Serie TV > Wentworth
Segui la storia  |       
Autore: Petricor75    18/01/2016    2 recensioni
Su una linea temporale, questo racconto si colloca un po' di tempo dopo la fine della terza stagione. Ruota soprattutto intorno a Bea e ad un personaggio originale. Boomer la fa da padrona per le parti divertenti.
Questa fanfiction è stata scritta e pubblicata prima che venisse rilasciata la quarta stagione, i personaggi originali sono totalmente inventati e farina del mio sacco.
Wentworth e i suoi personaggi non mi appartengono e questa storia è stata scritta senza nessuno scopo di lucro.
Genere: Comico, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Le sue ormai quasi ex compagne erano tutte radunate al centro del cortile e iniziarono a salutarla animatamente, Bea si allontanò da lei unendosi al gruppo, seguendola con espressione sorridente. Seguendo il Signor Jackson verso il cancello che la separava dagli uffici dell'accettazione, notò il piccolo Joshua in braccio alla madre, la salutava sorridente imitando la madre e agitando una manina paffuta, e Boomer poco lontano che si sforzava di sorridere ma si asciugava il naso con la manica della felpa, Liz e Sophie che le facevano segno di telefonare, Beth e le altre arrivare con lei fischiare scherzose, erano tutte lì, insieme al resto delle detenute delle sezioni vicine. "Se ne va una degna avversaria!", gridò la più grossa delle scagnozze di Juicy, da sotto il canestro, applaudendo assieme al suo gruppo.
Fu come se in quel momento il cervello di Dawn emettesse un 'click'. Percepì Will Jackson strisciare il suo badge davanti al cancello, spostarsi di lato e tendere la mano verso le sue spalle per guidarla nel corridoio che la separava dall'altra costruzione, mentre il suo sguardo scandagliava il cortile alla ricerca della Gambaro, che non era insieme al suo gruppo. Fu allora che capì che l'incidente capitato poche ore prima a Max non era stato affatto un incidente. Con Max fuori uso e lei libera, Bea sarebbe rimasta praticamente scoperta e probabilmente distratta dalla sua partenza.
Si fermò e volse lo sguardo verso Bea nell'attimo in cui la rossa, apparentemente spintonata da qualcuno, si accasciava a terra. Essendo di poco arretrata rispetto alle compagne, nessuna si accorse di cosa fosse accaduto finché non videro la Graves attraversare il cortile correndo. Vedendo il boss a terra, la maggior parte di loro si allontanò istintivamente, come se temessero di essere accusate della sua aggressione.
Dawn vide una macchia di sangue allargarsi velocemente sotto di lei, mentre la donna si toccava la ferita poco al di sopra del gluteo sinistro, osservando con sorpresa il sangue. Si inginocchiò vicino a lei ignorando le fitte di dolore all'impatto col cemento. Udì Il secondino richiedere soccorsi, mentre si avvicinava. Senza bisogno di coordinarsi, Will la voltò leggermente per permettere a Dawn di tamponare la ferita con la nuova camicetta bianca, ma nel giro di pochi secondi era già fradicia e si accorsero che la donna aveva perso i sensi.
Riuscì ad intercettare il foro da cui sgorgava il liquido vitale e ci infilò un dito facendosi strada attraverso la pelle e il tessuto muscolare. Finalmente il sangue cominciò a diminuire. "Cazzo, cazzo, cazzo!", si sfogò non accorgendosi delle lacrime che le scendevano dalle guance. "Chi è stato?", chiese Liz che teneva sollevata da terra la testa di Bea, Will si voltò curioso di sentire la risposta, ma la Graves scosse la testa, come a comunicare che non ne aveva idea.
In realtà il suo cervello aveva registrato l'immagine dell'enorme braccio tatuato della Gambaro scomparire oltre la porta di accesso all'ala H6. Solo quando arrivò l'ambulanza e il medico a bordo si complimentò con lei per la presenza di spirito di tamponare la ferita in quel modo e non le assicurò che avrebbe preso il suo posto fino all'ospedale, si decise a lasciarla alle cure dei soccorsi. Si passò le mani tra i capelli, osservando la barella oltrepassare i cancelli con Will Jackson al seguito, incurante del sangue ancora fresco che le colorava il ciuffo incolore.

La sua uscita fu ritardata quel tanto che bastava per permetterle di darsi una ripulita. Voltava le spalle alla porta delle docce quando la sentì aprirsi e una folata di aria più fredda le investì la pelle ancora bagnata.
"Complimenti per il tuo impegno, figlia di puttana, ma non ti permetterò di fottermi come avevi sperato." Parlò con serenità voltandosi, sicura di trovare la Gambaro e le sue scagnozze preparate ad una sua vendetta. Dando le spalle alla porta, nessuna di loro si era accorta della presenza silenziosa di Fletcher che controllava la scena.
Scoppiò a ridere, mentre si vestiva con volontaria lentezza, "Cazzo se ti rode il culo di vedermi uscire così, e di sapere che ci sarà un nuovo processo per Bea!", "Bea Smith non arriverà viva al processo. Le ho centrato un rene! So quello che faccio!", replicò sicura di sé l'altra.
"Prega che ci arrivi, stupida troia!", la punzecchiò la donna dal ciuffo albino puntandole un dito contro. "Basta così!", tuonò il secondino, sorprendendo le donne. Agguantò la Gambaro torcendole un polso dietro la schiena. Chiamò rinforzi alla radio, mentre consigliava al suo gruppo di dileguarsi il più in fretta possibile.

"Beh l'ha praticamente ammesso di fronte al signor Fletcher, ma voi state attente, ok? Non abbassate la guardia! E non fate cazzate! Nessuna rappresaglia! Si è fottuta da sola, non ce n'è bisogno!", si raccomandò a Liz. "Graves, dobbiamo andare!", la sollecitò Linda Miles.

"Tesoro, mi ha chiamato Will, ha detto che l'hanno portata al Monash! Ci aspetta lì!", le comunicò Agnes abbracciandola frettolosamente. Durante il breve tragitto che le separava dal parcheggio, dovette rassicurare più volte l'anziana che stava bene e non era ferita.

Jackson comunicò loro che la paziente stava per uscire dalla sala operatoria, dopo aver subito l'asportazione del rene troppo danneggiato. La Davidson aveva già spedito un altro agente di supporto, ma aveva promesso che quando fosse stata sotto la sua custodia, avrebbe loro permesso di vederla per pochi minuti.

"Sicura che di non avere bisogno di altro?", le chiese infilandosi la giacca. "No, vai, riposati un po', io sarò ancora qui domattina.", la rassicurò stringendole la mano. L'anziana le depositò un bacio sulla testa, prima di allontanarsi. Il secondino le si avvicinò con un bicchiere di caffè preso alla macchinetta automatica.
"Oddio... è quasi peggio di quello del carcere!", esclamò lei assaggiandolo, lui sorrise, alleggerito dalla recente notizia che la Smith fosse fuori pericolo. La osservavano entrambe, al di là del vetro, ancora addormentata e ammanettata al letto. Se erano fortunati, avrebbe riposato tutta la notte senza interruzioni grazie agli antidolorifici postoperatori.

Cercò di allungare una mano verso il suo comodino in cerca della sveglia, che continuava a suonare, ma era talmente stanca che non riusciva a muovere neanche un dito. Pian piano realizzò che il beep che sentiva non era affatto la sveglia. Capì che stava sentendo il suono di un macchinario medico, e cercò di ricordare cosa fosse successo.
L'ultima cosa di cui aveva memoria erano i volti di Will Jackson e Dawn piegati su di lei. Cercò di muoversi, ma i suoi muscoli sembravano non voler collaborare. Si impose allora di aprire gli occhi, riuscì a sollevare le palpebre di qualche millimetro, la luce la accecò per pochi secondi, vide una figura sfocata muoversi poco lontano, ma perse ancora conoscenza.

Per tutta la notte entrò ed uscì da uno stato di torpore a cui non riusciva a resistere, si rendeva conto che era indotto dai farmaci. Pian piano aveva cercato di mettere insieme gli indizi che le si presentavano davanti ogni volta che apriva gli occhi. Aveva ricordato di essere stata ferita anche se non sapeva bene come, ed aveva capito di trovarsi in ospedale. Era ammanettata al letto e fuori dalla porta della stanza c'era una guardia con la divisa del penitenziario.
Ogni tanto un'infermiera entrava per controllare le sue funzioni vitali e lo stato delle flebo e dei drenaggi, sempre molto professionale, le lasciò bere dell'acqua da una cannuccia le volte in cui l'aveva chiesta.
Era ancora buio fuori, quando vide Will scambiare un saluto all'uomo, sostituendolo e congedandolo. Guardò oltre il vetro verso di lei con aria distratta, e quando la vide sveglia sorrise alzando un pollice, poi si voltò come se stesse cercando qualcuno nel corridoio.

"Adesso non pensarci più!", la esortò Dawn dopo averle raccontato nei dettagli cosa era successo e come mai si trovava in ospedale. Si avvicinò di più, posandole una mano sulla chioma rossa, le carezzò delicatamente la fronte, "Ore devi solo pensare a rimetterti in forma per il processo, Lynn è molto ottimista, c'è tanto materiale, dice che nella migliore delle ipotesi potresti richiedere il rilascio sulla parola tra sette anni... Quindi... Vedi di rimetterti in sesto il prima possibile... Ok?", le disse con tenerezza.
"E quando uscirai...", aggiunse puntandole un dito sullo sterno con fare scherzoso, "...sarò a casa ad aspettarti.", concluse depositandole un leggero bacio sulle labbra. Bea la guardò con un sorriso complice, "Non aspettarmi in piedi!".

FINE
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Wentworth / Vai alla pagina dell'autore: Petricor75