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Autore: mary000    18/01/2016    1 recensioni
Keith è a Milano, ma la Rosa Nera colpisce ancora. Amore, favola, follia, sguardi e baci rubati renderanno la sua nuova vita un intreccio di misteri e passione. Una strana ragazza gli renderà la vita difficile e si sa i segreti sono difficili da mantenere troppo a lungo purtroppo.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Keith Harcourt/Rosa Nera, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Seduta su questo tetto guardo le ultime luci nelle case di Milano, sono le case dei ricchi che sicuramente stanno festeggiando i loro averi senza pensare che sono solo dei ladri, la rabbia mi infiamma le vene e non sento neanche il freddo finché non mi appisolo, è così rilassante stare quassù di notte, vedere la luna e le stelle che sono le uniche che sembra mi diano un po’ di pace, la luna piena emana una luce ipnotica e le case da qui hanno tutto un altro aspetto. Una brezza leggera di fine agosto mi fa irrigidire per un attimo, metto la sciarpa sopra il naso e respirando sento il suo profumo … sto aspettando da troppo tempo, è in ritardo e non è da lui. Ha scritto che avrebbe fatto un altro dei suoi colpi stanotte e io devo assolutamente parlare con lui.  Inizio a preoccuparmi ma non faccio in tempo che sento una presenza alle mie spalle, mi alzo con la stessa agilità di un gatto e mi giro, è bello da mozzare il fiato, la luce della luna gli dona una bellezza tale che le mie ginocchia iniziano a tremare, cerco di mantenere il controllo mentre lui si avvicina a me con fare minaccioso, so che non mi farà del male, lui deve fare il colpo e io sono solo un piccolo impedimento. La voce mi esce automatica e lui si ferma
<< La Rosa Nera… >> sorrido vedendo la sua bocca aprirsi e richiudersi mentre mi guarda con quegli occhi di ghiaccio.
<< Tu chi saresti?? >>
<< Non è importante, devo parlarti >>
<< Non ho tempo >>
<< Lo so che devi andare in quella casa a rubare chissà cosa ma … io devo parlarti >>
<< Va bene >> si siede e mi guarda dal basso e io resto in piedi perché non devo sembrare intimorita anche se mi sento morire
<< Devi andare via da qui, c’è gente che ti vuole morto e se entri lì dentro non uscirai più, prima sono arrivate le forze dell’ordine >>
<< Non ho paura di loro >> mi fa sorridere il suo italiano molto tirato
<< Sai che ci sono persone che tengono a te qui vero?? >>
Spalanca gli occhi e quando prendo una scatola da sotto il mantello si alza e viene verso di me, io indietreggio e non mi rendo conto che sono arrivata al limite e cado nel vuoto, chiudo gli occhi e tengo la scatolina serrata con una mano mentre nell’altra sento uno strano calore, apro gli occhi e vedo che non sto cadendo, la Rosa Nera mi tiene la mano e in uno strattone mi tira su, mi cinge la vita con una mano, i nostri visi sono vicinissimi e guardandomi negli occhi mi sorride, non ho più il controllo del mio corpo e lui pare se ne sia reso conto, fa scivolare la mano libera sul mio braccio in un modo così sensuale che io mi sento un’ebete, mi prende la scatolina dalla mano e mi sorride alzandosi. Mi fa arrabbiare e le parole escono spontanee
<< Loro sono in pericolo grazie a te >>
Mi guarda in cagnesco e mi scaraventa sulle tegole mettendosi a cavalcioni addosso a me tenendomi le mani sopra la testa.
<< Chi ti ha parlato di loro?? Chi sei tu?? >> la sua voce è rabbiosa e io sorrido maliziosa, lo bacio e lo spingo lontano da me con le ginocchia, mi alzo di scatto e guardandolo ancora a terra gli rispondo
<< Puoi chiamarmi Ombra Keith >>
Scappo via, gli ho salvato la vita e l’ho baciato nella stessa sera… vicino casa c’è un albero dove metto i vestiti, mi arrampico ed entro dalla finestra della mia stanza, metto la vestaglia da notte e mi metto a letto, il cuore mi palpita così forte che ho paura possa sentirlo mia madre dalla cucina.
Le lenzuola sono così fredde che mi raggomitolo cercando di riscaldarmi, sento mia madre cucinare e non riesco a dormire, sono troppo agitata e cerco di respirare a fondo ma nulla non riesco a rilassarmi.
Non so quante ore sono passate, forse due o tre  e sento la porta dell’ingresso aprirsi, è tornato.
Guardo il soffitto e lentamente sento le palpebre pesanti ma la pace dura poco, un tonfo sordo dalla cucina mi fa spaventare e mi alzo di soprassalto dal letto, scendo le scarpe correndo e vedo la mamma pallida mentre lo guarda steso a terra
<< E’ tornato ubriaco, non l’avevo mai visto così >> balbetta, io annuisco e lo prendo da un braccio cercando di portarlo a letto.
Non è per nulla facile, non riesce a muovere i piedi in modo normale e li striscia sulle scale facendomi rischiare di cadere, gli do un ceffone sonoro e per un paio di secondi sembra riprendersi, lo faccio sedere sul letto e gli accarezzo la guancia che inizia a diventare violacea, mi guarda con gli occhi tristi e io gli sorrido teneramente mentre gli tolgo la giacca e la metto sulla sedia. So che non è un tipo di molte parole e faccio tutto in silenzio mentre lui mi guarda senza espressione facciale. Mi siedo sul letto accanto a lui e inizio con delicatezza a togliere un bottone dalla sua asola, poi due, poi tre finché non gli sfilo la camicia bianca immacolata. Sorride vedendo le mie guance infiammarsi al tocco della sua pelle calda e io fingo di non vederlo, mi alzo e metto la camicia sopra la giacca, si alza leggermente e si toglie la cintura buttandola a terra e sdraiandosi a pancia in giù, ha delle cicatrici bruttissime sulla schiena e io sembro un automa mentre mi risiedo e inizio a sfiorarle con la punta delle dita
<< Non mi hai mai detto come te le sei fatte >> dico più a me che a lui e con un sussurro mi risponde come se fosse un segreto
<< Colpa di un amore infranto >>
Il mio cuore accellera e tolgo le dita dalla sua pelle come se quelle cicatrici emanassero un calore tale da ustionarmi, lo guardo e gli accarezzo i capelli in modo delicato, mi prende la mano e si gira leggermente guardandomi
<< Ma ormai è acqua passata, sto cercando di dimenticarla >> cerca di rassicurarmi e io gli sorrido grata, lui si gira totalmente prendendomi anche l’altra mano con la sua e avvicinandole al suo petto
<< Dormi con me stanotte?? >>
Come posso negarglielo?? Mi sdraio accanto a lui mettendo il viso sul suo petto e mi lascio abbracciare, profuma di dolce e rustico insieme ma non sento odore di alcool, mi alzo sui gomiti e avvicino il viso al suo, gli sorrido sorniona e lui mi guarda di sottecchi
<< Non hai bevuto!! >>
Lui sorride malizioso << Volevo solo non restare solo >> i suoi occhi si velano di tristezza e io gli carezzo una guancia
<< Ci sono io con te >> mi sdraio nuovamente e continuo << ma ancora per poco >>
<< Perché?? >> mi chiede mentre mette le dita tra i miei capelli
<< Mia mamma mi ha detto che domani sera conoscerò il mio futuro marito >> lui s’irrigidisce
<< Ne sei felice?? >> mi chiede
<< No, che domanda stupida >> inizio a ridere mentre le lacrime iniziano a pungermi gli occhi, mi giro dall’altra parte e mi raggomitolo mettendo le braccia intorno alle ginocchia
<< Ha detto che dovrai dire che sono tua sorella >>
Sbuffa sonoramente e io cerco di addormentarmi e contro voglia ci riesco.
La mattina un raggio di sole mi da fastidio agli occhi e aprendoli lentamente lo vedo già vestito seduto sulla finestra che guarda fuori, è pensieroso e io mi incanto a guardarlo senza rendermi conto del tempo e dello spazio, non mi accorgo neanche che lui si è girato totalmente e mi sorride come sono lui sa fare
<< Così mi sciupi >> dice
<< Non dire stupidaggini >> sorrido alzandomi e camminando verso la porta
<< Com’è che ti dovrò chiamare da oggi?? Signora … >>
<< Non hai il diritto di saperlo dopo che mi hai presa in giro >> Sono rigida come se in pieno inverno mi abbiano buttato un secchio di acqua gelata addosso e mi sciolgo solo quando sento il suo petto sulla mia schiena e le sue mani intorno alla mia vita, il suo alito mi solletica l’orecchio desto e sussurra
<< Parlerò con tua madre >>
<< Parole sprecate >>
<< Perché?? >>
<< Ha un debito con questa famiglia >> mi stringe ancora più forte e io penso di sputare il cuore tanto sta battendo forte
<< Allora le parlerò subito >>
Scappa via e corre giù per le scale, poco dopo sento in modo ovattato lui che alza la voce, avrà chiuso la porta e io vado a vestirmi.
Scendo le scale in punta di piedi e scosto leggermente la porta, hanno finito di parlare e lui è seduto a tavola mentre mia madre sta preparando la colazione, uova e pane di ieri … è il meglio che possiamo avere ormai, dopo la perdita di mio padre e i debiti che ci ha lasciato.
Busso e apro la porta, mi siedo a tavola e mia mamma mi accarezza i capelli teneramente mentre mi mette nel piatto due uova e due fettine di pane così sottili che posso vederci attraverso
<< E’ un aristocratico?? >> non avevo mai sentito la voce di Keith così gelida mentre guarda mia madre come la peggiore delle criminali, questo mi fa pensare a ieri sera, guardo la sua mascella rigida e le labbra assottigliate e non posso non pensare di averlo baciato, scuoto energicamente la testa annuendo
<< Si è di una famiglia nobile, almeno non le mancherà il cibo >> risponde mia mamma per nulla intimorita dal suo modo di fare, se solo sapesse di avere un criminale come figlio adottivo…
Lui non inizia neanche a mangiare e va via, io faccio spallucce e mangio con foga prima di andare al mercato a vendere le uova delle nostre gallinelle che sono rimaste. La giornata passa velocemente e senza che me ne rendo conto sono nella mia stanza con il vestito migliore di mia mamma addosso seduta davanti alla specchiera mentre lei mi acconcia i capelli, Keith non è ancora tornato a casa e io inizio a preoccuparmi … senza di lui non mi sento al sicuro …
--- Intanto da un’altra parte di Milano ---
Aspetto qui da un po’, è calata la sera e vedo finalmente la carrozza uscire dalla villa, la mamma alla fine ha ceduto e mi ha detto il nome di questi damerini. Salto giù dall’albero e i cavalli si spaventano, un uomo ciccione esce la testa dalla cabina e inizia a sbraitare ma quando mi vede smette e assume una faccia da ebete, mi avvicino con eleganza e gli porgo un sacchetto con delle monete
<< Sono il debito che le doveva risarcire la signora e un piccolo extra, lasciate la ragazza in pace sennò ve la vedrete con me chiari?? >> annuisce e scappo via.








Ciaooooo diciamo che è la prima storia sul mondo di Nadja e che ci riflettevo da un pò, primo capitolo lunghetto finalmente. spero piaccia la mia storia e che mi facciate sapere con tante recensioni :) :) non so quando metterò i prossimi capitoli, spero piaccia così m'invogliate a scrivere :P :P un abbraccio Mary (: (:
  
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