Era una notte di luna piena e in Privet Drive improvvisamente arrivò uno strano mago dai capelloni bianchi e con un vestitino verde. Se non avesse avuto la barba, le rughe, gli occhiali e decisamente un sesso diverso, si sarebbe notata una certa somiglianza con Trilli.
Era Albus Silente, nonché preside della famosa scuola di maghi di Hoguarts, ordine di Merlino bla bla bla, coniglietto di playboy ed infine vincitore della gara “Mr Muscolo”.
Insomma era, come si definiva, il più fico!
Silente vide un gatto per strada e lo prese in braccio. Non riusciva a resistere al fascino di un gattino indifeso.
Iniziò a fargli le coccole e, improvvisamente, il gatto si trasformò nella sua collega, la professoressa McGranitt. Così se la ritrovò inconsapevolmente in braccio e venne sorpreso a palpeggiarla.
La professoressa McGranitt con tono severo esclamò «Giù le mani, professor Silente! Le sembra il caso?».
«Professoressa McGranitt, che sorpresa! Come mai da queste parti? Non è a festeggiare? Venendo qui mi sono imbattuto in un sacco di rave party! I maghi stanno festeggiano la caduta di Volde Il Mort».
«Da dove è caduto Volde Il Mort? Si è fatto male?», rispose.
«No, professoressa. E’ sparito per sempre, credo!»
 
Improvvisamente il silenzio venne lacerato da un rombo cupo, che pian piano diventò un boato. Dall’aria piovve una moto enorme con un conducente altrettanto enorme.
Era Hagrid, il custode delle chiavi di Hoguarts.
 
Con la crisi che c’è pagano ancora una persona per tenere delle chiavi. Che spreco!
 
Hagrid era un omone selvaggio, dai capelli lunghi e arruffati ed era alto circa due volte un uomo normale e almeno cinque volte più grosso.
Tra le braccia reggeva un minuscolo bambino, Harry Potter.
«Hagrid! Finalmente hai portato lu’ pischello!», esclamò Silente.
«Dove hai preso quel veicolo?», chiese la McGranitt.
«L’ho preso in prestito dal giovane Sirius Black. Il bambino è sano e salvo. Durante il tragitto ho dovuto cambiargli il pannolino, ma tranquilli, riuscivo anche a guidare!», disse Hagrid fiero mostrando il bambino.
«Ella peppa! Albus guarda che cicatrice che ha!» esclamò la professoressa.
«Copriamola con un francobollo, così il bambino sembrerà normale!» disse Silente mentre leccava con passione un francobollo, facendo l’occhiolino alla McGranitt, che di colpo iniziò a sventolarsi con un ventaglio.
«Ora gli lascio anche un messaggio, così i suoi parenti sapranno cos’è successo» continuò Silente prendendo un indelebile e scrivendo sulla pancia del povero bambino.
 
 
 
Così i Dursley si trovarono questo bambino tra capo e collo e dovettero tenerlo.
 
Passarono dieci anni.
 
Harry, soprannominato dai vicini Cenerella, era diventato durante gli anni la domestica di casa.
Puliva, stirava, cucinava, lavava il cugino, tagliava l’erba, pitturava la casa, cuciva, faceva da estetista alla zia e da parrucchiere allo zio.
Il povero ragazzo dormiva nello sgabuzzino, nonostante gli zii avessero più stanze degli ospiti da offrirgli. Era una minuscola stanza dove ci stava solo il letto e una mensola dove tutte le mattine Harry sbatteva la testa.
 
Un giorno inaspettatamente c’era posta per Harry. Giunsero a casa Dursley i postini di Maria De Filippi che iniziarono a fargli delle domande.
«Allora tu sei Harry Potter, giusto?», disse il postino.
«Sì, sono io», rispose Harry.
«Se sei Harry allora è anche vero che sei la domestica di casa, giusto?»
«Sì, faccio tutto io», disse Harry.
«Ultima domanda. E’ vero che una volta tuo cugino Dudley ti ha scoreggiato in faccia?»
«Una volta? Anche ieri!», precisò Harry.
«Bene, sei tu allora! C’è posta per te!» e gli consegnò la lettera.
 
Harry, ingenuo, rientrò in casa fissando la lettera. Nessuno in dieci anni gli aveva mai scritto.
Aprì la lettera e improvvisamente il cugino gliela strappò di mano.
«Dammi la lettera brutto ciccione! E’ mia! Fatti gli affari tuoi!», urlò Harry.
«Papà, papà… Harry ha hddsk uand adjs letajdja!!!», disse Dudley mentre si mise un’enorme fetta di torta in bocca.
Zio Vernon prese la lettera e la lesse. Improvvisamente sbiancò.
C’era scritto una cosa sconvolgente.

Harry era……….
  
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