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Autore: zenzero    17/01/2016    1 recensioni
Una ragazza e il suo migliore amico passano gli ultimi giorni delle vacanze estive a non fare niente, e a non pensare che presto prenderanno strade diverse. Anche quando il tuo amico è un piccione, non è mai facile separarsi.
Genere: Demenziale, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments, Nonsense | Avvertimenti: Furry
- Questa storia fa parte della serie 'Immagini Videoludiche '
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Guardai il sole che mi colpiva spietato, e voltai lo sguardo. La tv dava le solite notizie noiose da estate noiosa. L’attrice ex-bambina prodigio che aveva posato senza veli in un parco acquatico pubblico. Il canarino idolo della musica grunge che si era tinto le piume sulla testa di verde e fucsia.
Ridacchiai ascoltando solo da un orecchio. Con l’altro percepivo tutti i suoni immersi nell’aria afosa di agosto inoltrato. Le cicale in serenate d’amore assordanti. I panni che frusciavano facendo gara a chi si asciugava per primo. Macchine che passavano lente e rare nella strada sottostante al nostro balcone.  Il vibrare delle ali da libellule che sfrecciavano come inseguendosi.
Il caldo che abbrustoliva la mia pelle chiara. Prima o poi avrei chiesto a Ryuta se potesse prestarmi il suo cappello di paglia. Ma ero troppo stanca per aprire la bocca, le labbra si erano come appiccicate dal sudore; per il momento mi bastava appoggiarmi alla sua schiena.
Le sue piume grigie, senza scaldarmi troppo, formavano un morbido cuscino su cui riposare.
Lui in qualche modo ruppe quel fievole sottofondo fatto di rumori estivi. – Ehi, hai fame?- disse, indicando il popcorn nella ciotola vicino alla tv.
-No- risposi semplicemente, essendomene ingozzata appena un’ora prima. Così come avevo fatto fuori con lui tutte le patatine, i biscotti e le bibite e gli alcolici.
-Io sì, un po’- commentò, gli occhi rossi che brillavano guardando la ciotola.
Sorrisi e ne presi uno, ormai secco e tiepido. Mi staccai dal mio amico, e gli lanciai il popcorn addosso. Lui lo prese al volo col becco. Risi e mi allontanai ancora un po’,  e lanciai di nuovo il popcorn. Ryuta lo afferrò di nuovo. Per quanti ne lanciassi, anche con un tiro obliquo o sfavorevole, lui riusciva sempre a prenderlo al volo. Adorava davvero i popcorn, e finimmo per vuotare la ciotola.
- Cavolo… mi sa che la mamma si arrabbierà vedendo che abbiamo svuotato la credenza degli snack… - commentò e poi emise un ruttino carinissimo.
-Fortuna che non ti ha sentito adesso! -scherzai. La mamma del mio amico ci tiene molto alle buone maniere.
La tv adesso stava trasmettendo “In Cucina col Barbagianni”. Spensi la tv, quello show  aveva perso di interesse anni fa, quando il conduttore aveva smesso di abusare di cioccolata durante gli episodi. All’epoca non riuscivo a smettere di guardare quegli occhi gialli grandi come palline di natale, ma ora che si era disintossicato non mi faceva più troppa impressione.
Lo schermo sembrava sfrigolare sotto la luce del sole estivo.
-Portiamola dentro- disse Ryuta.
Annuii. Se fosse successo qualcosa a quel televisore, la mamma di Ryuta non l’avrebbe presa bene, forse lo avrebbe potuto cacciare di casa. Era una tv pesante, considerato che era a tubo catodico, e il mio amico mi aiutò a spostala, spingendola con la testa.
Fu una faticaccia rimetterla sulla credenza. Come ci era venuto in mente di guardarcela in terrazzo? Forse solo per via della noia di quella giornata sudaticcia e appiccicosa.
Era un po’ che passavamo le giornate in questo modo, nella nostra città non c’era molto da fare.  Senza parlarci, senza parlare di quello. Di lì a poco, io e Ryuta avremmo frequentato scuole diverse, passavamo il tempo senza affrontare quella antipatica questione. Eravamo abituati a stare sempre insieme, avendo frequentato la stessa classe fin dalle materne.  E ora il mio migliore amico era iscritto ad una scuola per soli volatili, e io per soli esseri umani. Non era mica giusto.
Mi accorsi che il sole stava ormai calando, e scoprii che erano passate le sette di sera. I miei genitori mangiano alle 7.30 precise, già alle 7.31 preparano i mattarelli , pronti a calare sulla mia testa, se non è tutto preparato.
Guardai con dispiacere il mio amico. – Devo andare- dissi.
Lui annuì.  – Ce la fai a prendere l’autobus delle 7 e 5?
-Veramente sono già le 7 e 8.- spiegai.
-Capisco.- fece lui.
Rimanemmo in silenzio indecisi su cosa fare.  –Allora ti porto io- propose Ryuta.
-Davvero? – esclamai. Erano passati anni dall’ultima volta. Ero piccola, e reggeva meglio il mio peso, ma adesso, contando anche la massa di tutto quel che avevo mangiato…
-Sicuro. Monta su- disse mostrandomi la schiena. –Meno male che non abbiamo bevuto la birra.
-Veramente una bottiglia ce la siamo finita. E anche il  Bacardi. – ricordai.
-Ah--- rifletté il mio amico. –Beh, allora…
-Sì?
-Andiamo lo stesso! Sarà una figata!- disse.
-Ok!- esclamai io. Presi la borsa e mi strinsi al suo collo.
-Yooohoooo!- urlò Ryuta gettandosi con me dal balcone.
-Che forzaaaa! – urlai mentre precipitavamo a terra e il vento mi sferzava addosso.
Ryuta era veramente un amico speciale.
 
 
  
 
 
Note:
Yo. I personaggi di questa storia esistono già, più o meno,  ma sono per lo più ispirati al videogame Hatoful Boyfriend (che non gioco da ere geologiche e narra appunto di una studentessa che frequenta una scuola per volatili e frequenta dei piccioni, tra cui proprio Ryuta).
Per scrivere la storia mi sono ispirata all’immagine che vedete sopra e adoro. Infatti l’ho usata anche per la mia Challenge il cui scopo è trarre ispirazione da immagini di vari videogiochi e non ha scadenze. Questa praticamente è [anche, non solo..] una  fan fiction “pubblicitaria” per tale Challenge, ma volevo anche scrivere qualcosa di leggero.
 
   
 
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